01/07/2015
Fabio Lavagno
D'Incecco, Albanella, Marchetti, Grassi, Fanucci, Sgambato, Miotto, Iacono, La Marca, Porta, Cominelli,Valeria Valente, Tullo, Giuseppe Guerini, Marchi, Gadda, Di Salvo, Gribaudo, Gandolfi, Ragosta, Braga, Marzano, Simoni,Pilozzi, Paris, Matarrelli, Quaranta, Carnevali, Migliore, Taricco
2-01019

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 
con la legge 257 del 27 marzo 1992, l'Italia ha messo al bando l'amianto vietando l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto. Previa autorizzazione espressa d'intesa fra i Ministri dell'ambiente, del lavoro e della sanità, è ammessa la deroga ai divieti per una quantità massima di 800 chilogrammi per amianto sotto forma di treccia o di materiale per guarnizioni non sostituibile con prodotti equivalenti disponibili; 
l'amianto è una sostanza particolarmente cancerogena perché può provocare due diverse malattie: l'asbestosi, frutto dell'accumulo nell'organismo di fibre del materiale, altamente invalidante, ed il mesotelioma pleurico, tumore maligno per la cui insorgenza, anche a distanza di decenni dall'esposizione, è sufficiente l'azione addirittura di pochissime fibre; 
in Italia sono oltre quattromila le vittime dell'esposizione alla pericolosa fibra e nei prossimi decenni, stante il lungo periodo di latenza del mesotelioma, è previsto un forte incremento dei decessi provocati dall'amianto, che raggiungerà l'apice tra il 2015 e il 2025; 
secondo quanto si apprende da organi di stampa, l'Italia ha importato nel 2012 ingenti quantità di amianto dall'India, addirittura come maggiore importatore con 1040 tonnellate. Il dato è stato anche confermato dall'Agenzia delle dogane; 
il materiale, 1040 tonnellate nel biennio 2011-2012, sarebbe finito in una decina di imprese sparse in tutto il territorio nazionale, e trasformato o impiegato nella produzione di vari manufatti: lastre di fibracemento, pannelli, guarnizioni per freni e frizioni di autoveicoli. L'Agenzia delle dogane, interpellata dalla procura, non solo ha confermato l'ingresso dell'asbesto nel territorio nazionale, ma ha anche aggiunto che le importazioni sono continuate anche nel 2014; 
il caso è stato segnalato alla procura di Torino grazie ad un bollettino ufficiale pubblicato dal Governo indiano, in particolare dall'ufficio centrale del Ministero delle risorse minerarie dal titolo: «Indian Minerals Yearbooks 2012 – Asbestos – Final Release». In questo report ufficiale sono elencati le quantità estratte di asbesto con le relative destinazioni finali, dove l'Italia è indicata come principale partner commerciale; 
delle 1296 tonnellate di amianto esportate tra il 2011 e il 2012, la maggior parte è finita proprio nel nostro Paese. Al secondo posto c’è il Nepal, con 124 tonnellate e al terzo la Nigeria con 38 poi il Kenya, con 28 e il Ghana, con 15. L'India, stando alla relazione, è uno dei paradisi mondiali dell'asbesto, che fa largo uso del materiale. Solo fra il 2011 e il 2012 ne ha importato per un totale di 365 mila tonnellate in prevalenza dalla Russia (51 per cento) ma anche dal Kazakhstan (18 per cento), dal Brasile (13 per cento) e dal Canada (7 per cento); 
recentemente un reportage televisivo è tornato su questa tematica, seppur in anni differenti ma successivi all'entrata in vigore della legge 257 del 27 marzo 1992, riferendosi ad importazioni e utilizzo di amianto da parte di un'importante azienda italiana per fornitura destinate alla guardia di finanza –: 
se il Ministro sia a conoscenza delle problematiche sopra esposte; 
quali azioni intenda intraprendere per quanto di competenza al fine di fare chiarezza sulla vicenda e accertare eventuali autorizzazioni da parte del Governo nel biennio 2011-2012; 
quali siano e con quali scopi le importazioni attualmente autorizzate e quali dall'entrata in vigore della legge 257 del 27 marzo 1992.

