12/11/2021
Gianmario Fragomeli
Miceli, Dal Moro, Frailis, Benamati, Pini, Ciagà, Pizzetti, De Filippo, Carla Cantone, Topo, Ciampi, Lepri, Mauri, Avossa, Ubaldo Pagano, Incerti, Gariglio, Navarra, Morgoni, Casu, Prestipino, Pezzopane, Siani, Bruno Bossio, Carè, Rotta, Viscomi, Gavino Manca, Zardini, Pellicani, Andrea Romano, Morani, Martinciglio
2-01357

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   si è appreso della vicenda di Carlo Gilardi, novantenne di Airuno, Lecco, dalla trasmissione «Le Iene»;

   l'uomo, 90enne, è molto famoso nel suo paese natale, Airuno, per il suo spessore culturale, per la grande umanità e per essere stato un vero benefattore;

   la vicenda che lo riguarda, caratterizzata anche da complessi risvolti penali, ha colpito innanzitutto sia per la sua condizione di costrizione in una Rsa sin dalla scorsa primavera sia per la nomina di un amministratore di sostegno, incaricato dal Tribunale di Lecco di gestire il suo patrimonio, scelta vissuta con grande contrarietà dallo stesso Gilardi, che è stata oggetto di numerosi atti di sindacato ispettivo;

   la nomina dell'amministratore di sostegno, infatti, a seguito di una sua denuncia ha condotto alla sostituzione dello stesso amministratore; secondo l'anziano e coloro che più gli sono stati vicini, la banca avrebbe allertato la sorella, più anziana di lui e unica parente vivente, di una serie di movimenti ritenuti sospetti sul suo conto corrente, e questo sarebbe alla base della decisione del Tribunale di Lecco di nominare un amministratore di sostegno (ad oggi se ne sono succeduti cinque) per la tutela dei suoi interessi;

   ad avviso di Gilardi, il quale, dagli audio e video trasmessi appare perfettamente lucido e capace di intendere e volere, la causa di tale situazione sarebbe il portato di una situazione economica particolarmente favorevole, che gli ha consentito negli anni di esprimere la sua generosità verso i bisognosi e verso il suo paese di origine, a cui ha donato nel tempo terreni per la realizzazione del parcheggio della scuola e di un parco integrato, oltre che denaro per l'acquisto di un defibrillatore;

   il provvedimento di ricovero coatto nella Rsa, che gli ha inibito totalmente l'accesso alle proprie risorse economiche, anche per esigenze ritenute dall'amministrato primarie, lo ha posto in una condizione di «depressione morale»;

   nella puntata del 5 ottobre 2021 scorso, «Le Iene» hanno riacceso i riflettori sul caso Gilardi fornendo aggiornamenti sulle sue condizioni di prostrazione e aggiungendo ulteriori elementi che, se rispondessero al vero, sarebbero inquietanti;

   il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale il quale, nelle scorse settimane ha incontrato e parlato con tutti i protagonisti della vicenda, dalla giudice all'amministratrice, dal sindaco di Airuno al Presidente del Tribunale di Lecco, fino allo stesso Gilardi, ritiene che «Le decisioni finora prese, senz'altro in buona fede, hanno di fatto determinato un qualcosa che non è il bene della persona che si voleva tutelare. Perché, fare il bene di una persona non vuol dire renderla astratta da qualunque contesto, privandola di ogni sua relazione e che la storia di Carlo Gilardi è paradigmatica di un meccanismo che oggi è accaduto a lui e domani potrebbe accadere a chiunque» –:

   se i Ministri interpellati non ritengano necessario e urgente compiere i passi necessari a far luce su questa particolare vicenda, nonché, eventualmente, quali iniziative di competenza intendano intraprendere, nel perimetro del pieno rispetto dell'azione della magistratura, anche al fine di verificare le reali condizioni psico-fisiche dell'anziano e la sussistenza/permanenza dei presupposti sanitari e giuridici che ne hanno determinano il ricovero, e per garantire che la tutela su cui si basa l'azione dello Stato nei confronti di persone accertate come fragili sia davvero una protezione e non una costrizione.

