07/07/2015
Enrico Borghi
Bonomo, Capozzolo, Covello, Braga, Mariani, Tacconi, Anzaldi, Bergonzi, Bazoli, Prina, Carrescia, Arlotti,Paolo Rossi, Bonavitacola, Bratti, Culotta, Fabbri, Baruffi, Casati, Vico, Chaouki, Marco Meloni, Cardinale, Capone, Marco Di Stefano, Benamati, Dell'Aringa, Francesco Sanna, Giovanna Sanna
2-01025

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: 
con reggio decreto 6 giugno 1940, n. 3344, è stata assentita al consorzio del Ticino la concessione della costruzione, manutenzione ed esercizio dell'opera regolatrice del lago Maggiore (traversa della Miorina); 
i livelli massimi di oscillazione della regolazione dei livelli idrometrici del lago sono stati stabiliti con disciplinare allegato alla concessione n. 3680 del 24 gennaio 1940, poi rivisto nella stagione 1948/1949 previo accordo con la Confederazione elvetica, secondo un limite invernale individuato nel periodo 15 novembre-15 marzo, posto tra –0,50 (+192,516 s.l.m.) e + 1,50 (+194,516 s.l.m.) rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende fissato a +193,016 s.l.m. ed un regime estivo nel periodo successivo compreso tra –0,50 e +1,00 (+194,016 s.l.m.); 
l'Autorità di bacino del fiume Po con deliberazione n. 1/2015 del 12 maggio 2015, ha autorizzato l'avvio della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del lago Maggiore consentendo, attraverso un protocollo di sperimentazione, un aumento progressivo del livello estivo di regolazione del lago individuato nel periodo 15 marzo-15 settembre, portandolo da +1,00 a +1,50 (+194,516 s.l.m.) mediante fasi intermedie: per il primo triennio a +1,25 (+194,266 s.l.m.) valutando poi il successivo innalzamento a + 1,30 (+194,316 s.l.m.) sino ad arrivare a +1,50; 
sulla sperimentazione sono stati interpellati i comuni rivieraschi del lago Maggiore solo nell'ultima seduta della conferenza di servizi nella quale sono state assunte le decisioni definitive; in quella sede i comuni hanno espresso il proprio dissenso (parere contrario) rispetto al previsto innalzamento progressivo del livello del lago, che implica l'equiparazione del regime invernale a quello estivo, senza soluzione di continuità; 
l'autorizzazione all'avvio della sperimentazione è stata concessa su richiesta del Consorzio del Ticino, a quanto consta agli interpellanti senza verificare, in via preventiva, le ragioni effettive della richiesta, al di là della ordinaria esigenza di regolazione del regime lacustre; 
il maggior invaso estivo del lago, tenuto conto anche dell'aumento del livello dell'acqua conseguente alle frequenti precipitazioni, stante la notevole estensione del bacino imbrifero del lago medesimo, determina significativi inconvenienti quali: la riduzione dell'estensione delle spiagge e rilevanti rischi quali straripamenti e danni in caso di intemperie e precipitazioni; effetti di rigurgito sugli scarichi a lago, di fognature e tombinature; allagamenti di zone paludose emergenti con ristagno e intorbidimento delle acque e allontanamento della fauna ittica; ricadute negative sulla navigabilità del lago; l'aumento del livello lacustre non consente, inoltre, le necessarie operazioni di manutenzione dei manufatti spondali a protezione di opere pubbliche ed infrastrutture viarie; occorre, infine, considerare anche i notevoli, volumi d'acqua trattenuti dai bacini artificiali posti a monte del lago, sia in territorio italiano che elvetico –: 
se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative il Governo intenda assumere, ai fini della salvaguardia degli equilibri degli ecosistemi lacuali, per prevenire e limitare al massimo possibili eventi di esondazione del lago, conseguenti al nuovo regime di regolazione dei livelli dell'acqua, e per contrastare le conseguenze negative sulla redditività e competitività dei servizi e sulle attività produttive legate alla ricettività turistica del lago. 
