12/09/2017
Camilla Sgambato
2-01920

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per lo sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   Poste Italiane spa è una società direttamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze che fornisce servizi logistico-postali, servizi di risparmio, di pagamento, assicurativi e di comunicazione digitale;
   presente su tutto il territorio nazionale, Poste Italiane spa ha assunto negli anni, grazie ai forti investimenti in ambito tecnologico, di sviluppo e di formazione dei suoi circa 143 mila dipendenti, un ruolo sempre più centrale nel processo di crescita e modernizzazione del Paese. Ad oggi, con oltre 32 milioni di clienti, è la più grande infrastruttura di servizi italiana;
   l'attenzione all'innovazione, alle persone e soprattutto la rete di uffici presenti sul territorio nazionale sono alla base dei risultati di eccellenza raggiunti da Poste Italiane spa;
   negli ultimi anni si è assistito nel nostro Paese e in Europa ad una serie di riforme del mercato del lavoro, tutte incentrate sulla costante tensione fra efficienza del mercato ed affermazione dei diritti sociali;
   la nuova campagna di recruiting per portalettere di Poste Italiane spa rientrerebbe nel piano assunzioni 2015-2020, che pare preveda la creazione di circa 8 mila posti di lavoro, di cui circa 4 mila per i giovani;
   Poste Italiane spa apre periodicamente (ormai da qualche anno) campagne di recruiting con lo scopo di reclutare portalettere su tutto il territorio nazionale con contratto di lavoro a tempo determinato, al fine di rispondere alla carenza di personale addetto a tali mansioni. Tale carenza di personale si manifesta molto di più nei periodi delle ferie natalizie ed estive;
   tra gli altri requisiti richiesti per la mansione di portalettere, ci sono il diploma e/o laurea, in particolare il diploma di scuola media superiore con votazione minima di 70/100 e/o la laurea, anche triennale, con votazione minima di 102/110;
   il contratto a termine è tra quelli che negli ultimi tempi ha subito le maggiori trasformazioni che portano a letture diverse e ad interpretazioni che conducono, nella maggior parte dei casi, ad allargare lo spettro decisionale del datore di lavoro;
   tra l'altro ai sensi del comma 4 dell'articolo 20 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.  276, è consentita l'apposizione del termine di 36 mesi alla durata del contratto di lavoro subordinato, comprensiva di massimo 5 proroghe, fra un datore di lavoro e un lavoratore per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nell'ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato;
   dubbi sorgono sull'improprio uso/abuso del contratto a termine che, a giudizio degli interpellanti, è quello riscontrato proprio nel « modus operandi» della società Poste Italiane spa relativamente alle assunzioni pro tempore per portalettere. Infatti, si passa da una prima fase dove il contratto a termine viene utilizzato in forma eccezionale, ad una successiva, quella odierna, della regola. Tale comportamento altro non ha fatto, finora, che creare e reiterare nel tempo il tanto «combattuto» precariato e senza realmente creare nuovi posti di lavoro stabili;
   attualmente i contratti a termine di Poste Italiane spa, per i portalettere, pare non superino i 22/23 mesi complessivi tra proroghe e rinnovi (pur ottenendo valutazioni positive da parte dei responsabili delle risorse degli uffici) e nonostante sia prevista, come da normativa di cui sopra, la possibilità di proroga fino ai 36 mesi –:
   se e quali iniziative intendano assumere affinché Poste Italiane spa riveda i parametri di valutazione dei requisiti richiesti in quanto è assurdo escludere già da una fase iniziale di recruiting, un laureato in qualsiasi disciplina che non abbia una votazione di almeno 102 su 110 o sia in possesso di un diploma con almeno 70/100;
   se si intendano assumere iniziative per assicurare la stabilizzazione del personale con contratto a termine, dando priorità a coloro che hanno maturato già esperienza, conoscenze e competenze, in quanto riassunti più volte attraverso l'utilizzo di proroghe e/o rinnovi, affinché si possa fronteggiare l'oggettiva forte carenza di personale addetto alle mansioni di portalettere.

