14/07/2020
Lia Quartapelle Procopio
Cenni, Ciampi, Di Giorgi, Gribaudo, Lorenzin, Rotta
2-00857

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, per sapere – premesso che:

   la sospensione dei servizi educativi per l'infanzia, resa necessaria dalla necessità di contenere l'epidemia da COVID-19, ha causato un aumento del carico di cura legato alla gestione dei figli. Tale aumento ha pesato, in particolare, sui nuclei monoparentali, su chi pur avendo figli a carico non ha una rete familiare di supporto, e sulle neo mamme, in un quadro che già vede l'occupazione femminile in Italia tra le più basse in Europa, sotto al settanta per cento, un divario occupazionale padre- madre tra i più ampi nell'Unione europea e con quasi 40 mila madri con figli fino a 3 anni che, nel solo 2019, sono state costrette a lasciare il lavoro;

   la partecipazione ad attività educative nella fascia 0-6 anni è essenziale per un sano sviluppo del bambino, sia in termini di socializzazione, che di apprendimento e di accesso a una alimentazione sana. Come riportato da un documento dell'Ocse, la prolungata assenza dall'istruzione danneggia maggiormente i bambini appartenenti alle fasce più svantaggiate, esponendoli a forti rischi di scorretta alimentazione, oltre a causare un maggiore rischio di esposizione alla violenza domestica, fenomeno purtroppo in crescita durante il lockdown;

   nonostante le modalità di diffusione del virus per fasce d'età non siano completamente note, ad oggi i casi registrati di istituti scolastici diventati focolai o coinvolti nella diffusione appaiono molto limitati, mentre con certezza si sa che la fascia 0-14 è esposta ad un rischio sanitario contenuto;

   è palese la difficoltà nel garantire il distanziamento e il mantenimento delle norme igienico-sanitarie nei bambini d'età 0-6, a causa delle loro esigenze, caratteristiche, legate alla corporeità e al movimento. La loro formazione è fortemente basata sulla relazione di cura, la vicinanza fisica e il contatto come mezzo di formazione e condivisione di esperienze. La necessità di garantire ai bambini il contatto col loro gruppo di pari e con gli adulti di riferimento, pone una sfida per il mantenimento della sicurezza sanitaria nell'attuale contesto epidemiologico;

   le attuali linee guida per la riapertura dei servizi educativi della fascia 0-6, contenute all'interno del Piano scuola 2020-2021, tracciano alcune indicazioni, tra le quali il non uso delle mascherine per i bambini, il massimo utilizzo degli spazi interni ed esterni, e l'uso di protezioni sanitarie specifiche per gli educatori che non impediscano il riconoscimento da parte dei bambini. Mancano invece indicazioni più specifiche sul rapporto tra numero di educatori e di bambini, sulle capienze massime degli spazi disponibili, sui protocolli di sanificazione di giochi, arredi e oggettistica, oltre che sulle specifiche dotazioni di Dpi necessarie agli educatori;

   gli enti gestori dei servizi educativi si stanno misurando con alcune difficoltà di programmazione del prossimo anno di attività, dovendo stimare il numero di bambini fruitori che potranno accogliere, la quantità di personale necessario e gli eventuali investimenti propedeutici al riallestimento degli spazi. Tale incertezza complica dunque l'apertura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico –:

   se sia allo studio del Ministero la pubblicazione di linee guida esaustive per i servizi educativi per l'infanzia, con riferimento a tutti i servizi di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, che definiscano, tra l'altro, modalità di ingresso, organizzazione di pre-scuola e post-scuola, rapporto tra numero di bambini e di educatori, capienza massima degli spazi;

   se siano previste altre iniziative di sostegno economico e operativo nell'ottica della riapertura di tali servizi per il prossimo anno scolastico, oltre a quelle previste dall'articolo 233 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 come forma di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle compartecipazioni da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione dei servizi.

Seduta del 17 luglio 2020

Illustrazione e replica di Lia Quartapelle Procopio, risposta della Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione Anna Ascani

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO: Grazie, Presidente. Ringrazio la Vice Ministra Ascani, che è presente per la risposta, perché è una questione che lei conosce bene seguendola quotidianamente e direttamente. Si tratta, sostanzialmente, delle regole per le riaperture degli asili nido e delle scuole dell'infanzia, il cosiddetto “segmento 0-6” per i bambini, appunto, dagli zero ai sei anni. Sono servizi che sono stati chiusi con le scuole nelle prime regioni in cui ci sono state le chiusure, cioè Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna. Sono state delle chiusure che sono avvenute già a febbraio e non sono ancora stati formalmente riaperti come servizi educativi ma sono stati riaperti, diciamo, in forma sperimentale come centri estivi. I servizi riprenderanno formalmente pienamente a settembre. Di solito, a fine giugno si raccolgono e si chiudono le iscrizioni e si avvia la programmazione delle attività.