 

Seduta del 17 luglio 2015

Illustra e replica Fabio Lavagno, risponde Velo Silvia, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare

Illustrazione

Grazie Presidente, mi rivolgo alla sottosegretaria in ordine ad una materia abbastanza delicata che è quella dell'amianto e alla sua importazione. L'amianto ha rappresentato in questo Paese una pagina triste del Novecento i cui effetti si ripercuotono oggi in maniera drammatica e tragica; ciò è evidente ed è noto a tutti, così come è noto a tutti che nel nostro Paese vige dal 1992 un'avanzata legge che impedisce la produzione, l'estrazione e la commercializzazione di manufatti che contengono cemento-amianto, ed è anche noto che ne è vietata espressamente l'importazione, fatte salve alcune deroghe per piccole e modiche quantità riferibili ad una quantità di 800 chilogrammi per amianto sotto forma di treccia o di materiale per guarnizioni non sostituibile con prodotti equivalenti disponibili. Tale deroghe sono ammesse previa autorizzazione e di concerto tra i Ministeri dell'ambiente e della salute.
È giunta alle cronache nei mesi scorsi, anche grazie ad un'indagine della procura di Torino, che vi sarebbero invece ingenti importazioni di amianto provenienti dall'India in Italia; quando diciamo ingenti quantità intendiamo riferirci al numero di 1.040 tonnellate, quindi ben al di sopra di quelle che dovrebbero essere le quantità derogabili dal concerto dei due Ministeri che prima ho citato; tali dati sarebbero confermati anche dall'Agenzia delle dogane, con bollette doganali di entrata. 
La procura di Torino, non quindi la stampa, desume questi dati di importazioni da un registro – Indian Minerals Yearbooks 2012 – che riporta appunto le quantità di esportazioni da parte di questo Paese asiatico, che fa uso di amianto in larga quantità non essendo là vietato come lo è invece in Italia dal 1992, e riporta il nostro Paese come primo partner commerciale e come primo partner importatore di amianto. 
Credo che sulla vicenda sia necessario, non solo per la sensibilità che si è creata nel Paese ma perché giusto dare corretta informazione ed evitare psicosi di alcun tipo, fare effettivamente chiarezza. Poi la magistratura, come d'uopo, farà le proprie riflessioni, le proprie valutazioni e porterà avanti le indagini, però, credo, che anche in sede politica, visto che quella citata è una legge della Repubblica molto apprezzata che ci pone all'avanguardia in ordine al rispetto ambientale, occorra fare tutte le necessarie operazioni di chiarificazione rispetto a questi fatti. 
Si rivolge, pertanto, al Governo questa interpellanza, che in fondo è un'interrogazione trasformata proprio per avere una pronta risposta in questa sede, chiedendo se lo stesso sia informato dei fatti denunciati dalla procura di Torino e riportati dalla stampa che hanno avuto una loro eco anche sull'informazione televisiva poche settimane fa. 
Inoltre, visto che esiste questa deroga, prevista dalla legge del 1992, per fare una maggiore chiarezza possibile ritengo necessario che il Governo dica quali siano state e quali siano le autorizzazioni, le deroghe di importazioni previste dal 1992 ad oggi. Difatti, se la procura si riferisce agli anni 2011-2012, le stesse fonti fanno presumere invece che tali importazioni continuino anche negli anni successivi. Pertanto, ritengo che questa sia l'operazione di maggior chiarezza che noi possiamo rendere su un tema tanto delicato. Infine, oltre a fare chiarezza se vi siano o non vi siano state questo genere di importazioni, chiediamo di capire e comprendere quali siano gli impieghi e gli utilizzatori di questo materiale.