 

Seduta del 29 settembre 2017

Illustrazione di  Camilla Sgambato, Risposta del Sottosegretario per gli Affari esteri Vincenzo Amendola, Replica di Camilla Sgambato

 

Illustrazione

Grazie, Presidente. L'interpellanza di cui discutiamo oggi riguarda il tema, appunto, della precarietà dei lavoratori a tempo determinato assunti da Poste S.p.A., società direttamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, posta sotto il controllo e la vigilanza del Ministero per lo sviluppo economico. Tale società fornisce servizi logistico-postali, servizi di risparmio, di pagamento, assicurativi e di comunicazione digitale. La società Poste Italiane apre periodicamente, ormai da già da qualche anno, campagne di recruiting con lo scopo di reclutare portalettere su tutto il territorio nazionale, con contratto di lavoro a tempo determinato, al fine di rispondere alle carenze di personale addetto a tali mansioni. Tale carenza di personale, pur manifestandosi molto di più nei periodi delle ferie natalizie ed estive, sembrerebbe essere diventata una carenza per Poste assolutamente cronica. La nuova campagna di recruiting, infatti, per portalettere di Poste Italiane rientrerebbe nel piano assunzionale 2015-2020 che pare preveda la creazione di circa 8 mila posti di lavoro, di cui circa 4 mila per i giovani. Tra gli altri requisiti richiesti per le mansioni di portalettere ci sono il diploma o la laurea, in particolare il diploma di scuola media superiore con votazione minima di 70 su 100, e la laurea, anche triennale, con votazione minima di 102 su 110.

Attualmente i contratti a termine di Poste Italiane per i portalettere pare non superino i 24 mesi circa complessivi, tra proroghe e rinnovi, pur ottenendo valutazioni positive da parte dei responsabili delle risorse degli uffici, e avendo questi giovani curriculum altamente qualificati, e nonostante sia prevista, come da normativa vigente, la possibilità di proroga fino a 36 mesi. Ad oggi, sono circa 6 mila i lavoratori e le lavoratrici sottoposti a questo continuo stillicidio occupazionale, 6 mila giovani a cui non è consentito accedere ad un progetto di vita stabile, confinati da Poste società per azioni ad una vita da precario.

I dubbi sorgono, quindi, sull'improprio uso, lasciatemelo dire, se non proprio abuso, del contratto a termine, che è quello riscontrato proprio nel modus operandi della società, relativamente a queste assunzioni. Quello che preoccupa è che si passa da una prima fase dove il contratto a termine viene utilizzato in forma eccezionale, ad una fase successiva, che è proprio quella odierna, della regola. Tale comportamento altro non ha fatto finora che creare e reiterare nel tempo il tanto combattuto precariato, senza realmente creare nuovi posti di lavoro stabili. Quindi, noi interpellanti chiediamo al Governo quali iniziative intenda assumere affinché Poste Italiane S.p.A. riveda intanto i parametri di valutazione dei requisiti richiesti, in quanto sembrerebbe a nostro avviso assurdo escludere già da una fase iniziale di recruiting un laureato in qualsiasi disciplina che non abbia una votazione di almeno 102 su 110 o sia in possesso di un diploma con almeno 70 su 100. Ma chiediamo soprattutto quali iniziative intenda adottare per assicurare la stabilizzazione del personale con contratto a termine, dando priorità a coloro che hanno maturato già esperienza, conoscenza, competenza in questo ramo, in quanto riassunti più volte attraverso l'utilizzo di proroghe e/o rinnovi, affinché si possa fronteggiare l'oggettiva forte carenza di personale.

 

Risposta

Grazie Presidente. Ringrazio l'onorevole Sgambato e gli altri firmatari di questa interpellanza urgente per la sensibilità su un tema sociale di estrema rilevanza. Rispondo esclusivamente sulla base degli elementi pervenuti al Ministero dello sviluppo economico dalla società Poste Italiane, in quanto il processo di recruiting e selezione del personale nel gruppo Poste Italiane società per azioni non rientra nelle specifiche competenze del citato Ministero. Quest'ultimo evidenzia al riguardo che in ambito postale si occupa in senso più ampio della fornitura del servizio universale dei titoli abilitativi, licenze e autorizzazioni.

