11/07/2023
Lia Quartapelle Procopio
Sarracino, Roggiani, Cuperlo, Tabacci, Marino, Stefanazzi, Andrea Rossi, Forattini, Di Sanzo, Gribaudo, Gianassi, Carè, Guerini, Malavasi, Simiani, Laus, Stumpo, Serracchiani, Scarpa, Toni Ricciardi, Porta, Bakkali, D'Alfonso, Mauri
2-00190

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   in Italia negli ultimi anni si sono verificati numerosi incidenti gravi e anche mortali a causa dell'angolo cieco dei mezzi pesanti, ovvero la limitata o nulla visibilità che i conducenti hanno su determinate zone intorno al loro veicolo;

   questo risulta particolarmente pericoloso in contesti urbani, dove i mezzi pesanti condividono la strada con pedoni e veicoli più piccoli come le biciclette. Dall'inizio dei 2023, su tutto il territorio italiano, si sono registrate 86 vittime tra i ciclisti di cui 4 a Milano, queste ultime tutte causate da camion e betoniere (a cui va aggiunta l'uccisione di una donna a piedi, investita da un camion in retromarcia). A livello nazionale gli incidenti mortali causati da autocarri sono stati 17;

   il Piano nazionale della sicurezza stradale (PNSS 2030), approvato lo scorso anno dal Cipess su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, pone una particolare enfasi sull'impatto della circolazione dei veicoli pesanti sulla sicurezza stradale dell'utenza più vulnerabile della strada nelle città, in particolare sul «Sistema di rilevamento punto cieco (Blind Spot Warning, BSW)» e l'«Avviso di collisione con pedoni e ciclisti (Moving Off Inhibit System, MOIS)»;

   il costo dell'installazione di un kit per eliminare un angolo cieco su un mezzo pesante è di poche centinaia di euro;

   la città di Londra ha introdotto norme a partire dal 2021 che consentono l'accesso solo ai mezzi pesanti che rispettano determinati standard di sicurezza, inclusa la soluzione dell'angolo cieco. Questo ha determinato una significativa riduzione del numero di incidenti mortali che coinvolgono biciclette e pedoni causati dai camion;

   il consiglio comunale di Milano ha approvato a gennaio 2023 un ordine del giorno che impegna il sindaco e la giunta a incentivare l'equipaggiamento del kit di eliminazione dell'angolo cieco e a limitare l'accesso in città ai mezzi pesanti che ne sono sprovvisti;

   nonostante l'Unione europea abbia emanato una direttiva nel 2022 che impone l'adozione di tecnologie per eliminare l'angolo cieco sui i nuovi mezzi pesanti immessi sul mercato a partire da luglio 2024, considerando la lunga vita operativa di questi veicoli (la metà dei mezzi pesanti in circolazione ha più di 15 anni), potrebbero passare decenni prima che tutti i camion in circolazione ne siano equipaggiati;

   nella riforma del codice della strada annunciata dal Ministro Salvini, non figura nessuna di queste misure –:

   se il Governo consideri questa situazione un'emergenza di sicurezza dei cittadini e dei ciclisti italiani;

   se il Governo non ritenga di dover dare seguito al Piano nazionale della sicurezza stradale, adottando iniziative di competenza volte ad obbligare i mezzi pesanti a equipaggiarsi con kit per eliminare l'angolo cieco, così da garantire strade più sicure per tutti.

 

Seduta del 18 luglio 2023

Illustrazione e replica di Lia Quartapelle Procopio, risposta del Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Tullio Ferrante.

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. C'è un'urgenza che riguarda centinaia di migliaia di persone in Italia, che abitano, vivono o usano soprattutto le grandi città, ed è un'urgenza che riguarda la cosiddetta mobilità sostenibile, ossia una mobilità dolce, che riguarda ciclisti e pedoni.

