25/11/2020
Davide Gariglio
CANTINI, NAVARRA, ZARDINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO
3-01939

Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza causata dalla pandemia da COVID-19 – che nella prima fase ha colpito maggiormente alcune regioni italiane, per poi diffondersi su tutto il territorio nazionale – ha messo in luce diffuse criticità e asimmetrie che hanno inciso sull'azione del Governo e delle regioni, ma che oggi sembra faticosamente avviata nella direzione della proporzionalità, del coordinamento e anche della responsabilizzazione;

   la gravità della situazione richiede, infatti, un poderoso sforzo da parte di tutte le istituzioni che, pur nella diversità dei ruoli – così come delineati dal titolo V della Costituzione – e delle posizioni, resti teso alla tutela dell'interesse generale, che passa per la tenuta – su tutto il territorio nazionale – del sistema sanitario, certamente, ma anche di quello scolastico o di quello infrastrutturale in senso ampio;

   nei prossimi anni, anche grazie alle opportunità collegate all'utilizzo del Recovery fund, sarà essenziale colmare tutti quei gap che ancora affliggono parti, talvolta insospettabili, del Paese per assicurare a tutti i cittadini il pieno godimento dei loro diritti e l'accesso a un livello adeguato di servizi;

   nella prospettiva della ripresa del processo di attuazione dell'autonomia differenziata, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, avviato prima della pandemia, non si potrà non tenere conto di quanto drammaticamente vissuto, ai fini del trasferimento di funzioni che toccano i servizi e le prestazioni essenziali –:

   quali problemi abbia riscontrato, nel corso della sua attività per garantire un'uniforme gestione della pandemia da COVID-19, nel quadro delle competenze e del rapporto Stato-regioni costituzionalmente definiti e nel funzionamento degli attuali strumenti di coordinamento dei livelli istituzionali e come intenda affrontarli nell'ambito del coordinamento istituzionale delle azioni di investimento e sviluppo previste dal piano Next generation Eu.

 

Seduta del 25 novembre 2020

Illustrazione di Enrico Borghi, risposta del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, replica di Davide Gariglio

ENRICO BORGHI: La ringrazio signor Presidente. Signor Ministro lei è titolare di un dicastero particolarmente rilevante sia per le vicende che stiamo attraversando, legate alla cura della pandemia, sia per quanto riguarda il tema dell'impiego delle risorse del Recovery Fund. Questa pandemia ha messo in luce diffuse criticità e asimmetrie che stanno incidendo sull'azione del Governo e delle Regioni. Noi sappiamo che la complessità della situazione richiede un poderoso sforzo da parte di tutte le istituzioni sia in connessione con le esigenze di far fronte alla pandemia sia con una corretta impostazione dei fondi del Recovery Fund, che per noi devono andare nella direzione del pieno godimento dei diritti dei cittadini e di un accesso ad un livello adeguato di servizi, anche nella prospettiva della ripresa dell'autonomia differenziata della sua attuazione. Per questo siamo a chiederle quali problemi abbia riscontrato nel corso di questa attività per garantire un'uniforme gestione della pandemia sul territorio nazionale e come intenda affrontare la questione anche in connessione con le azioni di investimento previste nel Next Generation EU.

 

