04/12/2017
Giovanni Burtone
3-03406

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la situazione politico-istituzionale del Venezuela continua a deteriorarsi;

   da ultimo sostenitori del Presidente Maduro hanno assalito il Parlamento, aggredendo parlamentari dell'opposizione;

   da giorni militanti chavisti hanno innalzato il livello di scontro con aggressioni e sparatorie per le strade;

   vi è crescente preoccupazione tra i membri della numerosa comunità italiana presente nel Paese sudamericano;

   vi sono enormi difficoltà per recuperare cibo e medicinali e il Paese è ormai alle soglie di una guerra civile –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di tutelare adeguatamente la comunità italiana presente in Venezuela considerata la drammaticità della situazione di queste ultimi giorni.

 

Seduta del 5 dicembre 2017

Risponde Benedetto della Vedova, sottosegretario agli Esteri, Replica Alberto Losacco

Risposta

Grazie, Presidente. Il Governo continua a seguire con grande attenzione il progressivo aggravarsi della crisi interna venezuelana, che ha registrato una preoccupante escalation a partire dalla scorsa primavera, con gravi ripercussioni anche sulla numerosa comunità italiana residente nel Paese, le cui condizioni economiche e sociali sono fortemente deteriorate.

Già il 31 luglio scorso il Ministro Alfano aveva rilevato con preoccupazione che in Venezuela si era proceduto all'elezione dei membri dell'Assemblea costituente, nonostante gli appelli della comunità internazionale a sospendere un'iniziativa non condivisa dalla maggioranza dei venezuelani. Tutto questo in un clima di violenza che ha causato numerose vittime, aggravando un bilancio già intollerabile.

Abbiamo successivamente condannato fermamente la decisione dell'Assemblea costituente di avocare a sé i poteri legislativi, che spettano al Parlamento, legittimamente eletto in base alla Costituzione del 1999, esortando il Governo venezuelano a porre in essere, con urgenza, le misure necessarie a restaurare la democrazia e lo stato di diritto e ad avviare un dialogo con l'opposizione, sulla base delle quattro condizioni poste dalla Santa Sede.

Come dichiarato anche dal Presidente del Consiglio Gentiloni, la situazione senza precedenti, venutasi a creare in Venezuela, richiede una risposta ferma e coesa della comunità internazionale, anche alla luce delle censurabili modalità nelle quali si sono svolte le elezioni regionali dello scorso 15 ottobre, a conferma dell'involuzione democratica in atto.

Siamo fortemente impegnati in tal senso in ambito europeo. L'ultimo Consiglio degli affari esteri di novembre ha approvato un dispositivo di sanzioni individuali, che potrà essere applicato ai principali responsabili della situazione, nonché un divieto all'esportazione di armi e strumenti per la repressione del dissenso. Da parte italiana erano, peraltro, già stati assunti provvedimenti bilaterali restrittivi all'esportazione di materiali per la difesa nelle precedenti settimane.

Riteniamo fondamentale che si mobiliti tutta la comunità internazionale, anche i tradizionali alleati del Venezuela, nell'interesse stesso del Paese e della sua stabilità, affinché si possa riavviare un percorso politico fondato sul dialogo. Abbiamo più volte ribadito la necessità di trovare una nuova strada di negoziato, al quale l'Italia è interessata direttamente, tenuto anche conto dalla presenza in Venezuela di 145 mila concittadini, cui si sommano i circa 2 milioni di italo discendenti, la cui situazione è oggetto di costante attenzione da parte della Farnesina.

Su istruzione del Ministro Alfano, abbiamo progressivamente rafforzato l'attività di assistenza sociale a favore dei connazionali in condizioni di particolare difficoltà. Nel 2016 il consolato generale d'Italia a Caracas e il consolato di Maracaibo, cui erano stati destinati fondi pari a 408 mila euro per interventi a favore di connazionali indigenti, hanno fornito prestazioni di assistenza farmaceutica, medica ed economica a 650 cittadini italiani residenti nelle rispettive circoscrizioni consolari, per un totale di oltre 950 interventi.

Per il 2017, in aggiunta ai fondi già stanziati a inizio anno, la Farnesina ha predisposto un piano straordinario di intervento per l'assistenza ai connazionali più vulnerabili, del valore di 1 milione di euro. Dopo lo stanziamento di tali fondi, nonostante la limitatezza delle risorse, nei giorni scorsi, il Ministro Alfano ha deciso di erogare un ulteriore finanziamento di 300 mila euro, consentendo di finanziare un totale di circa 10 mila interventi di assistenza.

