14/04/2015
Marialuisa Gnecchi
Albanella, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Damiano, Dell'Aringa, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gregori, Gribaudo, Incerti, Maestri, Martelli, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rotta, Simoni, Tinagli, Zappulla, Martella e Bini
3-01439

Per sapere – premesso che: 
il 7 maggio 2014, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si è tenuto un incontro con il Ministro interrogato e i capigruppo delle Commissioni lavoro di Camera e Senato per affrontare il tema delle salvaguardie che permettono ad alcune tipologie di lavoratori di accedere al trattamento pensionistico secondo le regole previgenti alla manovra sulle pensioni del 2011 della Ministra Fornero; l'incontro ha portato ad un emendamento del Governo sostitutivo delle proposte di legge in Commissione lavoro alla Camera dei deputati ed è stata approvata la sesta salvaguardia; 
è ormai convinzione consolidata e condivisa che il tema previdenziale necessiti di una soluzione strutturale, in grado di consentire alle persone che si sono ritrovate senza lavoro a pochi mesi dal pensionamento secondo le vecchie regole di potervi accedere, così favorendo anche il naturale turn over e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, a vantaggio delle esigenze delle aziende e per ridare fiducia ai giovani; 
altrettanto indispensabile è affrontare anche le contraddizioni che si sono sin qui manifestate nell'applicazione pratica delle salvaguardie già approvate, quali, ad esempio, quelle riguardanti i lavoratori e le lavoratrici in mobilità da procedure concorsuali di fallimento o per cessata attività dell'impresa, a causa delle quali, nell'ovvia impossibilità di poter presentare un accordo di mobilità, non sono stati ammessi alle salvaguardie. Lo stesso dicasi per il diverso trattamento riconosciuto agli accordi sottoscritti in sede governativa o non governativa, facendone scaturire un'illogica discriminazione per i secondi e un'incomprensibile penalizzazione per lavoratori e imprese; 
ancora, l'aspettativa di vita non viene considerata per i «quarantisti» in mobilità, a differenza di quanto si applica per i «quotisti» e per le pensioni di vecchiaia, penalizzando, quindi, in particolare le donne, che, per l'aspettativa di vita, non maturano il diritto a pensione entro la mobilità e quindi rimangono per anni senza alcun trattamento, una situazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi a decorrere dal gennaio del 2016, quando dovrebbe scattare un ulteriore aumento legato all'aspettativa di vita; 
i lavoratori agricoli ed edili sono stati trattati in modo diverso dagli altri lavoratori dipendenti; 
ancora non sono state adottare le soluzioni amministrative relative alla conferma della sperimentazione della così detta «opzione donna» fino al 31 dicembre 2015 e all'applicazione della finestra mobile e dell'aspettativa di vita successivamente al 31 dicembre 2015, con la decorrenza del trattamento pensionistico come per tutti gli altri pensionandi. Si consideri che diverse lavoratrici che sono andate in mobilità o in esodo, soprattutto nel settore bancario, sono state licenziate contando sul pensionamento entro la fine del 2015 e, qualora venisse confermata questa opzione, rimarranno senza lavoro, senza ammortizzatore sociale e senza pensione fino all'età per la pensione di vecchiaia, per un periodo anche di 10 anni –: 
quali iniziative il Governo intenda adottare con riferimento a quanto evidenziato in premessa, prevedendo a tal fine una sollecita apertura di un confronto tecnico con l'Inps, le Commissioni lavoro di Camera e Senato e le parti sociali, volto ad approfondire le molteplici situazioni rimaste ancora irrisolte e poter individuare le opportune soluzioni entro tempi programmati e congrui. 

Seduta del 16 aprile 2015

Illustrazione di Maria Luisa Gnecchi, risposta del governo del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano  Poletti, replica di Cesare Damiano.

Illustrazione

Grazie Presidente, caro Ministro, in attesa della riforma strutturale alla quale tutti vogliamo contribuire – e abbiamo all'ordine del giorno tutte le proposte di modifica della manovra Fornero e, quindi, proposte anche strutturali legate alle pensioni che speriamo ovviamente di potere discutere con lei –, vogliamo però segnalare alcune urgenze. 
  È urgente una settima salvaguardia, che permetta quindi di arrivare alla decorrenza del trattamento pensionistico per le persone salvaguardate al 6 gennaio 2017; nonché di rimediare ad alcune contraddizioni presenti nelle prime sei salvaguardie. È giusto che chi è in mobilità da aziende fallite o cessate non sia salvaguardato, solo perché non può presentare un accordo firmato dalle organizzazioni sindacali ? No, è assolutamente sbagliato, perché è evidente che non si concorda il fatto di chiudere un'azienda. Così come non è giusto... ico anche che non è giusto che chi è in mobilità da aziende edili non sia salvaguardato, e ricordo sempre il problema delle donne e delle finestre, che non permettono di maturare la decorrenza del trattamento pensionistico... 