(2-01025) «Borghi, Bonomo, Capozzolo, Covello, Braga, Mariani, Tacconi, Anzaldi, Bergonzi, Bazoli, Prina, Carrescia, Arlotti,Paolo Rossi, Bonavitacola, Bratti, Culotta, Fabbri, Baruffi, Casati, Vico, Chaouki, Marco Meloni, Cardinale, Capone, Marco Di Stefano, Benamati, Dell'Aringa, Francesco Sanna, Giovanna Sanna». I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: 
con reggio decreto 6 giugno 1940, n. 3344, è stata assentita al consorzio del Ticino la concessione della costruzione, manutenzione ed esercizio dell'opera regolatrice del lago Maggiore (traversa della Miorina); 
i livelli massimi di oscillazione della regolazione dei livelli idrometrici del lago sono stati stabiliti con disciplinare allegato alla concessione n. 3680 del 24 gennaio 1940, poi rivisto nella stagione 1948/1949 previo accordo con la Confederazione elvetica, secondo un limite invernale individuato nel periodo 15 novembre-15 marzo, posto tra –0,50 (+192,516 s.l.m.) e + 1,50 (+194,516 s.l.m.) rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende fissato a +193,016 s.l.m. ed un regime estivo nel periodo successivo compreso tra –0,50 e +1,00 (+194,016 s.l.m.); 
l'Autorità di bacino del fiume Po con deliberazione n. 1/2015 del 12 maggio 2015, ha autorizzato l'avvio della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del lago Maggiore consentendo, attraverso un protocollo di sperimentazione, un aumento progressivo del livello estivo di regolazione del lago individuato nel periodo 15 marzo-15 settembre, portandolo da +1,00 a +1,50 (+194,516 s.l.m.) mediante fasi intermedie: per il primo triennio a +1,25 (+194,266 s.l.m.) valutando poi il successivo innalzamento a + 1,30 (+194,316 s.l.m.) sino ad arrivare a +1,50; 
sulla sperimentazione sono stati interpellati i comuni rivieraschi del lago Maggiore solo nell'ultima seduta della conferenza di servizi nella quale sono state assunte le decisioni definitive; in quella sede i comuni hanno espresso il proprio dissenso (parere contrario) rispetto al previsto innalzamento progressivo del livello del lago, che implica l'equiparazione del regime invernale a quello estivo, senza soluzione di continuità; 
l'autorizzazione all'avvio della sperimentazione è stata concessa su richiesta del Consorzio del Ticino, a quanto consta agli interpellanti senza verificare, in via preventiva, le ragioni effettive della richiesta, al di là della ordinaria esigenza di regolazione del regime lacustre; 
il maggior invaso estivo del lago, tenuto conto anche dell'aumento del livello dell'acqua conseguente alle frequenti precipitazioni, stante la notevole estensione del bacino imbrifero del lago medesimo, determina significativi inconvenienti quali: la riduzione dell'estensione delle spiagge e rilevanti rischi quali straripamenti e danni in caso di intemperie e precipitazioni; effetti di rigurgito sugli scarichi a lago, di fognature e tombinature; allagamenti di zone paludose emergenti con ristagno e intorbidimento delle acque e allontanamento della fauna ittica; ricadute negative sulla navigabilità del lago; l'aumento del livello lacustre non consente, inoltre, le necessarie operazioni di manutenzione dei manufatti spondali a protezione di opere pubbliche ed infrastrutture viarie; occorre, infine, considerare anche i notevoli, volumi d'acqua trattenuti dai bacini artificiali posti a monte del lago, sia in territorio italiano che elvetico –: 
se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative il Governo intenda assumere, ai fini della salvaguardia degli equilibri degli ecosistemi lacuali, per prevenire e limitare al massimo possibili eventi di esondazione del lago, conseguenti al nuovo regime di regolazione dei livelli dell'acqua, e per contrastare le conseguenze negative sulla redditività e competitività dei servizi e sulle attività produttive legate alla ricettività turistica del lago.

