29/07/2019
Fausto Raciti
FIANO, ENRICO BORGHI, BORDO, SERRACCHIANI, QUARTAPELLE PROCOPIO, SCALFAROTTO, SCHIRÒ, DE MARIA, CIAMPI, BRUNO BOSSIO, PIZZETTI, PELLICANI, ROSSI, MAURI, CENNI, PEZZOPANE, RIZZO NERVO, MARCO DI MAIO, TOPO, BERLINGHIERI, VISCOMI, MORANI, FRAGOMELI e NAVARRA.
3-00912

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come riportato anche dagli organi di informazione ha destato stupore e preoccupazione l'inquietante corrispondenza che sarebbe intercorsa tra l'ambasciatore russo in Italia e il Ministro dell'interno del nostro Paese in merito alla raffineria Isab Lukoil, di Priolo, in provincia di Siracusa, circa i presunti contraccolpi economici e di immagine per la società russa;

   la lettera che ha anche toni confidenziali («caro Matteo») è datata 28 marzo 2019 e pone all'attenzione del Ministro proprio le questioni relative ai danni, valutati in milioni di euro, che dal 2012 ad oggi sarebbero stati subiti dal gruppo petrolifero Lukoil presso lo stabilimento di Priolo a seguito di blocchi e manifestazioni sindacali;

   il 9 aprile 2019 è il console generale della Federazione russa a Palermo ad inviare una lettera al competente prefetto per segnalare il problema degli episodi di interruzione delle attività della raffineria Lukoil di Priolo;

   nella citata lettera viene evidenziato come la questione sia stata sollevata anche nel corso della XVI sessione del Consiglio russo-italiano per la cooperazione economica, industriale e finanziaria svoltasi a Roma nel dicembre 2018 lamentando il ripetersi di azioni di presunti blocchi illeciti delle attività presso lo stabilimento siciliano;

   in data 12 aprile 2019 si registra una lettera a firma del Vice Capo di gabinetto del Ministro dell'interno, dottor Paolo Formicola, indirizzata al prefetto di Siracusa, con la quale viene segnalato proprio in riferimento alla lettera inviata al Ministro da parte dell'ambasciatore russo, il perdurare della situazione di criticità per lo stabilimento in questione a causa delle proteste sindacali, chiedendo di essere informati in merito;

   il prefetto di Siracusa con ordinanza del 9 maggio 2019 stabilisce il divieto di assembramenti di uomini e mezzi davanti ai diversi ingressi dell'area industriale con motivazioni di ordine pubblico;

   è del tutto evidente, ad avviso degli interroganti, la correlazione tra la decisione del prefetto e l'interlocuzione avvenuta tra i canali diplomatici russi e il Ministro dell'interno;

   a fronte di questa ordinanza le organizzazioni sindacali hanno anche fatto ricorso a Tar, che è stato poi respinto;

   si tratta di un episodio gravissimo perché il diritto allo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito –:

   se il Governo nella sua collegialità fosse a conoscenza di quanto riportato in premessa, se non risulti evidente una forma inaccettabile di ingerenza straniera in pregiudizio di diritti costituzionalmente garantiti come quello di sciopero, se vi siano state pressioni sul prefetto di Siracusa e quali iniziative intenda assumere per far ritirare suddetta ordinanza prefettizia, considerata l'abnormità della misura a danno dei lavoratori del sito di Priolo.