11/09/2023
Fossi, Furfaro
3-00630

Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Sanac è un'azienda che dal 2015 è in amministrazione straordinaria e che è impegnata dal 1939 nella lavorazione di materiali refrattari destinati al settore siderurgico con circa 380 dipendenti, con stabilimenti a Vado Ligure-Liguria, Gattinara-Piemonte, Massa-Toscana, Grogatsu-Sardegna;

   in particolare lo stabilimento di Massa, che occupa ad oggi circa 120 operai, è attivo nella produzione e nella assistenza tecnica di refrattari per il sistema di spillaggio denominato «a cassetto» per siviera (sistema brevettato e progettato nello stesso stabilimento);

   il gruppo Sanac è stato controllato da sempre dall'ex-Ilva a livello produttivo e gestionale: il 70 per cento del prodotto è infatti destinato a Taranto mentre il restante 30 per cento al mercato terziario. Per tale motivo il futuro dell'azienda è fortemente legato alla vertenza Arcelor Mittal ed alle scelte del Governo nell'ambito del settore siderurgico in Italia;

   Acciaierie d'Italia (attuale gestore degli impianti ex-Ilva), azienda partecipata dallo Stato con il 38 per cento del capitale attraverso Invitalia, ha deciso, unilateralmente, di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac, approvvigionandosi all'estero, sospendendo anche il pagamento delle precedenti forniture, compromettendo così in maniera significativa la tenuta economica del gruppo che vanta un credito con Acciaierie d'Italia di circa 23 milioni di euro, credito che seppur sollecitato da mesi, adesso si somma, purtroppo, e nonostante le ingiunzioni dei Commissari, ai crediti interessati dalla recente sospensione da parte di Acciaierie d'Italia degli ordinativi e dei pagamenti nei confronti anche di 145 imprese dell'indotto dell'ex Ilva di Taranto;

   nel corso della risposta alla interrogazione numero 5-00142 il 14 dicembre 2022 il «Governo ha dichiarato che considera centrali i temi del recupero dei crediti verso Acciaierie d'Italia, l'esito della gara per la cessione dei complessi aziendali di Sanac e, più in generale, il rilancio della filiera siderurgica italiana su cui si sta lavorando costantemente. Si sottolinea altresì l'impegno per la positiva soluzione della vicenda, al fine di garantire la continuità produttiva dell'Azienda e tutelare i lavoratori coinvolti»;

   si apprende dalla stampa che, nonostante le rassicurazioni del Governo, anche la terza manifestazione di interesse per Sanac sia andata deserta. In particolare il 16 dicembre 2022 i potenziali acquirenti, il gruppo indiano Dalmia e quello italiano Rhi Italia, si sarebbero infatti ritirati; tale decisione ha allarmato ulteriormente i lavoratori coinvolti, le associazioni sindacali territoriali e gli enti locali: «Si prospetta una crisi finanziaria, fino al 2021 la Sanac era in attivo, dal 2022 è andata in perdita e la previsione del 2023 è ancora peggio – hanno comunicato a mezzo stampa i sindacati –. I Commissari hanno spedito una lettera l'11 gennaio 2023 al Ministero delle imprese e del made in Italy spiegando che non possono andare avanti perché le perdite sono troppe e hanno optato per tre strade: la sospensione temporanea a fine marzo di due fabbriche che potrebbe essere Vado e Grogastu e poi la sospensione delle altre due Massa e Gattinara. Oppure ancora peggio la sospensione di tutte e 4 le fabbriche e lo spacchettamento con la vendita singola di ogni asset»;

   sono state quindi annunciate, nei prossimi giorni, giornate di mobilitazione in tutti gli stabilimenti produttivi Sanac –:

   se quanto espresso in premessa e relativamente alle opzioni ventilate dai Commissari corrisponda al vero;

   quali iniziative di competenza urgenti il Governo intenda conseguentemente assumere al fine di garantire una soluzione positiva della situazione debitoria di Acciaierie d'Italia nei confronti di Sanac;

   quali iniziative di competenza urgenti intenda assumere al fine di rilanciare la filiera siderurgica italiana e garantire gli attuali livelli occupazionali degli stabilimenti Sanac.

