06/05/2014
Lia Quartapelle
Rostan, Culotta, Richetti, Sbrollini, Gadda, Fregolent, Carlo Galli, Cassano, Anzaldi, Malpezzi, Ascani, Zampa, Arlotti, Marco Di Maio, Casellato, Capozzolo, Beni, Paris, Chaouki, Civati, Moretto, De Menech, Manfredi, Rigoni, Zardini, Giorgio Piccolo, Verini, Gribaudo, Giuditta Pini, Ribaudo, Manciulli, Leva, Bonomo, Valiante
2-00527

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il programma «Garanzia per i giovani» intende permettere a tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni di ricevere un'offerta valida entro quattro mesi dalla fine degli studi o dall'inizio della disoccupazione. L'offerta può consistere in un impiego, apprendistato, tirocinio o ulteriore corso di studi e va adeguata alla situazione, alla professionalità e alle esigenze dell'interessato;
   questo piano assume grande rilevanza in un momento di grave recessione economica come quello che sta vivendo il nostro Paese, dal momento che l'Istat ha certificato che nell'ultimo anno sono venuti meno 100.000 posti di lavoro tra i giovani;
   l'impegno del Governo italiano è stato notevole, sia per incrementare le risorse stanziate, sia per ottenere delle modalità di spesa che si conciliassero con la situazione drammatica che il nostro Paese sta affrontando;
   in questo progetto le regioni svolgono un ruolo fondamentale, risultando destinatarie di quasi la totalità delle risorse che finanziano il programma;
   rispetto alle previsioni del programma operativo nazionale della «Garanzia per i giovani», l'implementazione del programma segue un andamento a macchia di leopardo, con alcune regioni che hanno già avviato coerenti pacchetti occupazionali, mentre altre sono ancora indietro, non avendo ancora provveduto a varare adeguate misure attuative;
   in questi giorni si è venuti a conoscenza a mezzo stampa che solo tre regioni hanno siglato la convenzione con il Ministero necessaria per far partire il programma, mentre due starebbero per farlo nel giro di pochi giorni;
   il coinvolgimento degli enti regionali è fondamentale per il successo del progetto e il rallentamento sulla sigla delle convenzioni è un campanello d'allarme da non sottovalutare –:
   quali siano i dati a disposizione del Ministro relativamente ai richiamati ritardi di alcune realtà regionali e, in caso di impossibilità di soluzione in tempi ravvicinati, quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di assicurare che il programma possa svolgersi nel modo migliore possibile su tutto il territorio nazionale.

Seduta del 5 giugno 2014

Illustrazione di Lia Quartapelle, risposta del Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano, replica di Valentina Paris

Illustrazione

Lia Quartapelle: Signor Presidente, questo Governo, il Governo precedente e più in generale l'Unione europea hanno dato grandissima importanza al programma «Garanzia giovani», perché è un programma dell'Unione europea, declinato nei vari Paesi dell'Unione, che ha l'obiettivo da un lato di combattere la disoccupazione giovanile e dall'altro lato di facilitare l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
  Un solo dato basta per tutti: nell'ultimo anno in Italia sono stati persi 100 mila posti di lavoro di giovani. In questo progetto il ruolo delle regioni è assolutamente fondamentale, da un lato le regioni sono destinatarie della quasi totalità delle risorse che, ricordiamo a beneficio dei presenti, sono circa 1 miliardo e mezzo di euro; dall'altro lato, esse devono implementare il programma operativo nazionale. Al momento dell'interpellanza, quindi al momento della partenza del programma «Garanzia giovani», circa un mese fa, abbiamo avuto notizia a mezzo stampa che solo tre regioni avevano firmato la convenzione con il Ministero del lavoro per far partire il programma. Data l'importanza del ruolo delle regioni e dato il lavoro che tutti i deputati under 35 in questa legislatura hanno messo sul tema della disoccupazione giovanile e in particolare sul programma «Garanzia giovani», chiediamo al sottosegretario quali siano i dati a vostra disposizione. Passato un mese, ci auguriamo che alcune regioni nel frattempo abbiano firmato – abbiano ricevuto notizia anche a mezzo stampa – ma restiamo preoccupati in particolare delle regioni del Sud, che sono poi le regioni con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Inoltre, chiediamo quali siano le iniziative che il Governo sta prendendo per far sì che si metta un controllo su questi ritardi e il programma possa effettivamente spiegarsi nella sua utilità, che è da tutti condivisa.

