28/05/2025
Irene Manzi
TONI RICCIARDI, ORFINI, BERRUTO, IACONO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-01980

Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il mandato del presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza, prorogato, al termine dei quattro anni, di ulteriori 45 giorni, risulta oggi scaduto;

   non risulta, inoltre, alcuna sostituzione, da parte del Ministero competente, dei nuovi membri del consiglio di amministrazione, le cui nomine risultano scadute, che, se in carica, avrebbero potuto salvaguardare l'autonomia dell'ente, nominando, in questi mesi, un vicepresidente esecutivo;

   come è noto, il Consiglio nazionale delle ricerche è il più importante e grande ente di ricerca pubblico del Paese e gode, per ragioni strettamente collegate al funzionamento basilare della scienza, di un'autonomia riconosciuta, come per tutte le organizzazioni pubbliche produttrici di nuova conoscenza, dall'articolo 33 della Costituzione: (...) «L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento (...)»;

   attraverso l'autonomia scientifica, il Consiglio nazionale delle ricerche individua i programmi di ricerca, i settori e le tematiche su cui investire. Definisce, su base scientifica, il giusto equilibrio tra ricerche fondamentali e applicate, in modo da soddisfare al meglio gli indirizzi scientifici autonomamente individuati;

   la nomina di un commissario ministeriale, misura assolutamente straordinaria, dovrebbe derivare da un caso di grave irregolarità: amministrativa-gestionale; violazione di legge o dello statuto dell'ente; incapacità di funzionamento del Consiglio nazionale delle ricerche, motivi di interesse nazionale o di tutela dell'interesse pubblico;

   il resoconto del Consiglio nazionale delle ricerche degli ultimi quattro anni presenta, come attestato dall'approvazione con parere positivo da parte dei revisori dei conti del rendiconto del 2024, un bilancio solido, con addirittura un avanzo di gestione da investire sulla missione stessa dell'ente;

   un eventuale commissariamento del Consiglio nazionale delle ricerche violerebbe, senza ragioni apparentemente legittime, una norma costituzionale e quei principi di tutela dei saperi e della conoscenza fondamentali per l'intero Paese e sarebbe un danno pesante tanto per i progetti avviati, quanto per il personale con le competenze maturate in queste attività –:

   se il Ministro interrogato non intenda chiarire quali siano le motivazioni della mancata procedura concorsuale per la nomina di un nuovo presidente del Consiglio nazionale delle ricerche e smentire le voci dell'eventuale commissariamento dell'ente, nel rispetto dei principi costituzionali sull'autonomia della scienza e a tutela dei progetti di ricerca avviati e del personale impegnato in tali attività.

Seduta del 28 maggio 2025

Illustrazione di Irene Manzi, risposta della Ministra dell'Università e della ricerca, replica di Toni Ricciardi

IRENE MANZI, La ringrazio, signor Presidente. Saluto la signora Ministra. Ci troviamo costretti a portare in quest'Aula il grido d'allarme dei lavoratori - stiamo parlando di quasi 12.000 tra ricercatori, tecnici, assegnisti di ricerca - del CNR, il più grande ente di ricerca italiano. In queste ore, in realtà, stanno guardando con grande allarme alle ipotesi di commissariamento dell'ente, ipotesi di commissariamento che circolano per un motivo molto semplice, ossia poche ore fa è scaduto il mandato della presidente uscente del CNR, un mandato che non è stato rinnovato.

Di fronte al silenzio da parte del Governo e di fronte all'assenza di scelte o di decisioni, ci troviamo costretti - siamo molto preoccupati in realtà anche noi di questo silenzio - a chiedere, in questa sede, chiarimenti: sarà commissariato il CNR? Quale sarà l'esito delle decisioni del Governo? Pensiamo che per il ruolo che svolge il più grande ente di ricerca, il più importante beneficiario di finanziamenti importanti, anche derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, questo silenzio non sia accettabile e che quei lavoratori e quelle lavoratrici, che in questo momento ci stanno ascoltando, meritino risposte chiare e precise dal Governo.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Grazie, onorevole Manzi, e grazie a tutti i firmatari di questa interrogazione. Sarò necessariamente sintetica nella risposta, ma ovviamente rimango a disposizione del Parlamento.

