06/05/2025
Claudio Michele Stefanazzi
LACARRA, UBALDO PAGANO, GHIO, FERRARI, CASU, FORNARO, BOLDRINI e SCARPA
3-01927

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   presso il centro di permanenza per i rimpatri di Brindisi si registrano condizioni di vita drammatiche per i trattenuti, in uno stato di sospensione esistenziale che va ben oltre la mera privazione della libertà;

   in una visita effettuata in data 2 maggio 2025 al centro di permanenza per i rimpatri di Brindisi dal deputato Claudio Stefanazzi è stato riscontrato che, alle ore 11 del mattino, numerosi trattenuti si trovavano ancora a dormire nelle camerate, segno di uno stato di inedia e rassegnazione diffusi;

   da testimonianze raccolte sul posto risulta che oltre il 50 per cento delle persone trattenute fa uso di psicofarmaci, a riprova di una condizione psicologica estremamente grave e di un contesto di abbandono;

   a seguito della decisione del Governo di aprire in Albania un centro di permanenza per i rimpatri, consta agli interroganti che è emersa una prassi inquietante, descritta dai trattenuti come una «lotteria», attraverso cui, su ordine del Ministero dell'interno, alcune persone vengono estratte arbitrariamente e trasferite in Albania senza alcuna comunicazione preventiva, né garanzia di assistenza legale continuativa;

   tali trasferimenti avvengono in violazione dei più basilari diritti alla difesa e all'informazione, costringendo i trattenuti a contattare gli avvocati solo dopo il loro arrivo nel nuovo Paese di detenzione;

   è emerso inoltre che, poche ore prima della visita ispettiva effettuata dall'onorevole Stefanazzi, un uomo è deceduto all'interno della struttura;

   nei colloqui con il deputato che hanno preceduto la visita ispettiva il personale dell'ente gestore non ha fatto minimamente cenno a tale gravissimo fatto (di cui, peraltro, manca ancora una comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti);

   inoltre, non è dato sapere se, al momento del malore, fosse presente personale sanitario e se siano state adottate tutte le misure possibili per salvarlo;

   tutto ciò contribuisce a delineare un quadro di totale mancanza di trasparenza, inquietante e disumano, che impone un chiarimento urgente da parte del Governo –:

   quali fossero le condizioni sanitarie e psicologiche pregresse del detenuto deceduto e se e quali misure siano state adottate per garantirgli un'assistenza adeguata alle stesse.

Seduta del 7 maggio 2025

Illustrazione di Rachele Scarpa, risposta del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, replica di Claudio Michele Stefanazzi

RACHELE SCARPA,  Grazie, Presidente. Nella notte tra l'1 e il 2 maggio Abel Okubor è morto nel CPR di Brindisi. Quando una persona di 37 anni muore all'interno di un CPR non penso che si possa parlare di semplice malore, tanto che questa morte non è un caso isolato. Sono tante ormai negli anni le persone che sono morte nei CPR tra le braccia dello Stato, CPR luoghi in cui da tempo si denunciano le condizioni di trattenimento inumane, peraltro non regolate da una normativa primaria, dove la contenzione tramite psicofarmaci e la negligenza sanitaria sono questioni all'ordine del giorno, luoghi patogeni dove non è improprio parlare di deriva manicomiale.

Tutto questo è avvenuto in un clima di opacità che ha dell'incredibile. Il collega Stefanazzi la mattina stessa, poche ore dopo questo decesso, ha fatto un ingresso ispettivo nel CPR di Brindisi ed è stato tenuto all'oscuro di tutto. Manca ancora una comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti rispetto a questo decesso. Ministro, avrei voluto chiederlo al Ministro Piantedosi, che questo modello che produce morte lo vuole esportare in Albania, ma lo chiedo a lei: visto che lo Stato ha la responsabilità di garantire la sicurezza e la salute di chi è in sua custodia, come è stato possibile tutto questo?

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, lo scorso 2 maggio alle 2,35 circa gli operatori del Consorzio ONLUS Hera, gestore del centro di permanenza per il rimpatrio di Restinco, in provincia di Brindisi, comunicavano al personale di turno dalle Forze di Polizia che il cittadino nigeriano Abel Okubor era stato colto da un malore.

Nella immediatezza l'uomo, trovato privo di sensi, veniva soccorso e trasportato in infermeria e alle 2,55 giungeva presso il centro anche l'unità operativa del 118 con a bordo il medico territoriale. I tentativi di rianimazione non davano esito positivo e alle ore 3,20 il medico ne constatava il decesso. Sempre sulla base di quanto riferito dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza, il pubblico ministero di turno presso il tribunale di Brindisi, immediatamente informato da un dirigente della questura, disponeva la traslazione della salma presso l'obitorio del cimitero di Brindisi, affinché rimanesse a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Tutti gli atti, compresa la documentazione sanitaria, venivano pertanto trasmessi dalla questura alla procura della Repubblica, che sta svolgendo tutti gli accertamenti per far luce sul tragico decesso.

