17/02/2015
Giovanni Burtone
Lenzi, Piccione, Albanella, Amoddio, Berretta, Capodicasa, Cardinale, Causi, Culotta, Faraone, Greco, Gullo, Iacono, Lauricella, Moscatt, Piccoli Nardelli, Raciti, Ribaudo, Schirò, Taranto, Zappulla, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini
3-01307

Per sapere – premesso che: 
in data 12 febbraio 2015 è deceduta una neonata che, dopo un parto regolare avvenuto in una clinica privata di Catania, avrebbe accusato disturbi respiratori; 
i medici di fronte a tale situazione hanno deciso di trasferirla in altra struttura specializzata, con rianimazione pediatrica, che però a quanto riportato dalle cronache non avevano posti; 
sarebbe stato chiesto allora l'intervento del 118, che avrebbe avviato un monitoraggio presso tre ospedali catanesi dove è presente la terapia intensiva pediatrica: il Garibaldi, il Santo Bambino e il Cannizzaro; 
in nessuno dei tre centri è risultato esservi disponibilità di posto e l'unico ospedale della Sicilia orientale con disponibilità è risultato essere quello di Ragusa, distante un'ora abbondante di viaggio; 
durante il trasporto la neonata è deceduta; 
non è, purtroppo, il primo caso in cui, in Sicilia, si è verificato un simile dramma; 
il Ministero della salute ha inviato i propri ispettori per fare luce sull'accaduto; 
più volte nell'ambito dei lavori della Commissione parlamentare sugli errori sanitari è stata sollevata dal gruppo parlamentare del Partito democratico la questione relativa al potenziamento dei reparti di rianimazione pediatrica, in particolare nelle aree metropolitane regionali a fronte di incrementi di altre specialità spesso non giustificati –: 
se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda attivare, oltre all'invio degli ispettori, in merito al gravissimo episodio riportato in premessa e se non ritenga opportuno approfondire la questione dei punti nascita e dei reparti di rianimazione pediatrica sul territorio regionale, per garantire la massima sicurezza alle partorienti e ai neonati. 

 

Seduta del 18 febbraio 2015

Illustrazione di Luisa Albanella, risposta del Ministro della salute Beatrice Lorenzin, replica di Giovanni Burtone.

Illustrazione

Signor Presidente, mi permetta di esprimere in quest'Aula come Partito Democratico il nostro cordoglio alla famiglia della piccola Nicole. Riguardo alla nostra interrogazione, signora Ministro, abbiamo apprezzato l'invio degli ispettori che lei ha sollecitamente e opportunamente mandato. È giusto sapere cosa non ha funzionato, limiti, responsabilità. E siccome episodi del genere in Sicilia non è la prima volta che accadono e noi vorremmo che nel 2015 non accadessero più, ribadisco quello che riteniamo più importante, ossia quali iniziative lei, signora Ministro, intende adottare rispetto alla sicurezza dei punti nascita nel Paese, nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia affinché tragedie di questo tipo non abbiano più a verificarsi.

Risposta del governo

Ministro della salute. Signor Presidente, vado veloce perché, purtroppo, i tempi sono questi. Avremo occasione spero di entrare maggiormente nel dettaglio. Al fine di garantire la massima sicurezza alle mamme e ai neonati, comunico quanto segue (e penso che questo sia interessante): i posti letto nelle unità di terapia intensiva di neonatologia (UTIN) in Sicilia sono 114, numero superiore a quello fissato a livello nazionale che è pari a 80. Perché allora la piccola Nicole la notte del 12 febbraio non ha trovato un posto disponibile ? La risposta sta nella parola, almeno al momento, dalle prime verifiche che abbiamo fatto, «appropriatezza». Non è di per sé solo importante il numero dei posti letto nelle UTIN, ma l'utilizzo appropriato degli stessi e il funzionamento della rete dell'urgenza neonatale di primo e di secondo livello. 
Dalle prime verifiche effettuate dalla task force ministeriale è emerso, per esempio, che nell'UTIN di Siracusa era presente una culla aggiuntiva con un neonato che era stato spostato lì dall'unità operativa di patologia neonatale, saturo a causa di un'epidemia di bronchiolite. Sarà cura dei miei uffici verificare, inoltre, attraverso un analitico esame delle cartelle cliniche di tutti i neonati ricoverati presso le UTIN di Catania, l'appropriatezza dell'utilizzo dei relativi posti letto. 
Rimanendo sempre sul tema delle disfunzioni organizzative, dall'ispezione effettuata è emerso, inoltre, che i punti nascita di primo livello nella regione Sicilia non risultano in grado di fronteggiare quelle situazioni di emergenza che sono tali da imporre il trasferimento del neonato in una struttura di secondo livello (UTIN). Conseguentemente, si crea una situazione paradossale per cui le strutture di secondo livello vengono in parte a gestire, in modo del tutto inappropriato, le emergenze che dovrebbero invece essere affrontate già nelle strutture di primo livello. Sono queste le criticità sulle quali verrà svolto dagli uffici ministeriali un doveroso approfondimento ai fini dell'individuazione delle iniziative che dovranno essere avviate al più presto a livello regionale ovvero in via sostitutiva dal mio Dicastero. Ribadisco al più presto e, se non interviene la regione, interviene il Ministero della salute perché tragedie come quelle della piccola Nicole non abbiano più a ripetersi in nessuna parte del nostro Paese. A tal fine, intendo intensificare l'attività di monitoraggio svolta dall'AGENAS per verificare il rispetto dei LEA, con particolare riferimento alla rete dei punti nascita, non solo in Sicilia, ma su tutto il territorio nazionale. Poi mi riservo alcune ulteriori specificazioni nelle seguenti interrogazioni.

Replica

Signor Presidente, di fronte alla tragedia di Nicole, io credo che sia giusto e opportuno tenere lontano la speculazione e la strumentalizzazione. Ci sono degli ispettori, c’è la magistratura, attendiamo gli esiti. Ma andiamo al punto. Il caso che si è verificato in questi giorni non è il solo. Purtroppo, nella precedente legislatura, come Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari, avevamo segnalato al Ministero e all'assessorato questi limiti che ha l'emergenza in Sicilia. In particolare, signor Ministro, lei dice che in Sicilia ci sono oltre 100 posti letto per le UTIN. 
Mi permetto di dire che sono sessanta quelli attivati, quindi c’è una insufficienza. Allora noi cosa temiamo, signor Ministro ? Noi apprezziamo le cose che lei ha detto. Temiamo che nel momento in cui scenderanno i riflettori dell'opinione pubblica, tutto possa passare nel dimenticatoio. Allora noi reiteriamo questa richiesta al Ministero, alla Regione siciliana, perché ognuno possa fare la propria parte. È necessario potenziare i posti di terapia intensiva neonatale ma anche la semiintensiva perché si deve creare questo circuito virtuoso. Inoltre è necessario che ci sia la presenza delle UTIN anche nelle strutture accreditate per dare certezza dei livelli essenziali di assistenza nelle sale parto e per le neonatologie. Mi permetto di citare una poetessa polacca Mi permetto di citare una poetessa polacca – concludo, Presidente – un premio Nobel: «Quando nasce un bimbo il mondo non è mai pronto». Noi vorremmo utilizzare queste parole così profonde per qualcosa di concreto. Speriamo che siano pronti in Sicilia nel 2015 i posti per dare salvezza a dei bambini che si trovano in difficoltà.