Risposta del governo

Signor Presidente, in relazione a quanto richiesto dall'interpellanza, si riferisce, innanzitutto, che il Ministero della salute, già nello scorso mese di gennaio 2015, dopo aver acquisito il testo della cinquantunesima relazione annuale sui minerali del Governo indiano, attestante importazioni di amianto dall'India da parte dell'Italia, si era attivato per acquisire ogni utile elemento conoscitivo per appurare la veridicità del fenomeno e ottenere conferma della consistenza e dell'origine dei fatti, anche mediante apposita richiesta in tal senso rivolta all'ambasciata indiana, rimasta ad oggi senza riscontro. 
Nello stesso tempo, il Ministero della salute aveva preso contatti con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli che, nel riferire la concomitanza di un analogo interessamento da parte della procura di Torino, provvedeva a fornire i primi elementi sulle indagini nel frattempo avviate, nell'attesa di ulteriori accertamenti e analisi di dettaglio. La predetta Agenzia riferiva, altresì, che nel periodo compreso tra il 2011 e il 2014 non risultano importazioni di amianto asbesto, ma solo di prodotti contenenti amianto e di amianto asbesto lavorato, per un totale di quasi 34 tonnellate per l'intero periodo considerato. Evidenziava, inoltre, che i maggiori quantitativi venivano importati nel 2011 e negli anni successivi sono diminuiti in modo significativo. In particolare, dall'India risultano importati solo due chili di amianto asbesto lavorato, di cui un chilo nel 2012 e l'altro nel 2013. 
La stessa Agenzia, oggi appositamente interpellata, ha fatto presente di non poter fornire ulteriori e dettagliate notizie in merito all'argomento, essendo tutt'ora in corso le indagini condotte dalla procura di Torino, coperte da segreto istruttorio. 
Il Ministero della giustizia riferisce, inoltre, che presso la procura di Torino sono in corso indagini preliminari per l'ipotesi di reato di cui agli articoli 1, comma 2, e 15 della legge n. 257 del 1992, volte alla identificazione degli autori di importazioni in Italia di amianto; il segreto investigativo non consente di acquisire, tuttavia, alcuna ulteriore informazione sullo stato del predetto procedimento. 
In attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda giudiziaria, considerata la gravità della fattispecie qualora venisse confermata l'introduzione illegale nel territorio nazionale di amianto o di prodotti che lo contengono, si assicura che sarà particolare cura del Governo svolgere tutti i necessari accertamenti e approfondimenti per perseguirne i responsabili ed evitare, per il futuro, il ripetersi del fenomeno.

Replica

Signor Presidente, non sono soddisfatto dei fatti riportati nella risposta, non sono certamente insoddisfatto dell'atteggiamento del Governo rispetto a questa interpellanza. È certo che i dati riportati dal sottosegretario sono abbastanza inquietanti: le 34 tonnellate confermate dall'Agenzia delle entrate sono, ne prendiamo atto, un fatto, e credo che ci sia la necessità, appunto, di avere l'atteggiamento che il Governo ha dimostrato in questa sede di estremo rispetto nei confronti dell'attività inquirente della procura di Torino e, quindi, dell'attività giudiziaria che è in corso. Rispettiamo questa volontà, questa necessità di segreto istruttorio; resta il fatto che vale la pena ricordare, per il tramite del sottosegretario Velo al Ministro della giustizia, di indicare la massima celerità rispetto alla chiarezza nei confronti di questi temi. 
Quindi, occorre attivare tutti gli strumenti e tutti i canali utili affinché su questa vicenda, su cui le ombre credo ci siano e siano abbastanza importanti, possano essere dissipate. Oggi, nel 2015, dopo più di vent'anni dall'istituzione di una legge, come ricordavo, quella del 1992, molto avanzata, e con le stesse azioni che stiamo portando avanti come maggioranza e soprattutto che il Governo sta portando avanti nei confronti della bonifica, della ricerca e di una nuova sensibilità rispetto alla tematica dell'amianto – una sensibilità assolutamente condivisa anche dai recenti fatti che hanno interessato l'opinione pubblica sul tema amianto, sulla produzione che è avvenuta in questo Paese – dobbiamo tenere alta l'attenzione su questo tema. 
Deduciamo dalle parole del sottosegretario che, tolti questi fatti che interessano il triennio, a questo punto, dal 2011-2014, precedentemente non vi fossero importazioni che, in qualche modo, eludessero la legge del 1992 e di questo ne siamo, comprensibilmente, contenti e soddisfatti. Ricordo che su questo tema noi siamo intervenuti più volte e ci riserviamo, alla luce delle novità che potranno emergere, di reinterloquire con il Governo, ringraziandolo per la disponibilità e la puntualità dimostrata sino ad oggi.