Inoltre, nello scorso mese di giugno, abbiamo sospeso l'adeguamento della tariffa relativa alle prestazioni dei servizi consolari, per tutelare ulteriormente i gruppi più vulnerabili della comunità italiana.

Sono stati inoltre approvati i contributi a favore dell'associazione civile Cristoforo Colombo e per il Comitato italiano di assistenza (Comitas), entrambi a Caracas, per un ammontare complessivo di 30 mila euro negli ultimi mesi. Questi enti forniscono assistenza tramite l'erogazione di sussidi, pacchi dono e assistenza medica e farmaceutica, di cui beneficiano circa 1.200 connazionali anziani e indigenti.

Per fronteggiare il frazionamento delle comunità e assicurare una distribuzione capillare degli aiuti anche nelle località più decentrate, si è inoltre accentuato il ricorso alla stipula di atti di cottimo con società locali e centri italiani nel Paese.

La Farnesina ha poi dedicato particolare attenzione alla situazione dei pensionati italiani nel Paese, certamente una delle categorie sociali più vulnerabili nell'attuale contesto di crisi economica. Già nel 2016 abbiamo ottenuto l'adeguamento del trattamento pensionistico erogato ai 3.780 titolari di pensione residenti in Venezuela, in regime di accordo internazionale, ed essi, finalmente, hanno iniziato a ricevere un'integrazione effettiva del loro reddito.

Al fine di non peggiorare la già difficile situazione dei ceti più vulnerabili della locale comunità italiana, gravemente provata dai devastanti effetti della crisi economica, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, il MAECI ha poi autorizzato l'ambasciata a Caracas a sospendere l'adeguamento delle tariffe consolari. Come ho detto, qui si sarebbe dovuto forzosamente procedere, a seguito della forte svalutazione della moneta venezuelana, deciso dalle autorità locali lo scorso 2 giugno.

Per quanto riguarda la penuria di medicinali, le preoccupazioni del Governo sono state più volte riferite in contatti diretti con l'allora Ministro degli affari esteri venezuelano Rodriguez, anche proponendo modalità operative con cui fare giungere dall'Italia i medicinali essenziali da destinare ai nostri connazionali. Le autorità venezuelane hanno tuttavia negato l'esistenza di un'emergenza sanitaria nel Paese. Continua, quindi, la pressione affinché consentano l'invio delle forniture di emergenza, che il Governo è pronto da tempo ad inviare.

La sicurezza dei nostri connazionali è un'altra tematica oggetto di specifica attenzione. Sin dai primi segnali di aggravamento dalla situazione interna del Venezuela, l'unità di crisi della Farnesina ha portato avanti, di concerto alla rete diplomatico-consolare, una costante opera di monitoraggio, per verificare, anche in raccordo con i Paesi partner europei, l'esistenza di specifiche minacce, rivolte alla collettività straniera, presenti nel Paese.

Sempre negli ultimi mesi è stata inoltre rafforzata la dotazione di apparati e sistemi di comunicazione satellitare di emergenza, nonché aumentato il contingente di militari dell'Arma dei carabinieri presso l'ambasciata e il consolato generale d'Italia. Questi interventi sono stati resi possibili anche grazie all'inclusione del Venezuela tra le aree di crisi, che beneficiano dei finanziamenti destinati alle missioni internazionali di pace, a valere sui quali, inoltre, sono liquidate le missioni temporanee del personale a sostegno degli uffici dell'ambasciata e del consolato generale.

Allo scopo di tenere informati sia i connazionali residenti in Venezuela che i cittadini italiani in viaggio, l'unità di crisi continua ad aggiornare le informazioni disponibili e le indicazioni di comportamento, presenti sulla scheda Paese del sito Viaggiaresicuri.it, dove, da molto tempo e in linea con quanto viene fatto da altri Paesi europei, si raccomanda di posticipare i viaggi non necessari verso il Venezuela.

Intensi contatti sono allo stesso modo mantenuti con la rete delle principali aziende italiane operanti in Venezuela, per quanto riguarda la situazione del personale espatriato presente nel Paese. Attualmente il loro numero ammonta a meno di 120 unità, in sensibile diminuzione rispetto al 2016. È inoltre attivo un intenso coordinamento tra la rete diplomatico-consolare, le associazioni italiane, le aziende e le strutture italiane nel Paese, per facilitare una più capillare circolazione delle informazioni.

