03/01/2023
Arturo Scotto
Sarracino, Toni Ricciardi, Andrea Rossi, Marino, Roggiani, Provenzano
1-00037

La Camera,

   premesso che:

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un'opportunità per modernizzare il Paese, accelerare sulla transizione ecologica e digitale, realizzare nuove infrastrutture e potenziare quelle esistenti;

    vi è la necessità di garantire a tutte e tutti un accesso di qualità ai servizi pubblici per poter garantire un pieno godimento dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione;

    gli effetti di oltre un decennio di blocco del turn-over, dei tetti di spesa alla spesa del personale sanitario, dei mancati rinnovi dei contratti, ci consegnano oggi un quadro drammatico in cui dal 2000 al 2020 sono diminuite di circa 200.000 unità i dipendenti pubblici nel nostro Paese, portandoci ai livelli più bassi dei Paesi europei per numero di dipendenti in ragione della popolazione (meno del 6 per cento) e per età media del personale (50 anni), con livelli ancora più critici nelle funzioni centrali e locali;

    la spesa per redditi da lavoro dipendente in relazione al Pil è sistematicamente più bassa (10,7 per cento) di Paesi come Francia (13,5 per cento), Spagna (13,2 per cento), Regno Unito (11,1 per cento) e più in generale alla media degli Stati membri dell'Unione europea (11,6 per cento), parzialmente spiegato dalla crescita economica meno intensa ma soprattutto dal calo degli occupati, trend che nuovamente si mostra di segno inverso nei Paesi sopra citati;

    le assunzioni di dipendenti pubblici negli ultimi anni sono state costantemente minori delle cessazioni, tranne che per il comparto istruzione e ricerca in alcuni anni, oltre che in maniera molto timida per la sanità a partire dal 2018;

    il personale impiegato nella pubblica amministrazione (escluso il comparto istruzione e ricerca) che avrà raggiunto i requisiti pensionistici nel 2026 supera le 300.000 unità, nel 2030 le 700.000;

    nello specifico nelle funzioni centrali si registra la maggiore incidenza del turn-over con il 54 per cento dei dipendenti che raggiungeranno i requisiti per poter essere messi in quiescenza, determinando un vuoto di quasi 120.000 unità, mentre nelle funzioni locali e nella sanità si registra il vuoto maggiore di dipendenti (460.000) che cesseranno dal servizio in termini assoluti, con differenze importanti all'interno degli stessi;

    queste enormi carenze di personale andranno ad incidere negativamente nell'attuazione dei grandi investimenti previsti attraverso le risorse europee e il fondo complementare nazionale;

    dalle procedure di assunzione, dal primo bilancio della semplificazione delle procedure di reclutamento possiamo registrare due dati: le procedure non sempre si sono effettivamente velocizzate, le selezioni non sempre stanno producendo una corrispondenza tra unità di lavoro e requisiti e competenze corrispondenti;

    l'accentramento al Formez delle procedure concorsuali non ha determinato una maggiore velocità nella realizzazione dei bandi, si continuano a registrare ingenti ritardi rispetto alla programmazione ordinaria;

    sono necessarie ingenti risorse strutturali di parte corrente, a carico del bilancio dello Stato, per accompagnare i grandi investimenti previsti attraverso le risorse europee e il fondo complementare nazionale. Dai dati si evince la necessità di investire nel potenziamento del personale della pubblica amministrazione;

    sarebbe paradossale realizzare investimenti in infrastrutture sociali con risorse pubbliche e poi dover dare la gestione dei servizi in appalto a soggetti privati per mancanza di personale, creando diseconomie e penalizzando lavoratrici e lavoratori che subirebbero trattamenti differenziati rispetto ai colleghi del settore pubblico pur gestendo servizi percepiti dai cittadini come «pubblici»,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative urgenti, anche normative, al fine di:

   a) attuare un grande piano pluriennale di assunzioni stabili per 1.200.000 posti di lavoro, che affronti da subito le gravi carenze di personale che esistono in tutte le amministrazioni, dai servizi sociali a quelli educativi, dal Ministero della giustizia all'Inps, dalle specializzazioni mediche agli infermieri;

   b) prorogare tutte le graduatorie in scadenza per poter avere personale già selezionato e idoneo ad essere immesso in ruolo nella pubblica amministrazione;

   c) procedere alla stabilizzazione degli oltre 87 mila precari della pubblica amministrazione che rappresentano uno straordinario bacino di professionalità che nei fatti già opera quotidianamente per migliorare e sostenere i nostri servizi pubblici;

   d) strutturare a regime, dal 2027 in avanti, quelle articolazioni organizzative strategiche per un funzionamento più efficace ed efficiente delle amministrazioni centrali, a partire dall'Ufficio per il processo del Ministero della giustizia, prevedendone la conferma in ruolo del personale assunto a tempo determinato per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr;

   e) dare piena e completa attuazione ad un modello organizzativo in linea alle nuove norme contrattuali sul lavoro agile che dovrà essere un utile strumento per diffondere una nuova modalità di flessibilità organizzativa adattiva che sarà in grado di contemperare gli obiettivi generali di risultato delle amministrazioni con le esigenze dei dipendenti;

   f) effettuare una verifica dei risultati dell'azione di semplificazione e velocizzazione per la realizzazione dei bandi e l'espletamento delle procedure concorsuali, per riuscire a individuarne le criticità e rendere il sistema di reclutamento più efficace ed efficiente sia in termini di tempistiche sia in termini di requisiti di competenza del personale selezionato;

   g) accompagnare al piano di assunzioni una serie di interventi e azioni per garantire formazione e aggiornamento professionale, carriere più dinamiche, responsabilizzazione e valorizzazione del personale, flessibilità organizzativa, possibilità di migliore conciliazione tra vita e lavoro;

   h) attuare ogni azione volta ad innovare e ad allargare il perimetro dell'azione pubblica, a migliorare la qualità dei servizi direttamente offerti alle cittadine e ai cittadini, a far maturare la consapevolezza che i bisogni delle persone possono essere pienamente soddisfatti solo con un sistema pubblico in salute che per definizione stessa ha come missione fondamentale la tutela degli interessi della collettività e non il profitto.