01/07/2021
Lia Quartapelle Procopio
Lorenzin, Carnevali
2-01272

Le sottoscritte chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   sono molte le segnalazioni secondo cui in più centri vaccinali alcuni medici si sono rifiutati di somministrare il vaccino alle donne che dichiarino di allattare, che, in altri casi, ad alcune donne è stato richiesto un documento del pediatra e del medico curante, oppure è stato chiesto loro di dover smettere di allattare il giorno stesso in conseguenza all'inoculazione del vaccino;

   come riportato anche dall'Istituto superiore di sanità (Iss), non ci sono dati di sicurezza ed efficacia dei vaccini contro il COVID-19 per questo target di popolazione e il tema è oggetto di dibattito a livello nazionale e internazionale. Diversi Paesi prevedono che l'offerta vaccinale per queste donne sia subordinata a una valutazione individuale del profilo rischio/beneficio, facilitata da un colloquio informativo con i professionisti sanitari. Inoltre, le linee guida dell'Iss secondo le indicazioni ad interim al 31 gennaio 2021, dispongono che «le donne che allattano possono essere incluse nell'offerta vaccinale senza necessità di interrompere l'allattamento»;

   la società italiana di ginecologia e ostetricia il 6 maggio 2021 ha adottato un documento unitario in cui si afferma che il vaccino anti-covid deve essere offerto a tutte le donne in gravidanza, specificando, inoltre, che «anche le donne che pianificano la gravidanza, nell'immediato postpartum o che allattano possono essere vaccinate a seconda della loro età e del gruppo di rischio clinico. Non sembrano esserci limitazioni in termini di tipologia di vaccino per quest'ultima categoria»;

   in molti casi l'offerta di un colloquio informativo è molto carente e talvolta si limita a distogliere la donna dal ricevere il vaccino o la si induce ad interrompere l'allattamento una volta avvenuta la somministrazione. Inoltre, alcuni centri vaccinali richiedono una certificazione del medico di base o del pediatra, con la quale questi ultimi si assumono la responsabilità della somministrazione e che non tutti i medici sono disposti a rilasciare tale certificazione. La disinformazione e poca chiarezza su questo tema così delicato contribuisce a creare uno stato diffuso di confusione ed ansia, rendendo molto complessa la valutazione sul ricevere il vaccino o meno da parte della donna stessa –:

   quando e in che modo il Ministro interpellato intenda intervenire per fare chiarezza sulla somministrazione del vaccino anti-Covid alle donne in allattamento così da evitare un ampio margine di discrezionalità del medico vaccinatore da cui derivano trattamenti differenziati nei singoli centri vaccinali e in maniera tale da permettere una scelta informata alle donne.