11/04/2023
Piero De Luca
Peluffo, Stefanazzi, Laus, Roggiani, Bonafè, Quartapelle Procopio, Malavasi, Graziano, Sarracino, Manzi, Ascani, Forattini, Cuperlo, Bakkali, Girelli, Scotto, D'Alfonso, Simiani, Gianassi, Casu, Barbagallo, Vaccari, Lai, Toni Ricciardi, Porta, De Maria, Ubaldo Pagano, Carè, Ghio, Zan, Ferrari, Marino, Di Biase, Serracchiani, Curti, Madia, Fassino, Di Sanzo
2-00124

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, per sapere – premesso che:

   all'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina, la Commissione europea, in risposta alle conseguenti difficoltà e volatilità del mercato energetico mondiale, ha presentato il piano REPowerEU, un piano finalizzato a risparmiare energia, produrre energia pulita, diversificare il nostro approvvigionamento energetico;

   l'obiettivo è quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, secondo modalità che garantiscano la coerenza con il Green Deal europeo;

   tali riforme e investimenti connessi al settore dell'energia devono essere definiti introducendo nei Pnrr nazionali un apposito capitolo dedicato al piano REPowerEU ai sensi del nuovo regolamento (UE) 2023/435;

   sulla base delle nuove linee guida della Commissione del 1° febbraio 2023, per il finanziamento dei capitoli RePowerEU gli Stati avranno a disposizione ulteriori 20 miliardi in sovvenzioni (12 dal Fondo per l'innovazione e 8 dalle aste anticipate di quote ETS) e di questi l'Italia ne avrà 2,76 (il 13,8 per cento). Inoltre, gli Stati potranno trasferire fino al 7,5 per cento delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale, dal Fondo sociale europeo Plus e dal Fondo di coesione, equivalenti per l'Italia a circa 2,1 miliardi. Infine, sono a disposizione anche i fondi non spesi della riserva di adeguamento alla Brexit (Italia 146,8 milioni);

   le riforme e gli investimenti nel capitolo dedicato al piano REPowerEU devono mirare a contribuire al conseguimento di almeno uno dei seguenti obiettivi:

    a) miglioramento delle infrastrutture e degli impianti energetici per rispondere alle esigenze immediate in termini di sicurezza dell'approvvigionamento di gas, incluso il gas naturale liquefatto, in particolare per consentire la diversificazione dell'approvvigionamento, nell'interesse dell'Unione nel suo complesso; le misure riguardanti le infrastrutture e gli impianti petroliferi necessari per rispondere alle esigenze immediate in termini di sicurezza dell'approvvigionamento possono essere inclusi nel capitolo dedicato al piano REPowerEU di uno Stato membro solo qualora tale Stato membro sia soggetto alla deroga temporanea eccezionale di cui all'articolo 3-quaterdecies, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 833/2014, a causa della sua dipendenza specifica dal petrolio greggio e della sua situazione geografica;

    b) promozione dell'efficienza energetica degli edifici e delle infrastrutture energetiche critiche, decarbonizzazione dell'industria, aumento della produzione e della diffusione del biometano sostenibile e dell'idrogeno rinnovabile o ottenuto senza combustibili fossili e aumento della quota e accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili;

    c) contrasto della povertà energetica di famiglie e imprese, comprese le piccole e medie imprese;

    d) incentivazione della riduzione della domanda di energia;

    e) contrasto delle strozzature interne e transfrontaliere nella trasmissione e nella distribuzione di energia, sostegno dello stoccaggio di energia elettrica e accelerazione dell'integrazione delle fonti energetiche rinnovabili, nonché sostegno dei trasporti a zero emissioni e delle relative infrastrutture, comprese le ferrovie;

    f) sostegno degli obiettivi di cui alle lettere da a) a e), attraverso la riqualificazione accelerata della forza lavoro, grazie all'acquisizione di competenze verdi e delle relative competenze digitali, e attraverso il sostegno delle catene del valore relative alle materie prime e tecnologie critiche connesse alla transizione verde;

