03/08/2015
Anna Giacobbe
Vazio, Basso, Carocci, Tullo, Gnecchi, Ginato, Gandolfi, Miccoli, Casellato, Carloni, Montroni, Mognato,Marcon, Pagani, Rocchi, Fiorio, Giuseppe Guerini, Roberta Agostini, Fabbri, Mariani, Patrizia Maestri, Bolognesi, Ghizzoni,Giovanna Sanna, Rostellato, Baruffi, Paris, Albanella, Gribaudo, Incerti
2-01053

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che: 
la città di Savona ha vissuto nei giorni scorsi un episodio grave che richiama, più in generale, la necessità di una grande attenzione e di stretta collaborazione tra i diversi livelli istituzionali per fare sì che il livello di convivenza e di sicurezza soddisfacente che si registra in quella comunità non venga messo in discussione dalla possibile sottovalutazione di situazioni critiche; 
una rissa scoppiata presso un locale/bar-sala giochi ha provocato la morte violenta di una persona e il ferimento grave di un'altra, di fronte alle decine di persone e alle famiglie con bambini riunite in un altro locale nelle vicinanze: protagonisti tre uomini di origine nord africana; 
le modalità dell'accaduto hanno generato una forte apprensione nella comunità savonese; il coinvolgimento di persone straniere ha focalizzato su questo l'attenzione dei commentatori e dell'opinione pubblica; 
il locale in cui la rissa si è generata era stato oggetto di segnalazioni e denunce di residenti e operatori economici, che percepivano la pericolosità dell'ambiente che vi si era creato e una gestione assolutamente discutibile da parte dei titolari; 
il sindaco di Savona, nella riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, il 4 giugno 2015, aveva indicato alle amministrazioni centrali competenti la necessità di interventi che potessero costituire efficace prevenzione di ulteriori criticità. Il fatto che nel, locale si esercitassero anche attività di gioco d'azzardo getta ulteriori ombre su quella vicenda; 
la comunità savonese è caratterizzata da un buon livello di coesione sociale e di integrazione; 
la crisi economica, che pure ha segnato anche questa zona, è stata affrontata con grande attenzione da parte delle istituzioni locali, con azioni di sostegno alle persone, e con scelte che prefigurano un possibile nuovo cammino di crescita, ovviamente in presenza di adeguate politiche a livello nazionale e comunitario; 
la popolazione straniera sul totale si è attestata attorno al 10 per cento (circa 8,5 per cento la media provinciale), dopo una crescita progressiva e ordinata, di non più di un punto percentuale all'anno; 
la disponibilità delle comunità di immigrati a entrare positivamente in relazione con la comunità nel suo insieme e con le istituzioni locali è testimoniata, tra l'altro, dall'altissima risposta delle famiglie all'iniziativa dell'amministrazione comunale, che da oltre tre anni consegna ai bambini nati a Savona da genitori cittadini stranieri regolarmente soggiornanti e residenti, l'attestato di cittadinanza onoraria «Ius soli»; 
l'indice di invecchiamento della popolazione in Liguria e in provincia di Savona, molto alto rispetto alla media nazionale, fa sì che l'immigrazione sia una componente fondamentale del necessario riequilibrio tra le generazioni, a tutto vantaggio dei cittadini da sempre qui residenti; 
la mancata prevenzione di episodi gravi di violenza e di criminalità di vario grado rischia di dare fiato a indiscriminate campagne contro la presenza di persone immigrate. D'altra parte è assolutamente necessario che l'insieme della popolazione possa vivere in condizioni di sicurezza e percepire come sicura e vivibile la propria città; 
inoltre, la disponibilità dimostrata dalla città di Savona e da altri enti locali ad accogliere gruppi di profughi per fare fronte all'emergenza che si è determinata in tutto il Paese, fa i conti con una reale difficoltà a governare tale emergenza a livello regionale e nazionale, che richiederebbe una distribuzione equilibrata tra diversi territori e una piena solidarietà tra tutti i livelli istituzionali, nella ricerca delle soluzioni più idonee; 
in particolare, nel comune di Cairo Montenotte si sono manifestate serie criticità relative all'accoglienza dei profughi e l'amministrazione comunale mette in evidenza difficoltà di coordinamento da parte della locale prefettura; 
da oltre un mese il ruolo di prefetto di Savona risulta vacante per il trasferimento della ex titolare, dottoressa Basilicata, ad altro incarico –: 
quali iniziative intenda intraprendere per assicurarsi che venga garantita, anche in situazioni come quella descritta per la città di Savona e per le altre comunità della provincia, la necessaria fermezza e determinazione nella prevenzione e repressione di fenomeni di illegalità e di minaccia alla sicurezza e alla tranquilla convivenza della popolazione nativa e immigrata; 
nello specifico, se intenda verificare per quali ragioni la locale questura non abbia ritenuto di dare corso a verifiche su quanto segnalato assumendo le conseguenti iniziative di competenza; 
con quali tempi, che si richiede siano molto celeri, si intenda provvedere a rendere pienamente operativa e autorevole la funzione dell'ufficio decentrato del Governo in provincia di Savona. 
 

