02/10/2019
Susanna Cenni
Bruno Bossio, Frailis, Carnevali, Ciampi, Verini, Cantini, Fiano, Gribaudo, Di Giorgi, Boldrini, Madia, Pezzopane, Quartapelle Procopio, Carla Cantone, Raciti, Pini, Orfini, Nardi, Incerti, Navarra, Pizzetti, Lacarra, Mancini, Losacco, Prestipino, Buratti, Pagani, Fragomeli, Ubaldo Pagano, Ceccanti
2-00507

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   è attiva, dal mese di novembre 1991 in località Ciuciano Ranza nel comune di San Gimignano (Siena) una casa di reclusione maschile; si tratta del carcere più grande dell'intera provincia che presenta però gravi criticità relative in particolar modo alla carenza di personale rispetto ai detenuti presenti;

   nonostante infatti abbia una capienza regolamentare di 227 reclusi, le cifre ufficiali del Ministero della giustizia dicono che sono attualmente presenti a Ranza 352 detenuti;

   la casa di reclusione ospita, nelle 50 apposite celle, detenuti in regime di alta sicurezza. La categoria della casa di reclusione, in relazione soprattutto alla presenza di detenuti con condanne definitive e per reati gravi e di ergastolani appartenenti ad associazioni criminali, richiede inoltre una sorveglianza attenta e continua che rischia di essere incompatibile con l'attuale personale in servizio;

   la carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria perdura da anni. Si tratta di una situazione che costringe conseguentemente il personale a continui turni straordinari, che oltre a ripercuotersi sulla qualità della vita degli agenti e dei loro familiari, può potenzialmente comportare gravi rischi per la gestione della casa di reclusione e per la sicurezza ai personale e detenuti;

   l'assenza di una guida stabile del carcere non attenua certamente queste criticità: negli anni si sono susseguite figure direttive temporanee, e anche nell'ultimo anno purtroppo la direzione ha visto numerosi incarichi temporanei, con un nuovo incarico che sarebbe giunto proprio in questi giorni, così come non sono ancora presenti nuove figure di comandante e del vicecomandante della polizia penitenziaria;

   altre criticità che riguardano il penitenziario sono di carattere strutturale e logistico (in particolare, infiltrazioni dal tetto e difficoltà di approvvigionamento idrico ed in particolar modo di acqua potabile);

   queste problematiche sono state spesso all'origine di episodi di tensione e violenza ormai ciclicamente all'interno del carcere: nelle ultime settimane, ad esempio, sono verificate due risse tra detenuti che hanno richiesto l'intervento degli agenti in servizio ed un detenuto ha incendiato il materasso e le lenzuola della propria cella di isolamento. A seguito di questo ultimo intervento tre poliziotti sono stati portati in ospedale;

   nella scorsa legislatura, ed in numerose occasioni, le problematiche del carcere di San Gimignano sono state poste all'attenzione del Ministro competente ed al capo del Dap (Dipartimento della polizia penitenziaria): tali criticità hanno visto, in alcuni casi, anche risposte positive anche se non risolutive da parte del Governo; nelle scorse settimane, dopo una visita svolta assieme all'attuale sindaco di San Gimignano, la prima firmataria del presente atto ha nuovamente scritto al Ministro che ha risposto con lettera in data 17 luglio 2019;

   il Ministero della giustizia ha annunciato, in tale missiva, l'arrivo di 12 agenti di polizia penitenziaria al carcere di San Gimignano comunicando inoltre che la vicenda del comandante di reparto sarebbe stata risolta in quanto tale funzione sarebbe «stata conferita ad un Commissario capo del corpo di Polizia penitenziaria»;

   lo stesso Ministero della giustizia ha inoltre reso noto di aver conferito la reggenza giornaliera del carcere di San Gimignano ad Alba Casella, già direttore dell'ufficio I del provveditorato di Firenze annunciando anche lo stanziamento di risorse per potenziare l'efficientamento energetico ed idrico del carcere;

   appare comunque evidente che sussistano ancora notevoli criticità che riguardano la carenza di organico del personale e il sovraffollamento dei detenuti, senza dimenticare le citate problematiche strutturali dell'edificio;

