04/03/2025
Chiara Gribaudo
BRAGA, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, CASU, FORNARO, DE LUCA, FERRARI, MORASSUT, ROGGIANI, DE MARIA, ASCANI, BAKKALI, BOLDRINI, DE MICHELI, EVI, FILIPPIN, FORATTINI, GUERRA, IACONO, MADIA, MALAVASI, MANZI, MARINO, PRESTIPINO, QUARTAPELLE PROCOPIO, ROMEO, SCARPA e SERRACCHIANI
3-01786

Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   come evidenziato dal rendiconto di genere 2024 del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, nel nostro Paese esiste ancora un gap consistente tra donne e uomini nel mercato del lavoro sia dal punto di vista occupazionale che retributivo;

   uno squilibrio che registra rispettivamente un più 26,1 per cento e 12, 5 per cento a favore degli uomini nei contratti a tempo indeterminato e nei contratti a termine, evidenziando una maggiore presenza di donne occupate in attività discontinue. Valori che si impennano se si prendono a riferimento le figure dei dirigenti e dei quadri, rispettivamente del 57,8 per cento e del 35,2 per cento;

   sul piano retributivo gli uomini percepiscono redditi medi giornalieri del 20 per cento superiori alle donne in dieci settori su diciotto esaminati, con punte che raggiungono il 32,1 per nelle attività finanziarie e assicurative, il 35,1 per cento nelle attività professionali scientifiche e tecniche e il 39,9 per cento nelle attività immobiliari;

   al fine di contrastare tali divari, la legge 162 del 2021, ha introdotto la certificazione della parità di genere, prevedendo specifici meccanismi di monitoraggio e rendicontazione;

   l'articolo 1 della suddetta legge stabilisce che «La consigliera o il consigliere nazionale di parità, anche sulla base del rapporto di cui all'articolo 15, comma 7, nonché delle indicazioni fornite dal Comitato di cui all'articolo 8, presenta al Parlamento, ogni due anni, una relazione contenente i risultati del monitoraggio sull'applicazione della legislazione in materia di parità e pari opportunità nel lavoro». Tale relazione non è mai stata presentata al Parlamento;

   si riscontra una significativa discrepanza tra i dati relativi alle certificazioni rilasciate riportati da diverse fonti istituzionali;

   sul sito del Governo, con riguardo al Dipartimento che fa capo al Ministro interrogato, non risultano disponibili dati aggiornati sull'andamento delle certificazioni e la consigliera di parità non ha ancora presentato la relazione, la cui scadenza era prevista entro la data del 30 giugno 2024;

   la certificazione di genere rappresenta un presupposto fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi della strategia nazionale per la parità di genere prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) –:

   quando sia previsto che la consigliera nazionale di parità presenti e illustri, con il massimo coinvolgimento del Parlamento, lo stato di attuazione della certificazione della parità di genere, come prescritto dall'articolo 20 del Codice delle pari opportunità innovato dalla legge 5 novembre 2021, n. 162.

Seduta del 5 marzo 2025

Illustrazione di Simona Bonafè, risposta della Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, replica di Chiara Gribaudo

SIMONA BONAFE' Grazie, Presidente. C'è una legge, la legge n. 162 del 2021 (Legge Gribaudo) sulla parità salariale - che la Ministra conosce molto bene - che prevede strumenti premiali che, se applicati, possono contribuire a ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo lavorativo. Ora, i dati dell'ultimo rendiconto dell'INPS sono veramente impietosi. Tra uomini e donne si registrano ancora differenze fino al 50 per cento sul fronte retributivo per le posizioni dirigenziali e il dato occupazionale non è migliore, visto che le donne hanno carriere più precarie e più discontinue e questo incide anche sulla loro pensione. Ricordo anche alla Ministra che noi siamo il Paese che ha la più bassa partecipazione delle donne in Europa nel mercato del lavoro. Bene, per correggere queste storture, la legge n. 162 del 2021 istituisce la certificazione della parità di genere e istituisce l'obbligo della consigliera nazionale di parità di presentare al Parlamento la relazione con il monitoraggio sull'attuazione della legge.

Ora, questa relazione della consigliera nazionale di parità doveva essere effettuata entro luglio 2024, siamo a marzo 2025 e ancora non è stato presentato niente. E allora, signora Ministra, siccome tra poco sarà l'8 marzo e durante l'8 marzo ci ricordiamo tutti dei diritti delle donne, beh questo sarebbe un buon modo non solo per fare retorica, ma per mettere in campo azioni concrete.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie, Presidente. Vorrei partire, intanto, da un dato molto concreto, che è quello sull'occupazione femminile in Italia con il nostro Governo e che è stato ampiamente già citato. Vorrei partire anche dal dato molto confortante che testimonia l'impegno di questo Governo nel promuovere anche la certificazione e la sempre più forte consapevolezza del mondo dell'impresa sull'importanza della parità di genere come motore di equità e di sviluppo. Ad oggi, si contano ben 57 organismi di certificazione accreditati e, soprattutto, 6.846 organizzazioni già certificate, un numero davvero considerevole, se si pensa che il target PNRR prevede la certificazione, prevedeva la certificazione di 800 aziende entro il giugno 2026, un obiettivo che abbiamo già quasi decuplicato con oltre un anno di anticipo.