   le misure del Pnrr destinate alla transizione verde, compresa la biodiversità, devono rappresentare almeno il 37 per cento della dotazione totale e almeno il 37 per cento dei costi totali stimati delle misure incluse nel capitolo dedicato al piano REPowerEU;

   con il Pnrr e il capitolo dedicato al piano REPowerEU, gli Stati membri sono tenuti a conseguire gli obiettivi in materia di coesione economica, sociale e territoriale di cui all'articolo 174 del Tfue, al fine di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite, prestando particolare attenzione alle zone remote, periferiche e isolate e alle isole;

   il regolamento (UE) 2022/18541 introduce un contributo di solidarietà temporaneo per le imprese e le stabili organizzazioni dell'Unione che svolgono attività nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e della raffineria. Gli Stati membri sono invitati a utilizzare una parte di tali proventi per promuovere in modo coerente sinergie e complementarità con le riforme e gli investimenti nei rispettivi capitoli dedicati al piano REPowerEU, al fine di finanziare misure da attuare a livello nazionale conformemente agli obiettivi del piano REPowerEU;

   le misure del capitolo Pnrr dedicato al piano REPowerEU devono essere o nuove riforme e investimenti, avviati a partire dal 1° febbraio 2022, o la parte rafforzata delle riforme e degli investimenti inclusi nella decisione di esecuzione del Consiglio già adottata per lo Stato membro interessato;

   recenti dichiarazioni alla stampa del capogruppo leghista alla Camera dei deputati Riccardo Molinari, riportano la volontà di arrivare a valutare di rinunciare a una parte dei fondi a debito; così pure il deputato Alberto Bagnai, in un intervento alla Camera del 4 aprile 2023, ha dichiarato che: «Nel merito, (...), fin dall'inizio, noi ci siamo posti il tema di quanto le priorità scelte in Europa, che il PNRR incorporava, fossero effettivamente compatibili con le esigenze del tessuto produttivo del nostro Paese»;

   il Pnrr, modificato con il capitolo REPowerEU, deve essere presentato alla Commissione entro il 30 aprile 2023 –:

   se il Governo sia in grado di rispettare la scadenza del 30 aprile 2023 per presentare il capitolo dedicato al piano REPowerEU;

   quali siano i progetti ricompresi nel capitolo del Pnrr dedicato al REPowerEU e in particolare come e se ciascuno di questi progetti contribuiscano al conseguimento degli obiettivi del REPowerEU con particolare riferimento a:

    a) contrasto alla povertà energetica;

    b) distribuzione territoriale in conformità al rispetto degli obiettivi in materia di coesione economica, sociale e territoriale e alla «clausola del 40 per cento»;

    c) rispetto della percentuale di almeno il 37 per cento dei costi totali stimati delle misure per contribuire efficacemente alla transizione verde, compresa la biodiversità;

    d) contributo alla diffusione delle energie rinnovabili, miglioramento dell'efficienza energetica e riduzione della dipendenza dai combustibili fossili;

    e) riqualificazione della forza lavoro per acquisire competenze verdi;

   se i progetti REPowerEU siano stati oggetto di consultazione con le autorità locali e regionali, parti sociali, organizzazioni della società civile, organizzazioni giovanili e altri portatori di interesse e come le relative istanze siano state recepite nella loro definizione.

Seduta del 14 aprile 2023

Illustrazione di Andrea Casu, risposta della Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Matilde Siracusano, replica di Piero De Luca

ANDREA CASU. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, illustro la nostra interpellanza per richiamare l'attenzione di quest'Aula, del Parlamento e di tutti noi sull'importanza del piano REPowerEU. Innanzitutto, come nasce questo piano? All'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina, la Commissione europea risponde alle conseguenti difficoltà e volatilità del mercato energetico mondiale, presentando un piano finalizzato a risparmiare energia, a produrre energia pulita e a diversificare il nostro approvvigionamento energetico.

C'è un obiettivo importante: rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, secondo modalità che garantiscano coerenza con il Green Deal europeo. Come procede questo piano? Attraverso riforme e investimenti connessi al settore dell'energia, definiti introducendo nei PNRR nazionali un apposito capitolo dedicato al piano REPowerEU.