   nei giorni scorsi organi di stampa hanno riferito che la procura di Siena ha iscritto nel registro degli indagati alcuni agenti penitenziari del carcere di San Gimignano con l'accusa di aver picchiato, l'11 ottobre 2018, un detenuto tunisino di 31 anni;

   sempre secondo i media l'indagine, definita dal Dap «complessa e delicata», ha interessato «15 poliziotti penitenziari e trae origine dalla denuncia fatta da alcuni detenuti su pestaggi avvenuti all'interno dell'istituto toscano. Le accuse formulate dalla Procura di Siena vanno dalle minacce alle lesioni aggravate, al falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale, alla tortura»;

   a seguito di tale indagine il Dap ha sospeso dal servizio quattro agenti della polizia penitenziaria accusati i aver materialmente torturato il detenuto;

   se le accuse venissero confermate, sarebbe un fatto gravissimo, ma è altrettanto evidente che le criticità evidenziate non possano assicurare condizioni di lavoro sicure, dignitose e sostenibili agli agenti di polizia penitenziaria presenti e garantire la vivibilità della struttura per i detenuti –:

   quali siano le informazioni di cui dispone il Governo sulla grave vicenda citata e quali iniziative urgenti intenda intraprendere per far fronte alla perdurante situazione di criticità del carcere di Ranza e, in particolare, per affrontare con la massima urgenza le carenze strutturali, la mancanza di una direzione stabile e di organici adeguati del personale della polizia penitenziaria e il sovraffollamento di detenuti che stanno causando gravissimi problemi di governabilità e vivibilità alla casa di reclusione.

Seduta del 4 ottobre 2019

Illustrazione e replica di Susanna Cenni, risposta del governo di Vittorio Ferraresi, Sottosegretario di Stato per la Giustizia.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Purtroppo devo tornare nuovamente in quest'Aula ad intervenire sulla questione di una struttura carceraria, quella di Ranza, nel comune di San Gimignano. L'ho fatto molte volte in questi anni, con atti come questo, interrogazioni, interpellanze, con colloqui con i Ministri che si sono succeduti, con il DAP, con i tanti incontri svolti con gli agenti di polizia penitenziaria, visitando i reparti del carcere e, purtroppo, sono costretta nuovamente ad intervenire su questo tema.

Io voglio ricordare che questo carcere, quello di Ranza, è attivo dal 1991 nel comune di San Gimignano. È una casa di reclusione maschile ed è il carcere più grande della nostra provincia - la provincia di Siena - ma ha enormi criticità; si tratta di problemi molto consistenti, in modo particolare legati alla carenza di personale e ad una situazione di sovraffollamento. Infatti, nonostante ci sia una capienza regolamentare di 227 reclusi, ultimamente, dai dati più recenti, abbiamo la registrazione di 352 detenuti dentro a quella struttura. Si tratta di 50 celle, con detenuti in regime di alta sicurezza, soprattutto con presenza di detenuti con condanne definitive per reati gravi, di ergastolani appartenenti ad associazioni criminali.

È una struttura che richiede, quindi, una sorveglianza attenta, continua, che rischia, sinceramente, di essere altamente incompatibile con il numero degli agenti attualmente in servizio. Si tratta di personale - questo ci tengo a sottolinearlo - che, negli anni, nonostante le tante criticità, ha garantito una presenza straordinaria, con turni spesso straordinari, con una disponibilità che, molto spesso, ha consentito di evitare situazioni molto, molto difficili.

La carenza di organico, come dicevo, viene da anni; via via si è provveduto con piccoli trasferimenti non sufficienti. Si tratta di una situazione che costringe continuamente il personale a continui turni straordinari e, ovviamente, oltre a ripercuotersi sulla qualità della vita degli agenti e dei loro familiari, può potenzialmente comportare rischi per la gestione della casa di reclusione stessa, per la sicurezza del personale e dei detenuti.

Uno dei problemi più consistenti di questa struttura riguarda la direzione del carcere e, cioè, l'assenza di una guida stabile del carcere che, invece, in questi anni, è stata caratterizzata da una continua sostituzione, da persone che sono state destinate alla direzione del carcere a scavalco, mentre avevano direzioni di altri istituti, o da assegnazioni che poi sono durate pochissimo perché i direttori assegnati chiedevano il trasferimento e sono stati trasferiti, quindi senza avere da tanti anni a questa parte una figura che si occupasse davvero dell'organizzazione del carcere, delle criticità e che fosse in grado di mettere in campo anche una programmazione a medio termine.