Seduta dell'11 settembre 2015

Illustrazione e replica di Anna Giacobbe, risposta del governo di Domenico Manzione, sottosegretario di Stato per l'interno.

Illustrazione

Signor Presidente, signor sottosegretario, l'obiettivo di questa nostra interpellanza, delle informazioni e degli impegni richiesti al Governo è contribuire a fare sì che si realizzi una grande attenzione e una stretta collaborazione tra diversi soggetti istituzionali per fare in modo che il livello di convivenza e di sicurezza, di coesione sociale e di integrazione che si registra nella nostra comunità e che ha appunto un livello sufficiente non venga messo in discussione dalla possibile sottovalutazione di situazioni critiche o dalla mancanza di strumenti adeguati. La mancata prevenzione di episodi gravi di violenza e di criminalità di vario grado può rischiare inoltre di dare fiato a indiscriminate campagne contro la presenza delle persone immigrate. 
Ed è invece assolutamente necessario che l'insieme della popolazione, nativi e immigrati, possa vivere in condizioni di sicurezza e percepire come sicura e vivibile la propria città e il proprio Paese. Tra l'altro, è interesse comune che le persone immigrate possano vivere in Italia ma in Liguria, soprattutto, e nelle nostre zone portando un contributo essenziale in prospettiva all'equilibrio demografico. 
Siamo partiti dall'episodio particolarmente grave accaduto nello scorso mese di luglio. Dopo quell'episodio, secondo le informazioni che ci ha fornito la prefettura di Savona a seguito dell'approfondimento realizzato in occasione della riunione del coordinamento interforze, è stata disposta un'intensificazione dei servizi di vigilanza, prevenzione e controllo, centrando un punto, cioè la necessità di maggiori forze a disposizione e nel periodo estivo e in determinate zone. Questo ha richiesto l'ausilio di personale proveniente dalle strutture di Genova, in particolare del reparto prevenzione crimine Liguria di Genova. 
Questo dimostra che quella intensificazione era necessaria, non in modo transitorio, tuttavia, e che deve essere, appunto, destinata a precisi obiettivi e periodi dell'anno. Questo comporta decisioni delle amministrazioni centrali e uno stretto coordinamento e collaborazione con le amministrazioni locali, un aggiornamento, probabilmente, del patto per la sicurezza, che esiste, che è stato a suo tempo sottoscritto, e che, però, sia dotato di risorse e strumenti e ciò potrebbe essere un passaggio utile. 
Per quanto riguarda la gestione dell'accoglienza dei profughi, essa ha subito, nel frattempo, nel tempo che è passato dalla presentazione dell'interpellanza, un'evoluzione, un'evoluzione che sostanzialmente è positiva. Il criterio e la pratica dell'accoglienza diffusa è quello giusto e il sistema delle autonomie, l'ANCI, il comune capoluogo, hanno lavorato, in queste settimane, per affermare quella scelta e ci sono stati passi in avanti. 
Al momento della presentazione dell'interpellanza la prefettura dichiarava una sorta di impotenza a superare le resistenze di una parte di amministratori locali, con una giunta regionale peraltro che avalla quelle chiusure e non mette in atto le scelte necessarie, alimentando la confusione tra accoglienza dei profughi e immigrazione irregolare e proponendo, quando si devono accogliere i profughi, l'attivazione di strumenti del tutto discutibili, peraltro, come i CIE. Per questo, ed anche per il fatto che non si tratta di un fenomeno transitorio ma di un processo epocale, come si è detto, è necessaria una presenza e un'attenzione del Governo a sostegno degli enti locali, che si impegnano a realizzare i programmi di accoglienza, e a farlo in modo che l'atteggiamento della popolazione sia positivo, consapevole, sollecitando alla responsabilità e attuando comportamenti responsabili delle istituzioni. Per dirla un po’ semplicemente, un piccolo gruppo, una famiglia viene adottata dalla comunità, dal paese, dalla frazione, dal quartiere; se il profugo va, come sta accadendo, nelle scuole a dare la tinta alle pareti delle aule, il panettiere gli porta la focaccia e i bambini lo guardano con grande simpatia. 
La Liguria, in particolare, ha bisogno di rafforzare integrazione e accoglienza contrastando un'idea di invasione, che non c’è proprio. Oggi un quotidiano a valenza nazionale, ma locale, ci ricorda che dal 1971 la Liguria ha perso 300 mila residenti, nonostante meno di 140 mila immigrati siano arrivati in questo periodo. 
Infine, con l'interpellanza urgente avevamo chiesto di sapere con quali tempi, celeri, si intendesse provvedere a rendere pienamente operativa e autorevole la funzione dell'ufficio decentrato del Governo della provincia di Savona, con la sostituzione del prefetto Basilicata, che era stata destinata ad altro incarico. Proprio oggi siamo di fronte alla sostanziale formalizzazione della decisione di superare la prefettura di Savona. Io chiedo, quindi, come il Governo intenda rendere compatibili le necessità che sono state evidenziate e la decisione, che è stata anticipate da notizie di stampa, proprio ieri appunto, che però si fondano su documenti usciti dal Ministero. 
Io voglio precisare che, nella nostra zona almeno, lo Stato non c’è, se c’è la prefettura. Lo Stato c’è se gli enti locali, che sono parte costitutiva della Repubblica, come ci ricorda il nostro articolo 114 della Costituzione, hanno, però, poteri e risorse per rispondere al bisogno di servizi ma anche al bisogno di Stato, di comunità, di fiducia nelle istituzioni. E, quindi, noi abbiamo, certo, grande bisogno di ridurre il peso delle burocrazie, dell'affastellarsi di procedure, uffici e prerogative, ma tutto ciò deve essere fatto tenendo conto del rapporto con il territorio e delle sue esigenze.

