15/11/2022
Debora Serracchiani
Scotto, Furfaro, Ciani, Girelli, Malavasi, Stumpo
2-00006

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la crisi pandemica scoppiata ad inizio 2020 è stata la sfida più grande a cui i cittadini ed i Governi sono stati sottoposti negli ultimi decenni;

   l'Italia è stata duramente colpita e i due precedenti Governi hanno dovuto attuare – prima di tutti gli altri paesi europei – misure molto pesanti volte a contrastare l'avvento del SARS-CoV-2;

   seppur il momento peggiore della crisi sanitaria sembra ormai superato, non vi è dubbio che il COVID-19 è ancora presente nel nostro paese e vi è la necessità di continuare a tenere alta l'attenzione ed a continuare con la strategia di una campagna vaccinale capillare per poter proteggere la popolazione più fragile;

   le prime misure intraprese da questo Governo sembrano andare in totale contrasto e discontinuità con le precedenti gestioni;

   Il Presidente del Consiglio dei ministri, in Parlamento, aveva dichiarato che non avrebbe affrontato il tema del COVID con un approccio ideologico, ma tenendo in considerazione le evidenze scientifiche;

   ma i fatti sembrano smentire le parole pronunciate in Parlamento in quanto le prime azioni sembrano essere state attuate con l'approccio ideologico di chi pare essere fiancheggiatore di no-vax e negazionisti;

   qualche giorno fa la fondazione Gimbe denunciava la condotta di questo Governo definendo la sua strategia in tema di contrasto alla diffusione del COVID-19, come «oscurantista», in risposta al fatto che i dati sull'andamento del contagio e della vaccinazione non sono più pubblicati a cadenza giornaliera, ma settimanale;

   la pubblicazione giornaliera dei dati sull'andamento del contagio e sulla campagna di vaccinazione e la loro accessibilità sono fondamentali strumenti d'informazione e di controllo messi al servizio dei cittadini, ricercatori, fondazioni ed associazioni e che la trasparenza e l'accessibilità sono principi fondamentali in un sistema democratico;

   anche sul fronte dei vaccini vi sono segnali in controtendenza rispetto alla precedente gestione, come il reintegro del personale sanitario non vaccinato;

   per la fondazione Gimbe: «Le evidenze scientifiche si costruiscono con dati di qualità, aperti, accessibili e aggiornati tempestivamente. (...) La pubblicazione dei dati a cadenza settimanale rappresenta un ulteriore tassello della strategia oscurantista del Governo nella gestione della pandemia: dal reintegro anticipato dei sanitari non vaccinati al "ritiro" della circolare del Ministero della Salute (...) sul piano di preparazione per la stagione autunno-inverno, al silenzio assordante sulla campagna vaccinale, in particolare sulla somministrazione dei richiami per i più fragili»;

   la strategia sulla campagna vaccinale e sulla quarta dose non pare oggi chiara e non si intravede una campagna di comunicazione volta ad informare i cittadini sulla sua importanza;

   ad una non chiara posizione sulla necessità di continuare sulla campagna vaccinale come elemento necessario per contrastare il diffondersi dell'epidemia da COVID-19 si aggiungono le sconcertanti parole del Sottosegretario alla salute onorevole Gemmato che, intervenendo alla trasmissione «Restart-L'Italia ricomincia da te» andata in onda lunedì 14 novembre 2022 in seconda serata sulla rete nazionale Rai 2, rispondendo al vicedirettore del Corriere della Sera che aveva osservato «senza vaccini sarebbe stato magari peggio», ha replicato non solo che non si schiera a favore o contro i vaccini ma che per «larga parte della pandemia» di COVID-19 «l'Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti»;

   si tratta di dichiarazioni non solo inaccettabili ma anche antiscientifiche visto che il vaccino riduce la carica virale e dunque il rischio di trasmissione; abbassa i tempi di negativizzazione da 7 giorni a 4; ha evitato il 72 per cento dei decessi per le persone con più di 80 anni;

   inoltre, tali dichiarazioni sminuiscono l'importanza della vaccinazione nel tutelare la vita di tutti, specie delle persone anziane e dei più fragili –:

