07/07/2021
Rosa Maria Di Giorgi
LATTANZIO, NITTI, ORFINI, PICCOLI NARDELLI, PRESTIPINO, ROSSI, BERLINGHIERI, LORENZIN, FIANO.
3-02385

Al Ministro della cultura. – Per sapere – premesso che:

   la cultura è tra i settori maggiormente colpiti dalla diffusione del Coronavirus e dai provvedimenti adottati per contenere il contagio;

   nell'ultimo anno, a seguito dell'emergenza, l'Esecutivo ha previsto diversi interventi volti a sostenere le difficoltà derivanti dalla chiusura: istituiti due fondi per sostenere l'emergenza del settore dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo; un fondo emergenze imprese e istituzioni culturali; sono stati individuati criteri specifici per l'attribuzione delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo; introdotta la possibilità di prevedere una maggiore flessibilità nella ripartizione delle risorse destinate ai crediti di imposta per il cinema e l'audiovisivo; è stato ulteriormente esteso l'Art-bonus, sono state riconosciute diverse forme di sostegno ai lavoratori e per gli utenti; è stato riconosciuto il diritto all'emissione di un voucher;

   in questa fase occorre rivedere e aggiornare un nuovo sistema di welfare in favore dei lavoratori dello spettacolo e contestualmente avviare un complesso di riforme sul funzionamento del sostegno pubblico al settore;

   dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 10 giugno 2021 si apprende dell'approvazione del disegno di legge delega sulla riforma dello spettacolo per definire, come dichiarato dallo stesso Ministro interrogato, «un insieme organico di misure, capace di rivedere e aggiornare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori di un comparto caratterizzato da prestazioni strutturalmente discontinue e da significative originalità» –:

   quali siano i contenuti e i tempi di presentazione alle Camere del disegno di legge delega sulla riforma dello spettacolo approvato il 10 giugno 2021 dal Consiglio dei ministri.

Seduta del 7 luglio 2021

Illustrazione di Rosa Maria Di Giorgi, risposta del Ministro della cultura Dario Franceschini, risposta di Michele Nitti

ROSA MARIA DI GIORGI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, la cultura è tra i settori maggiormente colpiti dalla diffusione del Coronavirus e molti provvedimenti si sono adottati per contenere il contagio. Nell'ultimo anno l'Esecutivo ha infatti previsto diversi interventi volti a fronteggiare le difficoltà derivanti dalla chiusura, ha istituito due fondi per l'emergenza nel settore dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, un fondo emergenza imprese e istituzioni culturali, insomma una serie di interventi. È stato ulteriormente esteso l'art-bonus, sono state riconosciute diverse forme di sostegno ai lavoratori, agli addetti, agli artisti, oltre che alle istituzioni culturali di grandi e piccole dimensioni. Un grande lavoro.

In questa fase occorrono misure strutturali, occorre rivedere e aggiornare un nuovo sistema di welfare in favore dei lavoratori dello spettacolo e avviare un complesso di riforme sul funzionamento del sostegno pubblico. Questo crediamo che sia all'interno del provvedimento che è stato approvato in Consiglio dei Ministri il 10 giugno. Quindi chiediamo quali siano i contenuti e i tempi di presentazione alle Camere del disegno di legge delega sulla riforma dello spettacolo.

 

DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. La richiesta è di conoscere i contenuti e i tempi di presentazione alle Camere del disegno di legge collegato, approvato in Consiglio dei Ministri il 10 giugno: è stato già bollinato e completerà l'iter con la firma del Presidente nei prossimi giorni. Come voi tutti sapete, la crisi pandemica ha drammaticamente reso evidente la carenza di tutela dei lavoratori dello spettacolo, portando finalmente al centro dell'agenda politica il tema dell'assetto giuslavoristico e previdenziale dell'intero settore. Muovendo dalle iniziative di riforma, perché da lì siamo partiti, del settore contenute nelle numerose proposte di legge presentate in Parlamento, nonché dai rilievi che sono emersi nel corso di quella interessantissima indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza delle due Commissioni, il Ministero ha avviato il lavoro per la redazione di un disegno di legge che prevedesse misure per assicurare adeguata tutela assistenziale e previdenziale dei lavoratori dello spettacolo, in modo da correggere tutte le storture esistenti.

Molte di queste misure, che erano inizialmente inserite nel disegno di legge, sono state poi anticipate con l'articolo 66 del “decreto Sostegni-bis” per farle entrare in vigore subito, che fra le altre cose ha adeguato la disciplina relativa al trattamento pensionistico al carattere discontinuo delle prestazioni lavorative nel settore, così come le forme di tutela a sostegno delle aziende in tale realtà . Ancora, con l'articolo 66 del “decreto Sostegni-bis” è stata resa effettiva la tutela in caso di malattia ed è stata introdotta un'indennità per la disoccupazione per i lavoratori autonomi dello spettacolo, cosiddetta ALAS. Il disegno di legge, dunque, nella versione approvata dal Consiglio dei Ministri propone la riapertura della delega legislativa di riforma dello spettacolo in forza della quale il Governo potrà adottare decreti legislativi per il coordinamento e il riordino delle disposizioni riguardanti l'intero settore.

È evidente che il percorso parlamentare è del tutto aperto e il Governo si presenta con una volontà di massima apertura per raccogliere tutte le osservazioni e le proposte che il Parlamento farà, non solo perché su questo, evidentemente, è sovrano, ma perché sarebbero frutto di un lavoro che è durato mesi e che è culminato con l'indagine conoscitiva.

 

MICHELE NITTI. Grazie, Ministro. Sono molto importanti queste informazioni che ha tracciato su questa delega. Un iter molto articolato, che parte dal 2017 e che ci dà l'idea della complessità del tema. Anche altri provvedimenti impatteranno in modo determinante sul futuro dello spettacolo, dal “Sostegni-bis” fino ad arrivare alle cosiddette riforme di accompagnamento al Recovery, ma la riapertura della delega è una tappa fondamentale per sanare quella condizione di criticità, pressoché perenne, in cui versa il settore da decenni. Come lei ha ricordato, avevamo incardinato in Commissione l'indagine conoscitiva su tutela e previdenza nel mondo dello spettacolo già prima della pandemia, a dimostrazione di quanto certe criticità fossero già note, pregresse; però adesso è necessario superare la fase dei ristori e arrivare a soluzioni normative di carattere più strutturale, andando oltre l'emergenza. E tutto questo deve avvenire all'interno di una cornice più ampia, che punti anche ad incentivare la domanda culturale - penso alla detraibilità delle spese culturali - e che superi la logica, il paradigma dei consumi culturali, a beneficio, invece, della partecipazione culturale. Quindi la cultura come strumento di condivisione del patrimonio cognitivo e creativo delle comunità. Il Recovery non rimanda mai esplicitamente al tema dello spettacolo, ma certamente potrà contribuire a rilanciare il settore a patto che si riesca, da un lato, a coinvolgere le attività performative in tutti i processi di valorizzazione del patrimonio dei territori, dei borghi, e, dall'altro, si riesca ad intervenire complessivamente proprio sul sistema normativo dello spettacolo, come si intende appunto fare, dal welfare alle fondazioni lirico-sinfoniche, fino ad arrivare al grande tema della danza e dei corpi di ballo, che credo non si possa più eludere. Quindi un riordino complessivo che credo vada valutato con grande fiducia e attenzione.