Seduta del 12 novembre 2021

GIAN MARIO FRAGOMELI . Grazie Presidente Rosato e grazie sottosegretario Sisto. Un'interpellanza firmata da deputati del Partito Democratico e condivisa anche dai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Un sindacato ispettivo rafforzato per un'esigenza forte, sottosegretario, che è quella di avere delle risposte, perché nell'ultimo anno, a seguito di una serie di interrogazioni presentate in Commissione, il Ministero non ha mai dato nessuna risposta. Pertanto, un'interpellanza per un diritto alla trasparenza su quanto accaduto al professor Carlo Gilardi.

Ma veniamo al caso concreto, al professor Carlo Gilardi, un uomo residente in un piccolo comune della provincia di Lecco, Airuno, un uomo che ha vissuto 2 vite. Una è stata vissuta fino al compimento del novantesimo anno di età: stimato professore e rispettato dalla sua comunità, con un'adesione di tutti al suo stile di vita, uno stile di vita austero ma altruista, libero ma dentro regole rigide, povero ma ricco di impegno civile e umano. Nessuno lo accusava, solo pochi anni fa, in età seppur molto adulta, di disperdere il suo patrimonio, e io ne sono testimone. Infatti, sono stato invitato dall'ex sindaco, Adele Gatti, a presenziare a delle inaugurazioni di parchi e di altre strutture pubbliche che erano frutto di donazioni di quest'uomo alla comunità, alla sua comunità locale. Nessuno metteva in discussione, di fronte, quindi, a queste cessioni, una lesione del patrimonio. Dunque, tutti credevano in una forte capacità di discernimento di quest'uomo, perché lui aveva deciso che il suo patrimonio era a disposizione degli altri. Poi c'è una seconda vita, sottosegretario, al compimento dei novant'anni, seppure identica nello stile, nella predicazione della povertà e dell'aiuto, messa, però, in discussione dagli affetti più cari e da alcune autorità.

Quindi, sorge spontanea una domanda, cioè quanto la fragilità di una persona in un'età avanzata, seppure meritevole di protezione, possa motivare misure di costrizione. Questa è la domanda che poniamo con l'interpellanza urgente, perché in questi mesi abbiamo ascoltato la voce di un uomo che vuole continuare a vivere la sua comunità di affetti e i suoi luoghi e, invece, è ricoverato in una struttura sociosanitaria. Ogni giorno noi, gli addetti ai lavori e il Ministero della Salute ricordiamo quanto sia importante deospedalizzare, quanto sia importante prendersi cura delle persone in età avanzata e fragili al proprio domicilio, eppure il professor Carlo Gilardi resta ricoverato. In questi mesi abbiamo chiesto parole di verità sulle condizioni psicofisiche del professor Gilardi, ma non ci sono mai stati dati riscontri. In questi mesi, si è chiesto di attivare un percorso di rientro in un'abitazione confortevole e a misura di anziano, ma nulla è stato fatto fino ad oggi. Quindi, chiedo una cortesia preliminare, sottosegretario, in conclusione del mio intervento: che non si adducano motivazioni di privacy e di clamore ingiustificato per uno dei tanti anziani ricoverati in una struttura sociosanitaria. Carlo Gilardi non è una persona comune: è una persona che ha condotto una vita per gli altri. Oggi quegli altri, quelle persone che lo amano, che lo hanno amato, i suoi amici, vogliono restituirgli attenzione e cura e lo fanno chiedendo verità, chiedendo risposte, e vogliono sapere perché il suo patrimonio possa negargli la libertà e impedirgli di proseguire il suo percorso di vita, quello che ha sempre vissuto. Questa è la richiesta che facciamo oggi.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. La sensibilità che non può che essere manifestata fattivamente non soltanto per comunanza di sentire a quanto rappresentato nell'interpellanza, ha portato il Ministero a un'accuratissima valutazione della situazione, con nessuna cessione di credito a ragioni di privacy e di riservatezza ma con una diagnosi puntuale di tutto quello che è accaduto, per quanto è stato possibile accertare su quello che dirò, che porta significativamente, per dare conto all'interrogante dello scrupolo, a una risposta di 10 pagine, per dare proprio all'interrogante la possibilità di una scannerizzazione diretta di quanto accaduto in questa vicenda, perché non si abbia, neanche per un attimo, l'impressione di un'indifferenza burocratica a una situazione rappresentata con tanta attenzione.