   se il Ministro intenda dissociarsi categoricamente dalle dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario Gemmato, ribadendo contestualmente l'importanza della vaccinazione quale elemento chiave per contrastare il diffondersi dell'epidemia da COVID-19, nonché quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere affinché questo Governo continui con il lavoro portato avanti dalla precedente gestione in tema di contrasto al COVID-19, se non ritenga che i primi provvedimenti di questo Governo in tema di contrasto al COVID-19 possano essere pericolosi in quanto possano indurre i cittadini ad abbassare l'attenzione su una questione così delicata e se non ritenga di dover ripristinare la pubblicazione giornaliera dei dati rendendoli accessibili a tutti essendo strumento fondamentale d'informazione ed in linea con il principio di trasparenza nonché come intenda proseguire la campagna di vaccinazione in modo capillare e deciso per poter proteggere la parte più fragile dei cittadini e delle cittadine.

Seduta del 18 novembre 2022

Illustrazione di Marco Furfaro, risposta del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, replica di Arturo Scotto

MARCO FURFARO. Grazie, Presidente. Per illustrare questa interpellanza, alla luce delle parole e degli atti di questo Governo, penso sia bene partire dalle basi, dal principio. Cosa è stato e cos'è il COVID? Vorrei provare a ricordarlo con qualche numero: 180.000 sono i nostri connazionali che sono stati portati via - lo ripeto: 180.000 -, come se, improvvisamente, perdessimo intere città, come Modena, Taranto, Reggio Calabria e Reggio Emilia; 6.600.000 sono le vittime in tutto il mondo, più degli abitanti di interi Stati; 378 sono i medici che, in Italia, hanno perso la vita, sacrificandosi per il bene dei nostri cari: penso al dottor Francesco Gasparini, un medico in pensione (67 anni) che, pur di dare una mano, decise di tornare in corsia e si rimise il camice da volontario, penso a Gino Fasoli, dottore di 73 anni, anche lui in pensione, a cui è toccata la stessa sorte e così tanti altri. E, se non bastassero i numeri a raccontare la gravità di quello che è accaduto, ci sono le immagini: la fila interminabile, tragica delle bare di Bergamo. Non solo: gli ospedali intasati, le foto dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari stremati, dopo una giornata di lavoro destinata a non finire mai, le testimonianze cariche di dolore dei familiari delle vittime, le persone anziane costrette, purtroppo, a rimanere sole e a salutare i nipoti e i figli dai balconi e dalle finestre. E poi le università chiuse, i corridoi scolastici senza il suono della campanella, i cinema, gli stadi ed i teatri silenziosi e spenti. Ecco, in quei giorni, il bollettino quotidiano della continua crescita dei contagi e dei morti accompagnava la nostra vita e il gran numero dei decessi di coloro che non ce l'hanno fatta ha sconvolto le nostre vite e i nostri affetti. Gli anziani, le persone fragili e il personale medico e sanitario, i soccorritori e tutti coloro che hanno operato senza sosta in condizioni drammatiche per il bene comune sono stati i più colpiti. Mentre tutto questo accadeva, mentre migliaia di italiani, in assenza di un vaccino – ripeto: in assenza di un vaccino -, morivano come mosche, c'era chi si divertiva a fare propaganda, a indossare o a non indossare la mascherina, a organizzare manifestazioni di protesta contro le misure sanitarie, ovviamente, senza alcun distanziamento tra un selfie e l'altro, a fare comizi e a stringere mani, mentre dichiarava allegramente di avere la febbre. Ecco, oggi quel qualcuno è diventato pure Ministro. Speravamo che, una volta al Governo, la destra avrebbe preso atto della realtà, smettendola di strizzare l'occhio ad apprendisti