Parto dalla mia città, Milano, dove, a novembre 2022, Silvia Salvarani, una donna di 66 anni, è stata uccisa da una betoniera mentre stava andando in bicicletta nella zona di Porta Nuova. Il 1° febbraio 2023, la trentottenne Veronica D'Inca' è stata investita da un camion che l'ha schiacciata mentre svoltava all'angolo tra piazzale Loreto e viale Brianza. Pochi giorni dopo, Angela Bisceglia, di 95 anni, è stata investita e uccisa sul marciapiede da un furgone che stava facendo retromarcia impropriamente per scendere da un marciapiede. Il 20 aprile, Cristina Scozia, trentanovenne, madre di una bambina di 6 anni, è stata travolta e uccisa da una betoniera a fianco della Biblioteca Sormani, in bicicletta, in via Francesco Sforza. Infine, l'8 maggio, Li Tianjiao, un uomo di 55 anni, è stato ucciso da un camion, che l'ha trascinato per 300 metri, prima di rendersi conto di quello che era successo. Il 22 giugno, Alfina D'amato, una donna di 60 anni, è stata travolta e uccisa da una betoniera, ancora una volta mentre era in bicicletta, e lascia un figlio di 14 anni. Sono 6 morti, 6 morti probabilmente evitabili, perché la dinamica di questi incidenti è esattamente la stessa: un mezzo pesante - un camion o una betoniera - svolta e non si accorge che, sulla destra, c'è una bicicletta, perché la bici si trova nel cosiddetto angolo cieco, cioè una zona intorno al veicolo su cui il guidatore non ha alcun tipo di visibilità.

Fare uso della mobilità dolce, ossia utilizzare la bicicletta o andare a piedi, è una scelta che porta dei vantaggi, non solo per chi lo fa ma per tutta la società: vuol dire occupare meno spazio nelle strade, diminuire il traffico, ridurre le emissioni e l'inquinamento. Eppure, questo Governo non sta facendo nulla per incentivare l'utilizzo della mobilità dolce e, soprattutto, per supportare e proteggere chi fa questa scelta, proprio in un momento in cui questa dovrebbe essere una scelta che viene incentivata. Non c'è bisogno di ricordare a quest'Aula e al Sottosegretario quello che si vive fuori da quest'Aula, ossia il caldo pazzesco che stiamo subendo.

Ogni mese, in Italia, muoiono un ciclista o un pedone, investiti da camion o betoniere. Questo angolo cieco può essere rimosso grazie a un kit di videocamere e schermi che costa poche centinaia di euro. A Londra questo kit è obbligatorio per i mezzi pesanti dal 2020 e le collisioni fatali di questo tipo sono diminuite del 75 per cento. La scorsa settimana, il comune di Milano, che è la città che è stata particolarmente colpita da questo tipo di incidenti, dopo un ordine del giorno del consigliere comunale Marco Mazzei, ha approvato una delibera che impone l'installazione del kit su tutti i mezzi pesanti che vogliono entrare in città in orari diurni.

Silvia, Veronica, Angela, Cristina, Li, Alfina: queste persone lasciano una famiglia. Le loro morti potevano essere evitate e potevano essere evitate con una spesa di poche centinaia di euro, in una dinamica che diventa sempre più frequente nei centri urbani. Come fa il Governo a ignorare questa emergenza? Che intenzioni avete per evitare morti come queste? Per ora la risposta a questa domanda è uno spazio vuoto, perché nel nuovo codice della strada, che voi avete varato, non c'è nulla. Anzi, nel vostro codice della strada si osteggiano le zone a traffico limitato e si rende più difficile crearle. Milano ha deciso di proteggere le vite dei ciclisti, imponendo quest'obbligo, proprio perché ha fatto la scelta di avere una ZTL di cui si possono controllare gli ingressi. Ma se il Governo non fa nulla, la decisione di Milano resta confinata a Milano o rischia, addirittura, di essere impugnata. Quindi la domanda è molto semplice, ossia qual è l'intenzione del Governo per favorire qualsiasi misura per evitare morti come queste, che sono evitabili.

 

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, il Piano nazionale della sicurezza stradale è uno strumento di programmazione, adottato dal MIT, che ha l'obiettivo generale di ridurre, rispetto al 2019, le vittime e i feriti gravi del 50 per cento entro il 2030.