Con l'interpellanza urgente innanzi indicata, i deputati richiamano la vicenda, appresa dalla trasmissione televisiva Le Iene, che riguarda Carlo Gilardi, persona anziana sottoposta ad amministrazione di sostegno, evidenziando una serie di circostanze riguardanti il procedimento che lo ha condotto in una RSA, condizione che gli avrebbe causato “una depressione morale” - si legge testualmente nell'interpellanza - privandolo della libertà di accedere alle proprie risorse. Domandano alla Ministra della Giustizia e al Ministro della Salute se non intendano far luce sulla vicenda, intraprendendo le iniziative di competenza volte a “verificare le reali condizioni psicofisiche dell'anziano e la sussistenza/permanenza dei presupposti sanitari e giuridici che ne hanno determinato il ricovero e per garantire che la tutela su cui si basa l'azione dello Stato nei confronti di persone accertate come fragili sia davvero una protezione e non una costrizione” (testualmente dall'interpellanza).

Il primo passaggio è quello che riguarda gli atti che il Ministero ha esaminato per rispondere all'interpellanza. La nomina dell'amministratore di sostegno è una delle lamentele che vengono svolte nell'interpellanza che affrontiamo puntualmente. Il Ministero, al fine di ricostruire analiticamente la vicenda esposta, ha ritenuto di chiedere informazioni all'ufficio giudiziario interessato dal procedimento in questione.

Ebbene, dagli elementi acquisiti risulta che l'amministrazione di sostegno in favore del Gilardi Carlo è stata aperta con decreto in data 11 maggio 2017 su istanza della sorella Gilardi Giuseppina, preoccupata per la prodigalità del fratello. L'amministrazione di sostegno è stata ritenuta necessaria anche per la scarsa consapevolezza da parte del Gilardi Carlo delle situazioni di pregiudizio in cui lo stesso si trovava coinvolto, in particolare a causa dell'ospitalità concessa presso la sua abitazione a chiunque ne facesse richiesta. Il Gilardi Carlo inizialmente si è fortemente opposto alla nomina dell'amministratore di sostegno, coltivando un profondo rancore nei confronti della sorella e lamentando la privazione della sua libertà.

Il citato decreto dell'11 maggio 2017 ha conferito all'amministratore di sostegno nominato poteri di rappresentanza esclusiva con riferimento a tutto ciò che attiene alla gestione del patrimonio e lo ha incaricato di verificare la necessità di assumere iniziative a tutela degli interessi del Gilardi Carlo, sia rispetto ai crediti vantati nei confronti di terzi, sia rispetto alla situazione di convivenza con persone ospitate nella sua casa.

Nell'atto introduttivo del procedimento si dava atto di numerosi prestiti effettuati dal Gilardi Carlo a svariate persone, italiane ed extracomunitarie, alcune delle quali, tramite il passaparola, si sarebbero approfittate della sua generosità.

Veniva, inoltre, evidenziata la convivenza con tre cittadini extracomunitari, inseriti nel suo stato di famiglia. Con decreto del 27 maggio 2020, i poteri dell'amministratore di sostegno venivano estesi a tutti gli aspetti della cura della persona, ritenendo che vi fossero ragioni per temere per l'incolumità fisica e il benessere psicofisico del Gilardi Carlo e che la misura così come in essere non fosse adeguata alle esigenze di tutela di costui.

Succedutisi diversi amministratori di sostegno, attualmente l'incarico risulta ricoperto dall'avvocata Elena Barra.

Non è stato riferito dal Tribunale di alcuna denuncia presentata nei confronti di alcuno degli amministratori nominati, come dichiarato dagli interroganti.