Seduta del 12 settembre 2023

Risponde Fausta Bergamotto Sottosegretario di Stato per le Imprese e il mady in Italy, replia Emiliano Fossi

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie Presidente. Grazie onorevoli interroganti. Come è noto, la Sanac, azienda leader nella produzione di refrattari, è stata posta in amministrazione straordinaria nel 2015.

Senz'altro è vero, come ricordato con l'atto in parola, che la società ha sofferto per l'interruzione di commesse da parte di Acciaierie d'Italia e per il mancato pagamento, nei termini contrattuali, delle forniture di refrattari già forniti alla medesima azienda e che costituiscono il 60 per cento del volume di affari della Sanac. La stessa, infatti, è giunta ad accumulare crediti insoddisfatti per un ammontare di circa 23 milioni di euro.

Tuttavia, voglio dare evidenza in questa sede che negli ultimi mesi vi sono stati pagamenti per oltre 20 milioni di euro, a seguito delle iniziative giudiziali assunte, ed oggi i crediti insoluti si sono ridotti a circa 2 milioni di euro.

Le organizzazioni sindacali hanno espresso apprezzamento per l'avvenuto incasso di gran parte dei crediti verso Acciaierie d'Italia e il parziale recupero del fatturato.

Inoltre, tengo a sottolineare che i quattro stabilimenti facenti capo alla Sanac Spa in amministrazione straordinaria, rispettivamente gli stabilimenti di Assemini, Gattinara, Massa e Vado Ligure, sono al momento operativi nella produzione di materiale refrattario a ciclo continuo e non si è verificata la paventata chiusura temporanea dell'attività.

Tutto ciò consente, dunque, a Sanac di operare in prospettiva di continuità per il tempo necessario allo svolgimento della procedura di gara per la vendita del complesso aziendale.

È infatti noto che, esaminato lo stato passivo, sono state avviate, a più riprese, diverse procedure di vendita dei complessi aziendali. Tuttavia, le stesse finora non sono andate a buon fine. Nel corso dell'incontro del tavolo Sanac dello scorso 17 aprile 2023, il Governo ha sottolineato la necessità di mantenere l'unitarietà del complesso aziendale e procedere ad un bando per una ulteriore vendita, mantenendo la prospettiva di cessione unitaria. Solo privilegiando la cessione unitaria dell'azienda, infatti, se ne preserverà il valore, la posizione strategica, nazionale ed internazionale, e i profili occupazionali. Sanac potrà così meglio costituire il volano di ripresa e sviluppo dell'intero settore di riferimento. Ed è nell'ambito del dialogo con tutte le parti interessate - che si sta avendo nei tavoli di confronto istituiti presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy su Sanac Spa e sull'ex Ilva di Taranto - che saranno individuate soluzioni programmatiche di ampio respiro per il rilancio della siderurgia del sistema Paese.

Più in generale, colgo l'occasione per ricordare che questo Governo conserva un fattivo e costruttivo interesse alla realizzazione del piano industriale di Acciaierie d'Italia, che tanto da vicino influenza Sanac ed altre aziende del settore: sono in programma verifiche periodiche sull'attuazione delle varie fasi, nel rispetto degli standard ambientali e di sicurezza del lavoro, in piena condivisione con le parti sociali.

Si sottolinea, infatti, che sull'ex Ilva questo Governo è intervenuto con il decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, convertito con modificazioni con la legge n. 17 del 2023, che ha previsto un rafforzamento patrimoniale di Acciaierie d'Italia, al fine di affrontare nel miglior modo possibile il periodo di crisi emerso a seguito dell'impennata del costo dell'energia e delle difficoltà legate al conflitto in Ucraina. Nel complesso, è stata dunque analizzata la situazione e si stanno adottando misure volte a dare una risposta alle sfide ambientali, sociali e sanitarie che il territorio merita.

