06/11/2023
Andrea De Maria
Schlein, Braga, Scotto, Merola, Guerra, Malavasi, Andrea Rossi, Vaccari, Laus, Sarracino, Gribaudo, Fossi
2-00261

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   «La Perla», fondata nel 1954 da Ada Masotti, rappresenta un marchio di grandissimo valore per il made in Italy ed un presidio produttivo di rilievo nazionale conosciuto in tutto il mondo. L'azienda, situata a Bologna, svolge attività di ideazione, produzione e vendita su scala mondiale di abbigliamento intimo di pregio maschile e femminile;

   gran parte del personale impiegato da «La Perla» è rappresentato da donne, artigiane d'eccellenza, altamente specializzate che hanno acquisito nel tempo competenze professionali uniche e difficilmente riscontrabili in altre realtà nazionali;

   i capi della collezione «La Perla», realizzati da maestrie artigianali uniche con tecniche antiche e considerati unici ed espressione di un lusso raro e prezioso, sono venduti in tutto il mondo anche direttamente attraverso propri negozi presenti in Europa, nell'America del Nord, in Asia e in Medio Oriente;

   dal febbraio 2018, con il passaggio della proprietà di «La Perla» al fondo olandese Tennor Holding, la situazione economica e finanziaria dell'azienda è notevolmente peggiorata dal punto di vista economico e finanziario ed organizzativo, per effetto di scelte gestionali errate e per l'assenza di un vero e proprio piano industriale incentrato sul rilancio e la valorizzazione dei prodotti e delle capacità manifatturiere dell'azienda;

   dal 2018 al 2023, in ragione della gestione fallimentare di Tennor Holding;

    a) la rete retail di «La Perla» nel mondo è stata ridotta da centoventi punti vendita, quarantaquattro corner e tre spacci, a quarantaquattro punti vendita, un negozio stagionale ed uno spaccio. Al contempo, quella nazionale è stata ridotta da nove boutique, un corner, sette outlet e tre spacci, ad una sola boutique, un corner, tre outlet e uno spaccio;

    b) i fornitori vanterebbero almeno 70 milioni di euro di mancati pagamenti;

   sulla base dei dati di bilancio disponibili de La Perla Fashion Holding:

    a) i ricavi si sono ridotti da 85,5 milioni di euro del 2019 a 69 milioni di euro nel 2022;

    b) l'azienda non ha registrato utili nel periodo 2019-2022, ma soltanto perdite pari a 89 milioni di euro nel 2019, 136,3 milioni di euro nel 2020, a 45,2 milioni di euro nel 2021 e a 49,4 milioni di euro nel 2022;

    c) l'indebitamento netto è cresciuto in misura esponenziale passando da 132,66 milioni di euro a 336,68 milioni di euro;

   nel Regno Unito, La Perla Global Management Limited è stata liquidata il 1° novembre 2023 con una sentenza della magistratura inglese a causa di 2,8 milioni di sterline di imposte non pagate; risulta anche una petizione da parte dei creditori volta a chiedere la liquidazione della società e la destinazione dei proventi all'estinzione dei debiti pregressi;

   il taglio del personale in organico è tra i dati maggiormente preoccupanti della gestione Tennor Holding. A febbraio 2018, il gruppo «La Perla» occupava 615 dipendenti, mentre nel 2023, dopo una sequenza di licenziamenti, i dipendenti si sono ridotti a 324, di cui 220 in La Perla manufacturing srl, 70 in La Perla UK e 34 in la Perla Italia;

   nel mese di agosto 2023, il personale di «La Perla», senza alcun preavviso, non ha ricevuto il pagamento dello stipendio relativo al mese di luglio; gli stipendi sono stati successivamente corrisposti grazie alle iniziative assunte dai sindacati e dalle istituzioni;

   nel tavolo di crisi del 5 settembre 2023, aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, per affrontare la situazione di crisi dell'azienda, sono mancati impegni chiari da parte della proprietà sullo sviluppo e il rilancio del gruppo «La Perla» sul fronte produttivo e finanziario, lasciando nell'incertezza le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda;

   in data 6 novembre 2023 è previsto un ulteriore incontro al tavolo di crisi aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, dal cui esito dipende il futuro del gruppo «La Perla» e dei suoi dipendenti, anche in considerazione della grave mancata programmazione della produzione di capi per la prossima stagione, che rischia di ripercuotersi ulteriormente sull'andamento delle vendite, dei ricavi e della situazione debitoria dell'azienda;

   in conseguenza della gestione e del comportamento, ad avviso degli interpellanti, irresponsabile della proprietà del gruppo «La Perla» sono a forte rischio numerosi posti di lavoro altamente qualificati e la continuità operativa di una impresa di grande valore per il Paese –:

   quali iniziative si intenda intraprendere al fine di garantire il rilancio immediato della produzione del gruppo «La Perla» e per evitare derive finanziare e speculazioni finalizzate a disperdere il know-how professionale dei dipendenti e a sottrarre al nostro Paese il marchio di una realtà aziendale di prestigio per l'industria tessile;

   se non si ritenga opportuno, in assenza di precisi e documentati impegni da parte del fondo Tennor Holding, tenuto conto della preoccupante situazione economica e finanziaria del gruppo «La Perla», che sia immediatamente attivata una procedura di amministrazione straordinaria finalizzata a garantire la continuità operativa dell'azienda, il mantenimento dei livelli occupazionali e la transizione verso una nuova proprietà che sia in grado di garantire, attraverso un serio piano industriale e finanziario, gli investimenti necessari al rilancio e alla valorizzazione dell'azienda bolognese;

   se si intenda, altresì, adottare le iniziative di competenza volte ad accertare se l'attuale proprietà del gruppo «La Perla» abbia effettivamente versato tutti gli stipendi e i contributi dovuti al personale dipendente e se risulti che siano stati adempiuti tutti gli obblighi di versamento di imposte e tributi nei confronti dell'erario.

Seduta del 10 novembre 2023

Risposta della Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze, Lucia Albano, illustrazione e replica di Andrea De Maria

ANDREA DE MARIA. Grazie Presidente. Colleghi, rappresentante del Governo, La Perla, fondata nel 1954 da Ada Masotti, rappresenta un marchio di grandissimo valore per il made in Italy, un presidio produttivo di rilievo nazionale conosciuto in tutto il mondo. L'azienda situata a Bologna svolge attività d'ideazione, produzione e vendita, su scala mondiale, di abbigliamento intimo di pregio, maschile e femminile. Gran parte del personale impiegato da La Perla è rappresentato da donne, artigiane di eccellenza altamente specializzate, che hanno acquisito nel tempo competenze professionali uniche e difficilmente riscontrabili in altre realtà. I capi della collezione La Perla realizzati con tecniche antiche e considerati unici ed espressione di un lusso raro e prezioso, sono venduti in tutto il mondo anche direttamente attraverso propri negozi presenti in Europa, nell'America del Nord, in Asia e in Medioriente.

Dal febbraio 2018 con il passaggio della proprietà di La Perla al fondo olandese Tennor holding la situazione economica e finanziaria dell'azienda è notevolmente peggiorata dal punto di vista economico, finanziario e organizzativo, per effetto di scelte gestionali errate, per l'assenza di un piano industriale incentrato sul rilancio e la valorizzazione dei prodotti e delle capacità manifatturiere dell'azienda.

Dal 2018 al 2023 la rete di La Perla nel mondo è stata ridotta da 120 punti vendita - 44 corner e 3 spacci - a 44 punti vendita, un negozio stagionale e uno spaccio. Al contempo, quella nazionale è stata ridotta da 9 boutique, un corner, 7 outlet e tre spacci a una sola boutique, un corner, 3 outlet e uno spaccio. I fornitori manterrebbero almeno 70 milioni di euro di mancati pagamenti.

Sulla base dei dati di bilancio disponibili de La Perla Fashion holding, i ricavi si sono ridotti da 85,5 milioni di euro nel 2019 a 69 milioni di euro nel 2022.

L'azienda non ha registrato utili nel periodo 2019-2022, ma perdite pari a 89 milioni di euro nel 2019, 136,3 milioni di euro nel 2020, 45,2 milioni di euro nel 2021 e 49,4 milioni euro nel 2022. L'indebitamento netto è cresciuto in una misura esponenziale, passando da 132,66 milioni di euro a 336,68 milioni di euro. Nel Regno Unito, La Perla Global Management Limited è stata liquidata il 1° novembre 2023 con una sentenza della magistratura inglese a causa di 2,8 milioni di sterline di imposte non pagate.

Notizia di ieri sera, dalla Gazzetta Ufficiale di Londra, tale società, la società madre, è stata liquidata il 3 novembre. Ricordo che, fra l'altro, noi abbiamo svolto un tavolo di crisi al Ministero il 6 novembre e che in quell'occasione i rappresentanti della proprietà non hanno dato notizia di tale avvenuta liquidazione, che invece è avvenuta il 3 novembre, anche se se n'è avuta notizia pubblica solo ieri.

Il taglio del personale in organico è tra i dati maggiormente preoccupanti della gestione Tennor Holding. A febbraio 2018 il gruppo La Perla occupava 615 dipendenti, mentre nel 2023, dopo una sequenza di licenziamenti, i dipendenti si sono ridotti a 324, di cui 220 in La Perla Manufacturing Srl, 70 in La Perla UK e 34 in La Perla Italia. Nel mese di agosto 2023 il personale di La Perla, senza alcun preavviso, non ha ricevuto il pagamento dello stipendio relativo al mese di luglio. Gli stipendi sono stati successivamente corrisposti anche grazie alle iniziative assunte dai sindacati e dalle istituzioni.