stregoni e negazionisti di ogni specie. Speravamo che, a campagna elettorale finalmente finita, si sarebbero affidati non ai tarocchi, ma alla scienza, ma così - a quanto pare - non è; anzi, le prime scelte concrete del Governo vanno nella direzione opposta. Ne ricordo alcune: via l'obbligo vaccinale per il personale sanitario; reintegro dei medici no-vax; via le mascherine nelle strutture sanitarie, salvo poi fare marcia indietro grazie a chi vive quotidianamente il dramma del COVID, ovvero le regioni; via il bollettino giornaliero della pandemia e la pubblicazione quotidiana dei dati grezzi e, infine, nessuna parola - ripeto: nessuna parola - sulla strategia che il Governo ha intenzione di portare avanti sulla vaccinazione. Anzi, a dire il vero, qualche parola sui vaccini c'è stata. Cito testualmente - e sottolineo testualmente - uno scambio tra il Sottosegretario Gemmato e il vicedirettore del Corriere della Sera; osservazione del giornalista: “senza i vaccini sarebbe stato magari peggio”, risposta del sottosegretario: “questo lo dice lei, non abbiamo l'onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini”. Si resta basiti, perché non stiamo parlando di un passante, Gemmato è il Sottosegretario alla Salute e Gemmato ha il dovere di sapere che non è il vicedirettore del Corriere della Sera, Cazzullo, a dire che senza i vaccini sarebbe stato peggio, ma lo sono i dati, i numeri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma non sono state drammatiche semplicemente le dichiarazioni del momento, decontestualizzate; il giorno dopo, nel tentativo di mettere una pezza, che si è rivelata peggio del buco, Gemmato ha dichiarato che voleva solo derubricare il tema dei vaccini perché non è più attuale. Ecco, tramite la Presidenza, vorrei ricordare al signor Ministro e al Sottosegretario che, due anni fa, quando in Italia era tutto chiuso e i vaccini sembravano davvero un miraggio, morivano di COVID dieci persone ogni milione di abitanti. Oggi, che è tutto aperto, oggi che il distanziamento è un lontano ricordo, oggi che lo smart working è stato, in parte, abbandonato, oggi che le scuole sono finalmente di nuovo in presenza, oggi che le mascherine non sono più presenti nemmeno sui mezzi di trasporto pubblico, abbiamo un morto di COVID ogni dieci milioni di abitanti. Perché? Non per opera di qualche congiunzione astrale favorevole o perché il COVID sia improvvisamente scomparso, ma grazie alla scienza, grazie ai vaccini, grazie a quell'85,82 per cento di italiani che responsabilmente ha parzialmente protetto se stesso, la comunità e i medici. I vaccini - come dimostrato da uno studio dell'Università di Ginevra, pubblicato su Nature - riducono la carica virale, contengono parzialmente il contagio e la possibilità di sviluppare la malattia in forma grave. I vaccini - come evidenziato sempre su Nature - abbassano i tempi di negativizzazione da 7 a 4 giorni e - come riportato, a dicembre 2021, dall'Istituto superiore di sanità - hanno evitato il 72 per cento dei decessi per le persone con più di 80 anni. Come sempre certifica l'Istituto , nel periodo tra il 27 dicembre 2020, giorno in cui abbiamo iniziato a vaccinarci, ed il 31 gennaio 2022, i vaccini hanno permesso di evitare circa 8 milioni di casi, oltre 500.000 ospedalizzazioni, oltre 55.000 ricoveri in terapia intensiva e circa 150.000 decessi. I vaccini proteggono quel diritto della sacralità della vita, che tanto la destra ama sbandierare, quando si tratta di limitare i diritti delle donne. Ecco, il tasso di decessi tra i non vaccinati è, infatti, nove volte più alto, come riportato a luglio sempre dall'Istituto superiore di sanità. Non solo: il Sottosegretario Gemmato ha poi dichiarato che l'Italia è stata prima per numero assoluto di morti da COVID: falso.

