03/03/2015
Maino Marchi
Causi, Guerra Misiani, Boccadutri, Bonavitacola, Paola Bragantini, Capodicasa, Censore, Fanucci, Fassina, Giampaolo Galli, Ginato, Giulietti, Laforgia, Losacco, Marchetti, Melilli, Parrini, Pilolli, Preziosi, Rubinato, Bonifazi, Capozzolo, Carbone, Carella, Colaninno, De Maria, Marco Di Maio, Marco Di Stefano, Fragomeli, Fregolent, Gitti, Gutgeld, Lodolini, Moretto, Pastorino, Pelillo, Petrini, Ribaudo, Sanga, Zoggia, Martella, Cinzia Maria Fontana, Bini
3-01333

Per sapere – premesso che: 
nell'ambito della complessiva azione riformatrice del Governo, l'assetto istituzionale e finanziario degli enti territoriali riveste un ruolo strategico, come testimoniato dal complesso e ampio intervento legislativo realizzato principalmente attraverso la legge n. 56 del 2014, che ha previsto l'istituzione delle città metropolitane e la ridefinizione del sistema delle province, l'armonizzazione dei sistemi contabili e l'introduzione del pareggio di bilancio per le regioni; 
riforme di questa portata richiedono una stabilità di fondo della finanza locale per evitare che situazioni di incertezza e criticità ne condizionino la delicatissima fase di avvio; 
la legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per il 2015), e il decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, recante proroga di termini, hanno previsto numerose misure in materia di finanza locale; 
in particolare, per i comuni è stata stabilita una riduzione della dotazione del fondo di solidarietà comunale di 1.200 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2015 e un contestuale allentamento del patto di stabilità interno, mentre per le regioni è stata dettata la disciplina del periodo transitorio per l'anno 2015 alla luce dell'introduzione del principio del pareggio di bilancio; 
restano, tuttavia, ancora indeterminati alcuni aspetti essenziali per il funzionamento del sistema finanziario degli enti territoriali, specie per quanto riguarda l'assetto tributario e, in particolare, la fiscalità immobiliare; 
la delicatezza e l'importanza del comparto territoriale richiedono interventi organici e di ampio respiro da attuare necessariamente all'interno di un percorso condiviso a tutti i livelli istituzionali; 
in questo senso vanno nella giusta direzione le recenti intese raggiunte in seno alle conferenze, ma tale esempio di leale collaborazione tra amministrazioni va finalizzato al raggiungimento di un assetto stabile della finanza locale che garantisca una corretta programmazione finanziaria e l'approvazione dei bilanci in un quadro di certezza rispetto alle risorse a disposizione –: 
quali siano i principali contenuti del confronto in atto con gli enti territoriali in merito all'assetto della finanza locale, anche con riferimento alla possibile ridefinizione e semplificazione della fiscalità immobiliare comunale.

Seduta del 4 marzo 2015

Illustrazione di Mauro Guerra, risposta del governo  di Padoan Pier Carlo, Ministro dell'economia e delle finanze, replica Maino Marchi

Illustrazione

Signor Presidente, signor Ministro, gli enti locali sono coinvolti in un profondo e ambizioso processo di riforma, dalle città metropolitane alle province sino ai percorsi di associazione e aggregazione dei piccoli comuni, passando per le nuove e rigorose regole di bilancio, il tutto in un periodo di risorse scarse e in riduzione. 
Processi riformatori di questa portata, che avvengono mentre si devono garantire servizi e diritti essenziali delle nostre comunità, richiedono certezze, chiarezza e stabilità del sistema di finanza locale. Riduzione dei criteri di gestione del Fondo di solidarietà comunale, ripristino del trasferimento integrativo di 625 milioni, patto di stabilità, assetto dell'autonomia tributaria a partire dalla fiscalità immobiliare, sono i temi di un riordino urgente ed organico. 
Per questo chiediamo al Ministro quale sia lo stato del confronto in atto con le autonomie in merito all'assetto della finanza locale, quali strumenti normativi il Governo ritiene di attivare e in che tempi.