Ciò premesso, informo con quel che segue: il processo di recruiting e selezione del personale del gruppo Poste Italiane S.p.A. è presidiato centralmente dalla funzione preposta ed è disciplinato da un'apposita procedura redatta tenendo conto, tra l'altro, dei principi di controllo previsti dal vigente modello organizzativo che la società ha adottato ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001. Tale procedura definisce le modalità di svolgimento delle attività di assunzione e selezione di personale da inserire in azienda anche con un contratto a tempo determinato, in linea con le disposizioni normative tempo per tempo vigenti, rispetto a esigenze temporanee e/o una tantum. Le attività di reclutamento del personale si attivano a seguito di specifica richiesta da parte dell'unità organizzativa che necessità di rafforzamento di personale. A tale riguardo, il ricorso alla fattispecie del contratto a tempo determinato, disciplinato agli articoli 19 e seguenti del decreto legislativo n. 81 del 2015, consente di rispondere in maniera flessibile in termini sia di durata, che di luogo di svolgimento della prestazione lavorativa, ad esigenze organizzative legate a dinamiche di andamento dell'attività del business o del presidio dello stesso.

Il processo di recruiting prevede la raccolta e la valutazione delle candidature ricevute, nonché specifiche prove di verifica dei requisiti richiesti differenziate per profilo professionale ricercato quali, a titolo meramente esemplificativo, test, colloquio o prove pratiche di idoneità alla mansione da svolgere. La raccolta delle candidature, oltre che mediante il sito internet aziendale, per alcune specifiche tipologie di ricerca di personale, viene svolta tramite la pubblicazione di annunci dedicati sul sito internet aziendale o sulla stampa locale e nazionale, o ancora sui siti esterni specializzati. Tali annunci, in linea con quanto indicato nella citata procedura, precisano tra le altre informazioni alcuni requisiti minimi rilevanti per l'accesso al processo di selezione, quale il voto minimo di diploma e/o laurea, o specifiche idoneità rispetto al ruolo di inserimento, quale ad esempio la guida del motomezzo, nonché la vicinanza della propria residenza alla sede di lavoro e la disponibilità al trasferimento. Anche per il ricorso ai contratti a termine, l'azienda adotta politiche interne coerenti con la cornice normativa e contrattuale, con riferimento tra l'altro al numero di contratti complessivamente stipulati in ciascun anno solare, alla durata degli stessi, al numero di proroghe. Quanto, infine, all'eventuale stabilizzazioni dei lavoratori impiegati con tale tipologia contrattuale, Poste Italiane riferisce che il prossimo piano strategico aziendale, e la determinazione dei fabbisogni correlati, consentiranno una più puntuale definizione delle valutazioni in proposito.

 

Replica

 

Grazie, sottosegretario Amendola, io esprimo la mia sorpresa, se non il mio rammarico, per l'assenza del MEF, azionista di maggioranza di Poste S.p.A., o quanto meno del MISE, tenuto al controllo delle attività della suddetta società.

La risposta non è del tutto pertinente né completamente esaustiva in ordine alle questioni poste all'attenzione del Governo dagli interpellanti. Non può non rappresentarsi come l'aver delegato solo a Poste Italiane la risposta risulti, o possa risultare, indice di un'attenzione non adeguata rispetto ad una fenomeno di sicura rilevanza, non foss'altro per l'elevato numero di soggetti coinvolti o interessati.

È del tutto evidente l'anomala spirale che si crea attraverso meccanismi di precariato, che determinano peraltro oneri aggiuntivi e paralleli a carico del bilancio dello Stato. Sappiamo, infatti, che l'INPS è tenuto al riconoscimento di indennità di disoccupazione a questi giovani licenziati, pur in presenza di esigenze di personale soddisfatte con altre assunzioni, sempre precarie. Ciò pare evidenziare peraltro, in assenza di una risposta chiara da parte della società Poste Italiane, una carenza di strategia complessiva e di programmazione di attività che consentirebbe una predisposizione di un piano assunzionale in grado di far fronte ai concreti fabbisogni dell'azienda.

Speriamo dunque che il Governo intervenga, ma nella figura del MEF e del MISE, affinché Poste Italiane preveda a breve un vero piano assunzionale, conforme alla normativa vigente, specificando dei criteri di assunzione che tengano conto dei curriculum e valorizzino coloro che abbiano già maturato esperienza. È arrivato il momento di gestire il personale su un modello di contratto stabile, atteso che l'azienda mostra di aver bisogno di questi lavoratori, tant'è vero che garantisce il servizio con molti centri di distribuzione, uffici di recapito, nei quali i precari rappresentano la maggioranza dei dipendenti o comunque ne rappresentano un numero considerevole. Quanto detto non ci consente di essere pienamente soddisfatti, dal momento che i temi centrali dell'interpellanza proposta da noi hanno avuto una risposta non del tutto esauriente e nemmeno definitiva. Grazie.