 

Seduta del 17 luglio 2015

Illustra e replica Enrico Borghi, risponde Velo Silvia, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare

Illustrazione

La ringrazio, signor Presidente. Ad una prima lettura, l'oggetto di questa iniziativa parlamentare potrebbe apparire di natura parziale o, addirittura, localistica. In realtà, non si tratta di questo. In realtà, il tema della regolazione dei livelli del lago Maggiore è una questione di grande rilevanza nazionale, che afferisce alla responsabilità dell'amministrazione statale, perché vi sono almeno quattro livelli, quattro aspetti, quattro peculiarità, rispetto alla lettura di questa tematica che impongono, esigono e richiedono, un intervento dello Stato e, in particolare, del Ministero per l'ambiente che su questi temi ha una competenza diretta. Vi è, innanzitutto, una questione da non sottovalutare, nel tema della regolazione dei livelli del lago Maggiore, che è il tema dell'aspetto internazionale. Stiamo parlando di un lago che non è soltanto interno alle competenze dei confini del nostro Stato, ma che riguarda anche uno Stato con noi confinante, la Svizzera, che peraltro non fa parte dell'Unione europea e, quindi, non ha il medesimo criterio di direttive in materia ambientale e in materia di uniformazione della base giuridica. Quindi, questo aspetto internazionale è il primo tema, la prima questione, che impone una attenta valutazione da parte delle autorità statali. 
Vi è poi una seconda questione che, anch'essa, fa riferimento alle competenze esclusive dello Stato ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione che è l'aspetto ambientale. Il bacino imbrifero del lago Maggiore è un bacino di straordinaria importanza dal punto di vista ambientale, paesaggistico, della qualità e della presenza degli ecosistemi. Peraltro, non è un caso che il centro nazionale delle ricerche, proprio sul lago maggiore, a Verbania, abbia una propria sede dedicata appositamente allo studio degli ecosistemi nelle zone lacustri. Peraltro, all'interno del bacino imbrifero del lago, sono numerose le aree protette, sia di competenza nazionale, con un parco nazionale, sia di competenza regionale, sia con delle riserve e vi è anche la presenza di un'area definita «sito di interesse nazionale ai sensi della bonifica ambientale». Quindi, è anche per questo aspetto, che questa interpellanza vuole richiamare all'esigenza di una particolare attenzione da parte del Ministero. 
Vi è poi un terzo tema, e qui entriamo nel merito più specifico della questione, che rimanda all'assetto idraulico. Allora, è di tutta evidenza che discutere dei livelli di un lago su cui esistono delle competenze di due Stati, di due regioni, di numerose province, impone inevitabilmente una capacità superiore di regolazione, di armonizzazione, degli interessi in campo e di capacità, anche, di assumere delle decisioni che siano il più oggettive possibile e il più ancorate alla capacità di venire incontro ad un riequilibrio anche, e soprattutto, dal punto di vista della situazione idraulica. 
E poi, lo lascio per ultimo, perché non può essere questo il tema che ispira e uniforma esclusivamente l'elemento della discussione, ma è certamente una delle questioni che stanno dentro alla riflessione, vi è l'aspetto economico della questione. Il lago Maggiore è un importante serbatoio di risorsa idrica e quindi è determinante per la produzione di natura energetica, è determinante per le produzioni di natura agricola, è determinante per un'attività imprenditoriale ed industriale significativa quale quella del turismo, che, peraltro, sul lago Maggiore ha un solo punto di riferimento, essendo questo il distretto turistico più importante della regione Piemonte. Su tutto questo – vien da dire – occorre trovare il giusto equilibrio fra le ragioni di chi sta a monte e le ragioni di chi sta a valle. Su questo, la nostra iniziativa parlamentare per richiamare a un ruolo e a un'esigenza di intervento da parte del Ministero, da parte del Governo, parte dall'assunto che, proprio per le motivazioni che ho cercato di descrivere sin qui, occorre evitare che questa tematica sia affidata esclusivamente alle logiche di natura burocratica o alle logiche di parzialità. Dico questo perché la materia, che peraltro è una materia, come ho ricordato in precedenza, piuttosto complessa, la cui determinazione risale, dal punto di vista dei livelli massimi di oscillazione di regolazione dei livelli idrometrici, agli anni Quaranta del nostro Paese, in funzione anche di una convenzione internazionale, ha conosciuto recentemente una modifica, in quanto l'Autorità di bacino del fiume Po, con una propria deliberazione del 12 maggio 2015, ha autorizzato l'avvio di una sperimentazione della regolazione estiva dei livelli di questo lago consentendo, attraverso un protocollo di sperimentazione, un aumento progressivo, signora sottosegretaria, del livello estivo di regolazione del lago, per un primo triennio, ad una fascia di +1,25 metri, valutando poi il successivo innalzamento a +1,30 sino ad arrivare a +1,50. 