Nel tavolo di crisi del 5 settembre 2023, aperto presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy, a cui sono stato presente, per affrontare la situazione di crisi dell'azienda, sono mancati impegni chiari da parte della proprietà sullo sviluppo e il rilancio del gruppo La Perla sul fronte produttivo e finanziario, lasciando nell'incertezza le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda. Successivamente al deposito di questa interpellanza, lo scorso 6 novembre 2023, si è svolto un ulteriore incontro del tavolo di crisi aperto presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy, incontro a cui ho partecipato anche in questo caso.

Devo dire con sincerità che le risposte dei rappresentanti della proprietà presenti in quella riunione sono state persino imbarazzanti, certamente del tutto inadeguate. Ancora una volta non è stato presentato alcun piano industriale; ci sono state generiche, ma preoccupanti, enunciazioni su esuberi del personale, non sono state fornite informazioni sulla situazione finanziaria del fondo. Si è resa evidente addirittura una non conoscenza della stessa storia dell'attività aziendale e del mercato in cui La Perla opera.

Voglio sottolineare che al tavolo di crisi i rappresentanti dei lavoratori hanno dimostrato grande senso di responsabilità e la volontà di contribuire al massimo a costruire un futuro per La Perla, e che le istituzioni, città metropolitana di Bologna, regione Emilia-Romagna e Governo, si sono espresse con grande sintonia e unità di intenti. Ascolterò oggi la risposta del Governo, ma devo dire che ho trovato serie, equilibrate e condivisibili le conclusioni della Sottosegretaria Bergamotto in occasione dell'incontro del 6 novembre; la voglio ringraziare per il suo impegno e con lei voglio ringraziare il presidente Bonaccini e l'assessore Colla della regione Emilia-Romagna, il sindaco Lepore e il capo di gabinetto Lo Giudice della città metropolitana di Bologna.

In conseguenza della gestione e del comportamento irresponsabile della proprietà del gruppo La Perla sono a forte rischio numerosi posti di lavoro altamente qualificati, la continuità operativa di un'impresa di grande valore per il Paese e la permanenza in Italia di un marchio di grandissimo rilievo per il made in Italy. Con la nostra interpellanza, sottoscritta anche dalla segretaria nazionale del PD Elly Schlein, da sempre impegnata sulla vertenza La Perla, dalla presidente del gruppo Chiara Braga, e che abbiamo depositato anche in Senato, a prima firma di Francesco Boccia, chiediamo di sapere dal Governo quali iniziative intenda intraprendere al fine di garantire il rilancio immediato della produzione del gruppo La Perla e per evitare derive finanziarie che rischiano di disperdere il know-how professionale dei dipendenti e di sottrarre al nostro Paese un marchio di una realtà aziendale di prestigio per l'industria tessile e per tutto il Paese.

Chiediamo anche al Governo se non ritenga opportuno, in assenza di precisi e documentati impegni da parte del fondo Tennor Holding, tenuto conto anche della preoccupante situazione economica e finanziaria del gruppo, resa ancora più drammatica dalle notizie di ieri, di valutare la messa in campo di una procedura di amministrazione straordinaria finalizzata a garantire la continuità operativa dell'azienda, il mantenimento dei livelli occupazionali e la transizione verso una nuova proprietà, che sia in grado di garantire, attraverso un serio piano industriale e finanziario, gli investimenti necessari al rilancio e alla valorizzazione dell'azienda.

Chiediamo comunque che il Governo accerti se l'attuale proprietà del gruppo La Perla abbia effettivamente versato tutti gli stipendi e i contributi dovuti al personale dipendente e se abbia adempiuto a tutti gli obblighi di versamento di imposte e tributi nei confronti dell'erario.

Voglio chiudere ringraziando di nuovo i lavoratori e le organizzazioni sindacali, per la mobilitazione di questi mesi, che è stata fondamentale per sollecitare l'attenzione di tutti su una crisi la cui soluzione rappresenta davvero una priorità per il Paese, e sottolineare che è fondamentale, in particolare di fronte ai comportamenti della proprietà, mantenere una grande unità fra le istituzioni, com'è accaduto finora, e unire tutte le forze politiche, perché questa unità è la condizione per rendere la nostra azione davvero efficace.