Risposta del governo

Grazie Presidente. Onorevole Gnecchi, naturalmente siamo pienamente consapevoli che questa situazione, lungo le salvaguardie e per una ragione di tipo generale, mantiene degli elementi di iniquità o comunque delle frange, delle aree e delle situazioni non pienamente risolte dalle stesse salvaguardie, che comunque sono da riprendere in considerazione. 
  Noi, in termini generali, stiamo sviluppando un'attività di verifica e monitoraggio sull'applicazione delle precedenti salvaguardie, per cercare di valutare a risorse date – prima di aprire un tema riguardante quali altre eventuali risorse possano essere necessarie per un intervento – di procedere, come è stato fatto l'anno precedente, ad una riverifica della piena e puntuale utilizzazione di queste risorse, per fare in modo che laddove ci sono delle situazioni che possono essere recuperate nel corso di questa condizione possa essere fatto. Quindi, noi siamo impegnati su questo versante per cercare di affrontare e risolvere i problemi relativi. 
  Rispetto alle specifiche questioni che sono state sollevate, vorrei dare un'informazione, che riguarda in particolare l'inserimento nella procedura della sesta salvaguardia dei lavoratori agricoli a tempo determinato. La direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative ha ritenuto plausibile estendere a questi lavoratori questo beneficio. Quindi, si sta lavorando con le direzioni interregionali per mettere in atto ogni azione volta a riconsiderare le domande presentate dagli interessati nei termini previsti e a predisporre tutti i necessari adempimenti. 
  Per quanto riguarda l'opzione donna, la situazione oggi è nella condizione per cui l'INPS sta raccogliendo le domande e sta monitorando la situazione che di fatto si sta producendo, nella volontà di affrontare questo tema e verificare se, a fronte delle domande che vengono presentate, si possano produrre le condizioni per risolvere questo nodo, che, come è noto, è pendente da un po’ di tempo. Comunque, in termini generali, accogliamo la sollecitazione che ci è stata proposta per mantenere un'attenzione a questo tema, per fare insieme all'INPS il monitoraggio di queste situazioni, verificare le specifiche condizioni che ci vengono segnalate e, per quanto possibile, recuperare tutti gli elementi di non pieno e non buon funzionamento che si sono verificati, proprio perché pensiamo che questo sia un tema che deve essere risolto, in connessione con quanto già detto in precedenza rispetto alla volontà di affrontare il tema dei lavoratori anziani che non raggiungono le condizioni di pensionamento.

Replica

Grazie Presidente, Ministro, la ringrazio per la risposta. Speriamo che il tema dell’«opzione donna» sia finalmente risolto per via amministrativa. Io volevo semplicemente aggiungere una considerazione alle osservazioni che faceva all'inizio l'onorevole Gnecchi sugli interventi di equità immediata. A nostro avviso, diventa ormai indispensabile ed urgente arrivare ad una modifica strutturale del sistema pensionistico. Lei ha accennato in più occasioni che ci sarebbe stata l'opportunità nella legge di stabilità. Può essere quella l'occasione giusta. Cosa intendo dire per modifica strutturale ? Intendo dire questo: lei comprende che se abbiamo centinaia di migliaia e forse più di lavoratori e lavoratrici che rimangono per anni senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e senza pensione, aumenta l'area della povertà. La dobbiamo restringere. Sono a un minuto e sei secondi, Presidente. Per quanto riguarda la questione dei lavoratori che arrivano fino a 67-68 anni di età per andare in pensione, vuol dire che i nostri figli stanno fuori dai luoghi di lavoro. Favoriamo l'occupazione. Noi abbiamo una proposta: si chiama flessibilità del sistema. Lei sa che noi riteniamo opportuno che a partire dai 62 anni di età, con 35 di contributi e una penalizzazione massima dell'8 per cento, si possa avviare una discussione per introdurre finalmente nel sistema pensionistico quell'elemento di gradualità che può portare le risposte necessarie.