28/02/2019
Piero De Luca
SENSI e LOTTI
3-00565

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'azzeramento di ogni tipo di contributo all'editoria, previsto dalla legge di bilancio 2019 che prevede di arrivare entro 4 anni alla cancellazione definitiva di ogni contributo, rappresenta un rischio reale per il pluralismo dell'informazione e il diritto dei cittadini di essere informati correttamente, così come sancito anche dall'articolo 21 della Costituzione;

   la Federazione nazione della stampa italiana (Fnsi) e il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, in una nota congiunta, hanno definito di «inaudita gravità» la decisione del sottosegretario Crimi «di inserire il taglio dei contributi all'editoria nello schema della legge di bilancio»;

   l'editoria attraversa un momento di grande difficoltà e i tagli annunciati, se realmente applicati, causerebbero un grave danno a un settore, già sufficientemente provato e che rappresenta un fondamento per la democrazia;

   a tal proposito, si fa rilevare che forme di sostegno pubblico al comparto dell'informazione sono presenti in quasi tutta Europa e in quasi tutte le democrazie;

   attualmente il finanziamento pubblico elargito viene calcolato sulla base delle retribuzioni pagate, delle copie vendute e dei contributi versati. Quelle che ne beneficiano sono quindi aziende virtuose, che pagano secondo contratto molti giornalisti a tempo indeterminato, proprio quella forma di rapporto che il Governo sostiene a parole di voler incentivare;

   la cancellazione del contributo avrebbe l'effetto immediato di precarizzare altre migliaia di lavoratori;

   il «Governo del cambiamento» si appresta invece ad azzerare la concorrenza di giornali locali, testate no profit, cooperative senza scopo di lucro, perfino giornali delle diocesi: la vera vittima del taglio selvaggio è quindi il pluralismo, è la varietà dell'offerta e dei punti di vista, e con esso anche quel patrimonio di identità e di culture locali che il Governo apparentemente dice di voler tutelare;

   a conferma del fatto che tali tagli si ripercuotono a danno delle testate, in particolare quelle territoriali, vi è la gravissima vicenda che ha interessato il quotidiano «la Città», una delle esperienze editoriali più significative degli ultimi anni in provincia di Salerno, che l'8 marzo 2019 avrebbe compiuto 23 anni di attività editoriale;

   in data 12 febbraio 2019 la proprietà del quotidiano ha deliberato la messa in liquidazione della società editrice e la sospensione delle pubblicazioni della testata giornalistica La Città di Salerno con decorrenza immediata, con conseguente interruzione di tutti i rapporti di lavoro in essere ed avvio immediato delle procedure previste dalla legge n. 223 del 1991 in tema di riduzione del personale dipendente per licenziamento collettivo –:

   quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare per garantire il diritto dei cittadini ad avere un'informazione libera, trasparente e autonoma, anche attraverso i necessari interventi di sostegno, e per scongiurare la chiusura di testate importanti, come nel caso del quotidiano «La Città» di Salerno.