04/12/2025
Piero De Luca
Sarracino, Toni Ricciardi, Graziano, Scotto,
3-02370

Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   nel giorno della chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali in Campania, l'ufficio stampa del Ministero della cultura ha diffuso diversi comunicati, pubblicati sul sito istituzionale del Ministero della cultura il cui contenuto, secondo vari organi di informazione, appariva finalizzato a orientare l'opinione pubblica a sostegno del candidato alla presidenza della regione espressione della coalizione di centrodestra, configurando un possibile utilizzo improprio di strumenti e canali istituzionali per fini che rientrano nella comunicazione politica e non in quella amministrativa;

   la natura e il momento della diffusione di tali comunicati rendono la vicenda particolarmente grave, in quanto la comunicazione istituzionale nel periodo che precede la consultazione elettorale è rigidamente regolata da norme poste a tutela della par condicio e dell'imparzialità dell'azione delle amministrazioni pubbliche, che devono evitare qualsiasi comportamento che possa anche solo indirettamente incidere sulla libera, formazione del consenso;

   una volta emersa la questione, il capo dell'ufficio stampa del Ministero della cultura ha riconosciuto la responsabilità dell'accaduto e rassegnato le proprie dimissioni immediate e irrevocabili, dichiarando: «ho appena comunicato al Ministro, Alessandro Giuli, le mie immediate e irrevocabili dimissioni dall'incarico», aggiungendo che «l'utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato un errore improprio di cui mi scuso con il Ministro e con l'intero Gabinetto»;

   secondo quanto riportato da fonti del Ministero e rilanciato da agenzie quali ADNKronos, il Ministro della cultura avrebbe giudicato tali dimissioni un «atto dovuto e irreversibile», sostenendo che è «inaccettabile qualsiasi ombra di sospetto su un utilizzo di strumenti comunicativi istituzionali per attività che spetta alle agenzie, semmai, riportare», parole che sembravano prendere le distanze da quanto avvenuto all'interno del Ministero;

   tuttavia, notizie successive apparse sulla stampa riferiscono della volontà del Ministro Giuli di non allontanare il dimissionario capo dell'ufficio stampa del gabinetto, prospettando anzi la possibilità di un suo reintegro in altre funzioni, in particolare come consigliere del Ministro per la comunicazione;

   tale prospettiva risulterebbe difficilmente conciliabile con il carattere di «atto dovuto» attribuito alle dimissioni, oltre a generare una evadente contraddizione tra le dichiarazioni pubbliche e le eventuali decisioni interne alla struttura del Ministero della cultura;

   se confermata, tale intenzione costituirebbe un segnale negativo rispetto alla percezione della gravità dell'accaduto, nonché un possibile indebolimento del principio di responsabilità dirigenziale e amministrativa che dovrebbe essere applicato con rigore, soprattutto in materia di comunicazione istituzionale, settore nel quale il rispetto delle norme in periodo elettorale è essenziale per garantire neutralità, correttezza e pari opportunità tra i contendenti politici –:

   di quali elementi disponga in ordine alla vicenda segnalata in premessa, se intenda chiarire quali siano gli effettivi intendimenti con riguardo al ruolo presso il Ministero del capo dell'ufficio stampa dimissionario e quali iniziative di competenza intenda assumere per assicurare che episodi analoghi non si ripetano e sia pienamente garantito il rispetto delle regole di imparzialità e correttezza istituzionale durante le future competizioni elettorali.