10/02/2015
Enrico Borghi
BRAGA, STELLA BIANCHI, BRATTI, CARRESCIA, COMINELLI, COVELLO, DALLAI, DE MENECH, GADDA, GINOBLE, TINO IANNUZZI, MANFREDI, MARIANI, MARRONI, MAZZOLI, MORASSUT, NARDI, GIOVANNA SANNA, VALIANTE, ZARDINI, MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA e BINI.
3-01292

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: 
il 31 gennaio 2015 – a seguito di una perturbazione con forti venti e piogge e ad una tromba d'aria che hanno colpito il territorio salernitano – il fiume Sele è esondato in più punti nelle località Brecciale, Trentalone e Capaccio-Paestum, provocando ingenti danni alle colture, agli allevamenti e alle aziende bufaline. L'esondazione ha causato l'allagamento di 200 abitazioni e ha costretto 10 famiglie ad abbandonare le proprie case; 
se, da un lato, il ripetersi ciclico di eventi calamitosi richiede l'adozione di politiche di prevenzione attraverso un programma pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio, dall'altro evidenzia la necessità di affrontare la questione del riequilibrio ambientale del suolo – del mantenimento o del recupero delle sue funzioni ambientali – quale ineludibile strumento di tutela e difesa dai fenomeni di dissesto idrogeologico; 
con la finalità di delineare un approccio trasversale e versatile ai problemi connessi alla tutela del suolo ed ai fenomeni di dissesto idrogeologico, l'Unione europea nel 2006 ha proposto la strategia tematica per la protezione del suolo (comunicazione della Commissione del 22 settembre 2006: «Strategia tematica per la protezione del suolo», COM(2006) 231 def) con misure destinate a proteggere il suolo e a preservare la sua capacità di svolgere le funzioni ecologiche, economiche, sociali e culturali; tale strategia non ha, per ora, avuto seguito; 
sulla base delle considerazioni contenute nella comunicazione, occorre integrare l'attuale visione prevalentemente «urbanistica» della gestione del suolo, basata quasi esclusivamente sui parametri della destinazione d'uso e dei piani regolatori, colmando le lacune nella conoscenza del suolo e potenziando la ricerca scientifico-ambientale, in particolare in materia di diversità biologica dei suoli. Il suolo è un sistema estremamente dinamico, che svolge numerose funzioni e un ruolo fondamentale per l'attività umana e la sopravvivenza degli ecosistemi. Il processo di formazione e rigenerazione del suolo è molto lento e per questo motivo esso è una risorsa essenzialmente non rinnovabile; 
non va tralasciato l'aspetto economico: la Commissione europea nella citata comunicazione afferma che l'analisi di impatto, sulla base dei dati disponibili, indica che il degrado dei suoli potrebbe costare fino a 38 miliardi di euro l'anno; 
i principali processi di degradazione cui sono esposti i suoli – l'erosione, la diminuzione della materia organica, la contaminazione, la salinizzazione, la compattazione, la diminuzione della biodiversità, l'impermeabilizzazione, le inondazioni e gli smottamenti – determinano un deterioramento che ha ripercussioni dirette sulla qualità delle acque e dell'aria, sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici, ma possono anche incidere sulla salute dei cittadini e mettere in pericolo la sicurezza dei prodotti destinati all'alimentazione umana e animale; 
nell'anno dell'Expo, la riflessione sulla realtà complessa dell'uso e del consumo dei suoli dovrà dunque necessariamente intersecarsi con il tema del cibo, dei diversi modelli di produzione agricola, di allevamento del bestiame e di distribuzione alimentare nel pianeta; 
l'affermarsi di una gestione dei suoli al di fuori dell'emergenza connessa ad eventi calamitosi e in una prospettiva di riequilibrio ambientale promuoverebbe, inoltre, una filiera con interessanti prospettive occupazionali nell'ambito delle attività di riforestazione, di rigenerazione urbana e di riequilibrio ambientale; 
la scelta degli interventi da finanziare per la salvaguardia dei territori dal dissesto idrogeologico deve quindi necessariamente tenere conto anche di criteri ambientali, definendo obiettivi specifici, che orientino le risorse messe a disposizione dall'Unione europea attraverso i fondi strutturali, per gli interventi di prevenzione del dissesto e di riequilibrio ambientale; interventi in tale direzione oggi sono limitati al solo reinsediamento, incentivato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, degli agricoltori nei territori abbandonati –: 
se, parallelamente alle misure per il reinsediamento dei giovani agricoltori, il Ministro interrogato intenda definire specifici obiettivi e priorità di finanziamenti, a valere sui fondi comunitari strutturali, per i progetti che rispondono a finalità di riequilibrio ambientale dei suoli e di riassetto idrogeologico.

Seduta dell'11 febbraio 2015

Illustrazione di Maria Chiara Gadda, risposta del governo di Gian Luca Galletti Ministro dell'Ambiente, replica di Enrico Borghi.