FRANCESCO BOCCIA, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Grazie Presidente, grazie all'onorevole Borghi, all'onorevole Gariglio e al gruppo del Partito Democratico per le questioni poste. Voglio dire subito con chiarezza che l'Italia ha retto, in questi nove mesi, perché la leale collaborazione tra Stato centrale, Regioni ed enti locali è stata praticata, non solo raccontata e narrata, è stata praticata ogni giorno non solo sull'emergenza sanitaria ma anche sulla raccolta delle istanze locali che, ora, per il Recovery Fund dobbiamo cercare di trasformare in proposte realizzabili. Questo non significa raccogliere progetti a caso e voglio dirlo perché il Ministro per gli Affari europei, Amendola, sta facendo un lavoro complesso e lo sta facendo dentro il perimetro istituzionale. Il CIAE, il Comitato interministeriale per gli affari europei, è il luogo fisico dentro cui sono avvenute tutte le mediazioni tra i Ministeri, le amministrazioni centrali e gli enti territoriali e lì dentro, in quel luogo, è apparso sempre più chiaro che ci sono dei punti fermi che sono oggetto del negoziato che l'Italia ha chiuso a Bruxelles. Voglio ricordarlo, qui in Parlamento, perché l'Italia ha ottenuto 191,4 miliardi suddivisi in 63,7 miliardi di sussidi e 127,6 miliardi di prestiti. Quelle risorse non possono non avere un impatto sul territorio in grado di creare economia endogena, coesione sociale, convergenza territoriale. Allora al gruppo del Partito Democratico che pone questi temi ricordiamo, e attraverso loro ricordiamo al Parlamento, che ci sono stati ben cinque incontri tra Governo e Regioni. Ora siamo in una fase decisiva. Nell'incontro del 23 ottobre, i presidenti di regione e il Ministro Amendola hanno concordato di arrivare in tempi rapidi ad una definizione delle priorità progettuali delle Regioni e delle Province autonome e quella definizione dovrà incrociare i cluster che sono stati un punto di riferimento del negoziato, dalla transizione energetica passando per la digitalizzazione (non progetti frammentati), che incroceranno anche la scelta sull'autonomia differenziata. Grazie davvero per questa domanda perché questo ci consente di ribadire al Parlamento che il progetto di autonomia differenziata ha tirato via i LEP (i livelli essenziali delle prestazioni) rispetto ai quali decorrono le attribuzioni delle funzioni e delle risorse finanziarie. Quindi l'impostazione del Governo è: massimo decentramento, definizione dei LEP a cura del Parlamento e percorso del Recovery Fund e dell'autonomia che deve ridurre la perequazione infrastrutturale e sociale. Il fondo di 4,6 miliardi messo dentro la legge di bilancio non è un racconto, è un primo dato oggettivo che si fa sul serio: si fa sul serio per la perequazione infrastrutturale, per la perequazione sociale e per far sì che il Recovery Fund e il completamento dell'autonomia vadano di pari passo.

 

DAVIDE GARIGLIO: Grazie Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi noi come gruppo del Partito Democratico apprezziamo il lavoro che sta facendo con fatica signor Ministro. Come lei è solito dire, noi non siamo una Repubblica centralista come la Francia, non siamo uno Stato federale come gli Stati Uniti, siamo uno Stato con una forte autonomia regionale in cui si lavora e si cresce con la leale collaborazione. La leale collaborazione, che è una peculiarità italiana, presuppone responsabilità e fatica, fatica nel tenere insieme tutti. Le sue parole, signor Ministro, lo voglio dire, per noi sono parole puntuali e responsabili.

Troviamo generico e demagogico l'atteggiamento di chi cavalca le battaglie che, di volta in volta, ritiene più popolari, fuggendo dalle responsabilità di Governo. Noi siamo abituati a prenderci le responsabilità per i ruoli che abbiamo e credo che questo lo debbano fare tutti. Abbiamo apprezzato le regioni che hanno collaborato con disponibilità in questo lavoro e che hanno inviato i dati e le informazioni con la serietà e la competenza che erano loro richieste; abbiamo meno apprezzato altri atteggiamenti. Signor Ministro, qui non si sta ridicolizzando nessun comparto, sappiamo benissimo che ci sono difficoltà, che ci sono sofferenze: il Governo è impegnato e il Parlamento sarà impegnato per aiutare i settori che soffrono. Chiediamo che i fondi a cui lei ha fatto riferimento, che arriveranno nell'ambito del Recovery Fund, siano gestiti non solo nei palazzi romani, ma con un procedimento che veda il Comitato interministeriale per gli affari europei, il Consiglio dei Ministri, questo Parlamento lavorare con tutte le regioni e con le autonomie locali, anche con tutti i sindaci. Non vogliamo soldi a pioggia su tutto il Paese, ma vogliamo risorse impegnate per un grande ammodernamento infrastrutturale, come lei ha citato, un grande ammodernamento amministrativo di questo Paese, indispensabile per farci uscire dalla situazione di emergenza.