Quest'anno, ovviamente, a causa del COVID-19 tutto questo non è stato possibile, ma i ritardi e le difficoltà, anche nel capire come riaprire, stanno creando, ovviamente, disagi sia alle strutture che alle famiglie. Alcuni servizi, addirittura, nell'incertezza hanno deciso di chiudere e le notizie che noi abbiamo sono di un circa 10 per cento di servizi che hanno deciso di chiudere completamente, creando ovviamente poi problemi nell'anno che verrà per capire dove sistemare i bambini che erano iscritti lì e per le famiglie c'è un problema oggettivo a capire come organizzarsi. In parte è stato forse agevolato dalla decisione del Governo di prolungare lo stato di emergenza e, quindi, di prolungare la normativa sullo smart working, ma non possiamo certo pensare che quello risolva completamente tutto il problema.

Sono, ovviamente, servizi essenziali per le famiglie e soprattutto per le donne che lavorano, sono servizi essenziali per lo sviluppo dei bambini e durante il lockdown ci siamo resi conto di quanto, - in particolare, i bambini che vengono dalle famiglie più svantaggiate - soffrano dell'assenza della scuola. Sono servizi che, però, hanno bisogno di regole molto specifiche, perché il distanziamento in quel segmento di età è complicato da ottenere, la relazione di cura richiede un certo tipo di rapporto tra gli educatori e i bambini, che è reso più difficile dalle regole sanitarie, e, inoltre, ci sono difficoltà a capire esattamente l'evidenza scientifica della diffusione del virus sui bambini di quell'età. Non c'è una certezza, ma i casi che abbiamo dicono che sono pochissimi - molto meno rispetto alle altre fasce d'età - i bambini che si ammalano e finora, grazie al cielo, non ci sono stati casi di focolai nelle scuole e, in particolare, nei servizi di quell'età.

Il Governo ha fatto tante cose. Ha stanziato nel “decreto Rilancio” e complessivamente in tutte le misure molte risorse, 180 milioni, per il ristoro di queste strutture che nelle settimane del lockdown non hanno visto pagate le rette da parte delle famiglie perché non venivano erogati i servizi e, quindi, le famiglie non hanno potuto pagare le rette. È stata conclusa la settimana scorsa, lunedì, una riunione tra i gestori e gli enti locali per capire come riaprire e nei prossimi giorni ci saranno altre riunioni con i gestori delle strutture proprio per discutere delle riaperture. Infine, è stato scritto un capitolo sui servizi educativi nelle linee guida per la riapertura delle scuole che sostanzialmente suggerisce che non serviranno le mascherine per i bambini, dice che bisognerà usare il massimo degli spazi interni ed esterni, suggerisce di utilizzare delle protezioni sanitarie che non interferiscano con il riconoscimento tra gli educatori e i bambini, ma mancano alcune indicazioni più precise. Quindi, la mia interpellanza vuole dare l'occasione al Governo di spiegare in Parlamento, e, quindi, poi di rendere pubbliche, alcune cose che ci vengono chieste in queste settimane dagli enti locali e dai gestori.

Da un lato, se verranno fatte delle linee guida più esaustive, che riguardino, in particolare, le modalità di ingresso e di uscita, l'organizzazione del pre e del postscuola, tenendo conto delle vicende relative ai piccoli gruppi che devono essere mantenuti nel rapporto tra educatori e bambini, se il Governo indica e se il CTS ha indicato un rapporto necessario tra bambini ed educatori, un rapporto numerico necessario, se ci sono delle indicazioni precise sulla capienza massima degli spazi, massima o minima degli spazi, se ci sono delle indicazioni sul protocollo di sanificazione dei giochi, dei materiali e degli spazi e se ci sono delle indicazioni puntuali sui dispositivi di protezione individuale per gli educatori, perché abbiamo anche visto situazioni in cui gli educatori, magari per tranquillizzare le famiglie, si sono, insomma, iperprotetti, creando, invece, poi delle difficoltà nel servizio erogato. Questa è la prima parte della domanda.

La seconda parte della domanda riguarda possibili iniziative che il Governo intende mettere in campo di sostegno economico e operativo per i gestori, perché effettivamente il loro lavoro, in particolare da settembre, sarà fortemente condizionato dalle regole sanitarie e, quindi, è importante capire se il Governo, oltre ai soldi già stanziati, ha qualche iniziativa in più in programma.