Sulla base delle nuove linee guida della Commissione del 1° febbraio 2023, per il finanziamento dei capitoli REPowerEU gli Stati avranno a disposizione ulteriori 20 miliardi in sovvenzioni (12 dal Fondo per l'innovazione e 8 dalle aste anticipate di quote ETS) e di questi l'Italia ne avrà 2,76 (il 13,8 per cento). Inoltre, gli Stati potranno trasferire fino al 7,5 per cento delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale dal Fondo sociale europeo Plus e dal Fondo di coesione, equivalenti per l'Italia a circa 2,1 miliardi.

Infine, sono a disposizione anche i fondi non spesi della riserva di adeguamento alla Brexit (per l'Italia 146,8 milioni). Queste sono le cifre. Si tratta di cifre importanti che non possiamo assolutamente permetterci di sprecare.

Veniamo adesso agli obiettivi, fondamentali per il nostro Paese. Innanzitutto, vi è il miglioramento delle infrastrutture e degli impianti energetici, per rispondere alle esigenze immediate in termini di sicurezza dell'approvvigionamento di gas, incluso il gas naturale liquefatto, in particolare, per consentire la diversificazione dell'approvvigionamento, nell'interesse dell'Unione nel suo complesso; le misure riguardanti le infrastrutture e gli impianti petroliferi necessari per rispondere alle esigenze immediate in termini di sicurezza dell'approvvigionamento possono essere inclusi nel capitolo dedicato al piano REPowerEU di uno Stato membro, solo qualora tale Stato membro sia soggetto a deroga temporanea eccezionale, a causa della sua dipendenza specifica dal petrolio greggio e della sua situazione geografica.

Il secondo punto concerne i seguenti temi: promozione dell'efficienza energetica degli edifici e delle infrastrutture energetiche critiche; decarbonizzazione dell'industria; aumento della produzione e della diffusione del biometano sostenibile e dell'idrogeno rinnovabile o ottenuto senza combustibili fossili; aumento della quota e accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili.

In terzo luogo, vi è il contrasto alla povertà energetica di famiglie e imprese, comprese le piccole e medie imprese.

Quarto punto è l'incentivazione della riduzione della domanda di energia. In questo campo, possono avere un ruolo strategico e fondamentale anche i nostri comportamenti, le nostre scelte individuali e collettive, ma bisogna mettere le persone nelle condizioni di operare le scelte migliori per l'interesse personale, familiare, delle imprese e nazionale.

Quinto punto: contrasto delle strozzature interne e transfrontaliere nella trasmissione e nella distribuzione di energia; sostegno dello stoccaggio di energia elettrica e l'accelerazione dell'integrazione delle fonti energetiche rinnovabili; sostegno dei trasporti a zero emissioni e delle relative infrastrutture, comprese le ferrovie.

Il sesto punto è la riqualificazione accelerata della forza lavoro, grazie all'acquisizione di competenze verdi e delle relative competenze digitali, attraverso il sostegno delle catene del valore relative alle materie prime e a tecnologie critiche connesse alla transizione verde.

Le misure del PNRR destinate alla transizione verde, compresa la biodiversità, devono rappresentare almeno il 37 per cento della dotazione totale e almeno il 37 per cento dei costi totali stimati dalle misure, incluse nel capitolo dedicato al piano REPowerEU.

Con il PNRR e il capitolo dedicato al piano REPowerEU, gli Stati membri sono tenuti a conseguire obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale, per ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite, prestando sempre particolare attenzione alle zone remote, periferiche, isolate e alle nostre isole. Inoltre, vi è anche un contributo di solidarietà temporaneo per le imprese e le stabili organizzazioni dell'Unione che svolgono attività nei settori del petrolio greggio e del gas naturale.

Perché abbiamo descritto questo piano? Perché l'abbiamo ricordato oggi in quest'Aula? Perché le dichiarazioni stampa del capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, riportano la volontà di arrivare a valutare a rinunciare a una parte dei fondi a debito. Così pure il deputato Alberto Bagnai, in un intervento alla Camera del 4 aprile, ha dichiarato: “Nel merito (…) fin dall'inizio ci siamo posti il tema di quanto le priorità scelte in Europa che il Pnrr incorporava fossero effettivamente compatibili con le esigenze del tessuto produttivo del nostro Paese”.

