19/05/2020
Chiara Gribaudo
LEPRI, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, MURA, VISCOMI, ENRICO BORGHI e FIANO.
3-01549

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il comparto automobilistico in Italia occupa 252.000 persone, rappresentando ancora una spina dorsale della produzione industriale (7 per cento del manifatturiero), secondo in Europa per occupati nel settore;

   l'andamento dell'occupazione negli stabilimenti italiani di Fca non ha, tuttavia, raggiunto gli obiettivi del piano 2014-2018, utilizzando oggi gli ammortizzatori per la maggioranza della forza lavoro;

   negli ultimi anni, i lavoratori si sono mobilitati in tutti gli stabilimenti Fca; in particolare, si è registrata una forte preoccupazione alla carrozzeria di Mirafiori e nello stabilimento Maserati di Brugliasco, ove l'utilizzo dei contratti di solidarietà era stato prorogato fino a giugno 2020. Negli stabilimenti di Pratole Serra e Vm di Cento, dove si producono motori diesel, non si hanno prospettive rispetto alla volontà del loro superamento entro il 2022; nell'impianto di Pomigliano d'Arco e in quello di Cassino si è fatto ampio ricorso agli ammortizzatori sociali;

   a ottobre 2019 è stata annunciata la volontà di una fusione fra i gruppi Fca e Psa. I due partner avrebbero distribuito un dividendo ordinario di 1,1 miliardi di euro nel 2019 e Fca avrebbe distribuito un dividendo eccezionale di 5,5 miliardi di euro; non sono stati tuttavia resi chiari la strategia internazionale e le ripercussioni sulla produzione e sull'occupazione nei rispettivi stabilimenti;

   a novembre 2019, il responsabile Emea di Fca, Pietro Gorlier, ha affermato di aver avviato circa il 90 per cento degli investimenti previsti per l'Italia, quantificati nel 2018 in 5 miliardi di euro da utilizzare entro il 2021 per il lancio di nuovi modelli ibridi o elettrici;

   a causa dell'emergenza COVID-19, gli stabilimenti Fca hanno sospeso la produzione a partire dalla metà di marzo 2020, riprendendo gradualmente le attività a partire dal 4 maggio 2020; tuttavia, alcune ricerche stimano un crollo del 17 per cento della vendita di nuove vetture a livello mondiale e fino al 45 per cento in Italia;

   è stata recentemente annunciata la possibilità di un prestito di 6,3 miliardi di euro che il gruppo Fca assumerebbe con Intesa San Paolo, con garanzia pubblica tramite Sace, per gli stabilimenti italiani del gruppo –:

   quale sia lo stato di attività degli stabilimenti di tutto il comparto automotive italiano, con particolare riferimento ai lavoratori in cassa integrazione prima dell'emergenza COVID-19, durante e dopo il lockdown, e quali iniziative intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali italiani nel settore auto, anche valutando la convocazione di un tavolo per affrontare con le parti sociali la transizione ecologica della mobilità, le necessarie riconversioni industriali e l'eventuale intervento pubblico in tal senso.

Seduta del 20 maggio 2020

Illustrazione di Chiara Gribaudo, rsposta del governo di Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle politiche sociali, replica di Stefano Lepri

Illustrazione

Grazie, Presidente. Ministra, in questi giorni il dibattito sul comparto automobilistico italiano si è concentrato sul prestito da 6,3 miliardi con garanzia SACE richiesto da FCA Italia a causa dell'emergenza COVID-19. Ma i problemi del settore auto non nascono con l'epidemia e gli oltre 250 mila occupati italiani affrontano da anni cicli di cassa integrazione e promesse di riconversione ecologica non mantenute.

La prospettata fusione dei gruppi FCA e PSA ha non ha finora chiarito il futuro degli stabilimenti italiani e dei loro addetti che rappresentano ben oltre il 7 per cento del nostro settore manifatturiero. Per questo le chiediamo, Ministra, quale sia stato l'utilizzo della cassa integrazione prima e durante il lockdown, quale sia oggi e cosa intende fare il Governo per salvaguardare non solo i lavoratori ma un comparto che naturalmente è strategico per la nostra economia.

Risposta del governo

Grazie Presidente, l'interrogazione dell'onorevole Gribaudo sollecita un mio intervento su un tema molto delicato e di grande rilievo per l'intera economia italiana, poiché attiene ad un comparto, quello automobilistico, che rappresenta uno dei settori strategici del nostro sistema industriale e che, se già versava in difficoltà prima dell'evento della pandemia, registra sicuramente un ulteriore calo a seguito della diffusione del COVID-19.

