15/06/2015
Sergio Boccadutri
3-01541

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: 
   il comune di Affile (Roma), ha nell'estate del 2012 dedicato un monumento ai caduti a Rodolfo Graziani. Il monumento, situato all'interno dell'Area Verde «Rodimonte», era stato finanziato dalla giunta Polverini con una somma di 180.000 euro; 
   Rodolfo Graziani, nato a Frosinone ma cresciuto durante l'infanzia ad Affile (Roma), è stato un criminale di guerra; gerarca fascista, comandò le missioni in Libia ed Etiopia, macchiandosi di delitti efferati tramite l'utilizzo massiccio di gas, l'istituzione di campi di concentramento, il ricorso alle esecuzioni di massa; 
   per tali condotte, è stato inserito nell'elenco dei criminali di guerra dalle Nazioni Unite ed è stato condannato, dai tribunali italiani, a 19 anni di carcere; 
   il caso ha suscitato le proteste dei partiti, delle associazioni democratiche e combattentistiche, che hanno denunciato l'utilizzo di risorse pubbliche per commemorare criminali; 
   appena eletto, il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato di aver sospeso il finanziamento di 180.000 per il monumento dedicato a Graziani, dacché vi è stata una palese violazione amministrativa rispetto agli accordi stipulati sull'utilizzo del finanziamento pubblico; 
   nonostante il clamore e l'indignazione anche di testate giornalistiche internazionali, sul sito del comune di Affile, tra i personaggi illustri vi è ancora citato Rodolfo Graziani; 
   in particolare, si legge nel sito «il Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani, figura fra le più amate e più criticate, a torto o a ragione, fu tra i maggiori protagonisti dei burrascosi eventi che caratterizzarono quasi mezzo secolo della storia italiana inclusa fra i due conflitti mondiali; interprete di avvenimenti complessi e di scelte spesso dolorose, Graziani seppe indirizzare ogni suo agire al bene per la Patria attraverso l'inflessibile rigore morale e la puntigliosa fedeltà al dovere di soldato che lo contraddistinsero dall'appartenere alla schiera degli ignobili o alla nutrita categoria dei tanti che perseguirono solo la logica dell'interesse personale»;
   la suddetta pubblicazione offende la memoria dei parenti delle vittime italiane e straniere del fascismo e, in particolar modo, di Rodolfo Graziani e dà discredito al nostro Paese a livello internazionale –: 
   se non si intendano assumere iniziative normative al fine di vietare che nei siti internet istituzionali possa essere celebrati tra i personaggi illustri esponenti compromessi con la dittatura fascista.

Seduta del 16 giugno 2015

Svolgimento congiunto con l'Interpellanza n. 2-00588 

Replica di Sergio Boccadutri

Grazie, Presidente. Particolarmente su un punto sono poco soddisfatto, perché ancora oggi posso condividere l'opinione giusta del Governo che non servono ulteriori iniziative normative per vietare, appunto, che sui siti Internet delle istituzioni si possa fare apologia del fascismo. Però, ancora oggi sul sito del comune di Affile risulta, appunto, che tale personaggio è ritenuto sostanzialmente figura tra le più amate e le più criticate, a torto o a ragione, e fra i maggiori protagonisti dei burrascosi eventi che caratterizzarono quasi mezzo secolo di storia italiana, come uno dei personaggi cui il comune di Affile ha dato i natali. 
  Siccome non è opinabile il fatto che le Nazioni Unite hanno condannato Graziani quale criminale di guerra, per l'uso di gas tossici e per il bombardamento di ospedali della Croce rossa, e non è neanche, a torto o a ragione, che un tribunale italiano condannò Graziani a 19 anni per collaborazionismo, io penso che il Ministero dell'interno debba richiedere formalmente – adesso non so bene quali siano le forme – di cancellare quelle parole. 
  Io non voglio cancellare la storia, per carità ! Rodolfo Graziani è nato ad Affile ed Affile lo può anche ben dire. Ma non è a torto o a ragione considerato, appunto, un personaggio. Sostanzialmente noi abbiamo una verità politica, che ognuno può professare nelle proprie sedi, appunto, e dentro i limiti, ovviamente, della nostra Costituzione e delle leggi. La verità storica e soprattutto quella giuridica, quella appunto della giustizia, un sindaco non si può permettere di esprimerla – contraddicendo, appunto, quella verità – sul sito istituzionale del comune.