Risposta del governo

Signor Presidente, alla fine del 2014 è stato avviato il confronto con ANCI sulla riforma della fiscalità immobiliare comunale. In tale ambito, sono stati approfonditi gli aspetti riguardanti, tra l'altro, la riunificazione dell'IMU con la Tasi e la previsione, nell'ottica della semplificazione fiscale, di un unico canone di concessione che racchiudesse i cosiddetti tributi minori, come la tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, il canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche, l'imposta comunale sulla pubblicità, i diritti sulle pubbliche affissioni, il canone per l'autorizzazione all'installazione dei mezzi pubblicitari. A causa della limitatezza dei tempi dell'iter di approvazione della legge di stabilità, si è preferito procedere all'attuazione del citato progetto per l'anno 2016, confermando per il 2015 il livello massimo di imposizione della Tasi previsto per l'anno 2014. 
Occorre, quindi proseguire il confronto secondo le linee programmatiche della local tax, alla quale ANCI ha prestato la sua piena collaborazione. Le linee qualificanti della local tax hanno per obiettivo, oltre che l'unificazione dei tributi locali, quello di garantire per l'abitazione principale la permanenza di tutte le agevolazioni già prese in considerazione ai fini IMU e Tasi, ossia la fissazione di un'aliquota che consenta una minore tassazione nei confronti dei possessori di tali unità immobiliari. È stata, inoltre, delineata la reintroduzione per legge di una detrazione per abitazione principale con la possibilità da parte del comune di elevazione. 
Nell'ambito della semplificazione fiscale rientra poi la previsione dell'obbligo di predisposizione del bollettino precompilato da inviare ai contribuenti. Tale obiettivo va di pari passo con quello di prevedere nella disciplina della local tax una serie di fattispecie impositive predefinite, in relazione alle quali i comuni possano stabilire aliquote diversificate. 
Si deve far presente che la riforma in parola perseguirà, in ogni caso, anche l'obiettivo di non aumentare nel complesso la pressione fiscale nei confronti dei contribuenti. 
In merito all'assetto della finanza locale, è in atto un confronto con gli enti locali, al fine di definire il riparto del Fondo di solidarietà comunale per l'anno 2015, di cui una quota, pari al 20 per cento, dovrà essere ripartita tra i comuni sulla base delle capacità fiscali, nonché dei fabbisogni standard approvati dalla commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale. 
Inoltre, è stata sancita un'intesa nella seduta della Conferenza Stato-città ed autonomie locali del 19 febbraio scorso, volta a rideterminare gli obiettivi del patto di stabilità interno dei comuni per gli anni 2015-2018, prevedendo altresì l'attribuzione di spazi finanziari ai comuni in ciascuno dei predetti anni per sostenere spese per eventi calamitosi e per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici del territorio. Tale intesa dovrà poi essere recepita in apposita disposizione legislativa.

Replica

Signor Presidente, esprimo il ringraziamento e la soddisfazione del gruppo del Partito Democratico per la sua risposta, signor Ministro. È emersa la consapevolezza del ruolo delle istituzioni locali e regionali e delle difficoltà in cui versano regioni ed enti locali dopo anni di continui tagli, difficoltà che il graduale superamento del patto di stabilità interno attenua, ma non risolve. Prima c'erano soldi in cassa che non si potevano spendere per gli investimenti, causa i vincoli del patto, oggi ci sono meno vincoli, ma la cassa rischia di essere vuota. Gli investimenti sono a rischio e gli investimenti dei comuni sono una questione essenziale per la crescita del Paese. 
Vorrei poi sottolineare la complessità per regioni e comuni del processo di trasformazione delle province e di costituzione delle città metropolitane. Le prime rischiano il dissesto, le seconde di nascere azzoppate. A questo si aggiungono le incertezze sul fronte della fiscalità locale. 
È quindi necessario raggiungere intese con regioni ed enti locali e tradurle, laddove non bastino gli atti amministrativi, come lei ha detto, in norme, anche con un decreto-legge ad hoc, se non vi è altra strada. L'urgenza c’è, la necessità pure e, in questo contesto, la questione dei 625 milioni collegati ai tetti per le aliquote Tasi, assegnati nel 2014, ma non quest'anno, è una questione fondamentale. 
In secondo luogo, occorre accelerare il confronto sulla local tax. Non sarà la panacea di tutti i mali, ma è essenziale per dare stabilità e certezze per proseguire con maggiore velocità all'utilizzo dei costi standard e per definire, e poi usare, le capacità fiscali di ogni singolo comune. Grazie, signor Ministro.