Al Ministro dell'interno, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
si registra una grave e preoccupante situazione che sta interessando le vicende societarie e sportive del Rimini football club che necessitano di adeguato chiarimento in sede istituzionale;
in data 5 agosto 2025 la società Ds sport, rappresentata dalla signora Stefania Di Salvo, ha siglato un contratto di compravendita di quote, al prezzo di un euro, con la società Building company s.r.l., rappresentata dalla dottoressa Giusy Anna Scarcella, già indicata come nuova proprietaria del club;
si fa presente che sulle quote oggetto di cessione grava un sequestro del tribunale delle imprese di Milano, con la nomina di un custode giudiziario;
la Building company sin da subito aveva suscitato forti perplessità circa la sua solidità economico-finanziaria (fatturato modesto nel recente passato, struttura di poche unità) e anche sulle modalità concernenti l'acquisizione della suddetta società calcistica;
la Building company è andata subito in affanno, tant'è che in data 17 ottobre 2025 la stampa riportava che aveva avviato trattative per la cessione del Rimini;
nell'ambito di un'operazione per prestiti usurari ed estorsione in collegamento con clan camorristici, operante tra le province di Salerno, Avellino e Napoli è emerso il coinvolgimento di tal Giuseppe Vitaglione, più volte accomunato alle sorti societarie del Rimini, nonostante la smentita della presidente Scarcella;
nonostante le smentite, una serie di elementi hanno indotto il sospetto di possibili infiltrazioni criminali o comunque di vulnerabilità rispetto a contesti di riciclaggio e uso del club come veicolo economico;
il Rimini football club sotto la gestione sia di «D.s. sport» che di «Building company» ha accumulato diversi punti di penalità, deferimenti per gli amministratori pro tempore e migliaia di euro di sanzioni;
nei primi giorni di novembre 2025 è stata annunciata l'imminente cessione delle quote societarie da parte della Building company all'imprenditore campano Nicola Di Matteo, che nel 2019, da Ad del Teramo era stato al centro di forti polemiche per alcune affermazioni proferite sul tema camorra, dichiarando «la camorra è una scelta di vita (...) loro hanno sempre rispetto nei miei confronti, io ho rispettato loro». Dichiarazioni che portarono ad una sospensione da ogni evento ufficiale dopo una segnalazione alla procura federale;
il Di Matteo tra l'altro è già stato in passato protagonista di gestioni, cessioni e acquisizioni di società, quali Imolese, Spal, Mantova, Teramo, Grosseto e Chieti;
la Commissione di controllo ha richiesto verifiche sui crediti fiscali utilizzati per il pagamento di quanto dovuto alla Lega, dei contributi Inps e delle ritenute Irpef e sarebbero in corso da parte delle autorità preposte verifiche sulle vicende societarie, che rischiano di determinare punti di penalizzazione e sanzioni;
alla luce di tutto ciò, a quanto consta all'interrogante l'amministrazione comunale ha già riportato quanto richiamato alle autorità competenti e in sede di Comitato ordine sicurezza pubblica –:
se, nell'ambito del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, si intendano adottare iniziative di competenza volte a promuovere un coordinamento delle azioni pubbliche finalizzate alla massima trasparenza in relazione alle vicende societarie del Rimini football club, con particolare riguardo alla prevenzione e al contrasto di fenomeni legati al riciclaggio, all'usura e alla criminalità organizzata;
se si intendano adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte ad un monitoraggio delle società sportive professionistiche (in particolare di calcio) che cambiano proprietà, con strumenti di trasparenza, controllo patrimoniale e audit, in modo da impedire che vengano utilizzate come «infrastrutture» per infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia legale, apparendo ormai necessario, nell'interesse generale di uno sport così amato e seguito, uno specifico intervento in merito.