19/09/2024
Michela Di Biase
SERRACCHIANI, GIANASSI, LACARRA, SCARPA, BRAGA, BAKKALI, BERRUTO, CASU, CIANI, CUPERLO, CURTI, D'ALFONSO, DE LUCA, FORATTINI, FURFARO, GIRELLI, GRIBAUDO, LAI, LAUS, MALAVASI, MARINO, MORASSUT, ORFINI, PORTA, PRESTIPINO, QUARTAPELLE PROCOPIO, TONI RICCIARDI, ROGGIANI, SARRACINO, SCOTTO, SIMIANI e STEFANAZZI
3-01434

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dall'inizio del 2024 sono stati 71 i suicidi di detenuti nelle carceri italiane;

   nel carcere «Regina Coeli» di Roma dall'inizio del 2024 si sono tolti la vita tre detenuti, tutti reclusi all'interno della VII sezione penale. L'ultimo episodio è avvenuto nella notte del 17 settembre 2024: un cinquantenne italiano si è suicidato impiccandosi nella sua cella;

   come evidenziato dall'Osservatorio sulle carceri dell'associazione Antigone, «la VII sezione di Regina Coeli e allo stesso tempo una sezione di ingresso, di transito, disciplinare, di isolamento sanitario. Le persone qui recluse restano in cella per 23 ore al giorno in una condizione che di dignitoso non ha nulla. Le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello. Il wc e il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità. Le finestre sono più piccole che altre sezioni e dotate di celosie, il che non consente all'aria di circolare e riduce l'ingresso della luce naturale. Solo le celle del terzo piano sono dotate di doccia. In questi spazi così ristretti, le persone trascorrono 23 ore al giorno. A causa del sovraffollamento nel secondo e nel terzo piano della sezione le aule ricreative sono state trasformate in celle. Le condizioni igienico sanitarie della sezione sono pessime»;

   il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia ha fatto presente che «la situazione della settima sezione del carcere di Regina Coeli non può essere più tollerata. I tre suicidi di questi ultimi mesi sono il segnale più evidente di problematiche che al momento non è possibile risolvere e per cui l'unica soluzione è la chiusura immediata della sezione» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle condizioni di detenzione all'interno del carcere Regina Coeli di Roma, ed in modo particolare nella VII sezione, e quali iniziative intenda adottare al fine di verificare che esista un piano di prevenzione del rischio suicidario e se le condizioni materiali di detenzione siano compatibili con standard igienico-sanitari delle strutture di comunità.

Seduta del 25 marzo 2025

Risposta del Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, replica di Michela Di Biase

GIORGIO SILLI,  Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'emergenza del sovraffollamento e i problemi strutturali, trascinati da anni, che affliggono la casa circondariale di Roma Regina Coeli, sollevati nell'atto di sindacato ispettivo, purtroppo sono noti e comuni a diverse realtà carceraria. Quanto sta accadendo nelle carceri è drammatico sia per i detenuti che per gli operatori del corpo di Polizia penitenziaria.

Con il decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, il “Carcere sicuro”, il Governo Meloni ha potenziato e rafforzato il sistema carcerario occupandosi, in modo organico ed incisivo, non solo dei detenuti ma anche di chi opera quotidianamente per la loro sicurezza. Sono state adottate imponenti politiche assunzionali che hanno non solo l'obiettivo di colmare le vacanze organiche, ma soprattutto la finalità di migliorare le condizioni di lavoro del personale. È stato istituito il Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, con il compito di realizzare, nel più breve tempo possibile, un piano nazionale di interventi in grado di recuperare 7.000 dei 10.000 posti mancanti, riducendo drasticamente il sovraffollamento. Di queste misure si potrà presto giovare anche la casa circondariale di Roma Regina Coeli. Invero, dalle notizie acquisite presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, alla data del 5 marzo 2025, risulta che presso la casa circondariale di Regina Coeli sono presenti un totale di 1.045 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare pari a complessivi 628 posti disponibili, con un rapporto presenti/posti regolamentari disponibili pari al 183,33 per cento. Purtroppo, tra le più alte del distretto. Ciò nonostante, non si registrano violazioni dei parametri minimi stabiliti dalla Corte EDU, in quanto ogni detenuto risulta avere a disposizione uno spazio di vivibilità compreso fra i tre e i quattro metri quadri.

In effetti, le precarie condizioni di detenzione dell'istituto Roma Regina Coeli derivano dall'antichità dell'edificio e dalla sua collocazione in pieno centro città, da cui deriva l'impossibilità di costruire nuovi

spazi e apportare significative ristrutturazioni in alcune sezioni, anche a causa dei vincoli dettati dalla Soprintendenza. Ciononostante, a marzo 2024, a cura del Provveditorato regionale di Roma, risultano essere stati ultimati e collaudati i lavori per l'adeguamento funzionale degli impianti termici e vengono regolarmente eseguiti interventi di tinteggiatura delle sezioni detentive, nonché quotidiane e straordinarie operazione di pulizia.