Illustrazione

 Grazie Presidente, signor Ministro, il nostro Paese si trova, con sempre maggiore frequenza, a dovere affrontare le emergenze e a gestire i danni, spesso ingenti, provocati da calamità naturali. È chiaro, signor Ministro, che non è più derogabile un concreto programma di prevenzione che riguardi, da un lato un piano pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio, dall'altro la necessità di risolvere a monte il tema dell'uso e del degrado del suolo. Quando sono in gioco la qualità della vita delle persone e la loro salute, la possibilità di sviluppo delle nostre imprese e delle nostre competenze, è evidente che il suolo non può essere salvaguardato solo attraverso strumenti urbanistici. La Commissione europea nel 2006 ha proposto la strategia tematica per la protezione del suolo, misure che purtroppo non hanno ancora avuto concretizzazione. E dal primo maggio, il nostro Paese sarà vetrina del mondo. L'esposizione universale offre la possibilità di aprire una riflessione sul valore dell'alimentazione, sui modelli di produzione e sull'uso che facciano della terra. In questo senso va valutata molto positivamente l'iniziativa del Ministero dell'ambiente, e di quello delle politiche agricole, volto a incentivare il reinsediamento degli agricoltori nei territori abbandonati.

Risposta del governo

Grazie Presidente, prima di tutto ringrazio gli interroganti che pongono un'esigenza vera all'attenzione oggi del Ministero. Noi abbiamo da tempo l'esigenza di interventi organici e programmati nel tempo per la messa in sicurezza del territorio. In questa direzione ci siamo attivati nell'ultimo periodo, da un lato – lo ricordo – con la predisposizione di un piano pluriennale che prevede un impegno economico di 7 miliardi in sette anni per affrontare le maggiori criticità che abbiamo oggi sul Paese, dall'altro, e non sottovalutiamolo, con il varo della strategia nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici, che vede nella manutenzione del territorio uno dei suoi elementi cardine nel lungo periodo. 
  Colgo anche quest'occasione per ricordare al Parlamento l'urgenza di approvare un altro provvedimento, che io ritengo chiave in questa materia, e cioè il disegno di legge sul consumo del suolo, che rappresenta un nuovo punto di partenza, soprattutto culturale, nella gestione del nostro Paese. 
  Nella programmazione comunitaria 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è coinvolto in vari programmi (programma nazionale città metropolitane, imprese e competitività, infrastrutture e reti, ricerca e innovazione, cultura, istruzione e governance). L'accordo di partenariato tra il nostro Paese e la Commissione europea stabilisce che gli interventi saranno finanziati a valere sui POR (Programmi operativi regionali) e sul Programma nazionale di sviluppo rurale, quest'ultimo di competenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. È stato anche previsto che un'adeguata quota del Fondo sviluppo e coesione sia destinato proprio alla realizzazione di interventi di riduzione del rischio derivante dal dissesto idrogeologico (bonifiche, infrastrutture idriche ed ambientali strategiche), specificando in questo caso la «territorialità» diretta delle amministrazioni centrali, con particolare riferimento proprio al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'indirizzo e nella gestione di queste risorse. Tali risorse, come già previsto nella legge di stabilità 2015, dovranno essere destinate – lo ricordo – ad obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali e saranno ripartiti dal CIPE entro il prossimo mese di aprile. 

Replica

Grazie Presidente, innanzitutto desideriamo esprimere un ringraziamento al Ministro Galletti per la risposta che ci soddisfa parzialmente. La nostra iniziativa vuole sostanzialmente mettere al centro un tema, il tema di lavorare in una logica proattiva rispetto alla questione del dissesto e non in una logica di intervento a valle. Su questo l'impegno che il Governo assume in quest'Aula, di poter impegnare le risorse nel quadro comunitario di sostegno nella prossima programmazione, è un elemento importante. 
  Chiediamo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di svolgere un'azione di coordinamento più marcata e più consistente, in considerazione anche dei contenuti di un provvedimento che è in fase di definizione – pensiamo al tema del collegato ambientale che il Senato sta per varare – e sulla base di un altro provvedimento che il Presidente del Consiglio ha annunciato, il cosiddetto green act, che dal nostro punto di vista deve inserire, per così dire, le concretizzazioni degli elementi che oggi il Ministro ha qui dettagliato nelle sue linee generali. 
  In questo ambito si tratta di dare corpo e sostanza a quella strategia di mitigazione del cambiamento climatico a cui lei ha fatto riferimento e per la quale riteniamo che il nostro Paese, in occasione dell'appuntamento di Parigi di fine anno, come già abbiamo avuto occasione di esprimere in altre circostanze, si debba presentare con degli elementi molto concreti. Quindi, in questo senso, crediamo che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare debba e possa svolgere una funzione più marcata.