Vorrei, infine, ricordare la questione dei crediti vantati dalle nostre aziende, alcune delle quali restano fortemente esposte in mancanza di pagamenti da parte delle autorità venezuelane. Le imprese italiane - lo ha sottolineato anche il Ministro Alfano, proprio in quest'Aula, lo scorso 18 luglio - non hanno abbandonato il Paese nonostante il continuo deterioramento della situazione politica ed economica. Del resto, la presenza industriale italiana in Venezuela è di lunga tradizione e ha dato un importante contributo allo sviluppo del Paese, in particolare nel campo infrastrutturale ed energetico.

I nostri imprenditori sono pronti a dare un contributo al rilancio dell'economia venezuelana, quando le condizioni lo permetteranno. Le nostre imprese auspicano, però, il pagamento dei crediti che vantano su lavori svolti, che ammontano a circa 3 miliardi di euro. Continueremo, quindi, a sollevare il tema dei crediti delle nostre aziende con le autorità venezuelane ai massimi livelli.

È importante che le aziende italiane vengano compensate per l'impegno profuso nel Paese in tutti questi anni di storica presenza. Compatibilmente con i vincoli di bilancio, stiamo continuando ad approfondire, tra gli strumenti risarcitori previsti dalla legge, le modalità affinché tali crediti siano indennizzati.

Vorrei concludere riaffermando l'impegno della Farnesina e del Governo a tutela della nostra comunità in Venezuela, in particolare nella fase di crisi attuale. Continueremo a monitorare attentamente l'evoluzione della situazione sul terreno, in stretto coordinamento con la rete diplomatico-consolare nel Paese e con gli enti rappresentativi della collettività, al fine di fornire adeguata assistenza ai connazionali e sollecitare gli opportuni interventi da parte delle autorità locali.

 

Replica

Sì, Presidente. Io ringrazio il Governo, ringrazio il sottosegretario Della Vedova per la risposta. Io ho depositato questa interrogazione a fine maggio, pochi giorni prima vi era stata un'informativa del Governo italiano e sappiamo che il nostro Governo ha sempre prestato la massima attenzione alla crisi politico-istituzionale che da tempo attanaglia il Venezuela.

Da qualche mese, anche se l'attenzione mediatica si è affievolita, la situazione in quel Paese continua ad essere drammatica dal punto di vista economico e sociale. Le criticità di un regime che, al di là di una certa propaganda, sta mostrando evidenti limiti nella sua azione, sono sotto gli occhi della comunità internazionale. Lo stesso Santopadre è intervenuto più volte per chiedere un dialogo in grado di alleviare le sofferenze della popolazione venezuelana.

In Venezuela ci sono 150 mila nostri connazionali, senza dimenticare, come diceva anche il sottosegretario, la radicata rete di imprese italiane che lavora in Venezuela.

Questo Paese, in particolare nel corso dell'andata migratoria degli anni immediatamente successivi al dopoguerra, è stato meta di tanti meridionali, tra cui tanti pugliesi. E non è un caso se tanti consigli comunali - tra cui, ad esempio, in provincia di Bari, quello del comune di Triggiano - hanno chiesto di tutelare i nostri connazionali in questa grave crisi in cui è precipitato il Paese sudamericano, che, fino a qualche decennio fa, era tra i più ricchi e prosperosi dell'America Latina.

Gli italiani rappresentano una delle principali comunità di emigranti e spesso pagano pesanti conseguenze anche per via dell'impostazione ideologica assunta dal Governo venezuelano. È di questi giorni la notizia, data dal Presidente Maduro, di una sorta di criptomoneta, il “Petro”, per cercare di aggirare le sanzioni. Nel corso dell'ultimo mese, il bolivar, la valuta nazionale, ha perso un altro 57 per cento del suo valore sul dollaro, sfondando la barriera psicologica dei 100 mila bolivar per un dollaro. Per l'agenzia di rating Standard and Poor's, il Paese è ormai fallito, c'è quindi un'ulteriore preoccupazione su quello che potrebbe accadere e sono, purtroppo, note le difficoltà nell'accesso alle prestazioni sanitarie, così come a reperire generi di prima necessità o la drammatica situazione nelle carceri.

Certo, è da sottolineare l'impegno del nostro Governo per il lavoro sin qui svolto e sappiamo quanto sia delicata la vicenda. Chiediamo, però, di intensificare - e una risposta è già arrivata dal sottosegretario - il più possibile l'azione di prossimità del nostro Paese verso i nostri connazionali presenti in Venezuela con aiuti concreti. Conosciamo la sensibilità del sottosegretario Della Vedova e davvero lo ringrazio anche a nome di altri colleghi del mio gruppo, ad esempio l'onorevole Burtone, che ha presentato un'interrogazione parlamentare come quella che ho presentato io, proprio per sollevare l'attenzione su una crisi che sta colpendo questa importante comunità dei nostri connazionali in Venezuela.