Deve precisarsi sotto il profilo della gestione patrimoniale che, al fine di assecondare la personalità del Gilardi Carlo e al fine di esaudire le numerose richieste rivolte all'amministratore di sostegno, venivano autorizzate diverse elargizioni di denaro nel corso degli anni 2017, 2018 e sino ai primi mesi del 2019, nonché la donazione di un terreno in comproprietà con la sorella sito nel comune di Airuno e di un immobile in comproprietà con la sorella ai figli di una coppia di signori che avevano convissuto con loro per molti anni; veniva, altresì, acquistato un defibrillatore per il comune di Airuno; in un'occasione veniva autorizzata la consegna in libera disponibilità al Gilardi Carlo della somma di denaro pari ad euro 25 mila. Con decreto del 25 luglio 2018 il Gilardi Carlo è stato, altresì, autorizzato alla riscossione della pensione dell'importo di euro 1.200 e a trattenerla in libera disponibilità. Tale importo era di fatto destinato alle elargizioni, dal momento che ad ogni necessità e spesa provvedeva l'amministratore di sostegno, acquistando direttamente quanto richiesto ovvero consegnando ulteriori somme di denaro.

Punto secondo: accertamenti sulla persona del Gilardi nel corso del procedimento. Con provvedimento del 12 febbraio 2020 è stata disposta una consulenza tecnica d'ufficio (CTU) psichiatrica, che si è svolta nel contraddittorio delle parti, dalla quale è emerso che il quadro clinico del Gilardi Carlo fosse compatibile con un disturbo di personalità tratto specifico, caratterizzato dalla presenza di importanti aspetti del disturbo di personalità ossessivo compulsivo e di quello schizoide. Per la CTU, gli aspetti personologici del Gilardi Carlo erano tali da comprometterne la capacità di critica e di giudizio, con importanti ricadute sulle sue capacità volitive e gestionali in ambito di ordinaria e straordinaria amministrazione, anche con riferimento al proprio accudimento, sia fisico, sia patrimoniale. L'amministrazione di sostegno veniva ritenuta misura di protezione necessaria nel caso in oggetto, se accompagnata da un inserimento del beneficiario in una struttura residenziale assistenziale (RSA), viceversa la suddetta misura di protezione di per sé non sarebbe stata sufficiente a tutelare in modo adeguato il Gilardi Carlo.

Terzo: il ricovero in RSA del 30 ottobre 2020, altro punto oggetto della interpellanza. In data 26 ottobre 2020, l'amministratore di sostegno, sulla base delle risultanze della CTU, dando atto della mancanza di soluzioni alternative, nonché del malcontento del Gilardi Carlo per essere stato trasferito presso l'abitazione dell'El Mazoury Brahim (il Gilardi Carlo nei giorni precedenti il ricovero riferiva all'amministratore di sostegno di essere prigioniero in casa d'altri) ha chiesto e ottenuto l'autorizzazione a procedere con il ricovero in RSA, nonché ad avvalersi della forza pubblica laddove ciò si fosse reso necessario, quale supporto nella gestione dell'El Mazoury Brahim.

Non risulta che in tale evenienza vi sia stata alcuna costrizione della libertà del Gilardi Carlo, né tantomeno l'adozione di un TSO, secondo quanto confermato sia dall'amministratore di sostegno, sia dal sindaco di Brivio. Il ricovero è stato accettato dal Gilardi Carlo in via provvisoria e in attesa di poter tornare a casa.

Va, quindi, definitivamente chiarito che il ricovero in RSA del 30 ottobre 2020 non può definirsi un ricovero coatto, come indicato dagli interpellanti. Il Gilardi Carlo, secondo quanto riferito dall'ufficio giudiziario procedente, verbalizza la volontà di fare rientro nella sua abitazione, ma nei fatti non è mai stato né oppositivo, né passivo, aderendo a tutte le proposte e le iniziative pensate a tutela della sua persona e del suo benessere psicofisico.

Il Gilardi Carlo, iniziata la propria permanenza nella RSA Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco, due giorni dopo l'ingresso nella citata RSA, ha annunciato di voler rimanere “a pane e acqua” come forma di protesta. L'amministratore di sostegno, nella circostanza, faceva pervenire al Gilardi Carlo una lettera rassicurante rispetto al progetto di ritorno a casa in sicurezza, rinviando ad un incontro de visu per un confronto e un ascolto delle sue istanze. Il predetto incontro si teneva in data 6 novembre 2020 e il Gilardi Carlo, a fronte di un impegno di massima trasparenza dell'amministratore di sostegno, affermava la propria fiducia, riconoscendo che gli sforzi volti a consentirgli un rientro a casa c'erano ed era un rientro a casa in sicurezza.