Una prima risposta desidero darla all'onorevole Manzi e a tutti coloro che in questo momento ci stanno seguendo tra le persone che lei indicava, cioè i famosi 12.000 ricercatori, ma ci sono anche dipendenti, personale tecnico e amministrativo, professori, tecnologi e tante figure che insieme contribuiscono a creare l'ente di ricerca generalista fiore all'occhiello della ricerca italiana. Sono 90 gli istituti che compongono il CNR.

Prima di tutto vorrei ringraziare per la sua presidenza, che come ricordava giustamente lei è scaduta ieri, Maria Chiara Carrozza. Anche qui cercherò di rimanere nei tempi, ma la domanda è veramente significativa e sostanziosa. Vorrei dare la misura di quanto la scelta del prossimo presidente sia importante per tutto quello che comporta per questo ente. Questo è un ente - ripeto: 90 dipartimenti e tantissimi centri di ricerca - generalista, nel senso che ciascun dipartimento, ciascun settore si occupa del suo filone di ricerca che varia tra mille ambiti di operatività, che non elencherò per ragioni di tempo, ma ne siamo consapevoli. Da 3 anni a questa parte, oltre al finanziamento ordinario degli enti di ricerca, che si aggira intorno ai 735 milioni – ovviamente, stiamo parlando di fondi pubblici dei contribuenti che per noi sono sacri e sono andati aumentando da quando siamo arrivati -, dal 2022, abbiamo erogato circa 2 miliardi e 100 milioni solo di finanziamento ordinario al CNR, abbiamo aggiunto anche per il Piano di rilancio 80 milioni per ciascun anno (2023, 2024, 2025), per un totale di 240 milioni.

A questo si aggiunge il fatto che il Consiglio nazionale della ricerca sta gestendo una buona parte di 24 dei 30 progetti su cui si articola il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero partenariati estesi, centri nazionali, ecosistemi dell'innovazione, su cui il Ministero sta investendo 11 miliardi.

Come può immaginare, per quanto riguarda questa scelta (la scelta che verrà dopo la presidente Maria Chiara Carrozza), proprio per corrispondere a tutte le legittime esigenze di tutti coloro che legittimamente si aspettano risposte alla costruzione di un progetto e alla valorizzazione di un bilancio estremamente complesso e di professionalità estremamente qualificate, noi la faremo a breve - questo è evidente - e non faremo trascorrere più tempo di tanto.

Ma vorrei riscontrare con voi un fatto. Faremo a breve le nomine che devono essere fatte. Nel frattempo esiste un direttore generale, che è custode della continuità, e ciascun Dipartimento - ciascun Dipartimento - è dotato di una sua autonomia finanziaria, di governance e naturalmente di contenuti della ricerca. Quindi non esiste una mancanza di continuità e questo lo certifico pubblicamente, essendo parte del contenuto dello Statuto del CNR. Non esiste una soluzione di continuità dell'attività che sarà comunque svolta, posto che la nomina arriverà in tempi congrui.

TONI RICCIARDI, Grazie, Presidente. Signora Ministra, con il garbo istituzionale che le debbo, ci riteniamo totalmente e completamente insoddisfatti della sua risposta, perché ella non ha risposto. A maggior ragione, quasi 12.000 dipendenti, 11 miliardi di fondi del PNRR, migliaia di ragazze e di ragazzi giovani e meno giovani, dottori di ricerca, dottorandi di ricerca che termineranno e non sapranno che fine faranno i 90 dipartimenti, i fondi che nell'ultima legge di bilancio le opposizioni (PD, AVS, MoVimento 5 Stelle) hanno messo a disposizione, i propri fondi parlamentari, dove manca un decreto attuativo. Allora, Ministra, il più importante ente di ricerca di questo Paese necessitava un minimo di attenzione in più. Io posso capire che lei non può venire qui a dirci che evidentemente non vi siete messi d'accordo, però io le ricordo, Ministra, che lei governa il Dicastero più importante di questo Paese. E sa perché? Perché non esiste innovazione, non esiste cambiamento senza la ricerca, senza il finanziamento della ricerca, senza la tutela della ricerca e senza una ricerca che sia libera e anarchica. La ricerca, per generare innovazione, deve immaginare di costruire soluzioni che agli occhi dei contemporanei sembrano impossibili. Allora, Ministra, noi le facciamo appello a nome di quasi 12.000 dipendenti, tra determinati, indeterminati e precari, affinché si possa agire con celerità, perché non basta dire che il CNR è un'eccellenza, ma bisogna essere consequenziali e soprattutto rapidi.