I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
a quanto si apprende da fonti di stampa, la manovra di bilancio predisposta dal Governo non prevede, ad oggi, adeguate coperture finanziarie a sostegno del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del trasporto pubblico locale (Ccnl) autoferrotranvieri-internavigatori (Mobilità Tpl);
come evidenziato, infatti, nella lettera congiunta inviata il 22 ottobre 2025 dalle principali associazioni datoriali del settore – Agens, Anav e Asstra – ai Ministri competenti, la stima della copertura prevista dalla legge di bilancio si discosta significativamente dal costo complessivo del rinnovo contrattuale, con un gap stimato in oltre 100 milioni di euro nel 2025 e in costante aumento negli anni successivi;
in particolare, le risorse destinate ammontano a circa 150-180 milioni di euro annui, a fronte di un fabbisogno complessivo pari a 270 milioni di euro nel 2025, 370 milioni nel 2026 e 510 milioni annui a regime dal 2027;
tale squilibrio rischia di rendere impraticabile il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per oltre 100.000 lavoratrici e lavoratori del settore del trasporto pubblico locale, con conseguenze dirette sulla tenuta dei servizi essenziali di mobilità urbana e interurbana;
le associazioni di categoria hanno richiesto, quindi, al Governo una revisione urgente del disegno di legge di bilancio, chiedendo il rispetto degli impegni assunti dal Governo previsti nel verbale d'intesa sottoscritto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 20 marzo 2025 per il rinnovo del Ccnl autoferrotranvieri-internavigatori (mobilità Tpl);
nel verbale d'intesa si afferma che «le Parti si danno atto che il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 13 marzo 2025, ha approvato il decreto legislativo sul riordino delle accise sui carburanti e che lo stesso prevede le risorse dedicate allo stabile finanziamento del costo dell'intesa preliminare dell'11 dicembre 2024 per il rinnovo del Ccnl autoferrotranvieri-internavigatori (mobilità Tpl), relativo al triennio 2024-2026»;
in assenza di una corrispondenza tra quanto siglato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e la manovra di bilancio, secondo la lettera inviata dalle imprese al Governo, il rinnovo contrattuale rischia di rimanere «lettera morta», con un effetto negativo sia sulla qualità del servizio offerto ai cittadini sia sulla tutela del potere d'acquisto dei lavoratori, già pesantemente colpiti dall'aumento dell'inflazione e del costo della vita –:
se il Governo intenda assumere iniziative di competenza urgenti per rispettare gli impegni assunti e destinare tutte le risorse necessarie al pieno finanziamento del rinnovo del Ccnl autoferrotranvieri-internavigatori (mobilità Tpl), relativo al triennio 2024-2026.
Seduta del 31 ottobre 2025
Illustrazione e replica di Andrea Casu, risposta della Sottosegretaria di Stato, Matilde Siracusano
ANDREA CASU. Grazie, Presidente. Interverrò brevemente per illustrare, ma soprattutto per chiarire, l'oggetto di questa interpellanza. Noi abbiamo espresso in altre sedi - e rinnoviamo - tutte le nostre critiche politiche per il fatto che nei 154 articoli del testo bollinato sulla manovra non vi sia alcuna traccia di tutte le iniziative che servono per sostenere la crisi dei trasporti; potenziare i servizi e i collegamenti, sempre più difficili per le aree interne; evitare il taglio di diritti e servizi per cittadini e per i lavoratori. Abbiamo manifestato la nostra preoccupazione per i tagli alla Metro C di Roma, così come alle Metro di Napoli e di Milano, per le scelte incomprensibili per quanto riguarda i tagli al Fondo per la mobilità sostenibile, per le ciclovie urbane, per lo sviluppo infrastrutturale. Manteniamo tutta la nostra preoccupazione per il fatto che, nell'ambito di una discussione su come definire i nuovi criteri di finanziamento del trasporto pubblico locale, non si tenga conto di quello che è l'aumento dei costi dell'inflazione, che era stato stimato secondo gli istituti universitari e tutto il mondo delle imprese in 800 milioni di euro, necessari solo per garantire un adeguamento dei servizi. Tutto questo, però, sarà oggetto del confronto che avremo al Senato, negli emendamenti, nelle questioni, su una serie di orizzonti politici che ci vedono chiaramente avere un'attenzione diversa nei confronti del trasporto pubblico locale, del diritto alla mobilità e del diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, ogni giorno in prima linea, in condizioni sempre più difficili, e pronti purtroppo a subire un numero sempre crescente di aggressioni che non stiamo riuscendo a contrastare.
