12/09/2017
Susanna Cenni
Paola Bragantini, Dallai, Marantelli, Salvatore Piccolo, Donati, Lodolini, Gadda, D'Incecco, Amato, Carra, Rocchi, Beni, Castricone, Miotto, Stella Bianchi, Berlinghieri, Carocci, Fiorio, Bratti, Mariani, Braga, Lenzi, Bini, Marchetti, Becattini, Zanin, Petrini, Manzi, Parrini, Carrescia, Giorgis, Tentori, Terrosi, Baruffi
2-01917

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   nel pomeriggio del 29 luglio 2017 un autista di autobus dell'Azienda Tiemme è stato gravemente ferito con un coltello, mentre era in servizio, da un cittadino ivoriano. L'aggressione è avvenuta all'interno del mezzo che transitava nel comune di Monteriggioni (in provincia di Siena) e l'autista, operato d'urgenza, è ora ricoverato in prognosi riservata presso l'ospedale di Siena;
   da quanto emerge da fonti stampa il cittadino ivoriano non avrebbe agito d'impeto ma sarebbe sceso dall'autobus e dopo aver recuperato un coltello sarebbe ritornato sul mezzo per ferire l'autista; il cittadino ivoriano successivamente avrebbe inoltre aggredito i carabinieri con il coltello e con altri oggetti e sarebbe stato catturato dalle forze dell'ordine dopo un tentativo di fuga, e dopo essere stato colpito ad una gamba da un proiettile;
   sempre dai mass media si apprende che il cittadino ivoriano era già considerato un soggetto «difficile» dalle forze dell'ordine e dalle associazioni umanitarie locali: era stato infatti allontanato dalla struttura di accoglienza in cui soggiornava perché protagonista di episodi turbolenti;
   sempre dai giornali risulta infatti che tale giovane, il 19 luglio 2017, fosse stato fermato dalla polizia ferroviaria dopo aver aggredito e colpito con un pugno, su un treno della tratta Siena-Poggibonsi, il controllore dopo la richiesta di esibire il biglietto di viaggio. In quell'occasione la Polfer avrebbe arrestato (e poi rilasciato) il cittadino ivoriano per lesioni e resistenza a incaricato di pubblico servizio. Ulteriori indagini, secondo la stampa, avrebbero inoltre accertato «che il cittadino ivoriano era irregolare in Italia, con vari precedenti e colpito da un decreto del Prefetto di Siena, con il quale gli era stato revocato il programma di accoglienza»;
   dai giornali emerge poi che tale giovane era arrivato in Italia nella primavera del 2014 e che la sua domanda di protezione internazionale era stata respinta nel dicembre dello stesso anno. Risulta inoltre che nell'ultimo periodo si fosse recato all'estero, in Germania, da dove era stato rimpatriato in Italia (il Paese di accoglienza);
   la notizia dell'aggressione ha creato emozione ed allarme in una comunità, quella dei territori senesi, in cui sindaci, autorità locali ed associazioni gestiscono da anni ed al meglio numerosi cittadini stranieri richiedenti asilo, molti dei quali già integrati nella società, e non si registrano episodi violenti o di tensione con la popolazione;
   le istituzioni locali ed i vertici dell'azienda Tiemme hanno fortemente condannato l'accaduto e le associazioni sindacali hanno chiesto, anche ai fini di tutelare il lavoro dei conducenti, un incontro urgente al prefetto –:
   se le informazioni del Governo confermino la ricostruzione riportata in premessa, con particolare riferimento alla precedente aggressione, all'arresto e alla successiva liberazione e alla revoca dell'accoglienza;
   conseguentemente, per quali motivazioni, nonostante tali premesse, il giovane non sia stato oggetto di un rimpatrio forzato ed abbia potuto circolare con facilità nei Paesi dell'Unione europea e continuare a commettere gravissimi reati sul territorio nazionale;
   se il Governo intenda assumere iniziative a tutela della sicurezza dei lavoratori del settore dei trasporti e per semplificare le procedure di espulsione in presenza di reati e comportamenti violenti.

 

Seduta di venerdì 22 settembre 2017

Ilustrazione di Susanna Cenni, Risposta del sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi, Replca di Susanna Cenni

 

Illustrazione

Sì, grazie, Presidente. L'interpellanza in oggetto è relativa, come preannunciato nel titolo, a un gravissimo fatto di cronaca di violenza. Infatti, nel pomeriggio del 29 luglio 2017, un autista di autobus, un autista di linea dell'Azienda Tiemme, che è l'azienda di trasporti toscana, è stato gravemente ferito, con un coltello, mentre era in servizio, da parte di un cittadino ivoriano. L'aggressione è avvenuta all'interno del mezzo che transitava nel comune di Monteriggioni, in provincia di Siena, e l'autista, che è stato operato d'urgenza, fu ricoverato in prognosi riservata presso l'ospedale di Siena e, ad oggi, è ancora in fase di convalescenza. Ora, da quanto è emerso fin da subito dalle prime notizie che sono circolate, questo cittadino ivoriano non avrebbe agito d'impeto, quindi in un moto di rabbia, ma sarebbe sceso dall'autobus e, dopo aver recuperato un'arma, sarebbe ritornato sul mezzo appositamente per ferire l'autista.