Risposta del governo 

Grazie, Presidente. L'interpellanza dell'onorevole Giacobbe, unitamente ad altri deputati, richiama l'attenzione del Ministro dell'interno sulla vicenda relativa ad una rissa avvenuta in un bar di Savona, culminata con la morte di un cittadino tunisino, e chiede, quindi, quali iniziative si intendano intraprendere per garantire la prevenzione e la repressione dei fenomeni di illegalità nella città. 
Come già rammentato dagli onorevoli interpellanti, il 17 luglio scorso a Savona, all'interno del bar Beach, si è sviluppata una violenta rissa tra cittadini stranieri, che si sono affrontati armati di cocci di bottiglie. La rissa è successivamente proseguita all'interno del prospiciente stabilimento balneare Bagnarci, alla presenza di numerose persone, e ha avuto come esito, purtroppo, la morte di un cittadino tunisino. 
Inizialmente, le notizie apparse sugli organi di stampa hanno attribuito l'omicidio a debiti derivanti dal gioco d'azzardo. In realtà – queste, almeno, sono le informazioni che vengono fornite dalla locale questura – la causa scatenante è da individuare in un diverbio nato da futili motivi. La stessa questura ha inoltre precisato che non risultano evidenze dello svolgimento del gioco d'azzardo nell'esercizio commerciale in questione, all'interno del quale sono attualmente collocate cinque slot machine, installate secondo la vigente normativa e regolarmente autorizzate. 
In merito alla vicenda, l'attività di indagine svolta dalla squadra mobile della questura ha portato all'arresto del signor Abdelaziz Boussedra per rissa aggravata, nonché alla denuncia per favoreggiamento personale del proprietario del locale. Il 1o agosto scorso, contestualmente al dissequestro del locale disposto dall'autorità giudiziaria, è stato notificato al proprietario dello stesso il provvedimento di chiusura per trenta giorni, ai sensi dell'articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza; provvedimento, peraltro, emesso dal questore in data 18 luglio, già all'indomani della predetta rissa. Il bar Beach, teatro dell'omicidio, era già, peraltro, stato oggetto di diversi controlli da parte della questura nell'espletamento dell'attività di prevenzione. In particolare, nel mese di maggio, a seguito di un servizio congiunto con la questura, il personale della Polizia municipale ha elevato diverse sanzioni amministrative connesse all'omessa esposizione della tabella dei prezzi per la vendita al banco, omessa installazione di apparecchio rilevatore del tasso alcolemico ed omessa affissione della tabella dei rischi conseguenti al consumo di bevande alcoliche. 
Sempre nel mese di maggio, il predetto locale è stato segnalato, da parte di due esercenti della zona, quale probabile sede di attività di spaccio di stupefacenti da parte di cittadini extracomunitari. La questura ha conseguentemente posto in essere un'attività di monitoraggio del locale e dei suoi avventori, sfociata nell'arresto di un cittadino tunisino dedito ad attività di smercio di sostanze stupefacenti. 
Successivamente, il prefetto, in occasione della riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto il 4 giugno scorso, ha dato ulteriore impulso all'attività di controllo delle zone del capoluogo a maggiore incidenza di reati, sollecitando, nell'ambito dell'attuazione del Piano di controllo coordinato del territorio, un maggior coinvolgimento della Polizia locale nell'attività di vigilanza e raccolta di elementi informativi. 
Al fine di realizzare un miglior coordinamento dei servizi da attuare nelle zone più critiche, è stata disposta la costituzione di un tavolo tecnico di verifica presso la questura, al quale partecipano anche esponenti della Polizia municipale. La vicenda oggetto dell'odierna interpellanza parlamentare è stata tempestivamente trattata in occasione della riunione di coordinamento interforze, svoltasi presso la prefettura di Savona, a cui hanno partecipato i vertici provinciali delle forze dell'ordine. 
