24/07/2018
Massimo Ungaro
3-00100

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   secondo le ultime stime gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) risultano essere 4,9 milioni, ovvero il +3,3 per cento rispetto allo scorso anno. Tra il 2016 e il 2017 gli italiani sono emigrati in 194 destinazioni diverse, la maggior parte di esse collocate in Europa. Il Paese di destinazione preferito risulta essere il Regno Unito;
   sono infatti oltre 340 mila gli iscritti all'Aire nel Regno Unito e tra i 700-800 mila gli italiani residenti in Gran Bretagna, come confermano le stime del consolato italiano nella capitale londinese;
   il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, a causa delle misure di contenimento della spesa pubblica e del blocco del turn over delle aree funzionali, ha dovuto registrare una drastica riduzione del personale adibito alle funzioni da esse esplicate, passando da 3.996 unità del 2006 alle 2.711 del 2016, con una diminuzione di 1.285 unità in termini assoluti e del 33 per cento in termini percentuali; per il 2020, inoltre, sono previsti ulteriori 400 pensionamenti per limiti di età, destinati ad acuire esigenze note da tempo;
   a fronte di una situazione di obiettiva restrizione di risorse e di personale, nel bilancio del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per il 2018 e per il triennio 2018-2020, si registra una svolta positiva poiché si prevede l'assunzione, in un biennio, di 150 unità delle aree funzionali e un aumento di ulteriori 100 unità del contingente del personale a contratto, ai quali si aggiungono minori unità per operazioni concorsuali da espletare o in via di espletamento;
   è particolarmente sentita, soprattutto dai connazionali all'estero, l'urgenza di un nuovo assetto della rete diplomatico-consolare italiana nel mondo e dei servizi erogati all'estero in favore degli italiani all'estero e di tutto il sistema Italia;
   innumerevoli sono le segnalazioni di disfunzione dei servizi consolari provenienti dai connazionali all'estero, tra cui i notevoli tempi d'attesa per l'emissione di passaporti, l'impossibilità di editare o compilare direttamente on line i moduli per la richiesta di atti e documenti, l'assenza nella maggior parte dei casi di un « tracking code» che consenta di monitorare costantemente l’iter delle proprie richieste inviate al consolato in via telematica;
   accanto alla sopraddetta generale problematicità è emblematico il caso di Londra: città che sconta una situazione di forte criticità;
   la proposta, fortemente sostenuta dalle comunità italiane residenti all'estero con cui si chiede il reale sviluppo dei servizi telematici e, al contempo, la previsione di misure di tutela dalla contraffazione e una maggiore e migliore erogazione di servizi, appare volta a realizzare un sistema più efficiente e in grado di garantire maggiori risparmi per il bilancio dello Stato –:
   se il Ministro interrogato non intenda chiarire lo stato complessivo delle risorse di personale ed economiche messe a disposizione per la rete consolare italiana all'estero;
   se non intenda implementare, con la massima rapidità, le procedure di assunzione delle unità di personale sopra citate per il biennio 2018-2020;
   se intenda valutare l'opportunità di assegnare il personale che sarà immesso in ruolo e destinato alle sedi estere in ragione della proporzione delle comunità italiane fuori dai confini nazionali, dando priorità a quei Paesi in cui i nostri connazionali sono più presenti;
   se intenda chiarire quali siano le previsioni di rinforzo di personale nel consolato generale d'Italia a Londra e dell'ufficio consolare di Manchester. 

Seduta del 24 luglio 2018

Risposta del governo di Emanuela Claudia Del Re, Sottosegretaria di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, replica di Massimo Ungaro.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. In risposta all'interrogazione desidero ringraziare naturalmente l'onorevole interrogante per avere sollevato una questione che sta particolarmente a cuore alla Farnesina. Per poter rispondere sul caso specifico della situazione dei servizi consolari del Regno Unito, anzitutto ritengo opportuno svolgere alcune premesse di carattere generale sulla situazione del personale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. La pesante riduzione del personale di ruolo che ha interessato la Farnesina, determinando una riduzione del 30 per cento delle unità appartenenti alle aree funzionali rispetto al 2006, ha causato un drastico innalzamento dell'età media del personale a 56 anni e una crescente difficoltà ad assicurare un livello di servizi adeguato alle esigenze dei cittadini e delle imprese all'estero, come ad esempio la cittadinanza, i visti ed i passaporti, la sicurezza.