Risposta

Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Quartapelle Procopio che pone l'attenzione del Governo sullo stato di attuazione delle iniziative assunte in relazione al piano nazionale di implementazione della «Garanzia giovani».
  A tal proposito ricordo che tale piano nasce come strumento di occupabilità e di attivazione, in attuazione della Raccomandazione del Consiglio UE del 22 aprile 2013, sull'istituzione di una garanzia giovani e si rivolge ai giovani che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in attività di formazione di età compresa tra i 15 ed i 29 anni, con un'attenzione particolare agli under 25, allo scopo di garantire un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio o altra misura di formazione.
  Faccio presente che al fine di dare piena operatività a tale piano, accanto all'implementazione delle misure ordinarie nazionali (già previste nel decreto-legge n. 76 del 2013 e nel decreto-legge n. 104 del 2013), è stata convenuta l'adozione di un Programma operativo nazionale «Garanzia giovani», a titolarità del Ministero che rappresento, con le regioni e province autonome in qualità di gestori delegati, in quanto soggetti attuatori delle misure dirette di loro competenza (politiche attive del lavoro, formazione professionale, eccetera), che utilizza le risorse europee stanziate per tali finalità. La scelta di intervenire mediante un Programma operativo nazionale risponde all'esigenza di assicurare una serie di servizi e di opportunità il più possibile omogenei su tutto il territorio nazionale. Ferme restando, infatti, le caratteristiche socio-economiche delle singole realtà territoriali, il Programma introduce meccanismi volti ad uniformare l'offerta dei servizi mediante l'individuazione di specifiche linee di intervento in favore dei giovani: accoglienza, presa in carico e orientamento; formazione finalizzata all'inserimento lavorativo e, per i giovani di 15-18 anni, finalizzata al conseguimento di una qualifica; accompagnamento al lavoro; apprendistato; tirocini; servizio civile; sostegno all'autoimpiego e all'autoimpenditorialità; mobilità professionale transnazionale e territoriale; bonus occupazionale.
  Il tutto mediante la definizione di costi standard dei vari servizi, volti a introdurre virtuosi meccanismi di contendibilità sul piano nazionale, che non trascurano peraltro anche la possibilità di esercitare veri e propri poteri sostitutivi da parte dell'autorità nazionale nel caso in cui alcune regioni non siano in grado di rendere quei servizi che la «Garanzia giovani» richiede di attuare nei tempi previsti dalla regolamentazione comunitaria.
  Ricordo, che il Piano italiano per la Garanzia giovani, dopo la condivisione nell'ambito della struttura di missione, istituita dall'articolo 5 del decreto-legge n. 76 del 2013, è stato presentato alla Commissione europea il 23 dicembre 2013. Successivamente, nel rispetto del vigente quadro costituzionale, è stato dato avvio al processo di attuazione mediante la predisposizione di appositi tavoli di confronto tra il Ministero che rappresento, le regioni e la provincia autonoma di Trento.
  Tali incontri, attraverso la condivisione delle misure e delle modalità di attuazione univoche sul territorio nazionale, hanno condotto, fra l'altro, alla definizione del quadro di riferimento e conseguentemente all'adozione delle «schede di misura». Sono stati definiti, inoltre, gli indicatori per il monitoraggio del Piano e gli standard di costo nazionali per ciascuna misura.
  Ulteriori incontri bilaterali tenuti tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le regioni hanno consentito, inoltre, di valutare lo stato di avanzamento del Piano di esecuzione regionale ed hanno condotto all'elaborazione del sistema di profilazione degli utenti della Garanzia giovani, sistema che consente di individuare la distanza dei giovani dal mercato del lavoro.
  Faccio presente che lo scorso 4 aprile i competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali hanno inviato alle regioni ed alla provincia autonoma di Trento un'apposita convenzione per l'attuazione della Garanzia giovani, allegando ad essa gli esiti del lavoro di condivisione.
  Posso comunicare che ad oggi già 17 regioni hanno firmato con il Ministero che rappresento le rispettive convenzioni. Con le restanti regioni è in corso l'iter che condurrà quanto prima alla sottoscrizione dei relativi accordi.
  Ricordo, inoltre, che l'articolo 9 della Convenzione prevede che: «Qualora le istanze del monitoraggio evidenzino disallineamenti nell'implementazione del piano di attuazione regionale della Garanzia per i giovani, la regione (o provincia autonoma) e il Ministero concordano di porre in essere interventi mirati di rafforzamento, ivi inclusa la possibilità di un affiancamento da parte del Ministero del lavoro e delle sue agenzie strumentali e di eventuali condivisi interventi in sussidiarietà.
  Da ultimo, vorrei evidenziare, che alla data del 29 maggio scorso, hanno aderito a Garanzia giovani 67.751 giovani, di questi 43.127 lo hanno fatto attraverso il sito Internet nazionale www.garanziagiovani.it e 24.624 attraverso i portali regionali.