Innanzitutto, vi è un problema di metodo, signora rappresentante del Governo: su questa sperimentazione sono stati interpellati i comuni rivieraschi in una situazione di circostanza temporale nella quale si era sostanzialmente vicini al rischio di chiusura della partita e quindi non si è consentito ai comuni di poter entrare in maniera calibrata, oggettiva, scientifica, nel merito di queste determinazioni, e i quali, ovviamente, di fronte a questa condizione di essere stati messi sostanzialmente con le spalle al muro rispetto ad una valutazione che è stata messa sul tavolo, hanno espresso un parere contrario su questo innalzamento progressivo, che – lo vorrei ricordare – implica l'equiparazione del regime invernale a quello estivo. Noi chiediamo di verificare le ragioni effettive della richiesta, al di là dell'ordinaria esigenza di regolazione del regime lacustre, soprattutto in considerazione del fatto che un maggiore invaso estivo del lago determina ovviamente un aumento del livello dell'acqua, con tutto ciò che ne consegue e con tutti i significativi inconvenienti che possono derivare da questo tipo di decisione: dalla riduzione dell'estensione delle spiagge ai rilevanti rischi quali straripamenti e danni in caso di intemperie e precipitazioni, agli effetti di rigurgito sugli scarichi a lago, eccetera, eccetera, eccetera. Lo dico perché il bacino idrografico che sta a monte del lago Maggiore, per dati che sono stati forniti dalle competenti autorità, risulta essere il bacino pluviometrico più intenso d'Italia e non è un caso che proprio in questa zona frequenti siano i casi di inondazioni, calamità ed alluvioni, che anche recentemente hanno portato il Governo a dover dichiarare lo stato di calamità per numerosi comuni della zona. Quindi è una materia da trattare con grande attenzione, con grande delicatezza, con grande puntualità, perché, una volta che si determina una decisione, il rischio di compromissioni ambientali e idrogeologiche, con ripercussioni dal punto di vista della tenuta complessiva degli ecosistemi e della stabilità economica di questi territori, è un rischio effettivo. Pertanto con questa iniziativa – e mi avvio alla conclusione, signor Presidente – vogliamo chiedere al Governo se sia a conoscenza dei fatti che abbiamo sin qui riportato e se intenda assumere, ai fini della salvaguardia degli equilibri degli ecosistemi lacuali, una specifica iniziativa al fine di prevenire e limitare al massimo possibili eventi di esondazione del lago, conseguenti al nuovo regime di regolazione dei livelli d'acqua e per contrastare le conseguenze negative sulla redditività e competitività dei servizi e sulle attività produttive legate alla ricettività turistica del Lago Maggiore. 

