12/11/2020
Stefania Pezzopane
2-01004

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la gestione del rischio Covid-19 all'interno delle strutture sanitarie pubbliche della provincia dell'Aquila, si sta ripercuotendo negativamente sui livelli di assistenza sanitaria anche grazie alle misure organizzative predisposte dalla Asl 1 Avezzano Sulmona L'Aquila;

   l'articolo 32 della Costituzione assicura il diritto alla salute da cui nasce un obbligo di assistenza sanitaria e cura. Diritto e obbligo che non possono venir meno neanche nella fase acuta dell'attuale emergenza sanitaria;

   è quindi necessario che ogni struttura sia organizzata in modo che, dall'elaborazione e applicazione di specifici protocolli per il contrasto ed il contenimento del Covid-19, non derivi una diminuzione dell'assistenza sanitaria ordinaria;

   tanto premesso corre l'obbligo di segnalare quanto sia drammatica la gestione sanitaria nella provincia aquilana: cronica, storica e strutturale carenza di personale, accorpamenti di reparti, impossibilità di garantire percorsi separati per pazienti Covid e no Covid, carenza di posti letto Covid, mancata esecuzione periodica di tamponi agli operatori sanitari, carenza di reattivi per l'esecuzione dei tamponi alla popolazione, strutture carenti e/o fatiscenti, esiguità nella fornitura di dispositivi di protezione individuali idonei alla gestione dell'emergenza, mancato confronto con i vertici aziendali sulle modalità di gestione dell'emergenza in tema di sicurezza sul lavoro, continui trasferimenti del personale;

   a partire dal mese di febbraio 2020 poco o nulla è stato fatto per reperire nell'immediato nuova forza lavoro al fine di sopperire alle già drammatiche carenze e nella prospettiva di dover affrontare una impennata di ricoveri dovuti alla pandemia. Da qualche settimana, la Asl, con estrema approssimazione, sta trasferendo il personale sanitario (per lo più infermieristico) da un presidio ospedaliero all'altro, determinando l'ulteriore depauperamento di personale all'interno di ogni singolo presidio ospedaliero;

   ulteriore grave carenza di personale viene riscontrata nell'assistenza ai pazienti Covid sia in ambito ospedaliero (terapie intensive, malattie infettive e altro), sia in ambito territoriale (Usca, Siep e altro) che nella rete di emergenza/urgenza (pronto soccorso, pre triage, 118 e altro) con conseguenza di enormi ritardi nell'esecuzione dei tamponi, o, addirittura, mancata esecuzione degli stessi, con grave pregiudizio del tracciamento sanitario dei cittadini venuti a contatto con pazienti positivi accertati, rendendo non più controllabile la fase pandemica in corso;

   a ciò si aggiunge il fatto che, nei confronti del personale sanitario, non vengono eseguiti i tamponi con la regolarità e la programmazione prevista dalla vigente normativa – condizione necessaria al fine del contenimento del contagio e, laddove questi vengono eseguiti, si riscontra la mancata, ovvero tardiva comunicazione dell'esito dello stesso;

   detta condizione sta generando, all'interno dei reparti ospedalieri, un aumento esponenziale dei contagi sia del personale dipendente, che dei pazienti ricoverati;

   inoltre, è stata segnalata l'insufficiente disponibilità di tamponi e reagenti, oltreché di laboratori idonei e certificati all'esecuzione degli esami diagnostici nei presidi ospedalieri della Asl e del personale all'interno di questi ultimi, per cui sia il personale, che i pazienti, restano, per un tempo indefinito, in attesa di essere sottoposti all'accertamento sanitario relativo al contagio da Coronavirus;

   infine, sempre più conclamata è la carenza di posti letto Covid nella Asl 1, con la sola conseguenza che gli utenti restano in attesa nelle ambulanze, nei pre-triage che, un alcuni casi, possono contare esclusivamente su un solo infermiere per turno, senza il supporto di personale medico, e/o nei pronto soccorso, senza poter ricevere le giuste cure e senza che possano essere ricoverati nei presidi ospedalieri;

   quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e lede palesemente il diritto alla salute della popolazione, nonché la professionalità del personale sanitario costretto a prestare la propria attività in condizioni inammissibili, compromettendo anche il rispetto della garanzia dei livelli essenziali di assistenza e, di conseguenza, il diritto alle cure, con l'impossibilità per gli utenti di essere sottoposti ad interventi, ad esami diagnostici e riabilitativi, con l'ulteriore prolungamento senza fine delle liste di attesa ed il conseguente abbandono di tutti quei malati cronici o soggetti che dovrebbero essere sottoposti ad attività di prevenzione;

   l'inerzia e la disorganizzazione gestionale sta comportando un esponenziale aumento dei contagi nel territorio, collocando la provincia dell'Aquila tra le più colpite della regione Abruzzo –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e se non ritenga, nell'ambito delle sue competenze e nel rispetto di quelle regionali in materia sanitaria, di dover adottare iniziative al fine di garantire il diritto alla salute così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione all'interno del territorio abruzzese.