Quando i dati relativi alla pandemia sono stati rilevati in tutto il mondo, su 228 Nazioni, l'Italia era all'ottavo posto; davanti a noi Paesi come gli Stati Uniti, con 1.100.000 morti e il Regno Unito, con 195 mila decessi. Ha poi dichiarato - sempre il Sottosegretario, ripeto, alla Salute - che siamo stati i primi per letalità da COVID; un'altra, l'ennesima, cosa falsa. La letalità considera i decessi in rapporto al numero di abitanti di un singolo Paese; ebbene, in base ai dati, l'Italia è al cinquantatreesimo posto nel mondo per letalità, con 107 morti ogni 100 mila abitanti; peggio di noi il Regno Unito con 111, il Portogallo con 117, gli Stati Uniti con 142, la Grecia con 149 e la Polonia con 180. Se l'Italia è passata dal terzo al cinquantatreesimo posto tra i Paesi con maggiore mortalità è stato proprio dopo il boom di vaccinazioni fatte dagli italiani e dalle italiane. Questi sono i numeri, questi sono i fatti che attraverso la Presidenza vorrei consegnare al signor Ministro.

A questo punto, penso che le ipotesi siano due: o il Sottosegretario alla Salute non conosceva i dati sul più catastrofico problema di salute pubblica di sempre, e sarebbe drammatico, oppure, pur conoscendoli, ha mentito sapendo di mentire, e sarebbe di una gravità inaudita; non ci sono altre ipotesi in campo, altro che decontestualizzazioni. E non bastano le frasi di circostanza o qualche smentita quando si parla della salute e della vita delle persone, perché abbiamo superato un periodo tragico dal punto di vista sanitario, sociale ed economico e lo abbiamo fatto, sì, grazie alla scienza, ai vaccini, ai medici, agli operatori sanitari, agli amministratori locali, al terzo settore e ai tanti presidi di prossimità e volontariato che si sono attivati, ma soprattutto lo abbiamo fatto e lo abbiamo superato quel tragico periodo grazie allo spirito di comunità e fratellanza degli italiani e delle italiane. Sì, proprio loro sono stati straordinari, perché senza l'aiuto, la perseveranza, i sacrifici, la volontà e la cura degli uni per gli altri non saremmo riusciti ad affrontare la peggiore tragedia che ci potesse capitare dal dopoguerra.

Ecco, proprio per questo, le prime mosse del Governo, le parole sui vaccini, i primi atti messi in campo sono pericolosi e rischiano di inficiare in parte i grandi sforzi fatti, perché danno un messaggio al Paese devastante dal punto di vista culturale; cioè dicono al Paese che la scienza, i vaccini, il grande senso di responsabilità e sacrificio, la cura degli uni e degli altri sono valori negoziabili e, allora, da qui, dai primi atti, dalle parole sbagliate, antiscientifiche e pericolose che abbiamo ascoltato da alcuni esponenti del Governo, nasce questa interpellanza urgente, perché non è negando i dati o abbracciando teorie negazioniste che si pone fine all'epidemia, ma solo continuando sulla strada della trasparenza e dell'evidenza scientifica.

Per questo chiedo, attraverso la Presidenza, di domandare al Ministro se non si ritenga di dover ripristinare la pubblicazione giornaliera dei dati, rendendoli accessibili a tutti; era stata un elemento virtuoso, di trasparenza, ma anche di collaborazione, tra società civile, ricercatori e istituzioni. Chiediamo al Ministro se intenda, soprattutto, dissociarsi categoricamente dalle dichiarazioni rilasciate dal Sottosegretario Gemmato e chiediamo se alla luce dei dati scientifici intenda ribadire l'importanza della vaccinazione e se non ritenga che i primi provvedimenti di questo Governo in tema di contrasto al COVID siano pericolosi in quanto possano indurre i cittadini ad abbassare l'attenzione su una questione così delicata.

Chiediamo, infine, al Ministro quali iniziative intenda intraprendere affinché si continui il lavoro portato avanti dal precedente Governo, nonché come intenda proseguire, sostenere e favorire la campagna di vaccinazione per le persone più fragili, in particolare, perché la capacità di un Governo di onorare la Costituzione sulla quale ha giurato si vede proprio da qui, dalla capacità di proteggere le persone più fragili.

 

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente; ringrazio gli onorevoli interpellanti per aver sollevato una tematica di grande rilevanza e di impatto che mi consente, oggi, di fornire tutti gli elementi utili a dipanare eventuali equivoci che si sono generati. Intanto, prima di leggere il mio testo vorrei ribadire chiaramente che mai questo Governo e mai io abbiamo pensato di abbandonare l'uso delle mascherine negli ospedali e nelle RSA; anzi, nella circolare che ho firmato il 31 ottobre scorso ho parlato, non solo, dell'endemia, oggi, da COVID-19, ma anche dell'avvicinarsi della stagione influenzale. D'altronde, le mascherine sono sempre state un presidio molto utile negli ospedali, anche prima della pandemia da COVID-19.

Inizio, ricordando che, a seguito dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri n. 640 del 27 febbraio 2020, l'Istituto superiore di sanità, dal 28 febbraio 2020, coordina un sistema di sorveglianza che integra a livello individuale i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle regioni e province autonome e dal Laboratorio nazionale di riferimento per SARS- COV-2 dell'Istituto superiore di sanità. Dal febbraio 2020, l'Istituto superiore di sanità pubblica settimanalmente un report esteso sull'andamento delle infezioni da COVID.