Il programma edilizio, che prevede il completo rinnovamento sia architettonico che impiantistico dell'VIII sezione, è in corso di esecuzione: il contratto, sottoscritto il 30 luglio del 2024 e approvato dall'Ufficio centrale del bilancio il 1° ottobre 2024, prevede 548 giorni per l'ultimazione dei lavori dal verbale di consegna delle opere.

Con particolare riguardo alla VII sezione, essa è articolata in due sezioni: sezione prima accoglienza e sezione circondariale ex articolo 32 del d.P.R. n. 230 del 2000, con camere dislocate tra piano terra, primo e secondo piano: solo quelle ubicate al secondo piano sono dotate di doccia in camera, in vano separato, mentre quelle site sugli altri due piani, non ancora interessati da lavori di ristrutturazione e adeguamento alla normativa vigente, hanno i servizi igienici in camera e le docce comuni al piano.

La VII sezione, per la tipologia di detenuti che dovrebbero essere ivi ospitati molti dei quali con problemi di incompatibilità e divieti di incontro, è a regime chiuso: i detenuti escono dalle stanze solo per fruire delle ore di permanenza all'aperto e per le consentite attività trattamentali.

I detenuti ospitati nella sezione, in particolare quelli con fragilità e problematiche sanitarie, i giovani adulti e gli stranieri con difficoltà di integrazione, vengono assiduamente monitorati dagli operatori dell'area trattamentale, dagli esperti psicologi, dai volontari e dai mediatori culturali, oltre che dai professionisti dell'area sanitaria per i casi di loro interesse.

Nonostante la carenza di spazi, le limitate dimensioni di quelli esistenti, il numero elevatissimo di detenuti presenti, presso l'Istituto si svolgono, grazie alla collaborazione di soggetti istituzionali e volontariato, numerose attività trattamentali, rivolte a tutta la popolazione detenuta, con particolare riguardo a quelle di sostegno individuale nel delicato momento di passaggio in ingresso dalla libertà.

A tal fine è stata potenziata la rete di assistenza psicologica e lo staff multidisciplinare al punto da essere stato istituito uno specifico Gruppo di lavoro per lo studio e l'analisi degli eventi suicidari delle persone detenute, con il compito di definire protocolli operativi ed elaborare momenti di formazione per il personale penitenziario, al fine di tutelare la salute psicofisica dei detenuti e prevenire i suicidi il cui numero, purtroppo, resta elevato: dal 1° gennaio 2020 a 4 marzo 2025, presso l'istituto di Roma Regina Coeli, si sono verificati 14 suicidi tra la popolazione detenuta.

Con lo stesso scopo è stata concepita l'imponente opera di reclutamento di adeguato personale specializzato e sono stati previsti nuovi percorsi di comunità per i detenuti con disagio psichico e con problemi di tossicodipendenza, in modo da garantire trattamenti idonei e differenziati, finalizzati concretamente al recupero della persona e valorizzando l'istruzione ed il lavoro in carcere che costituiscono componenti irrinunciabili del trattamento dei detenuti.

Con particolare riferimento al personale di Polizia penitenziaria impiegato presso la Casa di Regina Coeli, a fronte di un organico previsto di 359 unità, la forza presente è inferiore, dunque, rispetto a quella prevista di complessive 121 unità. Le carenze maggiori si rilevano nei ruoli dei funzionari (1 unità in meno), degli ispettori (6 unità in meno) e dei sovrintendenti (5 unità in meno); di contro, il ruolo degli agenti/assistenti risulta in esubero di 10 unità.

Come ribadito in altre occasioni, il Ministero pone forte attenzione alle esigenze di garantire un forte ed efficace turn over del personale, come dimostrano le seguenti procedure attivate.

Quanto alla carriera dei funzionari del Corpo, si rappresenta che il 18 dicembre 2023 è stato avviato il settimo corso per il conseguimento della qualifica di commissario, relativo al concorso pubblico per 132 posti di allievo commissario della carriera dei funzionari del Corpo, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale, in ragione delle vacanze organiche previste. Inoltre, è stato indetto un concorso interno, per titoli di servizio ed esami, per la nomina di 60 vice commissari della carriera dei funzionari del Corpo di Polizia penitenziaria; quanto al ruolo degli ispettori, si rappresenta che il 5 maggio 2024 ha preso avvio il corso di formazione per la qualifica iniziale di vice ispettore, relativo al concorso pubblico per 411 posti (378 uomini e 33 donne).