EMILIANO FOSSI, Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo e la Sottosegretaria, ma non c'è soddisfazione da parte mia, da parte nostra, anche perché questa è una vicenda complessa, complicata, che dura da molti anni, troppi anni, come tante vicende aperte in questo Paese e anche nella regione dalla quale provengo, la Toscana, e che desta preoccupazione nei territori, ma anche tra le parti sociali e il sindacato, come testimoniato anche nelle ore successive all'incontro dello scorso aprile a cui faceva riferimento la Sottosegretaria. D'altronde, un ruolo centrale in questa vicenda, come è stato citato, lo riveste Acciaierie d'Italia, per le commesse e rapporti commerciali con Sanac, che sono fondamentali, e la crisi di Sanac inizia proprio quando Acciaierie d'Italia interrompe i rapporti commerciali con Sanac stessa.

Oggi, come sappiamo, come il Governo sa, ci sono 100 lavoratori che hanno una cassa integrazione straordinaria fino al 31 ottobre di quest'anno e che, quindi, vivono - loro, le loro famiglie e il territorio - con preoccupazione quello che accadrà dal giorno dopo la scadenza di questo strumento straordinario.

La vertenza è in stallo da mesi, nonostante le rassicurazioni del Governo e che, poco fa, anche la Sottosegretaria ci ha dato, ma che, appunto, non mi soddisfano e non ci soddisfano, perché non ci sono novità nel senso di procedere verso quel bando unico che veniva citato, affinché Acciaierie d'Italia riprenda gli ordini nei confronti di Sanac. Come il Governo sa, nonostante ci sia stato il nulla osta da parte dei creditori, il bando predisposto dai commissari straordinari è fermo al Ministero. Quindi, c'è l'attesa che il Governo esprima un parere e si esprima sul nuovo bando.

Il punto è che, in generale, questa vicenda evidenzia come di fatto manchi una strategia chiara da parte del Governo sul tema straordinariamente importante e strategico dell'acciaio; riguarda Taranto nella sua vicenda generale, ma riguarda anche la Toscana, con Piombino e con il futuro di Jsv. Naturalmente, per noi tutto ciò si inserisce anche in un contesto più generale, che è quello toscano - lo dico da parlamentare eletto in quel contesto territoriale -, che è un territorio straordinariamente importante, ricco, di grande forza e coesione sociale, ma che lamenta da un po' di tempo una mancanza di attenzione specifica, forte e decisa da parte del Governo. Ci sono varie crisi aperte nella nostra regione - nonostante l'impegno che le istituzioni locali e tutte le parti sociali (le associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro) e la regione in primo luogo ci mettono -, da Siena a Massa, a Pistoia, a Grosseto, a Firenze e ad Arezzo, che riguardano 15.000 lavoratori circa e noi lamentiamo un disinteresse da questo punto di vista da parte del Governo. Massa è penalizzata anche perché il Governo rimanda ormai da tempo l'istituzione della zona logistica semplificata della Toscana. Questa riguarda i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara - quindi anche il territorio dove c'è Sanac - e Portoferraio, gli interporti di Guasticce e di Prato e l'aeroporto di Pisa in buona parte. La ZLS - lo dico perché questa vicenda riguarda anche questo strumento straordinariamente importante - sarebbe una scelta fondamentale per creare quelle condizioni favorevoli per lo sviluppo, per gli investimenti e per promuovere una crescita sociale ed economica dei territori interessati. Quindi, chiedo al Governo un supplemento di interesse, un approfondimento di questa vicenda e anche il tentativo di ingranare la marcia, di cui in questi giorni lamentiamo la mancanza.