Al contempo, la Farnesina è stata chiamata a realizzare negli ultimi anni un limitato (ma pur sempre impegnativo, date le scarse risorse a disposizione) piano di aperture di nuovi uffici in Paesi emergenti o di forte interesse strategico per l'Italia (cito, ad esempio, Niamey, Conakry, Ulaanbaatar, Erbil, Chongqing, Ho-Chi-Min City e, probabilmente in futuro, Ouagadougou), cui si è fatto fronte con un'ulteriore redistribuzione delle risorse.

La carenza di personale indispensabile per il corretto funzionamento delle nostre strutture all'estero, sia sotto il profilo consolare che amministrativo-contabile, presenta quindi aspetti che non mancano di destare preoccupazione.

Per fare fronte a tale situazione il MAECI ha introdotto negli ultimi anni incisive riforme per favorire la mobilità del personale e la flessibilità del suo impiego sulla rete. Inoltre in una prospettiva di medio periodo e nella consapevolezza che l'istituzione di nuovi uffici e il rafforzamento di quelli esistenti è possibile solo a fronte della disponibilità di nuove risorse umane e finanziarie, dallo scorso anno si sono poste le basi per arginare la diminuzione delle risorse umane. La legge di bilancio 2018 (legge 27 dicembre 2017 n. 205, articolo 1, comma 274), e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 aprile 2017 hanno consentito al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale di avviare le procedure per la selezione e l'assunzione di 177 funzionari amministrativi e consolari nel biennio 2018-2019, nonché di 44 funzionari appartenenti all'area della promozione culturale.

Il personale assunto andrà a sostituire parzialmente quello che cesserà nel prossimo biennio per raggiunti limiti di età e sarà decisivo per preservare la funzionalità della rete all'estero.

Il reclutamento di nuove unità di personale di ruolo è indubbiamente un primo importante contributo all'efficienza (e per molte sedi anche al funzionamento) della rete diplomatico-consolare in tutti i settori di competenza e, quindi, sicuramente in quelli di interesse per le nostre comunità residenti all'estero, inclusi i connazionali che risiedono nel Regno Unito.

Per tale ragione, l'avvio delle procedure di selezione dei nuovi funzionari ha rappresentato materia di massima priorità per la Farnesina che, infatti, ha proceduto lo scorso 18 luglio alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei bandi di concorso. L'obiettivo dell'amministrazione è l'assunzione dei vincitori entro il 2019 e possibilmente anche dei candidati dichiarati idonei. A ciò potrà aggiungersi anche l'incremento - disposto sempre dalla legge di bilancio 2018 - di 100 unità di personale a contratto, la cui assunzione sta permettendo di intervenire sulle situazioni più critiche, tra cui sicuramente quella degli uffici consolari. È tuttavia necessario sottolineare che il personale a contratto, per la natura delle mansioni svolte, non può essere considerato alternativo al personale di ruolo e, di conseguenza, l'assunzione delle nuove unità a contratto non potrà rappresentare un rimedio definitivo.

Nella fase attuale, la Farnesina continua a riservare la massima attenzione all'efficienza della rete consolare, con particolare attenzione alle sedi con più rilevante presenza di comunità italiane espatriate, anche alla luce di un incremento medio registrato negli ultimi cinque anni del 20 per cento dei cittadini italiani residenti all'estero, che sono passati da 4.662.213 nel 2012 a 5.603.215 nel 2017. Tra esse, oltre a quella del Brasile, Argentina e Germania, anche il Regno Unito ed, in particolare, il consolato generale a Londra, che - in connessione con la Brexit - ha registrato un incremento esponenziale della domanda di servizi consolari da parte della comunità italiana residente in loco.