Oggi è il 14 aprile. Il PNRR, modificato con il capitolo REPowerEU, deve essere presentato alla Commissione entro il 30 aprile, due settimane, poche ore in più. Non il Partito Democratico, ma tutto il Paese si chiede e ci chiede se il Governo sarà in grado di rispettare la scadenza del 30 aprile per presentare il capitolo dedicato al REPowerEU. Si chiede, altresì, quali siano i progetti compresi, se ci sia stata condivisione con le autorità locali e regionali, le parti sociali, le organizzazioni della società civile, le organizzazioni giovanili e gli altri portatori di interesse. Noi non conosciamo le istanze relative a questo piano. Invece, deve essere chiaro, non solo quali siano, ma come possano consentire di raggiungere gli obiettivi strategici.

Chiedo solo qualche attimo per aggiungere un punto. Veniamo da un inverno meno lungo e meno freddo di quello che temevamo e questo ci ha consentito, come sistema Paese, di consumare meno energia di quanto preventivato.

Ciò non significa, però, che quanto abbiamo risparmiato in inverno non ci debba servire in estate, perché potremmo avere un'estate più lunga e più calda di quello che abbiamo preventivato. I numeri straordinari della ripresa turistica che abbiamo avuto a Pasqua, con le nostre città piene di turisti, sono una notizia importante e un rilancio della nostra economia e di una grande industria strategica del Paese, che è l'industria turistica. Ma l'industria turistica è un'industria energivora tra le industrie energivore, perché serve energia per accogliere, serve energia per trasportare, serve energia per riscaldare e per raffreddare, quando è estate, il turista che viene nelle nostre città. Noi abbiamo bisogno di tantissima energia. Da questo punto di vista è molto importante avere le idee ben chiare sia su come, in termini strategici, noi costruiamo, attraverso la pianificazione del REPowerEU, gli obiettivi e i passaggi che ci servono a consumare di meno e utilizzare meglio ciò che produciamo, quindi in un lungo orizzonte, sia anche nel breve periodo.

Quindi è un ulteriore elemento, che aggiungo, di riflessione in vista di quello che ci aspetta per la prossima estate. Non è solo importante e fondamentale conoscere il REPowerEU nella sua prospettiva ma anche come ci stiamo attrezzando per la straordinarietà del momento che stiamo attraversando.

 

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Casu e anche l'onorevole De Luca, che è il primo firmatario dell'interpellanza. In premessa, ci tenevo a specificare che il Governo ha perfetta consapevolezza dell'importanza di questo strumento, oggetto della sua interpellanza. Vorrei precisare che, anche in riferimento ad alcune accuse poste in essere dall'opposizione in riferimento all'atteggiamento di chiusura del Governo rispetto alla condivisione dei programmi, devo dire che nei giorni passati, nell'ambito della discussione del decreto PNRR al Senato, c'è stata un'ampia condivisione e anche un atteggiamento estremamente positivo di apertura da parte del Ministro Fitto rispetto alle opposizioni e rispetto al suo gruppo politico, sia in sede di Commissione, nelle fase emendativa, sia in sede di discussione in Aula al Senato. Ci tenevo a fare questa precisazione.

In riferimento alla sua interpellanza, occorre precisare che il regolamento (UE) 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 febbraio 2023, oltre a modificare i regolamenti (UE) 1303/2013, 2021/1060 e 2021/1755 e la direttiva 2003/87/CE, reca altresì modifiche al regolamento (UE) 2021/241, ovvero al regolamento istitutivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In particolare, detto regolamento ha previsto l'inserimento del capitolo dedicato al piano REPowerEU nel PNRR, sulla base della considerazione che: “Dopo l'adozione del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli eventi geopolitici senza precedenti provocati dalla guerra di aggressione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina e l'aggravarsi delle conseguenze dirette e indirette della crisi COVID-19 hanno avuto ripercussioni considerevoli sulla società e sull'economia dell'Unione, sulla sua popolazione e sulla sua coesione economica, sociale e territoriale. In particolare, è più che mai evidente che per una ripresa efficace, sostenibile e inclusiva dalla crisi COVID-19 sono indispensabili la sicurezza energetica e l'indipendenza energetica dell'Unione, essendo queste tra i principali fattori che contribuiscono alla resilienza dell'economia dell'Unione”. L'inserimento nei piani per la ripresa e la resilienza di un capitolo dedicato al piano REPowerEU è inoltre funzionale a “ottimizzare la complementarità, la coerenza e la coesione delle strategie e delle azioni intraprese dall'Unione e dagli Stati membri per promuovere l'indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico dell'Unione”.