In tale ambito, è stata disposta l'ulteriore intensificazione dei servizi di vigilanza, prevenzione e controllo del territorio con l'ausilio di personale del reparto prevenzione crimine Liguria di Genova, con particolare riguardo alle zone del capoluogo più critiche e a quelle aree che, nel periodo estivo, sono caratterizzate da un maggiore afflusso di persone. In particolare, dal 1o luglio al 26 agosto scorso è stato assicurato l'impiego aggiuntivo di complessivi 52 equipaggi dei reparti prevenzione crimine, pari a una media giornaliera di 4 equipaggi, per un totale di 156 unità. 
Ciò ha consentito, tra i risultati più rilevanti, di controllare 613 persone e 22 esercizi pubblici, nonché di sequestrare sostanze stupefacenti. Sono state, inoltre, accompagnate presso gli uffici di polizia 11 persone e ne sono state denunciate 4 all'autorità giudiziaria. Tutto ciò consente di asserire che, al di là della percezione della cittadinanza, specie in relazione a fatti criminosi di forte impatto mediatico, come quello di cui abbiamo parlato all'inizio, la situazione della sicurezza pubblica in provincia di Savona è monitorata di continuo ed è tenuta sotto controllo. 
Per quanto concerne l'accoglienza dei migranti, altro argomento toccato dall'interpellanza, la prefettura di Savona ha più volte sensibilizzato i sindaci del territorio sulla necessità di assicurare un sistema di accoglienza diffusa: d'altra parte, questo è il principio cardine che sta alla base del piano nazionale adottato dall'intesa Stato-Regioni nel luglio del 2014. 
Un'accoglienza diffusa che è basata su una distribuzione uniforme dei migranti, anche in piccole percentuali, su tutto il territorio della provincia, in linea del resto con le strategie operative elaborate nell'accordo che ho appena citato e condivise dal Tavolo di coordinamento nazionale, ma anche dal Tavolo di coordinamento regionale. Lo scopo è quello di evitare concentrazioni eccessive di migranti che potrebbero determinare, evidentemente, situazioni di criticità sulle comunità locali. Su questo versante, grazie alla continua opera di mediazione posta in essere dalla prefettura attraverso frequenti riunioni con i rappresentanti degli enti locali, è stato possibile trovare soluzioni alloggiative anche in quei comuni che inizialmente si erano opposti all'accoglienza. 
Allo stato attuale, sono ventitré i comuni della provincia interessati all'accoglienza e si prevede di coinvolgerne altri nell'immediato futuro, consentendo, in tal modo, un alleggerimento delle presenze nei centri di Savona, Varazze e Cairo Montenotte. 
Per quanto riguarda la prefettura di Savona essa è attualmente retta dal vicario che, come tutti i casi di avvicendamento del titolare, svolge, con pieni poteri, le funzioni assegnate al prefetto, la cui sostituzione verrà valutata nel quadro generale del movimento dei prefetti. 
Sentivo in coda la preoccupazione per un eventuale accorpamento della prefettura. Questo, tuttavia, come l'interpellante ricorderà, non dipende dalla volontà del Governo, ma da due variabili. Una è legata ad una legge approvata nel corso della precedente legislatura dal Governo Monti, che prevedeva una soppressione del 20 per cento delle prefetture sul territorio nazionale, ma non è detto, però, che questo piano vada in porto, perché l'altra variabile, come lei sa, è legata alla delega della recente «riforma Madia» che, a sua volta, prevede una del tutto diversa organizzazione degli uffici della prefettura sul territorio.