Il consolato generale d'Italia a Londra è ormai il più grande ufficio consolare italiano al mondo: più di 320.000 connazionali residenti iscritti all'AIRE e molti altri peraltro potrebbero iscriversi a breve. Gli iscritti AIRE sono progressivamente aumentati in parte per le prospettive occupazionali offerte dalla grande capitale britannica ed in parte come conseguenza della Brexit che ha spinto i connazionali a registrarsi presso l'anagrafe consolare per comprovare in qualche modo il proprio radicamento in loco e scongiurare temuti allontanamenti a seguito della Brexit. Si stima che, oltre ai 320.000 iscritti all'AIRE, esistano almeno altrettanti cittadini italiani che vivono in Gran Bretagna e che non ci sono però ancora registrati presso il consolato generale, per un totale di circa 600 mila connazionali stabiliti nel Regno Unito. A fronte di questi numeri in forte crescita, il consolato generale a Londra dispone di 18 dipendenti di ruolo (compreso il console generale) e 37 contrattisti.

Per mettere in condizione tale sede di farvi fronte, è stato infatti recentemente disposto l'invio di 5 funzionari consolari in assegnazione temporanea e sono state assunte 5 unità a contratto locale temporaneo. È stata inoltre disposta l'assunzione di ulteriori 10 persone a contratto per un anno; l'assunzione di tali ultime unità di personale non è ancora stata finalizzata e gli effetti della loro presenza saranno pertanto visibili a breve.

Viste le risorse attualmente disponibili, si tratta di un piano di rafforzamento della capacità della sede del tutto straordinario e che permetterà di venire incontro alle esigenze dei connazionali residenti non solo a Londra, ma anche per esempio quelli presenti a Manchester e in altre località del Regno Unito. Con specifico riguardo al consolato di Manchester si comprendono gli auspici dell'interrogante per una sua nuova riapertura. Tuttavia, una revisione del provvedimento che nel 2011 dispose la soppressione del consolato di Manchester potrà costituire oggetto in esame, così come qualsiasi altra ipotesi di istituzione di sedi diplomatico-consolari, nell'eventualità di un rafforzamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione del MAECI.

Continua inoltre l'impegno per la digitalizzazione dei servizi consolari: in particolare, in 75 sedi, tra cui Londra, è ormai attivo il servizio Fast.it: il portale consente che la richiesta di iscrizione all'AIRE venga fatta da remoto, con evidenti vantaggi: per gli utenti, cui viene offerto un servizio a distanza che permette di monitorare lo stato di aggiornamento della pratica; per le sedi, che, acquisita la pratica tramite Fast.it, non devono più procedere all'inserimento manuale dei dati; per la stessa correttezza ed allineamento dei dati riportati nel Sistema Integrato Funzioni Consolari e trasferiti ai comuni.

Il portale Fast.it, a partire dal 15 maggio scorso, si è arricchito di una nuova funzionalità: la cosiddetta “Comunicazione della variante della residenza” che permette al connazionale di comunicare alla sede l'eventuale cambio di indirizzo nella medesima circoscrizione consolare.

Tale innovazione permetterà, soprattutto nelle sedi dove è frequente il cambio di residenza, come nella circoscrizione di Londra, un notevole risparmio di lavoro e tempo per gli addetti, che potranno pertanto gestire i servizi più in sofferenza, come per esempio quello dei passaporti. Si ricorda infatti che le operazioni di variazione AIRE, cambi di indirizzo, sono state solo nel 2017 circa 200.000. Questo dato serve a dare la misura dell'importanza della digitalizzazione dei servizi, che questo Ministero sta cercando di perseguire per far fronte alla sopra ricordata costante decrescita delle risorse umane a disposizione della rete diplomatico-consolare. Ovviamente, anche dal punto di vista della capacità di sfruttamento delle risorse tecnologiche, l'immissione nei ruoli di personale più giovane e pertanto “nativo digitale”, come si dice, potrà portare vantaggi immediati sull'efficienza dei servizi. Infine, si ricorda che andrà a breve a regime la distribuzione ai consoli onorari dell'attrezzatura per la captazione e l'invio a distanza dei dati biometrici necessari per il rilascio di passaporto. Anche tale innovazione servirà per alleviare la pressione dell'utenza sulla sede consolare di Londra e servirà anche a garantire un servizio di prossimità all'utenza. Si sta infine verificando la possibilità di far gestire in outsourcing alcune procedure propedeutiche al rilascio dei passaporti, nel rispetto della normativa vigente sui contratti, sulle funzioni delegabili alla pubblica amministrazione e sulla tutela della privacy dei cittadini e sulla sicurezza.