Il cittadino ivoriano successivamente avrebbe aggredito i carabinieri che sono intervenuti con l'arma e con altri oggetti, e sarebbe poi stato catturato dalle forze dell'ordine dopo un tentativo di fuga e dopo essere stato colpito ad una gamba da un proiettile esploso dalle forze dell'ordine. Sempre dalle notizie che sono circolate nell'immediato, si è saputo che questo cittadino era già considerato un soggetto «difficile» dalle forze dell'ordine e anche dalle associazioni umanitarie, di volontariato locali, che lo avevano accolto: era stato, infatti, allontanato dalla struttura di accoglienza in cui soggiornava perché era già stato protagonista di episodi turbolenti.

Risulterebbe, infatti, che questo giovane, il 19 luglio 2017, quindi dieci giorni prima di questo episodio, fosse già stato fermato dalla Polizia ferroviaria dopo aver aggredito e colpito con un pugno, su un treno della tratta Siena-Poggibonsi, il controllore, dopo la richiesta di esibire il titolo di viaggio, quindi il biglietto.

In quell'occasione, la Polfer avrebbe arrestato, e poi rilasciato, questo cittadino per lesioni e resistenza a incaricato di pubblico servizio. Ulteriori indagini avrebbero poi accertato che questo cittadino era irregolare, con vari precedenti, colpito da un decreto del prefetto di Siena con il quale gli era stato revocato il programma di accoglienza. È emerso che questo giovane era arrivato in Italia nella primavera del 2014, quindi già da tre anni, e che la sua domanda di protezione internazionale era stata respinta nel dicembre dello stesso anno. Quindi, da tre anni non c'erano le condizioni per la sua accoglienza. Risulta, inoltre, che nell'ultimo periodo si fosse anche recato all'estero, in Germania, da dove era stato poi rimpatriato in Italia.

Ovviamente, la notizia di questa aggressione ha visto una reazione di grande preoccupazione nella comunità, anche perché, sottosegretario, noi viviamo una realtà, quella dei territori senesi, in cui sindaci, autorità locali, tante associazioni gestiscono francamente da anni al meglio tantissimi cittadini stranieri richiedenti asilo, non ci sono mai stati episodi di intolleranza o episodi che hanno messo a rischio e in dubbio la possibilità di integrazione nella società. Qui non ci sono mai stati episodi di violenza. Quindi, anche per questa ragione, ovviamente, le istituzioni locali e i vertici dell'azienda di trasporto hanno fortemente condannato l'accaduto, e ci sono stati, su richiesta dei sindacati, delle amministrazioni, dell'azienda stessa, alcuni incontri, uno dei quali si è svolto, subito dopo l'accaduto, in prefettura.

C'è stato anche già in quella sede un primo momento di individuazione di ulteriori strumenti di gestione e di sicurezza da parte degli autisti del trasporto pubblico. L'impresa si è impegnata ad apporre videosorveglianza su tutti i mezzi di trasporto, lo stesso prefetto si è impegnato a mettere a punto strumenti di coordinamento più forti fra le forze dell'ordine e l'azienda dei trasporti. Quindi, subito sono state messe in campo, anche localmente, alcune iniziative.

Sono a chiedere al Governo, intanto, se le informazioni che noi abbiamo avuto sono confermate dalle informazioni che il Ministero dell'interno ha su questo caso; per quali motivazioni, nonostante le premesse che anche io ho illustrato, questo giovane fosse ancora libero di girare e non fossero stati messi in atto strumenti che consentissero il suo rientro nel suo Paese; inoltre, se il Governo intenda assumere iniziative a tutela della sicurezza dei lavoratori nel settore dei trasporti. Faccio questa domanda perché, al di là del caso che ha riguardato questo territorio, sappiamo che ci sono stati vari altri episodi, anche in altre realtà d'Italia, soprattutto in alcune ore della sera, e quindi sono a chiedere informazioni circa iniziative messe in atto.

 

Risposta

 

Signor Presidente, onorevoli deputati, il grave episodio richiamato dagli onorevoli interpellanti ha portato all'avvio di un procedimento penale nei confronti del giovane ivoriano per i reati di tentato omicidio in danno del conducente di autobus della società di trasporti urbani Tiemme Srl di Siena, di tentata resistenza aggravata in danno dei carabinieri intervenuti sul posto e per il porto abusivo di coltello. La prima udienza dibattimentale è stata fissata per il 21 dicembre prossimo. Il giovane ivoriano, dal 10 agosto scorso, è ristretto in regime di custodia cautelare presso la casa circondariale di Siena, dopo un breve periodo di ricovero in luogo di cura, in regime di arresti domiciliari, disposto successivamente all'arresto.

