20/05/2024
Luciano D'Alfonso
3-01216

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione n. 3-00316 l'interrogante richiedeva un sollecito intervento del Ministro sull'istituto delle case di lavoro, che, nate con l'intento di favorire, attraverso il lavoro, il reinserimento sociale di persone che hanno commesso reati ed espiato una pena ma sono ritenute ancora pericolose per la società, di fatto sono del tutto inadatte e prive di personale numericamente e professionalmente adeguato;

   recentemente, gravi fatti sono accaduti nella casa di lavoro di Vasto in Abruzzo, dove risulta che i poliziotti penitenziari e altri operatori sono state vittime di ripetute violente aggressioni;

   la struttura penitenziaria di Vasto è nata nel 1987 per ospitare, in 25 celle distribuite su tre piani, 75 detenuti di media sicurezza; poi il numero è stato elevato a 150 detenuti e poi ancora a oltre 180;

   nel 2013, con decreto ministeriale l'istituto è stato trasformato in casa di lavoro con annessa sezione circondariale, senza, però che venissero determinate le auspicate condizioni, normativamente orientate dalla legge n. 81 del 2014, di configurazione delle nuove attività lavorative destinate agli internati e volte al reinserimento sociale degli stessi;

   progressivamente, negli anni, la casa di lavoro ha subito un vero e proprio depauperamento di risorse umane e, quindi, di servizi erogati che ha comportato una carenza dell'organico del personale di polizia penitenziaria, costringendo gli agenti in servizio a svolgere turni prolungati, ben oltre le otto ore contrattualmente definite, carenza dei servizi specialistici di assistenza, mancata assegnazione di un direttore titolare della sede penitenziaria, che ha comportato successive designazioni ad interim da parte di titolari di altre sedi;

   la carenza di personale, in particolare di figure specializzate in assistenza ai detenuti, ai malati psichiatrici o ai tossicodipendenti acuisce in maniera particolare le problematiche all'interno di questi centri e rende estremamente difficoltoso gestire episodi, sempre più numerosi, di intemperanze commesse da parte degli internati;

   è evidente che l'amministrazione comunale di Vasto non può essere lasciata sola nel cercare di effettuare, nei limiti delle sue competenze, qualche intervento che migliori la fruibilità della struttura, come ha fatto fino adesso, ma è quanto mai urgente un intervento radicale da parte di tutti i livelli istituzionali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e, per quanto di competenza, come intenda attivarsi affinché vengano assicurate condizioni adagiate nella casa di lavoro di Vasto, restituendole dignità e garantendo la sicurezza di tutte le componenti della comunità penitenziaria attraverso la dotazione di una direzione titolare, il rafforzamento delle forze di polizia penitenziaria e delle unità dedicate ai servizi specialistici di assistenza alla persona e, nel contempo quali iniziative normative intenda adottare per una riforma dell'istituto delle case del lavoro finalizzate a consentire un effettivo reinserimento degli internati nella società dando piena attuazione all'articolo 27 della Costituzione.

Seduta del 21 maggio 2024

Risposta del Sottosegretario di Stato per la Giustizia, replica di Luciano D'Alfonso

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. L'articolo 25, comma 3, della Costituzione, fa espresso riferimento alle misure di sicurezza, non tanto per costituzionalizzare il cosiddetto doppio binario, quanto per estendere anche a dette misure il principio della riserva di legge. In base ai dati statistici disponibili, ad oggi in Italia l'effettività del controllo penale della pericolosità sociale si misura non tanto sul terreno delle misure di sicurezza, quanto su quello della pena. Nella prassi applicativa, infatti, si ricorre alle misure di sicurezza solo come extrema ratio, sia per effetto delle sentenze della Corte costituzionale sia per le scelte compiute nel tempo dal legislatore. In questa direzione, d'altronde, si è mossa anche la riforma del sistema sanzionatorio approvato nel 2022 e ora attuata attraverso lo strumento dei decreti legislativi. La riforma valorizza, per l'appunto, le alternative al carcere, già sul versante delle pene principali, e alla sua attuazione sono destinate importanti risorse della finanza pubblica, funzionali a garantirne l'effettività.

Meritano menzione, ancora, i recenti sforzi compiuti per individuare i percorsi e gli schemi più funzionali per affrontare al meglio l'ulteriore drammatico problema del disagio mentale dei detenuti e di chi sia destinato, in particolare, alle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, in linea con quanto stabilito dalla Corte costituzionale con riferimento al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario.