Replica

Ringrazio il sottosegretario e il Governo. La risposta che è stata fornita soddisfa in parte le esigenze che sono state rappresentate e che credo abbiano bisogno di ulteriori approfondimenti e scelte. La coesione sociale può essere messa in crisi da episodi gravi, ma anche dal clima che quegli episodi generano. La percezione delle sicurezza è tutt'uno con il livello stesso della sicurezza e anche la percezione di insicurezza, tanto più quando la realtà non è inventata, ha bisogno di interventi, di presenza, di affidabilità. Così come la difficoltà ad accogliere va affrontata con una gestione corretta e condivisa dell'accoglienza. Il clima di sicurezza deve essere percepito da tutti, dai nativi, ma anche dagli immigrati, per potere essere fatto vivere in modo virtuoso dagli uni e dagli altri. 
Sul primo ambito di questioni, è importante che si sia proceduto ad una intensificazione dei controlli e degli interventi con il potenziamento del personale impiegato, cosa che, torno a dire, testimonia la necessità di quel potenziamento. Non deve essere un fatto episodico, deve essere confermato nelle forme che potranno essere definite dal confronto e dalla collaborazione tra le istituzioni centrali e quelle locali. 
L'intervento del sottosegretario conferma anche che le segnalazioni precedenti, che noi abbiamo richiamato nella nostra interpellanza, avevano già attivato interventi specifici con esiti che non risultano trascurabili a testimonianza del fatto che erano, appunto, praticate attività di spaccio. Devo dire che la presenza di slot machine, per quanto installate secondo la vigente normativa e regolarmente autorizzate, non significa che quelle installazioni, in presenza di una gestione assolutamente discutibile in quel tal locale, ma forse non solo in quello, siano fonte di comportamenti critici. Tutto questo, comunque, non aveva dato esito a una chiusura di un locale che è situato in una zona molto frequentata, soprattutto in un certa periodo dell'anno. 
Quindi, bisogna mantenere l'attenzione, dare visibilità all'azione di controllo e di intervento e assicurare una presenza adeguata, soprattutto in determinati periodi dell'anno. Come dicevo, un occasione di confronto diretto tra Governo, amministrazioni dello Stato centrale, enti locali e forze del territorio, un po’ strutturato, che abbracci l'insieme di queste cose e che, quindi, dia sostanza a ciò che sta accadendo già nella collaborazione tra istituzioni in quella zona, può essere la sede per mettere a punto accordi e impegni utili. Circa l'accoglienza dei profughi e dei migranti, io confermo che c’è stata un'evoluzione rispetto al mese di luglio. Questa accoglienza, che riguardi richiedenti asilo, ma anche persone in fuga da condizioni di povertà e privazioni, ripeto, deve avere un occhio al futuro di una comunità che invecchia. Certo, ha bisogno di una politica nazionale, su cui ora non è il caso di soffermarsi, che si è data, comunque, dei propri strumenti e programmi, che sono stati, in parte, richiamati, e di uno snodo, ci dica il Governo quale (la prefettura o un altro), tra responsabilità e strumenti centrali e responsabilità e strumenti locali. 
Quindi, in particolare, l'affermazione che la sostituzione del prefetto verrà valutata nel quadro generale dei movimenti dei prefetti appare un po’ fuori tempo rispetto alle cose che abbiamo appreso ieri. Già nell'illustrazione dell'interpellanza spiegavo che cosa noi intendiamo per presenza dello Stato nei territori. Io sono convinta che la proliferazione di uffici e sedi decentrate dei diversi Ministeri nelle province sia negativa. La delega per la riforma della pubblica amministrazione affronta questo tema, spingendo verso la costituzione di entità unificate da questo punto di vista. Altra cosa è non riconoscere a ciascuno dei territori provinciali la necessità di un presidio che abbia il rango giusto, se così posso dire. 
Io chiedo, quindi, al Governo di affrontare una discussione su questo punto nelle sedi parlamentari, ove vi sia il caso, in occasione dell'attuazione della delega, e nei territori interessati. Infatti, la corrispondenza tra gli strumenti e l'autorevolezza della presenza di ciascuna istituzione nei territori e la condizione di quei territori è sicuramente molto forte e va fatta in uno spirito di collaborazione istituzionale assolutamente deciso.