Questa cosa non ha assolutamente aiutato: proprio in questi giorni, fra l'altro ci sono delle novità addirittura sul testo che ho depositato, perché per fortuna qualcosa sembra che si stia muovendo: è stato assegnato un nuovo direttore, con cui ho già avuto modo di scambiare qualche parola. Poi ci sono le criticità tecniche di questa struttura, pesanti, per le difficoltà di carattere strutturale e logistico - ovviamente è molto distante dall'abitato, ci sono problemi di collegamento -, ma ci sono forti problemi sulla qualità della struttura, con infiltrazioni continue dai tetti, e di approvvigionamento idrico. Questo tema dell'approvvigionamento idrico determina forti criticità e anche grandissime tensioni nella stagione estiva, che qualche volta hanno portato anche davvero a una tensione molto alta. Ecco, l'insieme di queste difficoltà ha purtroppo spesso dato origine a episodi di tensione e qualche volta di violenza dentro il carcere, che oramai cominciano a ripetersi ciclicamente, nonostante gli sforzi compiuti.

Ci sono state risse nei mesi passati che hanno visto anche alcuni agenti di Polizia venire trasportati in ospedale. Ho ripetutamente segnalato il tema alle autorità competenti, ai ministri competenti, così come al capo del DAP; l'ho fatto l'ultima volta pochi mesi fa, dopo una visita svolta insieme al sindaco di San Gimignano al carcere, dopo avere incontrato gli agenti, avere visitato i reparti, scambiato qualche parola con i detenuti. Dopo quest'ultima visita noi abbiamo scritto nuovamente al Ministro e abbiamo anche ricevuto una risposta, con una lettera del 17 luglio da parte del Ministro Bonafede che preannunciava l'arrivo di 12 agenti di Polizia penitenziaria, comunicando l'impegno ad assegnare nuovamente un direttore, che mi auguro questa volta resti almeno per un po' di tempo in questa struttura.

E infine c'è stato l'ultimo episodio, un episodio molto grave: infatti nelle settimane passate un po' tutti gli organi di stampa, anche quelli nazionali, i media, hanno dato notizia che la procura di Siena avrebbe iscritto nel registro degli indagati alcuni agenti della Polizia penitenziaria del carcere di San Gimignano con l'accusa di avere picchiato l'11 ottobre del 2018 un detenuto tunisino di 31 anni. Sempre secondo le notizie apparse pubblicamente, sembrerebbe che questa indagine, definita dal DAP complessa e delicata, avrebbe interessato 15 poliziotti penitenziari e che cinque di questi poliziotti sarebbero stati sospesi. Ovviamente, se queste accuse fossero vere, la vicenda sarebbe davvero molto grave.

Credo che sia necessario il prima possibile fare chiarezza su tutta questa vicenda per più ragioni. La prima ragione è che, se ci sono state responsabilità, queste responsabilità devono essere accertate, i responsabili perseguiti, ma, ovviamente, dobbiamo fare attenzione a non tradurre questa vicenda in un'incriminazione complessiva degli agenti che in questi anni, vi posso garantire, hanno veramente lavorato con grande serietà. La seconda ragione, che invita ovviamente ad un veloce accertamento dei fatti, è che purtroppo su questa vicenda noi abbiamo assistito anche a pesanti strumentalizzazioni politiche. Infatti credo, sedendo come altri colleghi in questa Aula, che in momenti come questi servirebbe silenzio e rispetto per chi svolge le indagini, cosa che purtroppo la settimana scorsa non è avvenuta, perché c'è stata una visita di un esponente dell'attuale opposizione sotto i mille riflettori e si è cercato, ovviamente, di strumentalizzare politicamente una vicenda grave, ma anche molto delicata per le ragioni che ho provato ad illustrare.