Quarto punto: i fatti penalmente rilevanti. L'insistenza con la quale il Gilardi chiedeva al giudice e all'amministratore di sostegno il denaro da destinare a persone terze, faceva ritenere che potesse essere sintomatica dell'esercizio di pressioni, da parte di terzi, al fine di ottenere elargizioni patrimoniali (spesso da destinare a persone che già avevano ricevuto somme). Per tale ragione, venivano trasmessi gli atti alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecco.

Nelle relazioni degli amministratori di sostegno succedutisi nel tempo, venivano, altresì, segnalati comportamenti pregiudizievoli ritorsivi nei confronti dello stesso Gilardi, quali il fatto che egli veniva svegliato di notte ovvero costretto a dormire nella porcilaia.

Inoltre, il medesimo Gilardi Carlo poneva in essere le seguenti azioni: 1) Nel mese di agosto 2019 sottraeva un timbro del Tribunale, al fine di formare al computer una falsa autorizzazione al prelievo della somma di euro 21 mila, che veniva presentata in banca, salvo in seguito scrivere al giudice una lettera di perdono restituendo il timbro; 2)   in più occasioni minacciava il suicidio ove non gli fosse stata concessa la disponibilità di denaro.

Venivano, quindi, assunte le seguenti iniziative: con decreto del 16 gennaio 2019, veniva richiesto ai Carabinieri di Brivio di fornire informazioni utili sui soggetti conviventi con il Gilardi Carlo. Dalla relazione emergeva che taluni dei soggetti conviventi con il Gilardi Carlo erano pluripregiudicati e che più volte in passato (prima dell'apertura dell'amministrazione di sostegno) il Gilardi Carlo si era rivolto ai Carabinieri, lamentando pressanti richieste di denaro, pur rifiutandosi di proporre formale denuncia o querela; con decreto dell'11 giugno 2020, veniva richiesto ai Carabinieri di Brivio di fornire informazioni sul contesto abitativo, che veniva descritto come fatiscente e caratterizzato da scarse condizioni igieniche; venivano chiesti e ottenuti due ordini di protezione (decreto del 13 febbraio 2020 nei confronti di Harroun Hichem, che risulta occupare ancora oggi l'abitazione del Gilardi Carlo, e decreto del 20 novembre 2019 nei confronti di Mejbri Khalifa, che risulta invece avere lasciato l'Italia).

La procura della Repubblica presso il tribunale di Lecco ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone in relazione al delitto di circonvenzione di incapace commesso in danno del Gilardi Carlo, tra le quali risulta anche l'El Mazoury Brahim, fonte principale, se non esclusiva, da cui la trasmissione de Le Iene attingeva le proprie informazioni (motivo per il quale è pendente presso il tribunale di Lecco il procedimento penale relativo al reato di diffamazione aggravata nei confronti degli inviati de Le Iene e dell'El Mazouri Brahim, ai danni dell'amministratore di sostegno, avvocatessa Elena Barra, udienza dibattimentale fissata per l'11 febbraio 2022).

Con sentenza emessa il 20 luglio 2021, il Gup del tribunale di Lecco condannava, con rito abbreviato, l'El Mazoury Brahim, in relazione al reato di circonvenzione di incapace nei confronti del Gilardi Carlo, alla pena di anni 1 e mesi 8 di reclusione ed euro 600 di multa. Gli altri cinque coimputati dell'El Mazouri Brahim, i quali non sceglievano alcun rito alternativo, venivano invece rinviati al giudizio del tribunale di Lecco (udienza dibattimentale 7 marzo 2022).

Punto cinque: il rientro a casa del Giraldi Carlo. Al momento non pare possibile stabilire se e quando potranno realizzarsi le condizioni per il rientro del Gilardi Carlo nella propria abitazione, permanendo, secondo gli elementi di cui a breve dirò, allo stato, tutte le ragioni di tutela che hanno reso necessario il ricovero in RSA.