Venendo ai dati statistici raccolti dal Dicastero, si rappresenta che l'unica casa di lavoro allo stato attiva è, per l'appunto, quella di Vasto, dove, alla data del 15 maggio 2024, erano presenti un totale di 52 internati, a fronte di una capienza regolamentare pari a 96.

Altre sezioni destinate a internati sottoposti alla misura di sicurezza della casa di lavoro, si trovano poi presso i seguenti istituti di pena: casa circondariale di Tolmezzo, casa circondariale di Alba, casa circondariale di Castelfranco Emilia, casa di reclusione di Aversa, casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto. Ulteriori sezioni per internati si ritrovano nei seguenti istituti: casa circondariale di Belluno, casa circondariale di Ivrea, casa circondariale di Roma Rebibbia. Vi sono poi la casa di reclusione femminile di Venezia Giudecca e la casa di reclusione femminile di Trani.

Complessivamente, al 15 maggio 2024 risultavano 273 persone, di cui otto donne, sottoposte alla misura di sicurezza della casa di lavoro. Questo dato ci serve a conferma, ancora una volta, della residualità dei casi in cui si ricorre alla misura di sicurezza oggetto dell'interrogazione.

Venendo, infine, alle scoperture di organico segnalate dall'interrogante, con specifico riferimento alla casa di lavoro di Vasto, in cui - valga puntualizzare - si registra una percentuale di affollamento del 61,22 per cento, va subito evidenziato che il Dicastero ha già assunto diverse iniziative.

Nel dettaglio, quanto al ruolo dei funzionari, mancando attualmente un comandante titolare dal 28 marzo 2024, le funzioni di comandante di reparto sono state assegnate a un dirigente proveniente da un altro istituto, per la durata di tre anni.

Il 18 dicembre 2023 è stato avviato il settimo corso di formazione per il conseguimento della qualifica di allievo commissario relativo al concorso pubblico per 120 posti, elevati poi a 132, pubblicato in Gazzetta il 13 luglio 2021, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale in ragione delle vacanze organiche riscontrabili.

Con riferimento al ruolo degli ispettori, il 6 maggio scorso è stato avviato il corso di formazione per la qualifica iniziale di viceispettore per 411 posti, 378 uomini e 33 donne, relativo al concorso pubblico indetto con il provvedimento del 25 novembre 2021. All'esito, l'amministrazione terrà nella massima considerazione la situazione di relativa carenza del personale che connota l'istituto di cui trattasi.

Per quanto riguarda il ruolo dei sovrintendenti, è in corso di svolgimento un concorso interno per titoli per complessivi 583 posti e, nell'ambito di tale procedura, l'amministrazione ha già previsto di assegnare alla casa di lavoro di Vasto cinque unità maschili.

Quanto, infine, al ruolo degli agenti assistenti, l'organico della casa di lavoro di Vasto è incrementato, nel luglio 2023, di sei unità maschili, in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 180° corso.

Si è appena concluso, peraltro, il 182° corso, con assegnazione alla struttura in discussione di ulteriori due unità. Infine, è in corso di svolgimento e terminerà a giugno di quest'anno, il 183° corso, al termine del quale l'amministrazione ha previsto di assegnare alla casa di Vasto ulteriori sei unità maschili e due unità femminili, che si sommano a quelli precedenti che vi ho detto prima.

Quanto alle funzioni di dirigente, in ragione dell'assenza della titolare della posizione, la reggenza temporanea dell'istituto è stata assegnata al direttore attualmente titolare della casa circondariale di Chieti.

L'organico tabellare per il profilo di funzionario giuridico-pedagogico risulta, invece, integralmente coperto.

Venendo alle misure adottate dall'Amministrazione per far fronte agli eventi critici, a cui l'interrogante allude, tengo innanzitutto a rimarcare che, in generale, l'attenzione del Ministero per i temi della salute in carcere, sia fisica che mentale, è massima. A testimonianza di ciò, valga richiamare l'accordo recante “Linee guida in materia di modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti; implementazione delle reti sanitarie regionali e nazionali”, approvato dalla Conferenza Unificata il 22 gennaio 2015. Esso fornisce indicazioni alle regioni e alle ASL per organizzare i servizi sanitari all'interno degli istituti penitenziari del Paese, secondo modalità uniformi su tutto il territorio nazionale.