Replica

Signor Presidente, devo dire che la risposta che ci arriva dal Governo non ci rassicura per le seguenti ragioni: l'ultimo dato che il sottosegretario indicava è quello che chiarisce la mole di aspettative da parte dei giovani italiani al programma »Garanzia giovani« perché sappiamo che in tutte le regioni d'Italia sono stati tantissimi i ragazzi e le ragazze che hanno utilizzato sia il portale nazionale che i portali regionali per capire quanta possibilità di avere risposte e opportunità di lavoro fossero state messe a disposizione dal programma, dal PON, »Garanzia giovani”. Restano aperte, a nostro avviso, due perplessità su cui ci permettiamo di interloquire con il Governo. La prima è di ordine amministrativo-gestionale, potremmo dire. Siamo molto felici del fatto che 17 regioni oggi abbiano firmato i protocolli, però, sappiamo – è del Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa – che le regioni hanno, in questo momento, due ordini di difficoltà: la prima, è gestire la mobilità interregionale. Ci sono tantissimi giovani del Mezzogiorno che chiedono di potere avere opportunità nel centro-nord, per ovvie ragioni, dato che c’è una speranza e un'aspettativa maggiore verso le regioni settentrionali. La seconda, è legata al fatto che abbiamo piattaforme difformi tra www.garanziagiovani.gov.it e i portali regionali. Questo mette nelle condizioni gli operatori regionali di dovere reinserire i dati dei giovani che si iscrivono. Per cui, se su questo fosse poi possibile supportare, anche perché riteniamo sia questa la fase in cui, appunto, il programma possa essere alleggerito.
  C’è una seconda perplessità, di tipo, però, più di governo e di indirizzo. Questa è una fase in cui, mentre il programma «Garanzia giovani» parte, il Governo si appresta a rimodulare il rapporto tra le materie concorrenti e le materie esclusive tra Stato e regione e a ipotizzare, nel disegno di legge delega attualmente in discussione al Senato, anche la costituzione di un'agenzia nazionale per il lavoro. Rispetto alla riorganizzazione di quello che deve essere il mercato del lavoro, di quello che complessivamente è il mondo del lavoro, noi ci permettiamo, in una interlocuzione evidentemente positiva e propositiva con questo Governo, di suggerire, per quanto attiene a «Garanzia giovani», un coinvolgimento maggiore dell'Agenzia nazionale per i giovani, che può diventare strumento non solo di affiancamento nella fase di informazione e comunicazione, ma anche strumento di riequilibrio, laddove si dovesse prendere atto che alcune regioni non sono in condizione di soddisfare gli input che il Governo ha dato.
  Ricordo che noi abbiamo alcune regioni che oggi sono in una condizione di accelerazione della spesa sui precedenti fondi europei, nelle quali vive il rischio, ovviamente, di non avere la capacità e la possibilità di utilizzare al meglio questo finanziamento.
  L'Agenzia, se coinvolta per tempo, potrebbe essere sicuramente un supporto, ma anche un input e uno stimolo in queste regioni. Ovviamente, rispetto al dato del 61 per cento di disoccupazione nel Mezzogiorno e per questo dopo il primo question time con il Ministro Poletti abbiamo ritenuto urgente giorni fa, forse un mese fa, se non ricordo male, calendarizzare questa interpellanza urgente. Il gruppo dei deputati under 35 è ovviamente a disposizione al fine di trovare le soluzioni migliori per fare in modo che il programma «Garanzia giovani», che è un investimento economico significativo ma, soprattutto, un investimento politico per il futuro di questo Paese, abbia la più rapida ed efficace applicazione nel nostro Paese.