Qui, però, l'interpellanza di oggi ha una funzione chirurgica. Noi ci riferiamo esclusivamente alle preoccupazioni destate dall'articolo 30 della manovra finanziaria e, soprattutto, alle preoccupazioni destate da quello che è il passaggio che si è consumato in questi mesi. Noi non possiamo dimenticare che, il 20 marzo, è stato sottoscritto un accordo da tutti i sindacati, da tutte le imprese e dal Governo Meloni per trovare, attraverso la rimodulazione delle accise, tutte le risorse necessarie a garantire il finanziamento del rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale. Ecco, questo rinnovo che riguarda 100.000 lavoratori è già avvenuto, perché il Governo si è già impegnato, ha già firmato di dare le risorse e apprendiamo da fonti di stampa che Agens, Anav e Asstra, a fronte di una copertura attualmente prevista di circa 180 milioni, avranno e hanno un costo complessivo pari a 270 milioni di euro nel 2025; 370 milioni del 2026; 510 milioni annui a regime nel 2027.
Ecco, c'è troppo squilibrio tra ciò che c'è, ciò che il Governo ha promesso di dare a marzo, facendo fior di comunicati di rivendicazione di questo risultato, e ciò che è scritto nel testo bollinato della manovra. Le conseguenze potrebbero essere devastanti, perché le imprese, che non hanno neanche le risorse per gestire l'aumento dei costi dell'inflazione, non possono scaricare ulteriormente solo sull'aumento del costo dei biglietti o peggio su enti locali che subiscono fortissimi tagli la necessità di far quadrare i conti. La preoccupazione tremenda sarebbe che questa scelta, se confermata, potrebbe portare o a un taglio dei diritti nei confronti di lavoratori che hanno, invece, il tutto il sacrosanto diritto di vedere onorato questo contratto, o disservizi per i cittadini, per i passeggeri, se ci fosse un taglio di chilometri.
Quindi, è troppo grave questo passo indietro. Noi vi chiedevamo passi avanti sul trasporto, ma da quello che leggiamo in manovra ci sono dei passi indietro. Chiediamo con questa interpellanza di chiarire esattamente come il Governo intende finanziare integralmente quelle risorse che aveva garantito, promesso e sottoscritto lo scorso 20 marzo.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole Casu per il quesito posto. Parto proprio dall'articolo 30, che lei ha citato, della legge di bilancio per il 2026 che, appunto, introduce una misura significativa in materia di accise sui carburanti, che si inserisce nel più ampio processo di razionalizzazione e semplificazione fiscale avviato con il decreto legislativo n. 43 del 2025.
La previsione di equiparare, a decorrere dal 1° gennaio 2026, le aliquote di accisa tra benzina e gasolio rappresenta un passo importante verso una maggiore coerenza e neutralità del sistema tributario, con effetti positivi in termini di semplificazione e trasparenza. Tale intervento, anticipando il percorso graduale inizialmente previsto su un quinquennio, consente di generare un incremento di gettito già dal 2026, grazie al maggiore utilizzo del gasolio rispetto alla benzina. Contestualmente, il medesimo articolo ridefinisce la destinazione delle maggiori entrate derivanti da tale equiparazione, prevedendo il loro impiego nel Fondo per l'attuazione della delega fiscale, istituito dal decreto legislativo n. 209 del 2023.
Si tratta di una scelta che mira a rafforzare la capacità dello Stato di sostenere l'attuazione delle riforme fiscali in corso, con benefici attesi per l'intero sistema economico.