Tanto chiarito, si segnala che, al momento in cui si sono verificati episodi destabilizzanti per l'ordine e la sicurezza, il competente ufficio centrale ha disposto il trasferimento per motivi di sicurezza dei detenuti internati individuati quali responsabili presso altre sedi, anche extra distretto. Ciò in ossequio alle circolari vigenti.

Quanto, poi, alla segnalata carenza di figure specializzate nell'assistenza sanitaria ai detenuti con problemi psichiatrici tossicodipendenti, il responsabile del presidio sanitario penitenziario di Vasto, con una relazione del 3 aprile 2024, ha assicurato l'erogazione dell'assistenza durante l'intero arco della giornata ed, invero, oltre alla presenza di medici e infermieri che si alternano, seguendo una turnazione concordata, operano figure diverse specialistiche che garantiscono la loro presenza con cadenza mensile o quindicinale. Il Centro di salute mentale competente assicura, inoltre, la presenza intramuraria dello psichiatra per due volte alla settimana, mentre lo psicologo della ASL è presente tre volte a settimana. Infine, per quanto riguarda il servizio delle dipendenze, sono presenti sia il medico sia gli psicologi.

L'amministrazione è, dunque, pienamente consapevole delle criticità di questo come degli altri istituti di pena del Paese.

Si sta attrezzando per porvi rimedio a vari livelli, sia ripopolando gli organici - non solo di Polizia penitenziaria, ma anche dei funzionari pedagogici e del personale in generale, senza dimenticare, ovviamente, anche le figure dei contabili e di tutti coloro che compongono questa grande famiglia - sia assumendo le necessarie iniziative per migliorare le condizioni di vita al loro interno.

LUCIANO D'ALFONSO, Presidente, grazie. Esprimo riconoscenza nei confronti della persona fisica del Sottosegretario Ostellari e insoddisfazione nei confronti della persona giuridica del Ministero della Giustizia. I dati riportati sono parzialmente corrispondenti alla realtà, ma ho colto un impegno di dettaglio che va riconosciuto e al quale do rilievo. Metto in evidenza che, nell'urbanistica, si sarebbe detto che quel luogo di Vasto è un “non luogo”. Poiché siamo davanti a una realtà che accoglie persone forzosamente, dovrei parlare di un luogo quasi dantesco, di confinati e disperati. Perché le case di lavoro in Italia sono un problema e a Vasto sono una bomba esplosiva? Proprio per la non corrispondenza di risorse umane competenti assegnate e per l'alto numero di confinati in condizione di misura di sicurezza. La capienza dovrebbe essere di 75, mentre noi ne abbiamo avuti, fino a poco tempo fa, 180. Allora, chiedo al Sottosegretario Ostellari: facciamo in modo che il suo dossier, che oggi è apparso dettagliato e nutrito anche da dati, venga arricchito con un sopralluogo in loco? Davvero glielo chiedo parlando alla sua persona fisica e alla sua persona giuridica, facendo in modo che lì si destini un progetto di recupero attraverso prodotti formativi di reinserimento, prodotti formativi consentiti anche da collaborazioni con le regioni, il mondo dell'università e quello delle competenze del Terzo settore. Vedete, io voglio rappresentare che poche volte, tre aspetti come quelli che evidenzierò, convergono nel segnalare allarme ed emergenza. È un allarme sul piano del personale che ci lavora, nonché dal punto di vista della estrema contraddittorietà di chi ivi è confinato come persona, ieri destinata alla pena e oggi destinata a misure di sicurezza. È un'emergenza per l'amministrazione comunale di Vasto, che non ce la fa a coprire, con il suo intervento sussidiario, le emergenze già rilevatesi. È una questione allarmante per l'ordinamento sanitario di Vasto e per la comunità. Io come mai sono intervenuto, con due interrogazioni? Perché richiamato all'ordine tematico dal sindacato e anche dalla conferenza episcopale abruzzese e molisana. Mi rendo personalmente interessato a essere con lei, se potesse programmare un sopralluogo, poiché l'Italia non ha bisogno di luoghi danteschi, vale a dire quei luoghi dove non si vede la speranza e si tocca con mano la disperazione. La ringrazio per l'impegno che ha profuso.