Per quanto riguarda i dati, la presunta discrepanza in realtà non esiste, semplicemente sul sito del Dipartimento per le pari opportunità vengono riportate le imprese certificate secondo le indicazioni della Commissione europea e cioè facendo riferimento alla singola entità legale. In sostanza, si contano le partite IVA a prescindere dal numero delle sedi operative. La banca dati di Accredia, invece, occupandosi di diversi tipi di certificazione, considera anche le singole sedi, se indicate nel caricamento dei dati. Quanto alla relazione di pertinenza della consigliera nazionale di parità, faccio innanzitutto presente che, in sede di prima applicazione della legge che la prevede, la relazione biennale al Parlamento avrebbe dovuto essere presentata entro il 30 giugno del 2022 dalla consigliera nominata dal Governo nella precedente legislatura e questo non è accaduto. Va sottolineato che l'attuale consigliera nazionale di parità si è insediata il 20 aprile 2024. Sentita la diretta interessata, posso comunque riferire che sono in corso la raccolta e l'analisi dei dati per fornire un quadro esaustivo sui temi indicati, compreso lo stato di attuazione della certificazione della parità di genere attraverso la prevista relazione, che sarà presentata al Parlamento nell'anno corrente.

Come evidenziato nel quesito, inoltre, la consigliera di parità deve predisporre, entro il 31 marzo di ogni anno, un rapporto sull'attività propria e della Conferenza nazionale delle consigliere di parità, da trasmettere ai Ministeri del lavoro e delle pari opportunità. Anche in quella sede saranno riportati i dati ufficiali sulla certificazione e sarà mia premura, anche se non è una prassi consolidata, condividere il documento con le Commissioni parlamentari competenti per la materia, visto l'interesse. Ho voluto dare una risposta esaustiva al quesito, per rispetto di questa Assemblea e, ovviamente, degli onorevoli interroganti. Se mi consentite un inciso, spero che questo non mi costi da parte degli interroganti o di qualche altro esponente dell'opposizione l'accusa di aver interferito come Governo nell'attività di una figura indipendente o peggio nel rapporto fra questa figura e il Parlamento, perché ricordo infatti che la consigliera nazionale di parità, seppure nominata dal Governo, è a tutti gli effetti un equality body, è dunque un organismo completamente indipendente di garanzia, tant'è vero che rientra fra quelli interessati dalla direttiva UE in materia, direttiva che dovremmo recepire entro breve.

CHIARA GRIBAUDO, Grazie, Presidente. Ministra, guardi che la legge è del 2021, quindi in Parlamento doveva venire a rendicontare nel 2024 e non l'avete fatto. È l'articolo 1 della legge, porta il mio nome Ministra, la so bene, la conosco bene quella legge ed è stata votata all'unanimità in questo Parlamento ed è in questo Parlamento che dovete riferire, perché quello che lei ha detto oggi sono le notizie che troviamo sui giornali. Mi dispiace, si è persa un'occasione, cerchiamo però di lavorare perché questa legge, appunto, sta dando dei numeri confortanti, quelli che lei ci ricordava. Ma mi preme ricordarle un'altra cosa: avevamo messo 2 milioni di euro per una piattaforma trasparente, per dare ai lavoratori e alle lavoratrici e alle consigliere di parità l'accesso a quei dati. Quei dati sono indispensabili proprio per superare e contrastare meglio le discriminazioni dei luoghi sul lavoro. Ministra, lei è venuta qua a fare la solita manfrina, propaganda e, come dire, la solita retorica. La verità è che non avete alcuna intenzione di occuparvi seriamente di questi temi, ma preferite fare interviste sul gender. Ministra, l'unico gender che a noi interessa è il gender gap salariale in questo Paese, la verità questa è, perché continuate a parlare dei dati; i dati sull'occupazione femminile - l'ha già detto la collega Bonafe' - ci dicono che l'Italia è vero, è cresciuta nel lavoro, precario e povero! Povero, perché siamo il Paese d'Europa con il più basso tasso di occupazione femminile. Allora attenzione, mancano le infrastrutture sociali e le poche donne che lavorano hanno il part-time una su tre, perché? Perché si prendono cura delle loro famiglie, perché voi avete fatto delle operazioni contro le donne e le elenco: avete liberalizzato il contratto di somministrazione, avete tolto l'esenzione IRPEF alle prestazioni di baby sitting di welfare aziendale, avete aumentato l'IVA sui prodotti igienico-sanitari femminili e sui pannolini, ma volete abbassare l'IVA sulle ostriche. Rendetevi conto in quale Paese vivete, avete cancellato “Opzione donna”, non finanziate i consultori previsti dalla legge, ma inserite le istanze d'ascolto perché non lasciate libere le donne di scegliere come vogliono e cosa vogliono sul loro corpo.

E la cosa più grave, signor Ministra, è che voi avete tolto i soldi sugli asili nido dal PNRR, perché voi non investite sul futuro, non aiutate economicamente le famiglie di questo Paese, parlate, parlate, fate propaganda, ma non vi interessa e questo è un problema. Lo dico perché, addirittura, siete usciti solo l'altro ieri col decreto che pubblica le risorse per il reddito di libertà delle donne, in ritardo di un anno Ministra, perché le donne che sono in difficoltà possono aspettare secondo lei? Possono aspettare un anno? Capisco che voi correte dietro agli evasori e ai ricchi modello Musk, ma dobbiamo aiutare le persone perbene di questo Paese, dobbiamo favorire delle politiche davvero al femminile. Allora, ripensate al vostro modo di agire. Se farete delle proposte come quelle che il PD vi ha presentato, quelle sul congedo paritario, per estendere la maternità alle lavoratrici autonome e potrei andare avanti con l'elenco, noi ci siamo e ci saremo, ma non siamo disposti a venir dietro alla vostra propaganda, perché le donne di questo Paese meritano rispetto, quel rispetto che questo Governo non gli sta dimostrando nei fatti.