05/06/2019
Silvia Fregolent
2-00404

 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il Teatro Regio di Torino, costruito nel 1740, è da secoli un punto di riferimento a livello mondiale per l'opera lirica;

   il Teatro Regio, con la nomina del sovrintendente William Graziosi effettuata dal Ministero per i beni e le attività culturali nel maggio del 2018 come confermato nel dicembre del medesimo anno, nella risposta all'interrogazione n. 4-00146, sta attraversando una gravissima crisi artistica, economica ed occupazionale;

   i dipendenti hanno denunciato atteggiamenti autoritari e scorretti di Graziosi nei confronti del personale e una gestione dell'ente senza prospettive, mentre i sindacati hanno dichiarato che con la gestione Graziosi (definendolo «Sovrintendente inadeguato») sono a rischio 50 lavoratori, a causa della difficile situazione finanziaria della Fondazione attualmente in carenza di liquidità;

   sotto la gestione di William Graziosi il Teatro Regio ha registrato la perdita di numerose professionalità tra cui l'addio nel 2018 del prestigioso direttore musicale Gianandrea Noseda, mentre l'attuale direttore artistico, Alessandro Galoppini, avrebbe già annunciato le sue possibili dimissioni;

   il 18 aprile 2019 i membri dell'attuale consiglio di indirizzo della Fondazione che amministra il teatro hanno rassegnato le proprie dimissioni con efficacia a far data dal 31 maggio 2019;

   il Governo, rispondendo alla interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-02183 il 30 maggio 2019, ha ammesso problemi di gestione del Teatro Regio e ha specificato che è «in corso un'attività istruttoria da parte della Direzione generale Spettacolo»;

   i problemi del Teatro Regio non possono comunque essere imputati esclusivamente al Sovrintendente dal momento che il piano industriale da lui presentato è il prodotto collegiale della Fondazione di indirizzo del Teatro Regio rappresentato anche dal comune di Torino e dal Ministero stesso;

   queste evidenti criticità stanno compromettendo la credibilità internazionale che la Fondazione lirico-sinfonica piemontese si è conquistata con bilanci economici in regola e con il raggiungimento di uno standard qualitativo elevato;

   sono oggi quindi a rischio non soltanto la qualità dell'azione culturale ma anche la continuità occupazionale e produttiva del Teatro Regio;

   la ventilata decisione di prorogare almeno fino a settembre l'incarico di Graziosi, pur evitando temporanee sospensioni della governance gestionale, prolungherebbe di troppi mesi questo periodo di incertezza che riguarda anche il futuro dei lavoratori;

   la stagione 2019/2020 del Teatro non è stata infatti ancora ufficialmente presentata, anche a causa dei dubbi attuali che riguardano la riconferma dei contratti in essere a tempo determinato;

   i contratti in scadenza sono infatti funzionali alla stessa produzione della nuova stagione teatrale e riguardano non solo figure professionali come tecnici, orchestrali, coristi e impiegati ma anche quadri dirigenziali come il direttore artistico, il direttore allestimenti tecnici, il direttore del coro ed il direttore di produzione;

   è innegabile che l'attuale quadro giuridico sul lavoro stia creando nelle fondazioni lirico – sinfoniche un depauperamento delle professionalità che compromette lo stesso livello dell'offerta culturale;

   l'entrata in vigore del cosiddetto «decreto dignità» (decreto-legge n. 87 del 2019), convertito dalla legge 9 agosto 2018, n. 96, che non prevede alcuna differenza tra la situazione delle fondazioni lirico-sinfoniche e altri settori, ha creato gravissimi problemi per il personale che da anni è stato utilizzato a termine all'interno dei teatri lirici italiani;

   il Ministro interpellato ha da tempo assicurato che «è quasi pronto un decreto-legge per superare il blocco dei contratti a tempo determinato» che si è venuto a creare nelle 14 fondazioni italiane in seguito al «decreto dignità» e soprattutto dopo la sentenza del 25 ottobre 2018 con la quale la Corte di giustizia dell'Unione europea ha dichiarato illegittima la normativa italiana nel passaggio in cui non prevede per le fondazioni nessun limite al rinnovo dei contratti né riguardo a un tetto massimo di durata degli stessi contratti né relativamente a un obbligo di motivazione dei rinnovi –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere per garantire la continuità occupazionale e produttiva del Teatro Regio, compromessa negli ultimi mesi da una gestione che appare all'interpellante, non proficua, efficace e collegiale dell'ente;

   in quali tempi si intendano adottare le iniziative normative urgenti, annunciate da mesi dal Ministro per i beni e le attività culturali, necessarie per superare il blocco dei contratti a tempo determinato che sta gravemente compromettendo l'attività e la sopravvivenza stessa delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane e quali ne saranno i contenuti specifici.