29/06/2023
Marco Lacarra
3-00499

Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 24 giugno 2023 a Bari ha avuto luogo un grande corteo funebre formato da decine e decine di scooter che, contromano, hanno percorso via Caldarola scortando il carro funebre di un ragazzo deceduto a causa di un incidente stradale nella notte tra il 21 e il 22 giugno;

   la «processione» di ciclomotori, oltre ad arrestare pericolosamente il traffico urbano, ha anche eseguito un «inchino» dinanzi al carcere del capoluogo, verosimilmente per mandare un messaggio di vicinanza a familiari e amici detenuti, in un atto di evidente e deliberata sfida alle istituzioni democratiche;

   l'episodio ha giustamente destato sconcerto e grande preoccupazione, nella misura in cui non può che interpretarsi come una chiara manifestazione di forza dei gruppi criminali del territorio e di sfida all'autorità e alla legalità;

   perdipiù, nei giorni immediatamente successivi al decesso, alcuni familiari della vittima hanno rivolto a membri dell'Arma dei carabinieri, pubblicamente sui social network, espressioni di esplicita minaccia e diffamazione, addebitando loro la responsabilità della morte del ragazzo;

   il 25 giugno 2023 il viceministro della giustizia Sisto ha affidato alla stampa alcune dichiarazioni, affermando che «Bari è una città insicura. [...] Non si può circolare senza avere il timore che possa accadere qualche episodio, anche casuale, di criminalità», chiosando, infine: «Servono le maniere forti. Ho già avuto modo di affrontare il tema con i ministri Crosetto e Piantendosi, perché Bari credo abbia bisogno di un intervento dell'esercito. Il gioco dello scansare le responsabilità è finito»;

   tali affermazioni, nell'opinione dell'interrogante, potrebbero essere ritenute alla stregua di un'ammissione di colpa del Governo, considerato che la salvaguardia dell'ordine pubblico è compito del Ministero dell'interno e non delle amministrazioni locali, le quali, all'opposto, sono, insieme alla cittadinanza, le parti lese di episodi come quello occorso a Bari;

   perdipiù, invocare «le maniere forti», senza peraltro fare cenno al lavoro di prevenzione e coinvolgimento di tutti gli attori sociali che dovrebbe sempre accompagnare qualsiasi azione di repressione, lungi dal rappresentare una soluzione al problema, rivela l'uso strumentale e politico che si è inteso fare dell'episodio citato;

   la città di Bari ha conseguito negli ultimi vent'anni importantissimi risultati sotto il profilo della sicurezza e del contrasto della criminalità organizzata e comune, con iniziative tanto determinate da aver reso indispensabile garantire la scorta di sicurezza al sindaco Decaro;

   il costante incremento dei flussi turistici che la città, a partire dal suo centro storico, ha conosciuto negli ultimi anni testimonia l'efficacia dell'azione amministrativa in tale ambito;

   ciononostante, nel capoluogo pugliese la criminalità è tutt'altro che scomparsa, come peraltro segnalato dall'ultima relazione semestrale della Dia;

   inoltre, occorre considerare il rischio di una pericolosa saldatura tra il dilagare delle condizioni di disagio, diseguaglianza e povertà e la recrudescenza della criminalità organizzata che, come noto, fa leva sullo stato di bisogno dei cittadini ai margini della vita sociale ed economica delle comunità per fare proseliti;

   da diverso tempo le rappresentanze sindacali locali delle forze di polizia e dei carabinieri hanno segnalato gravi carenze nelle piante organiche, tali da sottoporre il personale operante a forti livelli di stress e rendere di fatto impossibile garantire con efficacia l'ordine pubblico e la sicurezza sul territorio;

   analoghe carenze si riscontrano negli organici delle sedi territoriali del Ministero della giustizia, a partire dalla mancanza di magistrati e personale giudiziario –:

   se intendano, in luogo del ricorso al dispiegamento di militari invocato dal viceministro Sisto, intraprendere opportune iniziative per rafforzare i presidi volti a garantire la sicurezza e l'ordine pubblico della città di Bari, nonché al fine di fornire adeguati mezzi, in termini di risorse umane e finanziarie, per prevenire e contrastare la recrudescenza dei fenomeni criminali nel capoluogo e nella sua provincia.