21/04/2015
Mario Tullo
Bonaccorsi, Bonomo, Brandolin, Bruno Bossio, Cardinale, Carloni, Castricone, Coppola, Crivellari, Culotta, Ferro, Cinzia Maria Fontana, Gandolfi, Pierdomenico Martino, Massa, Mauri, Minnucci, Mognato, Mura, Pagani
1-00819

La Camera, 
premesso che: 
Poste italiane spa è la più grande infrastruttura di servizi in Italia, grazie alla presenza capillare su tutto il territorio nazionale, fornisce servizi logistico-postali, di risparmio e pagamento, assicurativi e di comunicazione digitale a oltre 32 milioni di clienti; 
il suo capitale è detenuto dallo Stato italiano per il 65 per cento e dalla Cassa depositi e prestiti per il 35 per cento (a sua volta partecipata per il 70 per cento dallo Stato e per il 30 per cento da fondazioni bancarie); 
Poste Italiane spa è attiva tramite le controllate: Postel, Poste Vita, PosteShop, Postemobile, Sda Express Courier, Poste Assicura, Europa Gestioni Immobiliari, Mistral Air, Postecom, BancoPosta Fondi Sgr, Poste Tutela e Poste Energia; 
nel complesso Poste italiane spa impiega 143 mila lavoratori e nel 2013 il gruppo ha registrato ricavi totali pari a 29 miliardi di euro, un risultato operativo che si attesta a 691 milioni di euro, un utile netto di 212 milioni di euro, con un totale di risparmio amministrato, diretto e indiretto, pari a 459 miliardi di euro; 
il 28 gennaio 2015 si è svolto al Ministero dell'economia e delle finanze un incontro sul processo di privatizzazione di Poste italiane spa, nel corso del quale sono stati vagliati obiettivi, sequenza temporale e misure necessarie per procedere alla quotazione della società, per la quale sembra essere confermata la scadenza 2015 e l'alienazione non superiore al 40 per cento del capitale in più fasi; 
il processo di armonizzazione e liberalizzazione del mercato postale, previsto dalle direttive europee e completato dalla direttiva 2008/6/CE, recepita con decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 58, ha determinato, progressivamente, un'erosione dell'area dei prodotti universali riservati ai fornitori del servizio universale; 
Poste italiane spa è tenuta a presentare annualmente all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l'aggiornamento del piano di razionalizzazione delle strutture che non garantiscono condizioni di equilibrio economico redatto in conformità alla vigente normativa; 
il piano del 2014 è stato presentato da Poste italiane spa il 29 settembre del 2014 e prevede la chiusura di 445 uffici postali e una rimodulazione degli orari in 608 uffici; 
gli interventi previsti dal piano di razionalizzazione devono essere definiti nel pieno rispetto degli obblighi del servizio universale e dei vincoli di distribuzione degli uffici postali sul territorio italiano di cui al decreto ministeriale 7 ottobre 2008 recante «Criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica» e alla recente delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 342/14/CONS; 
il citato decreto ministeriale 7 ottobre 2008 definisce vincoli di presenza territoriale e con riferimento ai criteri di distribuzione degli uffici postali stabilisce: le distanze massime tra gli uffici postali ed i luoghi di residenza sulla base delle percentuali di popolazione nazionale residente; l'obbligo di assicurare l'operatività di almeno un ufficio postale nel 96 per cento dei comuni italiani; il divieto di soppressione di uffici postali che siano presidio unico sul territorio comunale (con orario minimo di 3 giorni e 18 ore settimanali); 
per tutelare in maniera maggiore le realtà più piccole e remote del Paese, la delibera n. 342/14/CONS dell'Autorità di settore ha integrato tali criteri prevedendo: il divieto di chiusura di uffici ubicati in comuni qualificati nel contempo rurali e montani (secondo i più recenti dati Istat), salvo siano presenti più di 2 uffici ed il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800, e il divieto di chiusura di uffici postali che siano presidio unico di isole minori; 
Poste italiane spa è quindi chiamata a conciliare una rete efficiente e capillare di uffici postali che rispetti i criteri di distribuzione previsti dalla normativa e, al contempo, ad adottare azioni per una gestione efficiente che sani eventuali diseconomie; 
i finanziamenti statali coprono, infatti, solo parzialmente l'onere di servizio universale e la legge di stabilità 2015 ha, inoltre previsto una riduzione consistente di risorse pubbliche destinate al finanziamento del servizio universale (262,4 milioni di euro annui nel periodo 2015-2019, rispetto ai circa 350 milioni di euro annui stanziati nel 2011 e nel 2012); 
l'utilizzo della rete degli sportelli postali per l'erogazione di servizi ulteriori rispetto a quelli rientranti nel perimetro del servizio universale ha consentito, in questi anni, il conseguimento di una maggiore efficienza nella gestione della rete; 