Quindi, sono a chiedere al Governo intanto quali siano le informazioni di cui il Governo dispone su questa vicenda citata e anche quali iniziative si intenda intraprendere per far fronte a questa perdurante situazione di criticità del carcere di Ranza, e in particolare per affrontare queste gravissime carenze strutturali, che, come ho cercato di illustrare nella mia interpellanza, sono una parte delle ragioni che poi determinano episodi molto gravi.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. La casa di reclusione di San Gimignano è alla costante attenzione del Ministero della Giustizia, che già con nota dello scorso 17 settembre, come ricordava, indirizzata proprio all'onorevole Cenni e al sindaco del comune di San Gimignano, riscontrava prontamente e puntualmente tutte le segnalazioni e doglianze da costoro sollevate rispetto ad una serie di criticità che l'istituto presenta. Il livello di attenzione si è ancor più alzato all'indomani dell'inchiesta giudiziaria che ha portato all'applicazione delle misure cautelari interdittive della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio, per la durata di quattro mesi, disposte dal giudice per le indagini preliminari di Siena nei confronti di quattro appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria per le gravi condotte di violenze di cui essi, secondo, ovviamente, quanto è emerso da un'indagine ancora in corso presso la procura della Repubblica di Siena, si sarebbero resi responsabili circa un anno fa ai danni di un detenuto tunisino.

Allo stato sono stati ipotizzati i reati di tortura, lesioni aggravate, minaccia e falso ideologico e risultano coinvolte altre undici unità di Polizia penitenziaria, sebbene non attinte da provvedimenti cautelari. A seguito di tali fatti, i quattro poliziotti destinatari della misura interdittiva sono stati sospesi dal servizio ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 449, e il Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria si è prontamente recato sul posto, al fine di constatare de visu la situazione generale e verificare con mano il contesto ambientale e lavorativo della struttura. Il Ministero formula sin da ora ogni più ampia riserva di valutare in modo approfondito i fatti e di assumere ulteriori determinazioni, anche a carattere disciplinare, all'esito degli sviluppi giudiziari della vicenda. Un segno tangibile della preesistente attenzione di questo Dicastero verso la struttura di San Gimignano è riscontrabile nella precedente visita fatta un anno fa dal Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nell'ispezione disposta a seguito del riscontro, lo scorso mese di febbraio, di una serie di criticità nella direzione dell'istituto e nella revoca dell'incarico al precedente direttore per condotte irregolari, con affidamento di un incarico di reggenza temporanea alla dottoressa Rosa Alba Casella, già direttore dell'Ufficio I del provveditorato di Firenze.

Come in passato, a maggior ragione adesso, è fermo proposito di questo Ministero affrontare in maniera ancora più incisiva le varie criticità che l'istituto di San Gimignano presenta, parte delle quali, invero, già in corso di risoluzione prima ancora che l'inchiesta giudiziaria assumesse rilevanza mediatica. Secondo quanto anticipato con la nota a cui si faceva cenno in apertura, infatti, già lo scorso 9 settembre era stato risolto il nodo della mancanza del comandante di reparto attraverso il conferimento dell'incarico, in pianta stabile, ad un commissario capo del Corpo di Polizia penitenziaria, che si è insediato lo scorso 23 settembre. Per quanto riguarda la figura direttiva della struttura, dopo la recente vicenda giudiziaria si è inteso imprimere un risoluto cambio di passo, conferendo, a far data dal 26 settembre scorso, un incarico di reggenza per quattro giorni a settimana al dottor Giuseppe Renna, già direttore della casa circondariale di Arezzo. Con nota del giorno successivo, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha inoltre comunicato che con bando di prossima emanazione sarà messo a concorso il posto di direttore dell'istituto.

Per quanto attiene alla dotazione organica del Corpo di Polizia penitenziaria, va detto che, a fronte di un organico previsto di 229 unità, la forza amministrata è pari a 216 unità. Le maggiori scoperture, riscontrabili nel ruolo dei sovrintendenti, quantomeno dal punto di vista numerico, sono controbilanciate dall'esubero degli agenti/assistenti, in numero di 195 sui 170 previsti in pianta organica, anche per effetto dell'incremento di 12 unità di cui l'istituto ha recentemente fruito lo scorso mese di luglio.