Resta comunque confermata, come previsto dal decreto interministeriale del 14 maggio 2025, la destinazione al rinnovo contrattuale del personale del trasporto pubblico locale delle risorse derivanti dalle variazioni specifiche di accisa su gasolio e benzina. Come evidenziato anche dall'onorevole interpellante, il fabbisogno per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore autoferrotranvieri è pari a 270 milioni di euro per il 2025, 370 milioni per il 2026 e 510 milioni a regime dal 2027. In questo contesto, è fondamentale assicurare un'attenta valutazione all'adeguatezza delle risorse disponibili, affinché il percorso di rinnovo contrattuale possa proseguire con continuità e con coerenza.
Occorre evidenziare che l'incremento di gettito derivante dalla piena equiparazione delle accise costituisca una risorsa rilevante, capace di offrire nuovi margini di manovra per il rafforzamento di ambiti strategici di intervento pubblico, tra i quali appunto il trasporto pubblico locale.
Il Governo è perfettamente consapevole dell'importanza di questo obiettivo e intende proseguire il confronto con il Parlamento per individuare, in modo condiviso, le soluzioni più efficaci e sostenibili, nel rispetto degli equilibri di bilancio e delle priorità sociali.
ANDREA CASU. Io ringrazio la Sottosegretaria Siracusano per avere fedelmente riportato quelli che sono stati i passaggi sia in termini di accordi presi, sia in termini di cifre necessarie. La preoccupazione però fortissima che permane, anche alla luce di questa risposta, è che un conto è dire questa cosa e poi metterla nero su bianco nella manovra, un conto è dire questa cosa qui, dire questa cosa quando si fanno gli incontri con le imprese, quando si fanno gli incontri con i sindacati e, poi, non avere traccia. Io faccio l'esempio della Metro C: abbiamo avuto un confronto acceso col Governo, sul fatto che volesse spiegare che una voce, che nelle tabelle del bilancio appare come definanziamento, non è un definanziamento. Allora, se non è un definanziamento ed è o una riprogrammazione o una rimodulazione, ci sono voci apposite per scrivere che quella è una riprogrammazione. L'avvio dell'iter è solo all'inizio, siamo ancora al Senato, c'è modo di correggere e di intervenire. Tuttavia, noi veramente pretendiamo che queste stesse parole molto chiare trovino cittadinanza anche nei testi normativi, negli impegni, perché vede, quando vi è stato l'accordo, lo scorso marzo, non è nato dal nulla, è nato da una mobilitazione molto forte delle lavoratrici e dei lavoratori di tutti i sindacati.
Questo è uno degli straordinari esempi di come l'unità sindacale può rappresentare una forza e lo ha rappresentato. Molte manifestazioni e molti momenti in cui effettivamente, se si ferma il lavoro dei lavoratori del trasporto pubblico locale, si blocca il Paese e l'abbiamo visto con i nostri occhi. Alla luce di tutto questo, e alla luce anche di un'azione di condivisione tra le imprese, i sindacati e il Governo, si era trovata questa strada. Non era la strada che avevamo indicato noi e non era quello che avremmo voluto. Noi, anzi, eravamo molto preoccupati perché, sapendo con quanta forza il Governo e le forze attualmente al Governo avevano, quando erano all'opposizione, affrontato e aggredito il tema dell'aumento delle accise, dubitavamo che il Governo avrebbe portato a termine un provvedimento di aumento delle accise, come poi effettivamente ha fatto, completamente rimangiandosi quella che era la parola della Presidente del Consiglio.