Dagli elementi forniti dalla prefettura di Brindisi circa le pregresse condizioni generali del migrante in questione, risulta che lo stesso non aveva palesato sintomi di alcun tipo di patologia. Circa la mancata comunicazione dell'avvenuto decesso all'onorevole Stefanazzi, in visita al CPR a poche ore dai fatti, il prefetto di Brindisi ha riferito di aver interloquito telefonicamente con il parlamentare prima dell'accesso al centro e di aver espresso apprezzamento per la sensibilità dimostrata con la sua tempestiva presenza nella struttura, ciò nel convincimento che la visita fosse collegata al decesso del cittadino nigeriano. Anche la direttrice del centro ha riferito di aver subito collegato la presenza del parlamentare alla conoscenza di quanto accaduto.

Venendo ora alla situazione del CPR, la prefettura di Brindisi ha precisato che vengono effettuate periodiche visite ispettive, volte a verificare la qualità delle prestazioni rese nonché le condizioni generali di gestione della struttura. In questo contesto, nel dicembre del 2024, una rappresentanza dell'Agenzia rifugiati dell'ONU ha visitato il centro, con un esito sostanzialmente positivo. Veniva in particolare rilevata la presenza di un regolamento del centro che specifica, tra l'altro, i servizi alla persona, assistenza psicologica, sociale, sanitaria, informativa e legale, a disposizione dei migranti e le modalità per facilitare l'accesso ai suddetti servizi. Lo scorso 12 febbraio un'ulteriore visita di monitoraggio è stata effettuata da parte del personale del Ministero dell'Interno, con il supporto della prefettura.

L'impegno del Governo è di mantenere adeguate le condizioni dei CPR, ripetutamente oggetto di danneggiamento e di atti vandalici da parte degli stessi migranti che vi sono ospitati. L'obiettivo strategico rimane quello di aumentare i posti nei CPR, data la correlazione diretta tra disponibilità logistica e incremento dei rimpatri - ho finito, Presidente - nei Paesi di origine per coloro che non hanno titolo a rimanere in Italia, come dimostra il trend del momento degli allontanamenti effettuati negli ultimi due anni.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI, Grazie, Presidente. Qualche minuto fa la Presidente Meloni, leggo testualmente, ha dichiarato al Senato: Mi corre l'obbligo di condividere con voi quale sia il curriculum di queste persone, a cui dovremmo considerare di dare protezione internazionale. Si tratta di persone che si sono macchiate di reati molto gravi, tra cui si annoverano furti, rapine, eccetera.

Abel Okubor aveva 37 anni, signor Ministro, e per 12 anni aveva fatto il bracciante in Italia; non aveva un precedente penale. Sa perché era finito a Restinco? Perché gli era scaduto il permesso di soggiorno. Sa perché? Perché, per un cavillo burocratico, a causa della morte del suo legale, non era stato possibile notificare al suo legale il rigetto della prima istanza di protezione internazionale e questo aveva impedito di riprogrammare e di presentare altre istanze. Era lì, come tutti gli ospiti - perché, signor Ministro, lei dovrebbe andarci in un CPR -, imbottito di psicofarmaci, a spegnersi lentamente, chiedendosi perché una persona che è arrivata in Italia per lavorare - e lo ha fatto in maniera onesta per 12 anni - fosse costretto a stare in un posto dove, in questa fase storica, per un'incredibile congiuntura della storia, i ragazzi che sono lì dentro vivono nel terrore di essere sorteggiati, perché succede così per essere inviati in un CPR in Albania, senza informazioni e senza l'assistenza dei loro legali.

Allora è chiaro, signor Ministro, che sarà l'autopsia a fornire i dati su che cosa è successo quella notte. Non c'era bisogno che venisse qui a dircelo, anche se la ringrazio per la sua disponibilità. Qui noi volevamo il Ministro Piantedosi, perché il Ministro Piantedosi doveva spiegarci le ragioni di fondo del perché ci sono persone che vivono in condizioni di disumanità nei CPR, perché ci sia una pressione così incredibile sulle autorità locali e sui gestori dei centri e quello che ha detto lei, a proposito della giustificazione del prefetto e della direttrice, mi intristisce.

Vogliamo capire perché ci sia una tale pressione che porti a un embargo totale delle informazioni, anche nei confronti di un rappresentante delle istituzioni, perché questo è successo! Con la sua assenza, il Ministro Piantedosi ha confermato la posizione politica di questo Governo: l'assoluto menefreghismo nei confronti della sorte degli ultimi.