In conclusione, desidero rassicurare l'onorevole interrogante che l'adeguamento dei servizi offerti dalla rete consolare, in particolare del Regno Unito, costituisce una delle priorità della Farnesina. Peraltro ho avuto io stessa occasione di parlarne a Londra durante il vertice dei Balcani in una bilaterale con Sir Duncan e tra l'altro di fare presente proprio alla Gran Bretagna che è necessario che nelle procedure la Gran Bretagna stessa predisponga degli uffici che possano essere di sostegno ai gruppi di italiani e agli individui più vulnerabili, soprattutto per le procedure in forma digitale. Ringrazio e saluto.

Replica

Grazie Presidente. Io ringrazio la sottosegretaria Del Re per la risposta e l'impegno della Farnesina e del Governo a cercare di fare fronte a questa emergenza, mi sembra di capire anche grazie a una serie di assunzioni predisposte dal Governo precedente, Gentiloni, e dal suo predecessore, Vincenzo Amendola. Io ci tengo a ribadire che la situazione rimane estremamente grave, perché l'esodo di italiani continua - lei l'ha ricordato -: oltre 5 milioni di italiani abitano all'estero, l'8 per cento della popolazione e specialmente tantissimi giovani italiani, che non trovano il modo e i mezzi di soddisfare le proprie aspirazioni in questo Paese. A fronte di questo aumento della domanda, il personale dei consolati nel mondo è diminuito del 30 per cento (nel 2006 erano quasi 4.000 unità e oggi sono neanche 2.700).

Quindi è ovvio che io ringrazio la Farnesina perché sta facendo tutto il possibile, ma occorrono molte più persone, molti più mezzi e assolutamente accelerare la digitalizzazione dei nostri servizi consolari. Io poi ci tengo anche a segnalare appunto che è veramente difficile pensare di promuovere il sistema Paese fuori dai confini nazionali se lo Stato neanche è capace di fornire quei servizi più basici e più semplici, come un banale rinnovo del passaporto. I cittadini italiani in Europa, soprattutto a Londra, passano ore al telefono, ore in attesa di cercare di prenotare un appuntamento per rinnovare il passaporto, parliamo di mesi, se non addirittura in casi estremi addirittura di anni e qui bisogna fare il possibile e cercare di trovare una soluzione. Rinnovo del passaporto, cittadinanza, possibilità di ottenere atti on line. Ma, oltre che a Londra - come lei ha specificato, l'Inghilterra, il Regno Unito, diventerà un Paese terzo con la Brexit e qui si pone un problema ancor più grave - ci sono situazioni di emergenza in tutto il resto d'Europa. Vorrei segnalare il caso di Charleroi, in Belgio, dove ci sono oltre 200.000 cittadini italiani e c'è una cronica carenza di personale, ma anche il Lussemburgo, varie parti della Germania e della Svizzera, il caso della Spagna, in cui a Madrid e a Barcellona la popolazione italiana è in aumento esponenziale, le isole Canarie, dove non c'è neanche un consolato, ma solo un consolato onorario a Las Palmas, l'Olanda, dove abbiamo cittadini italiani della prima emigrazione, pensionati che hanno grandi problemi a Delft e a Enschede e dove la chiusura del consolato di Amsterdam sta creando problemi all'utenza. E infine appunto ci tengo a reiterare al Governo attuale la domanda di perseguire, o di continuare nel solco della decisione presa dal Governo precedente, con la riapertura del Consolato a Manchester dato che sono oltre 50.000 i cittadini italiani che al momento devono andare in quello di Londra. Vi ringrazio.