Nel documento sono definiti obiettivi specifici per ciascuna categoria a rischio al fine di massimizzare l'efficienza e l'efficacia delle risorse da investire per il miglioramento della sicurezza sulle nostre strade. Il Piano dovrà essere realizzato attraverso 5 programmi di attuazione, di durata biennale. Dal punto di vista delle linee strategiche generali, nel Pilastro 3 del suddetto Piano, denominato Veicoli più sicuri, vengono indicati fra gli altri, sulla base delle indicazioni della Commissione europea, gli obiettivi di miglioramento della sicurezza dei veicoli e di promozione della diffusione di dotazioni di sicurezza, nonché l'applicazione di nuove tecnologie ai veicoli sempre ai fini della sicurezza sulle nostre strade.

In particolare, occorre tenere presente che il regolamento europeo 2144 del 2019, detto General Safety Regulation, contempla i sistemi e i componenti di assistenza alla guida concepiti e costruiti per tutti i veicoli a motore, e dunque autovetture, veicoli commerciali leggeri, veicoli commerciali pesanti. Il GSR prevede l'obbligo di installazione dei sistemi indicati dagli onorevoli interpellanti, ossia del Sistema di rilevamento punto cieco, il Blind Spot Warning, e dell'Avviso di collisione con pedoni e ciclisti, il cosiddetto Moving Off Inhibit System, per tutti i mezzi pesanti di nuova omologazione già a partire dal 6 luglio scorso.

Il termine per quelli di nuova immatricolazione è fissato invece al 7 luglio del 2024. Pertanto i veicoli nuovi circoleranno sul territorio muniti dei sistemi indicati a partire da tale data. Nei prossimi programmi di attuazione del Piano è già previsto di favorire la diffusione di veicoli con tali dispositivi, definendone le modalità attuative. Sono in corso di valutazione misure per incentivare l'acquisto di dispositivi omologati per i veicoli già circolanti, accompagnate da apposite campagne di comunicazione per favorire un corretto comportamento su strada, al fine di aumentarne l'efficacia.

Aggiungo che il disegno di legge sulla sicurezza stradale, approvato in esame preliminare lo scorso 27 giugno dal Consiglio dei ministri, contiene una serie di misure normative e amministrative finalizzate a migliorare la sicurezza stradale con regole più efficaci negli ambiti in cui si registrano le criticità maggiori e i più alti tassi di incidentalità. Tra queste anche quelle sulla mobilità dolce, considerato che il maggiore uso di biciclette e veicoli di micromobilità genera effetti positivi in termini di riduzione dell'inquinamento e del traffico, ma richiede apposite strategie per il contenimento del rischio stradale.

In particolare, tra quelle previste per i ciclisti segnalo la modifica della disciplina in tema di sorpasso di cui all'articolo 148 del codice della strada, con l'estensione dell'obbligo di distanziamento a tutte le tipologie di strade, sia urbane sia extraurbane, allo scopo di innalzare i livelli di sicurezza, e l'introduzione di disposizioni di coordinamento con la nuova disciplina in materia di casa avanzata. Il disegno di legge apporterà modifiche puntuali al codice della strada, che saranno poi recepite in una successiva revisione organica del codice, volta alla razionalizzazione, al riordino e al coordinamento delle disposizioni vigenti, attraverso apposita delega disciplinata dall'articolo 17 del provvedimento.

In particolare, è indicata specificatamente l'adozione di misure per la tutela dell'utenza debole della strada, come definita nel codice, con specifico riguardo ai ciclisti e ai conducenti di velocipedi a propulsione prevalentemente elettrica, da attuarsi attraverso l'introduzione di disposizioni atte a favorire, anche in relazione all'evoluzione del progresso tecnologico, la diffusione e l'installazione di sistemi telematici ed elettronici, ai fini della sicurezza della circolazione.