Poste italiane spa peraltro, al fine di migliorare la facilità di accesso della clientela ai propri servizi, ha sviluppato, già da tempo, opportunità di servizio alternative, che consentano a quest'ultima di usufruire di molteplici servizi direttamente da casa, dando avvio, già a partire dal 2007, al progetto «postino telematico», che prevede la dotazione progressiva del palmare a tutti i portalettere e che consentirà di disporre di una piattaforma tecnologica in grado di supportare nuovi servizi di Poste italiane spa a domicilio della clientela; 
recentemente, tuttavia, Poste italiane spa ha intrapreso un processo di internalizzazione del servizio recapiti, riducendo il numero delle agenzie di recapito esterne nonché il numero di città coperte dal servizio stesso. Ciò ha comportato la chiusura di numerose aziende di recapito con conseguente perdita di posti di lavoro, a fronte dell'assunzione da parte di Poste italiane spa di 8.000 persone con contratti a tempo determinato, scelta che potrebbe far perdere al servizio la qualità raggiunta grazie all'esperienza pluridecennale e un know how di basilare rilevanza per l'erogazione del servizio; 
il piano strategico di Poste italiane spa 2015-2019, secondo quanto esposto dall'amministratore delegato Francesco Caio alle competenti Commissioni permanenti della Camera dei deputati e del Senato della repubblica, persegue un obiettivo di sostenibilità del servizio universale nel lungo periodo, bilanciando adeguatamente la propria missione di azienda sociale e di mercato in un contesto di profonda discontinuità rispetto al passato; 
secondo l'amministratore delegato, la ricerca di un difficile punto di equilibrio tra i diversi fattori, che devono sostenere la trasformazione di Poste italiane spa, impone anche: una forte accelerazione nei prossimi 5 anni in termini di investimenti per l'innovazione dei servizi anche a favore del sistema Paese; di sostenere costi crescenti per la fornitura del servizio postale universale a fronte del declino della corrispondenza tradizionale e delle dinamiche concorrenziali; di mantenere i livelli occupazionali e al contempo di investire in formazione e rinnovamento delle competenze, per migliorare gli obiettivi di redditività; 
nell'audizione di mercoledì 15 aprile 2015 nella sede della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni alla Camera dei deputati, l'amministratore delegato Caio ha difeso, in particolare, la strategia del gruppo affermando che il processo di razionalizzazione della presenza di uffici postali sul territorio è normato da regole precise e che il piano presentato nel settembre 2014 è molto al di sopra dei vincoli minimi indicati dalla legge, mantenendo un livello di presenza capillare degli uffici sul territorio tra i più alti d'Europa; 
lo stesso Francesco Caio ha ricordato che la legge di stabilità 2015, accanto al taglio del contributo pubblico per il servizio universale, introduce meccanismi di flessibilità nel servizio di recapito coerenti con le richieste che arrivano dal mercato e dai cittadini. I cittadini chiedono certezza della consegna più che velocità e per avere velocità sono disposti a pagare un po’ di più. Inoltre, il quadro normativo delineato dalla legge di stabilità è funzionale anche a dare certezze agli investitori in occasione della prevista privatizzazione di Poste italiane spa; 
poiché il servizio universale costa 1 miliardo di euro l'anno, per raggiungere l'obiettivo della sua sostenibilità finanziaria, secondo Caio, andrebbero ripensate – nell'ambito del nuovo contratto universale quinquennale in corso di definizione con il Ministero dello sviluppo economico – le regole d'ingaggio tra Poste italiane spa e Stato e la definizione stessa di servizio universale, prevedendo ad esempio nuovi servizi nell'ambito dell'Agenda digitale della pubblica amministrazione, che Poste italiane spa può contribuire ad accelerare; Poste italiane spa potrebbe diventare l'interfaccia digitale della pubblica amministrazione nei rapporti con cittadini e fornitori, assumendo un ruolo di diffusione dell'alfabetizzazione digitale, utilizzando gli uffici postali come punto d'appoggio; 
l'articolo 18 del disegno di legge sulla concorrenza approvato dal Consiglio dei ministri, intende abrogare, a partire dal 10 giugno 2016, l'articolo 4 del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, liberalizzando il servizio di notifica a mezzo postale degli atti giudiziari e delle violazioni al codice della strada, in tal modo eliminando la riserva disposta a suo tempo a favore di Poste italiane spa; in tal modo Poste italiane spa perderà lo storico monopolio della notifica degli atti giudiziari e delle sanzioni e con esso altri 233 milioni di euro l'anno di ricavi; 
l'eliminazione della residua area di riserva è funzionale al processo di privatizzazione di Poste italiane spa in quanto consente di rimuovere un elemento potenzialmente lesivo della concorrenza, la cui permanenza mal si concilia con i cambiamenti connessi all'ingresso di soci privati nel capitale di Poste italiane spa; 
nel frattempo Poste italiane spa, su sollecitazione del Governo e del Parlamento, ha rinviato l'attuazione del piano che comporterebbe la chiusura di 445 uffici,