In ogni caso, al di là del dato numerico, al fine di un riequilibrio anche di ordine funzionale, con riferimento alla carenza di sovrintendenti va ricordato in questa sede che sono già state attivate le procedure per il concorso interno a complessivi 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo sia maschile che femminile del Corpo. Si tratta di una misura che si innesta a pieno titolo nel più ampio alveo delle mirate politiche assunzionali perseguite da questo Ministero anche nel comparto penitenziario. In tale direzione si confida, a breve, di poter disporre di un ampio bacino di risorse umane a cui attingere per sanare le varie scoperture di cui risentono gli istituti di tutto il territorio e rispetto a cui saranno tenute in debita considerazione anche le esigenze, ovviamente, della casa di reclusione di San Gimignano.

Quanto alle presenze detentive, non sussistono particolari profili di criticità, in quanto, da un lato, il tasso di affollamento presso la casa di reclusione di San Gimignano si attesta su una percentuale del 119,87 per cento, come tale, inferiore sia al tasso medio regionale, 127,66 per cento, che a quello nazionale, 128,85 per cento, e dall'altro, presso gli istituti in argomento, a ciascun soggetto ristretto sono garantiti i parametri dimensionali stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Ovviamente si dovrà comunque continuare in un'opera che partirà con un incentivo forte di ristrutturazioni e nuovi posti, che potrà essere a beneficio non solo della struttura di San Gimignano, ma di tutto il territorio nazionale, che il Ministero sta portando avanti. Per quanto, infatti, attiene alle criticità strutturali, come già anticipato con la nota di settembre, di cui si è fatto più volte cenno, con i fondi dell'ex Piano carceri la struttura di San Gimignano è oggetto di un finanziamento complessivo di circa 1.500.000 euro, per l'esecuzione sia di interventi di efficientamento energetico, con l'installazione di pannelli solari, termici e fotovoltaici, che di interventi di adeguamento delle centrali termica ed idrica e delle relative sottocentrali, per la produzione e distribuzione dell'acqua calda e sanitaria per le camere detentive, con previsione di recupero delle acque piovane e depurate. Tra gli interventi da eseguire grazie ai suddetti fondi sono stati contemplati, inoltre, anche quelli di manutenzione straordinaria per il miglioramento dell'approvvigionamento idrico, con l'integrazione dell'impianto di osmosi inversa, di quello di deferrizzazione e dei filtri.

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il sottosegretario per la risposta. Ovviamente apprezzo gli impegni che sono stati illustrati e gli intenti che sono stati esposti; io mi auguro che questi impegni, però, si traducano poi in risultati concreti. Lo dico perché vede, sottosegretario, lei ha parlato di procedure concorsuali - queste sono notizie importanti - e ha parlato di un direttore in pianta stabile: io le segnalo che purtroppo, nonostante questo, vista la criticità e la collocazione del carcere, dopo un po', sia gli agenti di polizia penitenziaria che purtroppo i direttori chiedono i trasferimenti e se ne vanno. Quindi, c'è proprio un problema che riguarda la criticità e anche, credo, la collocazione di questa struttura, ma mi rendo conto che diventa difficile ipotizzare una chiusura o una ristrutturazione di altra natura.

La ringrazio comunque, perché già in questi giorni ho avuto modo, come le dicevo, di parlare telefonicamente con il dottor Renna, che mi sembra voglia lavorare per risolvere alcuni dei problemi della struttura. Ed è importante che siano state stanziate delle risorse per gli impianti, anche se il problema grande è la mancanza di risorsa idrica e il mancato collegamento alla rete complessiva della fornitura idrica di quell'area con il carcere.

Aggiungo che io voglio ricordare che in questi anni, nonostante le criticità, è stato fatto uno sforzo enorme da tutte le istituzioni locali, in primis il comune di San Gimignano, attraverso il suo sindaco, che ha anche nominato un proprio garante per vigilare sul buon lavoro dentro quella struttura; lo ha fatto, finché ha potuto, l'amministrazione provinciale di Siena; lo hanno fatto anche alcuni soggetti del mondo economico, anche il mondo cooperativo, impegnandosi per cercare di realizzare alcune forme di attività che potessero rappresentare uno sbocco di lavoro sia dentro il carcere che fuori dal carcere.

Quindi, c'è un impegno complessivo di quel territorio, che io mi auguro possa contare su risposte certe e vere da parte dell'amministrazione centrale dello Stato e quindi del Governo e del DAP.