Come riferito dagli interpellanti, pochi giorni prima del fatto il giovane era stato tratto in arresto il 18 luglio da personale della Polizia di Stato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali in danno di un capotreno presso la stazione ferroviaria di Poggibonsi. L'arresto non era stato convalidato per l'assenza della flagranza di reato e il giovane era stato rimesso in libertà, senza che gli venisse applicata alcuna misura cautelare, trattandosi di soggetto incensurato, presente sul territorio nazionale da circa tre anni e a carico del quale non risultavano precedenti di Polizia.

Nei giorni successivi a questo episodio era pervenuta alla prefettura di Siena, per il tramite dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, la richiesta di rimpatrio volontario assistito, a cui si potrà dar corso solo previo nulla osta dell'autorità giudiziaria, una volta revocata la misura della custodia cautelare in atto.

Venendo alla vicenda della presenza sul territorio italiano del cittadino ivoriano, rappresento che il predetto, sbarcato ad Augusta l'11 aprile 2014, è stato trasferito il giorno successivo nel centro di accoglienza straordinario sito nel comune di Monteriggioni, in provincia di Siena. Il 19 aprile 2014 ha formalizzato la richiesta di protezione internazionale, con successivo rilascio da parte della questura di Siena di un permesso di soggiorno per richiesta asilo.

La Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Firenze, il 24 novembre 2014, ha rigettato l'istanza di protezione internazionale. Avverso tale decisione il cittadino ivoriano ha presentato ricorso al tribunale civile di Firenze, ricorso che, come è noto, determina la sospensione dell'efficacia del provvedimento impugnato. La relativa udienza è stata fissata per la data dell'11 dicembre prossimo.

Nel dicembre 2015, a seguito del suo allontanamento non autorizzato dalla struttura di accoglienza in cui era ospitato, il prefetto di Siena gli ha revocato le misure di accoglienza. Nel maggio 2016 la prefettura di Siena ha riammesso il giovane ivoriano al progetto di accoglienza, ciò anche sulla base delle informazioni acquisite circa lo stato di disagio psichico e del sopravvenuto ricovero presso il Dipartimento di psichiatria del Policlinico di Siena, assicurandone altresì la presa in carico, dal settembre 2016, a cura del Servizio Igiene mentale territoriale.

Il 19 gennaio scorso, il giovane si è ancora una volta allontanato dalla struttura di accoglienza, ragione per la quale è stata disposta nuovamente la revoca delle misure di accoglienza.

L'ultimo permesso di soggiorno rilasciato allo straniero, per attesa esito ricorso, è scaduto di validità l'11 aprile scorso e non è stato rinnovato in quanto il medesimo, come detto in precedenza, ha presentato domanda per il rimpatrio volontario assistito. Non risultano, infine, soggiorni del giovane ivoriano in Germania, né eventuali rimpatri verso l'Italia.

 

Ciò premesso, la permanenza sul territorio nazionale del cittadino ivoriano si è resa possibile in relazione alla normativa vigente, che consente la presenza in Italia di coloro che sono in attesa dell'esito dei ricorsi proposti contro le decisioni della Commissione territoriale di revoca o cessazione dello status di rifugiato o di persona a cui è accordata la protezione sussidiaria.

Riguardo, infine, all'iniziativa intrapresa a livello locale a tutela della sicurezza dei lavoratori dei servizi pubblici di trasporto, informo che, a seguito dell'episodio in questione, si è svolto nella prefettura di Siena un apposito comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, allargato anche alla partecipazione dei rappresentanti della società di trasporto Tiemme Spa e delle organizzazioni sindacali di categoria. Nella circostanza, si è preso atto degli interventi già programmati dall'azienda, tra i quali in particolare l'installazione su tutti gli autobus di idonee barriere a protezione degli autisti e l'adeguamento funzionale del sistema di allarme collegato alle centrali delle forze di Polizia. È stata disposta, inoltre, l'intensificazione dell'attività di vigilanza delle forze dell'ordine e delle Polizie locali, specie nelle ore notturne, con particolare attenzione agli itinerari delle autolinee potenzialmente più a rischio.

 

Replica

Grazie, Presidente. Sì, sono soddisfatta della puntualità con cui ho ricevuto la risposta, che ovviamente mi conferma come il caso che ha riguardato e, purtroppo, colpito questo lavoratore mentre stava svolgendo il proprio lavoro, sia un caso assai complesso, non solo legato a vicende di immigrazione, ma anche di difficoltà psichiche del soggetto interessato.

Non aggiungo altro se non che credo che il monitoraggio adeguato delle casistiche complesse debba essere posto in atto al massimo, sia fra le istituzioni locali, che, come lei ha confermato, già stanno svolgendo bene il proprio lavoro, sia da parte delle forze dell'ordine complessivamente, ma anche diciamo del Ministero dell'interno. Però, mi sembra, dalle cose che lei puntualmente ha ricostruito, che davvero siamo in presenza di uno sforzo grande di tutte le istituzioni interessate nello svolgere al meglio il proprio compito.