impegna il Governo:

a garantire, anche in vista del processo di privatizzazione in atto, la sostenibilità economica del servizio universale postale e a valorizzare tutti gli asset di Poste italiane spa: servizi di logistica e corrispondenza, prodotti finanziari e prodotti assicurativi, salvaguardando la presenza capillare della società, che deve essere considerata nella sua unicità, su tutto il territorio nazionale, ottimizzando le sinergie tra i diversi settori di attività; 
a valutare con particolare attenzione l'impatto sociale del piano di razionalizzazione degli uffici di Poste italiane spa per gli anni 2015-2019, sollecitando ulteriormente Poste italiane spa affinché, nel confronto in atto con i diversi livelli istituzionali ponga particolare attenzione alla necessità di garantire il servizio nelle situazioni più critiche con particolare attenzione alle aree pedemontane caratterizzate dalla presenza di località o frazioni collinari e/o montane isolate ricomprese in comuni di pianura e alle comunità di cittadini in prevalenza anziani a ridotta mobilità; 
ad intervenire presso l'azienda Poste italiane spa perché, nell'ambito dell'attuazione del piano, sia posta una particolare attenzione allo sviluppo dei servizi innovativi e ad una loro più adeguata politica di informazione e di conoscenza dirette alle comunità interessate, con particolare riferimento alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie come l'utilizzo di palmari da parte dei portalettere per offrire servizi «in mobilità», su appuntamento, l'accettazione a domicilio delle raccomandate, il pagamento di tutte le tipologie di bollettini, la tracciatura della corrispondenza fino al momento della consegna, la notifica degli atti esattoriali ed altro; 
a chiedere a Poste italiane spa di precisare l'impatto occupazionale del piano di razionalizzazione della rete degli uffici postali nella sua attuazione a regime; 
a rilanciare con spirito costruttivo un nuovo modello di sviluppo nel settore della logistica di recapito, anche in considerazione dalle nuove possibilità che la diffusione che l’e-commerce offre, attraverso l'istituzione di un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti interessati al processo - come quello che ha prodotto il memorandum del 2007 fra Ministero delle comunicazioni, Poste italiane spa e agenzie di recapito - per individuare un percorso comune tra la strategia industriale di Poste italiane spa e la valorizzazione del know how presente nelle aziende private. 

 

Seduta del 27 aprile 2015

Illustra Andrea Ferro
 

Seduta del 12 maggio 2015

Dichiarazione di voto di Vincenza Bruno Bossio