ANNA ASCANI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione: Grazie, Presidente. Onorevole Quartapelle, onorevoli interroganti, siamo consapevoli di quanto essenziale e importante sia restituire in totale sicurezza ai più piccoli il diritto all'educazione, al gioco e alla socialità. Ovviamente, condivido quanto lei ha detto relativamente al fatto che questa fascia di popolazione, i bambini da zero a sei anni, hanno sofferto più di tutti il lockdown e la mancanza, appunto, del gioco, della socialità ma anche dell'educazione. Per questo abbiamo convocato un tavolo nazionale per la ripresa delle attività in presenza del sistema integrato 0-6, al quale partecipo di persona, insieme ai rappresentanti della Conferenza delle regioni, dell'Associazione nazionale dei comuni, l'ANCI, della Commissione infanzia, delle associazioni, dei gruppi e delle confederazioni del settore 0-6. Abbiamo voluto fortemente questo confronto per fare il punto della situazione, individuare le eventuali criticità sulle quali intervenire e predisporre quanto necessario affinché i servizi per i più piccoli possano riprendere regolarmente. A questo primo appuntamento ne seguiranno, a partire già da oggi nel pomeriggio, altri: tavoli tecnici di approfondimento tematico e interlocuzioni con tutti gli attori coinvolti e con le organizzazioni sindacali.

Per le attività del sistema integrato, costituito dai servizi educativi per l'infanzia e dalle scuole d'infanzia statali e paritarie, occorre, difatti, affrontare modalità organizzative che contemplino la non applicabilità del distanziamento fisico, come lei ha ricordato, stante la necessità di socialità che contraddistingue le modalità di relazione dei bambini tra loro e con gli adulti di riferimento. La relazione tra bambini e tra bambini e adulti è, infatti, la condizione essenziale e irrinunciabile per conferire senso alla frequenza di una struttura educativa per i più piccoli, che si caratterizza come esperienza sociale ad alta intensità affettiva. Ciò rende necessario prevedere indicazioni e orientamenti per la ripresa in presenza dei servizi educativi e di istruzione per il sistema 0-6 e per fornire indirizzi in merito ad aspetti specifici del settore, ad esempio le modalità di accompagnamento e di ritiro dei bambini nonché per la pulizia approfondita e frequente degli ambienti, delle superfici e dei materiali.

In particolare, come ampiamente illustrato nel Documento per la pianificazione delle attività scolastiche e formative in tutte le istituzioni del sistema nazionale d'istruzione per l'anno scolastico 2020-2021 adottato e già diramato, l'organizzazione delle attività educative e didattiche dovrà prevedere la valorizzazione di tutti gli spazi interni ed esterni, privilegiando ove possibile, limitatamente al verificarsi di condizioni climatiche favorevoli, l'utilizzo di spazi all'aperto, delimitati, protetti e privi di elementi di pericolo. Non dobbiamo dimenticare infatti che i bambini, soprattutto quelli di età inferiore a sei anni, hanno esigenze del tutto particolari, legate alla corporeità e al movimento. Nella riprogettazione degli spazi degli ambienti educativi, ad esempio, occorre prevedere alcune accortezze di carattere educativo e metodologico, al fine di salvaguardare la stabilità dei gruppi: questo comporterà la necessaria e opportuna organizzazione di tutti gli spazi disponibili per accogliere gruppi di apprendimento. Tutte le attività proposte ai bambini infatti dovranno essere svolte con le opportune cautele in ordine alla sicurezza, e quindi al tracciamento di eventuali contagi.

La prossima riapertura richiederà quindi l'adozione di misure attente non solo alle prescrizioni sanitarie, ma anche alla qualità pedagogica delle relazioni. Un'attenzione particolare va poi riservata ai bambini e alle bambine che per la prima volta risultano iscritti, prevedendo per essi e per i genitori momenti dedicati di ascolto e di primo ambientamento. Questa cautela è importante per tutti i bambini, considerata la loro età, per i quali vanno riannodate esperienze bruscamente interrotte, e che vanno preparati al nuovo incontro, coinvolgendoli gradualmente nell'assunzione delle nuove regole di sicurezza e di rispetto. Naturalmente tutto questo sarà affrontato nei tavoli di cui parlavo e che continueranno il proprio lavoro a partire da oggi e nei prossimi giorni, in vista della redazione di un documento specifico.