Ciò premesso, in merito al quesito relativo alla pubblicazione giornaliera dei dati aggregati, preciso che la raccolta di dati per la sorveglianza integrata del SARS-COV-2 e per il monitoraggio della situazione epidemiologica e delle condizioni di adeguatezza dei sistemi sanitari regionali continua ad essere giornaliera, come disposto dal decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, convertito dalla legge 19 maggio 2022, n. 52, all'articolo 13, comma 7. Pertanto, solo la pubblicazione dei dati, a partire dal 28 ottobre 2022, avviene con cadenza settimanale, ma i dati sono comunque sempre disponibili e su richiesta ostensibili.

Attualmente, le modalità di gestione e divulgazione delle informazioni rilevate tramite la sorveglianza COVID-19, basata sui dati aggregati, prevedono: la pubblicazione settimanale, il giorno di venerdì, degli open data sulla piattaforma GitHub - il formato dei dati pubblicati sulla piattaforma non varia e viene quindi resa disponibile l'informazione granulare relativa ai dati giornalieri per il periodo relativo ai sette giorni antecedenti alla data di pubblicazione, dal venerdì della settimana precedente al giovedì della settimana corrente; questa modalità permette di rendere fruibili i dati sia per la comunità scientifica sia per tutte le organizzazioni che realizzano analisi, utilizzando come fonte dati la sorveglianza COVID-19 basata su dati aggregati - e l'aggiornamento settimanale, sempre il venerdì, delle dashboard ArcGIS COVID-19 Italia. Anche su queste, i dati sono pubblicati mantenendo il formato originario e la granularità quotidiana per l'intervallo temporale che va dal venerdì della settimana precedente al giovedì della settimana corrente.

Ribadisco che rimane garantita la possibilità alle autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie anche quotidiane. Tra l'altro, ho più volte dichiarato che qualora ci fossero degli scostamenti significativi sui dati giornalieri, sarei io il primo a darne informazione.

Ricordo, inoltre, che sono attualmente operanti il sistema di monitoraggio settimanale del rischio COVID-19 e la cabina di regia composta da esperti del Ministero della Salute, dell'Istituto superiore di sanità e da rappresentanti delle regioni. Tale sistema, che integra dati derivanti da molteplici flussi informativi, si è dimostrato efficace nell'anticipare di alcune settimane la rilevazione degli aumenti nell'incidenza di casi gravi e di decessi. La cabina di regia ha chiesto, sin dal 22 luglio 2022, una semplificazione del monitoraggio, con l'utilizzo di alcuni parametri epidemiologici senza soglie predefinite, quali l'incidenza settimanale, l'Rt, l'impatto della vaccinazione, la stima della letalità, la percentuale di positività al test, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva.

I dati più recenti discussi in cabina di regia nella riunione dello scorso 11 novembre, relativi alla settimana dal 31 ottobre al 6 novembre, delineano il seguente quadro epidemiologico che qui riporto: incidenza sostanzialmente stabile, i dati del flusso dell'Istituto superiore di sanità nel periodo 31 ottobre - 6 novembre evidenziano un'incidenza in diminuzione, pari a 276 per 100 mila abitanti, rispetto alla settimana precedente che era di 331 per 100 mila abitanti nel periodo 24 ottobre - 30 ottobre; Rt in diminuzione e al di sotto della soglia epidemica nel periodo 19 ottobre - 1 novembre 2022; anche l'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero diminuisce e si trova sotto la soglia epidemica; in lieve diminuzione è il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva a livello nazionale; in lieve diminuzione il tasso di occupazione in aree mediche COVID-19 a livello nazionale - era del 10 per cento il giorno 8 novembre, rispetto al 10,5 per cento del giorno 1° novembre.