Occorre poi ricordare che l'iniziativa REPowerEU è stata attuata dalla stessa Commissione europea anche mediante l'introduzione di opportune modifiche ai programmi legati alle politiche di coesione, allo scopo di renderli idonei a fronteggiare l'emergenza energetica. Al regolamento REPowerEU è infatti collegata la possibilità di utilizzare le risorse della programmazione 2014-2020 per finanziare misure eccezionali per supportare le piccole e medie imprese colpite dall'aumento del prezzo dell'energia e sostenere le famiglie bisognose nell'affrontare le spese energetiche, unitamente ad un uso flessibile del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo.

L'introduzione del capitolo aggiuntivo PNRR relativo al REPowerEU consente, dunque, di avviare l'allineamento dei quadri programmatori delle diverse fonti di finanziamento, sia europee sia nazionali, in materia di coesione e di assicurarne il coordinamento per una gestione maggiormente efficace ed efficiente. Il 2023 è l'anno di conclusione del ciclo di programmazione delle politiche di coesione 2014-2020 e di avvio del ciclo di programmazione 2021-2027, ma è anche l'anno in cui il PNRR entra nella fase di realizzazione dei progetti e degli investimenti. La razionalizzazione e il coordinamento del quadro complessivo degli interventi attuativi delle diverse programmazioni rappresentano, pertanto, un'esigenza ineludibile.

Sulle tempistiche di presentazione del capitolo REPowerEU il regolamento (UE) 2023/435, entrato in vigore il 1° marzo 2023, non prevede la data del 30 aprile come termine perentorio per la presentazione dell'aggiornamento del PNRR comprensivo del capitolo REPowerEU. Infatti, il regolamento si limita esclusivamente a sollecitare la presentazione, da parte degli Stati membri, dei suddetti capitoli preferibilmente entro due mesi dalla sua entrata in vigore, ovvero entro il 30 aprile 2023.

L'unico termine da osservare è costituito dalla data 31 agosto 2023, come indicato nella successiva comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01, pubblicata in data 3 marzo 2023, recante gli “Orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU”. In particolare, detta comunicazione indica come termine legale, e dunque come scadenza per gli Stati per la presentazione dell'aggiornamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ivi compreso quello derivante dall'inserimento del capitolo REPowerEU, la data del 31 agosto 2023. L'Italia, in linea con le indicazioni della Commissione e facendo seguito all'incontro del RRF Expert Group del 12 gennaio ultimo scorso, ha avviato, in data 6 febbraio, la consultazione dei principali stakeholders. Il confronto è stato inizialmente avviato con le principali società pubbliche e con le amministrazioni centrali dello Stato e, successivamente, esteso anche alle regioni e agli enti locali al fine precipuo di ricevere proposte condivise, coerenti con le finalità del capitolo REPowerEU ed effettivamente realizzabili entro i termini previsti dal dispositivo di ripresa e resilienza. Al riguardo, occorre considerare che il REPowerEU al momento ha una dotazione finanziaria di 20 miliardi derivanti dalle quote ETS. Avendo l'Italia già utilizzato tutta la quota dei contributi a fondo perduto di 122 miliardi di euro sotto forma di prestiti resi disponibili dal dispositivo di ripresa e resilienza, la quota italiana dei fondi REPowerEU è pari a 2,7 miliardi di euro, ai quali si può aggiungere fino al 7,5 per cento dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione.