E infatti è stato eseguito, il 2 febbraio 2021, un primo monitoraggio da parte della consulente nominata, la quale ha sostanzialmente confermato il quadro psicopatologico del Gilardi Carlo così come delineato in precedenza. Nonostante le iniziative intraprese, sia in sede civile sia in sede penale , la casa del Giraldi Carlo risulta tuttora occupata da alcuni dei soggetti imputati per il reato di circonvenzione di incapace. È stato avviato un procedimento civile e ordinario, volto all'ottenimento di un titolo giudiziale per il rilascio dell'immobile.

Punto sei: le attuali condizioni di salute del Gilardi Carlo. In accordo con la RSA Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco e su indicazione del CTU, è stato predisposto un progetto educativo personalizzato a favore del Gilardi Carlo e sono state intraprese plurime iniziative alle quali egli aderisce volentieri. In particolare, è stato introdotto un affiancamento esterno da parte del presidente della cooperativa Solleva due volte alla settimana, che coinvolge il Giraldi nel progetto di sistemazione delle aiuole della citata RSA e nel progetto di agricoltura sociale portato avanti dalla cooperativa; è stato realizzato un progetto con una scuola secondaria di primo grado di Airuno, ove il Gilardi ha portato stralci della sua esperienza di vita e si è creato uno scambio epistolare sia con la professoressa, sia con gli alunni; il Gilardi Carlo viene affiancato dalla Proloco di Airuno nella redazione della sua autobiografia e di una raccolta di poesie; egli ha scritto nuove poesie per gli ospiti in occasione sia del Natale, sia dell'inizio della primavera.

Il Gilardi, pur verbalizzando il desiderio di tornare nella propria abitazione, esprime nei fatti una condizione di ritrovato benessere, ad esempio aderendo ad ogni proposta, richiedendo egli per primo di potersi allenare con la cyclette, dedicandosi alla lettura, apprezzando il cibo e socializzando con gli altri ospiti, con il personale e con i volontari. Tale ambivalenza emerge dai colloqui con l'amministratore di sostegno, avvocatessa Barra (che gli fa visita regolarmente e, in accordo con il personale della struttura, gli fornisce quanto necessario e quanto lui dovesse chiedere), ed è stata colta dal direttore sanitario, dall'assistente sociale e dal personale che lo ha in cura.

Il Gilardi è, inoltre, costantemente seguito dalla psicologa della struttura; sono stati disposti ulteriori monitoraggi da parte della consulenza tecnica d'ufficio, al fine di verificare l'andamento clinico e l'adattamento in RSA.

Egli, inoltre, è affiancato da un educatore esterno, che lo incontra con cadenza settimanale e lo stimola su temi di suo interesse, legati soprattutto alla natura del territorio.

Punto sette: i contatti del Gilardi Carlo con l'esterno. Tra il mese di gennaio e il mese di maggio dell'anno 2021 il Calvi Augusto e la Calvi Stefania hanno depositato quattro istanze, con le quali chiedevano di poter incontrare il Gilardi Carlo e che fossero definiti tempi e modalità di uscita dalla RSA- Istituti riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco. In più occasioni, sia a voce sia per iscritto, il Gilardi Carlo ha affermato di non volere incontrare tali parenti, che egli chiariva essere lontani cugini che non vedeva mai neanche prima del ricovero, specificando di volerli ringraziare ricompensandoli per il loro interessamento mediante una elargizione in denaro, ma chiedendo loro di non occuparsi più del suo caso. Gli incontri richiesti, pertanto, non si sono tenuti. In aggiunta a ciò si consideri che il Gilardi riceve tutti i messaggi e tutte le lettere che gli vengono trasmessi e ha la possibilità di rispondere come vuole e a chi vuole tramite l'assistente sociale della citata RSA. Egli ha effettuato diversi incontri di persone o in videochiamata, con il sindaco e la vice sindaca del comune di Airuno e con alcuni amici di vecchia data, e ha consentito a contattare telefonicamente con cadenza periodica alcune persone del paese che hanno chiesto di poterlo salutare.