Più precisamente, con specifico riferimento a FCA Italy Spa, in base ai dati in mio possesso risulta che, in diverse sedi, erano in corso, prima del propagarsi della pandemia, trattamenti di integrazione salariale. Infatti, in vari stabilimenti erano stati già in precedenza raggiunti accordi di proroga del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria, ricorrendo allo strumento del contratto di solidarietà.

La situazione si è aggravata per tutto il settore automotive anche a livello europeo dopo la sospensione forzata delle attività a seguito del dilagare dell'emergenza sanitaria. La filiera italiana è stata, infatti, completamente ferma nel periodo del lockdown per la produzione programmata anche di nuovi prodotti.

Il fermo della produzione, dovuto sostanzialmente al rispetto delle disposizioni per contrastare il contagio da COVID-19, ha peggiorato una situazione già critica dovuta al ripensamento della produzione anche in dipendenza della normativa europea sulla riduzione della CO2 e sulla necessità non più rimandabile di orientare la produzione verso forme di alimentazione alternativa.

In questo contesto, il Governo ha certamente l'intenzione di garantire il proprio impegno per la salvaguardia dei livelli occupazionali e al fine di evitare che molti lavoratori, già provati da questa fase emergenziale, si trovino privi di un impiego.

A ben vedere, era già stato avviato presso il MiSE un tavolo tecnico sul comparto automotive e per le note vicende ne sono stati sospesi gli incontri. Le riunioni certamente riprenderanno non appena le condizioni sanitarie consentiranno di proseguire i lavori in piena sicurezza.

Ad ogni modo, io manifesto la mia piena disponibilità ad approfondire in seno a quel tavolo, unitamente al MiSE e alle parti sociali, anche i rilevanti temi della transizione ecologica della mobilità, delle necessarie riconversioni industriali e dell'eventuale intervento pubblico in tal senso, al fine di trovare delle soluzioni più adeguate per il rilancio del settore.

Replica

Grazie, signor Ministro. Sappiamo della sua sensibilità, ci riteniamo soddisfatti della sua risposta.

Come noi, lei sa benissimo che vi è un grande problema: quello del completo rientro dei lavoratori che oggi sono in cassa integrazione, che vivono situazioni difficili come i programmi di solidarietà, oppure lavoratori che sono impiegati in fabbriche che, verosimilmente, ad oggi non hanno ancora delle vocazioni produttive, a seguito delle necessarie riconversioni. Il Ceo di Emea, Pietro Gorlier, ha ricordato recentemente che il 90 per cento dei programmi annunciati sono già stati avviati o sono prossimi a realizzazione. Questa sua dichiarazione ci rassicura solo relativamente, sapendo dell'importanza dell'impegno che è stato stanziato, 5 miliardi, perché purtroppo abbiamo visto tante volte poi ritardi nell'effettuazione del programma, non certo attribuibili anche alla volontà dell'azienda, ma alle regole, ai vincoli e alla concorrenza internazionale. A questo si aggiunge la vicenda COVID, che evidentemente complica ulteriormente questi programmi. Noi ci aspettiamo da FCA quella responsabilità sociale che va anche oltre non solo agli impegni che ho ricordato, ma per esempio va alla possibilità di considerare anche una diversa, almeno parziale destinazione delle remunerazioni dei fattori produttivi, e in particolare del capitale, in questa condizione così difficile.

Voglio, concludendo, ricordare che il prestito garantito dallo Stato di cui si è parlato, ha messo delle condizioni importanti: l'impossibilità di distribuire dividendi nel 2020 o nel 2021, l'impossibilità di mantenere sedi in paradisi fiscali, la necessità di gestire l'occupazione con accordi sindacali e la destinazione di tutta la liquidità solo su programmi nella nostra nazione. Vorrei dire, utilizzando le parole del Ministro dell'Economia, che siamo di fronte, con questa proposta, ad un vero atto di politica industriale di cui si avvantaggerà l'intera filiera automobilistica italiana, ma abbiamo anche altre misure che sono state previste nel “decreto Crescita” che voglio ricordare: per esempio i grandissimi incentivi per la realizzazione di colonnine elettriche e la riconversione anche dei…  distribuzione, così come l'hub di ricerca a Torino che è stato finanziato. Buon ultimo voglio ricordare l'impegno che il presidente Conte ha annunciato, su cui il Parlamento è pronto a lavorare, per ridurre il dumping fiscale e legale e che l'Italia sconta nei confronti di altri Paesi dell'Unione europea.