Conseguentemente, è indispensabile che il capitolo REPower del PNRR italiano sia costituito da riforme e investimenti non solo realizzabili entro l'arco temporale del dispositivo di ripresa e resilienza ma anche in grado di contribuire effettivamente a realizzare gli obiettivi di diversificazione dell'approvvigionamento energetico, in particolare dei combustibili fossili, nonché di aumentare la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico, così come declinati dall'articolo 21-quater, paragrafo 3, del regolamento (UE) 241/2021 e ricordati dagli onorevoli interpellanti.

Il Governo, a far data dal 9 marzo scorso, ha avviato, così come previsto dai citati orientamenti, costanti interlocuzioni con la Commissione europea in ordine all'avanzamento dell'istruttoria relativa all'aggiornamento del PNRR e al capitolo REPowerEU finalizzate a concordarne preventivamente i contenuti, nonché i tempi e i modi della loro presentazione. Quanto ai progetti ricompresi nel capitolo REPowerEU, si rappresenta che, essendo ancora in corso l'attività istruttoria, non è possibile allo stato fornire elementi di dettaglio. Tuttavia, si può anticipare che quelli acquisiti e in corso di valutazione riguardano interventi per la sicurezza energetica, il miglioramento della rete, l'aumento della produzione da fonti rinnovabili, misure e incentivi per la decarbonizzazione delle imprese, nonché misure per sostenere la filiera produttiva.

Ovviamente, si tratta di una parte delle misure che potranno essere incluse nel capitolo REPower, nel quale, come noto, possono essere inserite riforme e investimenti finalizzati a: migliorare le infrastrutture e gli impianti energetici per soddisfare le esigenze immediate di sicurezza dell'approvvigionamento di gas, compreso il GNL, in particolare per consentire la diversificazione dell'approvvigionamento nell'interesse dell'Unione nel suo complesso; aumentare l'efficienza energetica negli edifici e nelle infrastrutture energetiche critiche, decarbonizzare l'industria, incrementare la produzione e l'adozione di biometano sostenibile, idrogeno rinnovabile o privo di combustibili fossili e aumentare la quota e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili; affrontare la povertà energetica; incentivare la riduzione della domanda di energia; affrontare le strozzature interne e transfrontaliere nella trasmissione e distribuzione dell'energia, sostenere lo stoccaggio dell'elettricità e accelerare l'integrazione delle fonti di energia rinnovabile, nonché sostenere il trasporto a zero emissioni e le relative infrastrutture, comprese le ferrovie.

Sono, inoltre, finalizzati a sostenere gli obiettivi sopra ricordati, attraverso una riqualificazione accelerata della forza lavoro verso le competenze verdi e le relative competenze digitali, nonché il sostegno alle catene del valore delle materie prime e delle tecnologie critiche legate alla transizione verde.

Concludo, ribadendo che, come da impegno assunto ieri al Senato, mediante l'approvazione di un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico al disegno di legge di conversione del decreto-legge PNRR, al fine precipuo di garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento in merito all'aggiornamento del Piano e all'utilizzo delle risorse dei fondi REPowerEU, il Governo provvederà appunto a trasmettere alle Camere una relazione illustrativa, nella quale saranno indicati gli investimenti e le riforme inserite nella proposta di aggiornamento, comprensive del capitolo REPowerEU.

 

PIERO DE LUCA. Grazie, Presidente. Ringrazio la rappresentante del Governo, per la risposta che ha fornito alla nostra interpellanza. Devo ammettere, però, di non essere particolarmente soddisfatto della risposta, perché non sono stati forniti, in realtà, chiarimenti precisi proprio in merito all'oggetto dell'interpellanza, e ne spiegherò le ragioni.

Come è stato ricordato anche dal collega Casu, il programma REPowerEU è stato presentato come un grande Piano strategico della Commissione, approvato poi con un preciso regolamento, richiamato anche dal Governo, l'(EU) 2023/435, per rispondere a tre esigenze in particolare, accelerate, nelle ragioni politiche – purtroppo – dall'invasione della Russia in Ucraina. Le tre esigenze sono, innanzitutto, quella di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, inserendosi nel pacchetto Fit for 55 e nella riduzione, quindi, delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 e nel raggiungimento degli obiettivi della neutralità climatica entro il 2050, il cosiddetto Green Deal, la coerenza col Green Deal dell'Unione europea: contribuire a programmi di lotta ai cambiamenti climatici, abbattimento dei gas a effetto serra e neutralità climatica entro il 2050.