In ultimo aggiungo che siamo consapevoli che la lunga sospensione delle lezioni, determinata dall'emergenza sanitaria, per molte scuole paritarie e private ha significato una rilevante perdita in termini economici, considerato che non sono state versate molte rette in ragione di un servizio che non poteva essere erogato e goduto. Le situazioni di maggiore gravità si sono verificate proprio nel segmento d'età fino a sei anni. Per tale ragione ricordo che con l'articolo 233 del decreto-legge “rilancio” abbiamo stanziato a favore di queste scuole finanziamenti straordinari raddoppiati per volontà parlamentare. Più in dettaglio, è stato incrementato di 15 milioni di euro il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione ed istruzione da 0 a 6 anni, 165 milioni di euro sono stati destinati a favore dei soggetti che gestiscono in via continuativa i servizi educativi per l'infanzia e delle scuole per l'infanzia non statali, e una spesa complessiva di 120 milioni di euro è stata erogata per le scuole primarie e secondarie paritarie quale sostegno economico a fronte della riduzione o del mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza.

Posso assicurarle quindi, onorevole, che stiamo lavorando con tutti coloro che operano in questo importante segmento formativo, costituito, oltre che dai servizi educativi per l'infanzia, anche dalle scuole dell'infanzia statali e paritarie, affinché i più piccoli, che più di tutti hanno sofferto la sospensione della didattica in presenza, possano tornare a una nuova normalità in piena sicurezza.

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO: Ringrazio la Viceministra della risposta. Credo che sia importante sottolineare alcuni punti della sua replica: da un lato il fatto che c'è uno sforzo importante e centrale nell'attività del Governo per far sì che le cose non cambino, per quanto riguarda la qualità pedagogica, la qualità della relazione tra bambini e adulti e il senso sociale ed educativo del servizio; ed è molto importante che il Governo abbia al centro della propria attenzione questo punto, che è quello che qualifica effettivamente i servizi 0-6, e in particolare i servizi 0-6 del nostro Paese. È importante sottolineare però che sarà uguale la qualità del servizio, ma la modalità sarà diversa. È interessante rilevare quello che diceva la Viceministra, il fatto che le attività saranno diverse perché saranno molto di più all'aperto, ci sarà una stabilità nei gruppi educativi e ci sarà un tracciamento, per quanto possibile, delle relazioni, quindi dei contatti che ci sono tra bambini e adulti proprio per evitare che ci siano dei focolai, ma anche, nel caso in cui dovessero esserci delle infezioni, per permettere che esse vengano effettivamente tenute sotto controllo il prima possibile.

È importante anche quanto diceva la Viceministra, l'attenzione al tema delle nuove iscrizioni, che è una cosa che sta generando molto stress nelle famiglie che o devono portare i bambini per la prima volta al nido, oppure portare i bambini dal nido alle scuole dell'infanzia. È importante che i bambini più piccoli, che magari non hanno necessariamente capito tutto quello che sta succedendo, abbiano un'accoglienza all'altezza della sfida che aspetta loro e che aspetta le loro famiglie.

È importante sottolineare quanto diceva la Viceministra sul tema dei ristori per le perdite economiche subite dalle paritarie e dalle private di questo segmento. Siamo intervenuti per via parlamentare per rafforzare l'iniziativa del Governo, se sarà necessario nei prossimi interventi possiamo ritornarci anche in legge di bilancio.

Concludo sottolineando una cosa, che è il cuore dell'attività del Governo di queste settimane: tutti quanti stiamo affrontando un mondo nuovo, come cittadini, come strutture educative, come imprese. Il virus ci costringe a vivere in un mondo nuovo. È importante quindi in questo momento che ci sia da parte delle istituzioni una disponibilità all'ascolto e al confronto continuo, e da parte degli operatori una voglia anche di confrontarsi e di esprimere i propri dubbi e problemi. Credo che questa iniziativa dei tavoli di lunedì, di oggi pomeriggio e dei prossimi giorni possa aiutare a risolvere nel concreto tutti i problemi che si pongono. Non è necessariamente attraverso una norma nazionale che si possono risolvere poi i problemi pratici e quotidiani, ma è nell'interazione tra istituzioni, operatori, famiglie, bambini, cittadini che invece si possono sciogliere tutti i problemi che il virus ci sta presentando. Da parte del Governo questa iniziativa dei tavoli sottolinea come ci sia la massima volontà di confrontarsi e di essere presenti per sciogliere tutti i problemi che ci sono. I problemi che ci sono sono tanti, lo sappiamo, ma l'importante è parlarne, confrontarsi e trovare via via le soluzioni.