Quindi, temevamo che collegare il rinnovo dei contratti all'aumento delle accise avrebbe generato un cortocircuito politico per cui i contratti si sarebbero potuti trovare in futuro scoperti. Dopodiché, questo non è avvenuto. Lo riconosciamo poi al Governo. Il Governo ha scelto di rimangiarsi completamente la parola sulle accise e a quel punto di avere le risorse disponibili per il finanziamento dei contratti. Quello che manca è che lo scriva chiaramente nella manovra, cioè che nella manovra sia scritto che questo articolo 30, questa destinazione, tenga conto di questi accordi e di questi impegni e che sia limitata e destinata a una copertura integrale finalizzata al rinnovo dei contratti. Non dobbiamo dimenticare - vi ho citato il problema degli 800 milioni che mancano per l'adeguamento dei costi dell'inflazione - che ci sono tantissime altre questioni su cui c'è esigenza di finanziamento per il trasporto pubblico locale. Se non si dà una destinazione chiara a quelle che sono le risorse per il rinnovo dei contratti, può essere complicato perché non tutte le imprese di trasporti vivono la stessa condizione, non tutti hanno le stesse possibilità e altri potrebbe avere anche altre difficoltà. Quindi, il passo in avanti in più che noi chiediamo, registrando comunque il fatto, a mio avviso positivo, che in questa sede sia stato ribadito l'impegno da parte del Governo ufficialmente, e quindi in questo percorso io mi auguro che l'incontro di oggi possa andare nella direzione di una soluzione, è quello di essere molto chiari ed espliciti su una destinazione vincolata e una destinazione fino a tutte le risorse che serviranno che, come ha ricordato, sono crescenti: 370 milioni nel 2026 e 510 milioni annui a regime nel 2027 e non solo i 270 milioni di euro che mancano nel 2025. Poi, tenendo conto di un aspetto su cui non si può continuare a rimandare la decisione, i contratti sono stati già pagati. Da marzo ci sono stati sia l'aumento in busta paga che l'una tantum che era stata prevista. Quindi, da questo punto di vista, non si può immaginare qualcosa che interrompa una continuità di un diritto che è già stato ricevuto. Poi non apriamo il fatto che comunque oggi c'è una serie di problemi enormi. Pensiamo alla carenza degli autisti in tante realtà dell'Italia e alla difficoltà che hanno anche solo a trovare casa gli autoferrotranvieri nel momento in cui hanno un salario che tiene conto comunque di un aumento di costo della vita che dal 2021 a oggi ha toccato 9 punti, come se un'intera mensilità sia venuta a mancare. Ma quelli sono altri temi che affronteremo in altre sedi e che riguardano anche la debolezza di una manovra di 18 miliardi di euro a fronte di oltre 1.000 miliardi di spesa pubblica che non tiene conto di tutti quelli che sono gli aspetti della vita reale delle persone.
Qui però stiamo dicendo di non fare passi indietro su quello che gli è già stato dato. Quindi, dal nostro punto di vista, registriamo il rinnovo degli impegni, però il tempo è scaduto. Adesso c'è la manovra e c'è una formulazione del testo bollinato che, a nostro avviso, non garantisce - e non solo a nostro avviso - perché, se invece fosse così chiara l'interpretazione, non ci sarebbe stata la lettera delle principali associazioni e organizzazioni delle imprese e non ci sarebbe la preoccupazione dei lavoratori. Chiediamo che veramente nelle prossime ore venga definito in maniera chiara un testo che possa, almeno su questo punto, garantire. Poi continueremo a confrontarci su tutti gli altri temi. Continueremo a porre la questione che i finanziamenti del trasporto pubblico locale devono essere stabili. Ci sono voci di sprechi tra i sussidi ambientalmente dannosi che sono assolutamente gravi. Noi continuiamo a spendere fondi per finanziare impianti che saranno presto vietati dall'Europa e noi li continuiamo a installare nelle nostre case, anzi, a finanziare un'industria, una filiera che chiuderà, quando invece non c'è filiera più sostenibile del trasporto pubblico locale, per offrire una possibilità di trasporto efficiente, sicura, pulita, un diritto alla mobilità a tutti i cittadini; quella è un'altra partita che porteremo avanti ma, almeno su questo punto, che venga messo veramente un punto.
Non permetteremo un altro rinvio e non permetteremo che dopo che a marzo si è detto: “intanto chiudiamo l'accordo e poi lo risolveremo in manovra”, qualcuno se ne esca magari in manovra dicendo: “adesso intanto chiudiamo la manovra e poi ne riparleremo più avanti”. Il tempo è scaduto e gli accordi vanno rispettati. È il momento che il Governo metta nero su bianco le cose che ha ripetuto anche oggi in Aula.