Tuttavia, ci sono anche altre ragioni strategiche e politiche che motivano il Piano REPowerEU, la prima è quella legata appunto all'autonomia strategica nell'approvvigionamento energetico da parte dell'intero continente europeo, che si aggiunge e si accompagna all'obiettivo ulteriore di aiutare le famiglie e le imprese ad abbattere i costi dell'energia nel nostro Paese. Venivano ricordate le imprese del comparto turistico, ma tutte le nostre famiglie stanno soffrendo, da mesi, purtroppo, l'aumento dei costi dell'energia, dell'approvvigionamento di luce elettrica e di gas.

Questi obiettivi sono quelli che gli Stati devono accompagnare con un impegno specifico. Questi impegni sono indicati in modo chiaro all'interno del regolamento e la data del 30 aprile 2023 non è indicativa, ma è una data precisa entro la quale la Commissione invitava - e invita - gli Stati membri a presentare i propri progetti da inserire nel PNRR legati al piano REPowerEU. C'è una data finale per ottenere i prestiti, ma la data indicata per presentare i progetti è appunto quella del 30 aprile 2023. Certo, se non si presentano i progetti, non si otterranno le risorse, ma c'è una data indicata in modo esatto e, a quanto apprendiamo oggi, il Governo è in ritardo, perché ci viene confermato che l'elaborazione dei programmi è ancora in corso, che le interlocuzioni, quelle che finora sono state svolte, ovviamente, sono assolutamente parziali ed altre sono in programma, ma evidentemente non saranno concluse entro il termine del 30 aprile, e non si ha ancora un'idea precisa - perché questo è stato, con grande onestà intellettuale, ammesso dal Governo - su quali siano i progetti che si intenderanno presentare alla Commissione europea per la successiva approvazione, secondo le regole di procedura del Recovery Plan.

A questo stato dell'arte di incompletezza dei lavori e di confusione che ancora regna nel Governo aggiungiamo un dato, che noi abbiamo denunciato e stiamo denunciando da tempo, rispetto all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ossia il mancato coinvolgimento del Parlamento, in un dialogo costruttivo, costante ed efficace, sulle idee di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo ha annunciato di voler portare avanti e sulle idee di attuazione dei programmi legati appunto al REPowerEU. Il Parlamento, ad oggi, non è stato minimamente coinvolto, questa è la realtà. La discussione che si è svolta in Senato e che si svolgerà anche qui, presso la Camera dei deputati, dalla prossima settimana, riguarda le regole di governance, su cui pure abbiamo espresso forti perplessità, che reitereremo in questa Camera, legate, ad esempio, all'accentramento del coordinamento - non solo, politico, ma anche tecnico-operativo - dell'attuazione dei piani a Palazzo Chigi e non più al MEF, perché questo rischia di creare un collo di bottiglia, delle strozzature che rallentano e insabbiano ulteriormente l'attuazione del Piano. Il Parlamento non è ancora stato minimamente coinvolto in merito alle idee che ha il Governo sulle modifiche da apportare al Piano nazionale di ripresa e resilienza; dire modifiche significa anche correre il rischio di perdere alcune risorse e siccome alcuni esponenti di forze politiche del Governo e della maggioranza hanno espressamente ammesso e dichiarato di voler rinunciare, o di preferire rinunciare, ad alcune risorse, noi ribadiamo in quest'Aula, anche oggi, che siamo profondamente contrari a questa idea di perdere un'opportunità storica, di perdere risorse dedicate alla coesione sociale e territoriale, dedicate e rivolte alla digitalizzazione del Paese e, soprattutto, rivolte alla transizione ambientale ed ecologica del nostro Paese e, di conseguenza, dell'intero continente.