Va al riguardo evidenziato che il Gilardi è libero di incontrare e contattare chi desidera e che egli ha chiaramente espresso in più occasioni la sua contrarietà al clamore mediatico, chiedendo che si proceda nel massimo silenzio possibile, affermando - come suo diritto - di provare un forte senso di disagio e di vergogna rispetto a ciò che egli ha definito come il trauma della pubblicità. Per questo motivo, nel rispetto della sua persona e della sua riservatezza, sono state finora negate le richieste di incontro avanzate da esponenti di forze politiche, da giornalisti e da altri soggetti che il Gilardi Carlo non ha ritenuto di vedere.

Punto otto: il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, nel mese di marzo dell'anno 2021, ha depositato alla procura della Repubblica presso il tribunale di Lecco una raccomandazione, diretta a stimolare una rivalutazione della posizione del Gilardi Carlo, contenente osservazioni sulla situazione che si è venuta a creare, affinché si esplorino tutte le vie per il raggiungimento di un progetto di vita corrispondente alle sue aspettative - del Gilardi - in linea con le previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, la procura della Repubblica presso il tribunale di Lecco ha chiarito che non intende svolgere alcun approfondimento in merito, in considerazione dei numerosi elementi fattuali, univocamente deponenti nel senso della necessità dell'intervento a tutela dello stesso Gilardi nei termini proprio come posti in essere, quali le condotte di circonvenzione a suo danno, le condizioni di assoluto degrado abitativo, lo stato di occupazione degli immobili, le risultanze della consulenza tecnica di ufficio, il fallimento di tutti i tentativi di assistenza presso la sua abitazione e l'ausilio dei servizi sociali sempre rifiutato.

Punto nove: conclusioni. Dai contenuti evidenziati, risultanti dalla relazione dell'ufficio giudiziario interessato della vicenda, deve ritenersi che, allo stato, non vi sia spazio per attività ispettive o di natura disciplinare, posto che le decisioni adottate dall'autorità giudiziaria derivano dagli elementi raccolti dalle assistenti sociali, dalle Forze dell'ordine e dalle consulenze tecniche d'ufficio. A ben vedere, alla luce di tutti gli elementi di fatto sopra evidenziati, gli interventi assunti in relazione alla persona del Girardi Carlo hanno riguardato la tutela della sua salute e della libera determinazione dello stesso, le cui fragilità dal punto di vista psichiatrico sono state esposte con ampie motivazioni dalla consulenza tecnica di ufficio, la quale monitora costantemente la situazione sanitaria del medesimo Gilardi Carlo.

GIAN MARIO FRAGOMELI. Come interpellante, posso chiaramente ritenermi parzialmente soddisfatto, perché dopo un anno di interrogazioni, a cui evidentemente non veniva data nessuna risposta, oggi il sottosegretario Sisto ci dà una risposta esaustiva. Io, però, non posso chiaramente in questa sede non ringraziare diversamente per questo risultato anche le trasmissioni televisive, che sono state in qualche modo tacciate solo pochi giorni fa per il clamore mediatico e che, invece, secondo me, hanno contribuito a rendere possibile questa risposta. Quindi, ringrazio le trasmissioni, dal Le Iene ai programmi di Telelombardia e ad altri, che sono intervenute per fare chiarezza su questo caso.

Vede, sottosegretario, come ho detto nella premessa, nella mia introduzione, noi sappiamo tutti chi è Carlo Gilardi. Io l'ho conosciuto personalmente e tutti lo conoscono. Quest'uomo ha voluto fare una vita: ha voluto mettere a disposizione il suo patrimonio. Io ho cercato di spiegare che questo l'ha fatto anche prima dei novant'anni. Lei ha portato delle cifre, che hanno portato alla costrizione alla chiusura; io le posso dire che il valore di quegli immobili che lui ha ceduto alla comunità sono dieci volte superiori.

Nessuno si è mai posto il problema che quell'uomo non avesse capacità di discernimento, perché forse aveva qualche anno in meno, perché forse non era vicino a un possibile fine vita e, quindi, ad altri soggetti che potevano subentrare su quel patrimonio. Non si fa così, sottosegretario, si deve rispettare la vita di un uomo. Lei oggi ci ha portato degli esempi di accertamenti psichiatrici. Ben vengano, perché mancavano, non si sapeva e non era chiaro quanto la sua condizione psichiatrica o questa patologia in qualche modo fosse riconosciuta. Ben venga la chiarezza: questa interpellanza chiedeva trasparenza, chiedeva risposte e lei devo dire che in buona parte ce le ha date.