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO.  Sottosegretario, non sono soddisfatta, e penso che anche lei, se riflette su quello che ha detto, non può non sentire un senso di responsabilità. Lei conosce bene la materia del Ministero di cui è Sottosegretario, sa che il parco circolante dei mezzi pesanti in Italia ha un'età media di 14 anni. Quindi dire che vi sentite la coscienza a posto perché avete messo un obbligo che partirà da luglio del 2024 sui veicoli di nuova immatricolazione o di nuova omologazione vuol dire mettere una goccia in mezzo all'oceano. Tutte le morti che ci saranno nei prossimi mesi, finché voi non metterete un obbligo più stringente, saranno responsabilità diretta di vostre mancate scelte. E non potete dire che il problema si risolve con il divieto di sorpasso. Gli incidenti di cui ho parlato sono stati incidenti mortali che hanno rovinato la vita delle persone che li hanno subiti, delle loro famiglie, che hanno terminato la vita delle persone che li hanno subiti, che hanno distrutto la vita delle loro famiglie, ma che hanno distrutto anche la vita dei lavoratori che erano su quei mezzi pesanti e che, per un errore tragico, drammatico, si sono visti completamente rovinare la vita loro stessi.

Tutti gli incidenti sono avvenuti perché c'è un punto cieco, non è un problema di sorpasso, e voi dovete rispondere a questo fatto, che riguarda la mobilità dolce in tutte le grandi città. Altre grandi città, e torno all'esempio di Londra, hanno fatto delle scelte. Voi queste scelte avete deciso di non farle, probabilmente perché ritenete i ciclisti un intralcio, probabilmente perché avete delle resistenze di carattere ideologico rispetto alle scelte di mobilità sostenibile, tant'è che nel nuovo codice della strada che voi state per approvare, che voi approverete, non c'è un riferimento a qualsiasi scelta che possa proteggere i ciclisti nelle grandi città.

Oggi andare in bici nelle grandi città significa fare un percorso a ostacoli. Un esempio sono i camion per le strade. Le grandi aziende di logistica impongono ai loro lavoratori turni sfiancanti, con obiettivi di consegna estremamente elevati. Lo sappiamo, ne abbiamo discusso 100.000 volte in quest'Aula. Così nelle nostre città le associazioni anche di commercianti e i cittadini denunciano come sia diventato normale avere anche qualche centinaio di metri di camion e camioncini parcheggiati in seconda fila.

Questo è uno dei tanti esempi di come ci siano rischi per i ciclisti che, invece che diminuire, aumentano. Invece il Governo non sembra essersene accorto e fa una battaglia, per esempio, contro le ZTL o il limite a 30 km/h di velocità, come se fosse un capriccio dei sindaci, dicendo che si tratta di scelte radical chic. Invece sono scelte che hanno un'idea di mobilità che riguarda la sicurezza e la sostenibilità del nostro vivere nelle grandi città. Nella riforma del codice della strada non avete messo nulla che miri a ridurre gli incidenti che coinvolgono i ciclisti, nulla per tutelare i ciclisti o per migliorare il comportamento degli automobilisti.

Nessun nuovo limite di velocità, nessun obbligo per i mezzi pesanti, solo indifferenza. Le ricordo un dato, tra i tanti: in Europa nel 2018 ci sono stati 3.300 morti in incidenti con mezzi pesanti e 1.100 di questi erano ciclisti. A questo Governo piace moltissimo aumentare la sanzione per le pene, anche questa mattina abbiamo visto il Ministro Salvini reagire a quel drammatico incidente di Garbagnate dicendo che chi è colpevole deve andare in carcere. Siamo in un'Aula parlamentare, è ovvio che noi vogliamo che le leggi che facciamo abbiano delle conseguenze, eventualmente anche in caso di pena, ma a me sinceramente non interessa che un guidatore di un camion che investe un ciclista abbia una pena più alta.

A me interessa che quel ciclista non muoia, e mi sembra che questo Governo, invece, preferisca fare la voce grossa quando le cose accadono, perché così fa vedere che è di destra, mentre invece non ha nessuna intenzione di occuparsi della sicurezza, della prevenzione e della vita delle persone. Invece la politica in questo caso può fare davvero tanto. Potete salvare delle vite e state scegliendo, ideologicamente, perché vi piace aumentare le pene, perché vi piace fare la voce grossa, perché non vi piacciono i ciclisti, di non farlo. Avete questa responsabilità, in bocca al lupo.