Per completezza, in ordine al ruolo di agenti e assistenti, si comunica che l'organico del reparto di Polizia penitenziaria dell'istituto in esame è stato incrementato di 22 unità (18 unità maschili e 4 femminili), in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 183° corso (giugno 2024). Infine, nel mese di gennaio ultimo scorso, in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 184° corso di formazione, il reparto di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Roma Regina Coeli è stato incrementato di 25 unità maschili e di 3 unità femminili. Quanto all'area trattamentale, si evidenzia che presso la Casa circondariale di Roma Regina Coeli la pianta organica relativa ai funzionari giuridici pedagogici risulta pienamente soddisfatta, con 11 presenze effettive su una previsione organica di 11 unità.

MICHELA DI BIASE Grazie, Presidente. Vede, no, non sono assolutamente soddisfatta, Sottosegretario. Io, tra l'altro, debbo registrare che, anche questa volta, il Governo ha scelto di mandare un Sottosegretario che si occupa di esteri, quando noi stiamo parlando di giustizia. Io trovo tutto questo, francamente, abbastanza assurdo e fuori luogo. A maggior ragione dopo la discussione che abbiamo avuto in quest'Aula - in quest'Aula che, purtroppo, era semivuota perché, anche in quella discussione, noi abbiamo visto la maggioranza disertare i lavori parlamentari e partecipare a quei lavori, che erano lavori fondamentali per una discussione che era stata richiesta da tutte le opposizioni, un Sottosegretario che non aveva la delega alle carceri-. Ora, potremmo anche, diciamo, soprassedere rispetto a questo dato, ma almeno raccontateci le cose come stanno. Io non so, Sottosegretario, chi abbia redatto questa sua risposta, però io la invito, davvero, a recarsi presso l'Istituto di Regina Coeli e verificare quelle che sono le condizioni reali che si vivono all'interno di quel carcere.

Guardi, la situazione, purtroppo, non riguarda…noi parliamo sempre di emergenza carceraria, mi creda il tema non è più quello dell'emergenza, perché, per quello che riguarda il carcere di Regina Coeli, la situazione che, prima, il collega Casu e, poi, io abbiamo evidenziato nelle nostre interrogazioni ormai è un dato strutturale: noi parliamo di un sovraffollamento al 184,6 per cento. I dati che lei ha dato, Sottosegretario, rispetto all'organico, io temo - la prego di verificare - che siano riferiti a quella che è la capienza regolamentare. Oggi, noi viviamo in una situazione in cui ci sono il doppio dei detenuti che dovrebbero essere presenti, questo pregiudica il trattamento a cui gli stessi detenuti sono sottoposti. Guardi, per un attimo, non la porto a discutere sul significato che la pena ha nel nostro Paese, sull'articolo 27 della Costituzione, noi qui siamo davanti a una violazione dei diritti umani dei detenuti: questo sta avvenendo all'interno del carcere di Regina Coeli. Non c'è bisogno che lei ci ricordi che ci sono i volontari, non c'è neanche bisogno che lei ci ricordi che ci sono gli operatori. Il fatto è che anche i volontari, gli operatori, il personale della Polizia penitenziaria non ce la fanno più, perché i detenuti sono troppi. Il carcere di Regina Coeli nasce come un carcere dei nuovi giunti, ci sono persone all'interno di quel carcere che scontano una pena definitiva: questo è il tema. Oggi, per affrontare il tema dell'emergenza carceraria, voi dovete fare pace con questo.

Il fantomatico Piano carceri, di cui ci ha parlato il Ministro Nordio, di questo, Sottosegretario, non c'è nulla: c'è solo la propaganda, non c'è un piano. Sono otto mesi che noi aspettiamo la lista dei luoghi, neanche la lista siete riusciti a fare. Sono passati otto mesi. È una roba che in un Paese normale ci vogliono 20 giorni a farla. Quale Piano carceri? L'unica cosa che avete fatto è la nomina del commissario straordinario. Ma di che parliamo? Ma venite pure a raccontarlo? Ma, insomma, non c'è un atto concreto. Qui l'unica cosa che è aumentata è la mancanza di posti disponibili, perché non avete fatto neanche le manutenzioni, le manutenzioni con i fondi che erano stati stanziati da Governi precedenti. E venite, qui, a raccontarci che la situazione all'interno delle carceri italiane - mi perdoni, se allargo il campo - ma all'interno di Regina Coeli sta migliorando. Ma io dico: vi prego, andate nelle carceri e verificate. Perché, in Italia, mentre noi siamo qui a parlare, Sottosegretario, muore un detenuto ogni quattro giorni, un detenuto che è sottoposto alla custodia dello Stato. Questa è la verità. Quindi, rispetto a questo, noi di questa fuffa ideologica, di questo furore ideologico - che Nordio, ormai, non viene neanche più a dircelo lui, ma manda, per interposta persona, i Segretari che si occupano di esteri, con tutto il rispetto e la ringrazio per essere venuto -, però noi di questa roba qui, di questa fuffa non ne possiamo più perché il dato è che - ripeto - i detenuti all'interno delle carceri italiane, i detenuti sottoposti alla custodia dello Stato, si tolgono la vita