Con riferimento, poi, alla necessità di ribadire l'importanza della vaccinazione anti-COVID-19 per il contrasto all'epidemia, posso con serenità affermare che in alcun momento essa è stata messa in discussione dal Governo, dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal sottoscritto. Anche il Sottosegretario di Stato, le cui dichiarazioni sono state evidentemente decontestualizzate, ha già avuto modo di smentire qualsivoglia malevola interpretazione. È appena il caso di aggiungere che anche le più recenti analisi dell'Istituto superiore di sanità, compendiate nella nota tecnica “Infezioni da SARS-CoV-2, ricoveri e decessi associati a COVID-19 direttamente evitati dalla vaccinazione, Italia, 27 dicembre 2020-31 gennaio 2022”, consentono di stimare che la campagna vaccinale contro il COVID-19 in Italia ha permesso di evitare, nel periodo sopraindicato, oltre 500 mila ospedalizzazioni, oltre 55 mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150 mila decessi.

Questi dati confermano l'importanza della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi. Alla data dello scorso 16 novembre, nel corso dell'attuale campagna vaccinale anti-COVID-19 in Italia sono state somministrate 142.331.373 dosi. Il ciclo vaccinale è stato completato da 48.702.525 persone (pari al 90,20 per cento della popolazione over 12). La prima dose di richiamo (booster) è stata effettuata da 40.316.426 persone (pari all'84,51 per cento della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale o booster, che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi). La seconda dose di richiamo è stata somministrata a 4.698.063 persone (pari al 24,57 per cento della popolazione potenzialmente oggetto della seconda dose di richiamo che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi). Inoltre, il 32,27 per cento della popolazione di 5-11 anni ha completato il ciclo vaccinale primario (1.289.402 soggetti).

Relativamente alla prosecuzione della campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID-19, questa attualmente prevede: la somministrazione della seconda dose di richiamo, con vaccino a m-RNA bivalente con raccomandazione specifica per tutte le persone di età sopra i 60 anni, per le persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età maggiore di 12 anni, per gli operatori sanitari, gli ospiti e operatori delle strutture residenziali e le donne in gravidanza. Inoltre, i vaccini bivalenti possono essere resi disponibili su richiesta dell'interessato, come seconda dose di richiamo, per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età.

La somministrazione di un'ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA bivalente è raccomandata per le persone dagli 80 anni in su, gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e le persone dai 60 anni in su con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, che abbiano già ricevuto una seconda dose di vaccino a m-RNA monovalente. Inoltre, su richiesta dell'interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni che hanno già ricevuto un secondo richiamo potranno vaccinarsi con un'ulteriore dose di vaccino.

Relativamente ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base, o a trattamenti farmacologici, e ai soggetti sottoposti a trapianto emopoietico o di organo solido, è raccomandata una dose di richiamo, dietro valutazione e giudizio clinico specialistico, ai soggetti che hanno già ricevuto un ciclo primario di tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale), e una successiva ulteriore dose di richiamo.

Quanto alle strategie di comunicazione, anticipo che dal 1° dicembre prossimo venturo il mio Dicastero, in collaborazione con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, avvierà una campagna di comunicazione mediante spot televisivi e radiofonici, da diffondere sia sulle reti Rai che sugli altri network nazionali e locali, per promuovere la vaccinazione anti-COVID-19 e la vaccinazione antinfluenzale. Nella campagna informativa, che sarà la principale per il periodo dicembre 2022-gennaio 2023, verrà anche ricordato che le due vaccinazioni, quella anti-COVID-19 e quella antinfluenzale, possono essere eseguite in una sola seduta. Tale iniziativa fa seguito agli ordinari strumenti di comunicazione del Ministero della Salute sia web che social, da sempre finalizzati a promuovere il vaccino anti-COVID-19 e, in questo periodo, anche il vaccino antinfluenzale.

Concludo, sulla base degli elementi informativi che ho reso, rassicurando gli onorevoli interpellanti che, nel rispetto del mandato che ho recentemente assunto come Ministro della Salute e nel rispetto della mia professione di medico, nessuna mia iniziativa potrà mai pregiudicare il diritto costituzionalmente garantito alla salute e alle cure di tutti i cittadini italiani.

ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente, penso che a lei si possa dire senza timore di smentita. Non sono soddisfatto, signor Ministro. Ho la sensazione che chi è decontestualizzato sia lei, non il suo Sottosegretario, perché lei si muove dentro uno schema in cui vi sono elementi di continuità oggettivi. Ha annunciato una campagna di informazione per il vaccino, per la quarta dose. Vorrei ricordarle che siamo molto indietro in questo momento: sulla quarta dose l'Italia è al 25 per cento rispetto alla media degli altri Paesi europei, la Francia è al 37 per cento, la Spagna al 38 per cento, la Germania al 34 per cento. Negli anni precedenti siamo stati - lo ha detto lei correttamente - il primo Paese al mondo per quanto riguarda la prima, la seconda e la terza dose. Oggi siamo indietro. Lo sa perché? Perché non si può dirigere un Dicastero delicato, come quello della salute, con messaggi polifonici o con ambiguità, come le dichiarazioni che sono state rilasciate dal suo Sottosegretario.