 

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Con l'atto in parola l'onorevole interpellante chiede al Ministero delle Imprese e del made in Italy quali iniziative intenda intraprendere per garantire il rilancio del gruppo La Perla, se si stia valutando l'attivazione di una procedura di amministrazione straordinaria e quali iniziative si intendano intraprendere per accertare il pagamento degli stipendi dei lavoratori, da un lato, e la regolarità nel pagamento delle imposte nei confronti dell'erario, dall'altro.

A tale riguardo, rappresento che il Ministero delle Imprese e del made in Italy vuole garantire la continuità della produzione di un marchio storico di eccellenza come La Perla, anche tutelando i lavoratori coinvolti. Per tale ragione è stato istituito un apposito tavolo di confronto, per comprendere le motivazioni all'origine della crisi dell'azienda e per ricercare soluzioni efficaci alla stessa. Invero, con l'istituzione del tavolo di crisi del 5 settembre 2023 il Ministero delle Imprese e del made in Italy ha mostrato sin da subito una forte attenzione alla vicenda, al fine di supportare un piano di rilancio delle produzioni di alta qualità, che da sempre caratterizza l'eccellenza di un marchio storico del made in Italy, nonché per la salvaguardia delle professionalità altamente specializzate delle maestranze impiegate a Bologna. In quella sede le organizzazioni sindacali hanno lamentato una situazione preoccupante, relativa a un rallentamento delle produzioni negli ultimi anni, dovuto al crescente indebitamento dell'azienda nei confronti dei fornitori e allo scarso dinamismo manageriale della nuova proprietà, che sta portando l'azienda a perdere importanti quote del mercato nazionale. I rappresentanti dei lavoratori, da una parte, hanno richiesto garanzie circa il pagamento delle retribuzioni e, dall'altra, hanno richiesto la ripresa dell'operatività stilistica, industriale e commerciale dello stabilimento di Bologna, pena il depauperamento delle sue produzioni e dell'immagine del marchio e l'imminente fuga delle professionalità altamente qualificate.

La proprietà, nel corso dell'incontro, ha precisato che nello stabilimento di Bologna oggi viene realizzata una percentuale marginale dei prodotti venduti, mentre i costi dello stesso sito risultano ormai non sostenibili. Si è impegnata, infine, a mettere a disposizione le risorse necessarie per il pagamento delle retribuzioni e a raccogliere quelle necessarie alla ripartenza e allo sviluppo industriale, 50 milioni di euro, con emissione di titoli. L'incontro si è concluso chiedendo alla proprietà di trasmettere al MimIt un piano industriale di rilancio dello storico marchio e dello stabilimento bolognese entro la metà del mese di ottobre e di illustrarlo in presenza in occasione della riconvocazione del tavolo.

Si è, infine, esortata la proprietà a mantenere l'impegno assunto circa il puntuale pagamento di tutte le retribuzioni, compresa quella di agosto. Alla riconvocazione del tavolo di crisi, come sottolineato, in data 6 novembre 2023, la proprietà, tuttavia, ha chiesto ancora 4 mesi per formulare i termini di “una ristrutturazione radicale e una riorganizzazione, tecnologica e logistica, necessarie per affrontare il rilancio del marchio”. Di fatto, non è stato presentato alcun piano industriale per il rilancio dell'azienda, come richiesto dal Ministero delle Imprese e del made in Italy e dalle organizzazioni sindacali.

Le notizie che giungono dal Regno Unito sulla condizione debitoria dell'azienda, inoltre, preoccupano i lavoratori e allertano le istituzioni. Dal tavolo è emersa la necessità di una verifica dettagliata e completa sulla gestione e sullo stato economico e finanziario dell'impresa, anche per accertare che da parte della proprietà siano stati rispettati tutti gli obblighi contributivi, fiscali e retributivi. Sull'amministrazione straordinaria vanno compiute tutte le dovute valutazioni circa la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto che competono all'autorità giudiziaria a seguito di una dichiarazione di un eventuale stato di insolvenza.

Sul caso le istituzioni sono tutte d'accordo ad andare fino in fondo per cercare di garantire un futuro certo a un marchio storico del made in Italy, come La Perla.

 

ANDREA DE MARIA. Ringrazio la Sottosegretaria. Sì, sono soddisfatto, si è registrata, anche in questo intervento, una vera sintonia tra i livelli istituzionali e anche tra le diverse forze politiche. Siamo di fronte a una situazione molto critica e a rischi veramente rilevanti per lavoratori e lavoratrici di così grande qualità, anche per salvare un marchio che ha un grandissimo valore per il Paese. Dobbiamo metterci il massimo impegno tutti, agire con il massimo coordinamento fra tutte le istituzioni, anche nelle diverse appartenenze politiche di ognuno, perché credo che quest'azione sia assolutamente fondamentale per provare a riaprire una prospettiva che garantisca i posti di lavoro, garantisca quel presidio produttivo e garantisca la permanenza di quel marchio nel Paese.