Da questo punto di vista, il messaggio che noi lanciamo è molto chiaro: vi invitiamo a fare il massimo per utilizzare appieno le risorse che abbiamo ottenuto in Europa negli anni passati; guai a immaginare di rinunciare a parte di fondi che sono, innanzitutto, per quota parte, a fondo perduto; poi, sicuramente si tratta di prestiti, ma con tassi di interesse fortemente agevolati rispetto al costo del denaro che avremmo se andassimo a reperire le risorse sul mercato.

Allora, abbiamo un Piano già strutturato, se ci sono elementi su cui intervenire per l'aumento del costo dell'energia in modo chirurgico, lo si faccia, ma si deve coinvolgere il Parlamento; se ci sono altre idee, legate alla volontà di smantellare questo Piano, di tornare indietro, di insabbiarlo o di fare qualcosa di completamente diverso, noi non ci stiamo e chiediamo - e stiamo chiedendo - un'operazione trasparenza e verità al Governo; niente di particolare, ma occorre informare il Parlamento e, quindi, l'Italia, su cosa il Governo intenda fare di queste risorse che sono destinate al futuro, oltre che al presente, del nostro Paese.

I progetti del piano REPowerEU, come ricordava perfettamente il collega Casu, sono volti a migliorare le infrastrutture degli impianti energetici, ad affrontare e a risolvere i temi della sicurezza e dell'approvvigionamento di gas, incluso il gas naturale liquefatto, della promozione e dell'efficientamento energetico degli edifici, delle infrastrutture energetiche, del sostegno alla decarbonizzazione dell'industria, del sostegno e della diffusione del biometano sostenibile, dell'idrogeno rinnovabile, delle rinnovabili, del contrasto alla povertà energetica delle famiglie e delle imprese, del rafforzamento di tutta la rete delle rinnovabili e delle competenze, anche occupazionali, verdi e digitali, attraverso il sostegno anche alla realizzazione di nuove catene di valore per sostenere la creazione di materie prime tecnologiche critiche connesse alla transizione verde. C'è un piano strategico complessivo e l'Italia non può perdere questa occasione; non possiamo permetterci ulteriori ritardi, quali quelli cui stiamo assistendo, per esempio, riguardo all'attuazione dei programmi già in corso. La verità è che il Governo ha fatto fatica, finora, ad avviare, a riavviare la macchina e il motore del PNRR, dopo aver ricevuto il passaggio di consegne dal Governo Draghi. Ha fatto fatica a completare i 55 obiettivi dello scorso anno e il ritardo nel pagamento della terza tranche da 19 miliardi di euro, purtroppo, lo testimonia, e siamo preoccupati per quanto riguarda l'attuazione dei 27 obiettivi di questo semestre, perché mentre noi siamo concentrati su quelli del precedente semestre, ricordiamo a tutti che siamo oggi al 14 aprile e mancano pochi mesi alla conclusione di un prossimo ciclo di interventi, che dovrebbe portarci ad ottenere un'ulteriore rata da 16 miliardi di euro, di cui non stiamo minimamente parlando.

Queste sono le problematiche che stiamo ponendo con grande serietà e anche con grande spirito costruttivo, dando la disponibilità al dialogo, ma questa disponibilità finora è mancata, e, anche da questo punto di vista, non tolleriamo lo scaricabarile sui precedenti Esecutivi.

I precedenti Esecutivi hanno avuto un contatto e un dialogo costante con il Parlamento, che si è concretizzato in tre successive risoluzioni, portate avanti da settembre, dal primo Piano presentato al Parlamento fino agli ultimi interventi dell'aprile 2021.

Abbiamo adesso l'esigenza di recuperare un dialogo che è mancato finora. Chiediamo un'operazione verità, chiediamo un'operazione trasparenza e chiediamo di coinvolgere il Parlamento nella possibilità di comprendere cosa si intenda fare di un Piano che non appartiene ad una singola forza politica o a un singolo Governo, ma è patrimonio dell'intero Paese. Speriamo che questo spirito costruttivo venga raccolto e che non si perda questa occasione straordinaria per rilanciare e riformare l'Italia e cogliere questi obiettivi, anche legati alla transizione energetica, a quella ambientale, e all'autonomia, strategica, energetica del Paese e dell'intero continente europeo.