Però, mancano degli elementi importanti e io lo ribadisco. Il diritto di aiutare di quest'uomo è frutto di una vita e va rispettato, va rispettato fino alla fine. Non ha rubato niente: sono soldi e risorse sue. Ci sono comproprietà con la sorella: si possono definire, ma lui deve avere il diritto di poterne disporre. Ma non voglio limitarmi a questo, all'aspetto patrimoniale che mi interessa poco. Voglio tornare alle risposte, purtroppo, che ci ha dato in conclusione e, cioè, che non c'è una data, non c'è una risposta per un rientro a casa, al domicilio del professor Carlo Gilardi. Infatti, lei ha detto cose vere, che non voglio mettere in dubbio, ma quest'uomo vuole tornare a casa, vuole tornare nella sua comunità di affetti e di luoghi. Sappiamo tutti che lui ha vissuto una condizione di vita da francescano, povera, che magari adesso si concilia poco con l'età avanzata. Ma è sempre quel patrimonio, che si vuole preservare, che può consentire di costruire le condizioni di un domicilio sano, pulito e protetto. Quanto all'addurre la questione del caso Brahim - mi permetta, con tutto il rispetto -, noi non possiamo ledere un diritto costituzionale e inviolabile, come la libertà personale, per interdizioni o per altre pendenze penali nei confronti di un altro soggetto. Lo si distanzi dal professor Carlo Gilardi! Lui ha diritto di tornare a casa ed essere separato da questi soggetti e da queste persone, che magari hanno cercato anche di approfittare di lui. Nessuno lo mette in dubbio! Ma non è che possiamo ledere un diritto costituzionale, a fronte del pericolo che dei soggetti lo avvicinino o gli portino via delle risorse, perché - la informo, sottosegretario – che 60 milioni di italiani possono essere sottoposti da soggetti che vogliono derubarci in qualsiasi momento e sottrarci delle risorse nella vita quotidiana. Non può essere un elemento di costrizione! Qui ci vuole una parola chiaramente di verità; quindi, sulla conclusione, mi permetto di essere invece molto contrario. Noi abbiamo bisogno di una data, noi abbiamo bisogno che quell'amministratore di sostegno - che tutela i suoi beni - tuteli le volontà di Carlo Gilardi e costruisca le condizioni perché lui torni a casa nel suo domicilio, perché non c'è patologia di quel tipo che non consenta un suo ritorno a casa, accudito, magari utilizzando un po' di quelle risorse che lui ha dato agli altri fino ad oggi, fino a novant'anni, e che dopo i novant'anni possono servirgli, per curarsi, per stare meglio, a casa, nella sua comunità, con le persone che gli vogliono stare vicino. Perché, anche qui, abbiamo persone che lo hanno avvicinato, che hanno potuto parlargli e non hanno ricostruito questo scenario di mancanza di volontà di Carlo Gilardi di poter interloquire e di avere rapporti con gli altri. Infatti - e concludo - Carlo Gilardi è sempre stato un uomo di comunità, una persona che ha aiutato tutti - forse ha dato un po' fastidio -, gli ultimi, i più poveri, extracomunitari, persone in estrema difficoltà; non ha mai guardato in faccia, perché era il suo stile di vita, e lo faceva rinunciando a vivere, invece, una vita agiata, come avrebbe potuto fare. Quindi, io credo che la questione non possa finire qui, che si debba andare avanti. Io chiaramente mi permetto di dire che chiederò e vorrò visitare e incontrare Carlo Gilardi con le prerogative parlamentari che ci sono; quindi non accetterò, come per altri colleghi, il diniego da parte dell'autorità giudiziaria ad andare a trovare Carlo Gilardi. Questa è una cosa che io non voglio neanche sentir dire, perché, dopo quello che ho detto oggi, cioè una strana ponderazione dei diritti in gioco tra un soggetto e coloro che lo vogliono circuire, non posso certo pensare che venga leso un diritto, anche questo importante e riconosciuto dalla legge, che un parlamentare possa verificare personalmente le condizioni di vita di soggetti all'interno di strutture sanitarie.