Risposta del governo

La sperimentazione di nuovi livelli di regolazione estiva del lago Maggiore è stata approvata con delibera del Comitato Istituzionale dell'Autorità di bacino del fiume Po nella seduta del 12 maggio 2015. È previsto che al tavolo tecnico incaricato di coordinare l'andamento delle attività, partecipino anche le regioni Lombardia e Piemonte, il Dipartimento della protezione civile, l'Agenzia interregionale per il Po, il Consorzio del Ticino ed altri enti interessati. 
L'incremento del livello estivo di regolazione del lago Maggiore era stato richiesto nel 2012 dal Consorzio del Ticino. Esso consentirà di mettere a disposizione una maggior riserva d'acqua adeguata a sostenere, nel periodo estivo, il rilascio delle portate di deflusso minimo vitale senza ridurre le dotazioni oggi disponibili per l'agricoltura irrigua di valle, nonché a sostenere nei periodi di prolungata siccità la portata del fiume Po. 
In relazione, tuttavia, ai possibili inconvenienti conseguenti all'innalzamento del livello del lago, come correttamente riferiti dagli interpellanti, si è resa necessaria una fase di sperimentazione. È stato predisposto, innanzitutto, un primo modello previsionale per la simulazione dei livelli del lago in occasione di piene ordinarie e straordinarie, il quale ha evidenziato come un innalzamento fino a 1,25 metri – corrispondente al primo step della sperimentazione – non dovrebbe comportare alcun aumento del rischio idraulico delle aree circumlacuali e sub lacuali. 
Sono state allo stesso tempo definite talune cautele per la fase di sperimentazione, quali adeguate modalità di svaso preventivo in concomitanza con eventi di piena, l'affinamento ulteriore del modello idraulico di simulazione dei livelli lacustri in corrispondenza di tutte le stazioni di misura – ivi incluse quelle in territorio svizzero – nonché programmato un attento monitoraggio degli effetti dell'innalzamento sperimentale sui territori ripariali e sul complesso degli interessi dei soggetti rivieraschi, a monte ed a valle, prevedendo l'utilizzo di tutti gli strumenti previsionali e di allertamento disponibili, in modo da consentire, ove necessario e con adeguati tempi di preavviso, le occorrenti manovre per lo svaso preventivo del lago.

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio la rappresentante del Governo che ha fatto notare come le istanze che abbiamo avanzato in una iniziativa che è stata sottoscritta oltre che da me anche da altri 30 deputati del gruppo del Partito Democratico siano osservazioni corrette e vadano nel senso di una legittima esigenza e preoccupazione. Vede, signora sottosegretaria, noi chiediamo un ingaggio diretto da parte del Ministero dell'ambiente, che spero possa arrivare, anzi – conoscendo la sua sensibilità oltre che quella del Governo – ne ho la certezza, perché quando si parla di questioni di questa natura il condizionale deve essere bandito. Noi non possiamo accettare che l'Autorità di bacino del fiume Po stabilisca una determinazione che impatta direttamente sulla vita dei cittadini, sulla qualità degli ecosistemi, sulla sicurezza dei territori e poi venga a rappresentare una posizione in un'Aula del Parlamento usando il condizionale. Noi riteniamo che di fronte a queste tematiche i possibili inconvenienti non debbano comportare – non «non dovrebbero comportare» – rischi, pericoli o preoccupazioni, e per questo molto positiva è la sua affermazione resa in questa occasione, della quale la ringrazio, perché le cautele alle quali lei ha fatto riferimento sono certamente da applicarsi sino in fondo. 
Personalmente, ma credo di poter parlare a nome anche degli altri colleghi, ci riterremo soddisfatti qualora questo tipo di cautele si travaserà in una costante azione di monitoraggio da parte del ministero dell'ambiente che assume su di sé una capacità di coordinamento del tema che, lo ripeto, non può essere delegata ad una sede tecnico-burocratica, possibilmente, anche con l'avvalimento di strutture statali preposte all'uopo. Ho fatto riferimento appositamente al tema del CNR di Verbania perché non è stata valutata rispetto alle questioni di impatto sugli ecosistemi quale sia la conseguenza rispetto ad un progressivo innalzamento del lago di mezzo metro. Su questo pensiamo che sia da valutare innanzitutto il primo step della sperimentazione a 1,25, prima di poter immaginare qualsiasi altro passo successivo. In questo senso, raccogliendo lo stimolo che è stato fornito, ringrazio il Governo della disponibilità resa in aula.