Non so dove abbia letto le smentite di Gemmato, ma, quando dice: “io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro”, il giorno dopo, questa sarebbe la smentita, signor ministro? “Il tema dei vaccini non è più attuale, ma un cittadino che lo guarda alla televisione per quale motivo dovrebbe recarsi al centro vaccinale e confermare la quarta dose?” Per quale motivo? Dunque noi ci troviamo di fronte a un Ministero gestito da lei, che viene dalla comunità scientifica, che ha una storia indiscutibile nell'Istituto superiore di sanità, che è stato e che è - lo ha confermato - uno dei sostenitori dell'evidenza scientifica, di un patto tra politica e scienza, che è quello che regge il patto di cittadinanza, e poi c'è un altro signore, che gestisce il Ministero con lei, che strizza l'occhiolino ai no-vax. Questa contraddizione è irrisolvibile, o se ne va lei o se ne va il suo Sottosegretario. I principi cardine di qualsiasi democrazia sono la trasparenza e l'accessibilità ai dati, le dittature negano la trasparenza e l'accessibilità ai dati. L'attuale Presidente del Consiglio e diversi suoi Ministri - lo ha detto il collega Furfaro - nei mesi precedenti parlavano di dittatura sanitaria. Il principio delle dittature è negare l'accessibilità ai dati, lo ribadisco. Non si capisce per quale motivo, visto che la comunità scientifica ha bisogno di quei dati per studiare, i bollettini non debbano essere giornalieri, e perché, per quale bandierina ideologica, si sia deciso di cambiare registro.

Lo dica al suo Sottosegretario, lo dica al suo Presidente del Consiglio. Ora state per fare la legge di bilancio, vi sono cose che non si possono condonare. Il COVID non è una cartella esattoriale da rottamare e i dati non sono contante da alzare o abbassare a vostro piacimento. Dietro quei numeri vi sono le persone.

Soprattutto, lo dica al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia, che tra i dati che lei non ha citato, ce ne è uno a cui teniamo particolarmente: 2021-2022, l'Italia, attraverso i Governi che si sono succeduti e il suo Ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno messo risorse sulla salute pubblica che hanno portato il nostro Paese al 7 per cento del PIL in rapporto alla spesa sanitaria, sopra la media europea. Se la sente di confermare questo dato? Se la sente di dirci che, nel 2023, saremo ancora sopra la media europea, oppure confermerà quello che c'è nel vostro programma elettorale, che il Servizio sanitario nazionale non è nemmeno citato? Vede, le proponiamo una cosa molto semplice in questa legge di bilancio, di introdurre un meccanismo di adeguamento automatico delle risorse sanitarie che tengano sempre la spesa sopra il 7 per cento, così - e vado a chiudere - si eviteranno non soltanto questi episodi singolari che abbiamo citato e che sono il segno di un degrado, di una sottovalutazione, appunto, di un condono - il rientro dei medici no-vax, la fine dell'obbligo vaccinale per i medici e dei bollettini -, ma l'idea che la centralità dei beni comuni e della salute non è più prioritario per questo Governo.

Signor Ministro, se lei smentirà questo andazzo, questa impostazione, che è stata, nei fatti, confermata anche nel discorso di insediamento di Giorgia Meloni, quando sostanzialmente sul tema della salute sono state dedicate due righe e mezzo, se lei smentirà questo dato, noi la sosterremo, le diremo di andare avanti, perché la sua storia dice questo e perché noi non faremo mai un'opposizione contro gli interessi del Paese, a differenza di come avete fatto voi. Se, invece, ci smentirete, farete l'opposto, riprenderete una politica di tagli, una politica nella quale la salute non sarà più centrale, troverete in noi una barriera, perché siamo un'opposizione che mette al centro l'interesse generale e l'interesse generale si chiama diritto alla salute, come dice la nostra Costituzione, sulla quale lei ha giurato.