05/03/2024
Vinicio Peluffo
SIMIANI, DE MICHELI, DI SANZO, GNASSI, ORLANDO, BRAGA, CURTI, FERRARI, SCARPA, ROGGIANI, GHIO, CASU e FORNARO
3-01041

Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'idroelettrico rappresenta la prima fonte energetica rinnovabile in Italia, producendo il 41 per cento dell'energia complessiva rinnovabile, con quasi 4.300 impianti che ogni anno producono 46 terawattora. Una risorsa energetica che impiega quasi 15.300 addetti e che necessita di costante manutenzione e continui investimenti;

   sono state più volte segnalate capacità non sfruttate del sistema idroelettrico «storico»: la potenza lorda degli impianti idroelettrici operativi è quasi raddoppiata dal 1963 a oggi; eppure, la produzione idroelettrica si è mantenuta sostanzialmente costante, segno evidente della carenza di investimenti nel settore che ne penalizza la produzione;

   nel 2021 è stata disposta l'archiviazione delle procedure di infrazione in precedenza avviate nei confronti di diversi Stati membri, tra cui l'Italia, in relazione alle modalità di affidamento senza gara delle grandi concessioni idroelettriche: tra le ragioni dell'archiviazione, la Commissione europea ha preso atto che le analisi svolte hanno mostrato una situazione stagnante nel settore idroelettrico negli ultimi 15 anni e anche nel prossimo futuro, il che rivelerebbe la mancanza di un interesse economico a realizzare i nuovi impianti anche in ragione degli investimenti necessari per adempiere agli obblighi ambientali derivanti dalla normativa unionale;

   con il decreto-legge n. 21 del 2022 (articolo 25, comma 1, lettera 0a), si è estesa la disciplina del golden power anche alle concessioni di grande derivazione idroelettrica;

   con la legge sulla concorrenza n. 118 del 2022 si è stabilito che procedure di assegnazione delle concessioni sono effettuate tenendo conto degli interventi di miglioramento delle infrastrutture esistenti e di recupero della capacità di invaso, e si disciplina la competenza normativa, sulla materia, delle singole regioni e l'avvio non oltre il 31 dicembre 2023 delle gare per l'assegnazione delle concessioni di derivazione d'acqua per uso idroelettrico scadute o in scadenza;

   tra dicembre 2023 e gennaio 2024 Lombardia e Abruzzo hanno avviato le procedure per la riassegnazione delle prime concessioni scadute: tali azioni, pur compiute nell'alveo delle rispettive competenze e deliberazioni regionali in materia, evidenzierebbero importanti profili di disomogeneità inerenti non solo alle condizioni di gara ma anche alle leggi regionali stesse, ostacolando già in partenza lo sviluppo di investimenti nel settore –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di pervenire a una disciplina uniforme sul territorio nazionale e stimolare nuovi investimenti nel settore idroelettrico, anche alla luce del fatto che le grandi concessioni di derivazione idroelettrica sono asset strategici per la sicurezza e l'autonomia energetica nazionale.

Seduta del 6 marzo 2024

Illustrazione di Marco Misiani, risposta del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, recplica di Vinicio Peluffo

MARCO SIMIANI, Grazie, Presidente. Come sa, Ministro, il settore idroelettrico in Italia rappresenta il 41 per cento dell'energia complessiva rinnovabile, con quasi 4.300 impianti e 15.300 addetti.

Nel 2021, è stata disposta l'archiviazione delle procedure di infrazione in precedenza avviate nei confronti degli Stati membri, tra cui l'Italia, in relazione alle modalità di affidamento senza gara delle grandi concessioni idroelettriche.

Con il decreto-legge n. 21 del 2022 si è estesa la disciplina del golden power anche alle concessioni di grande derivazione idroelettrica.

Con la legge sulla concorrenza n. 118 del 2022, si è stabilito che le procedure di assegnazione delle concessioni sono effettuate tenendo conto degli interventi di miglioramento delle infrastrutture esistenti.

Chiediamo, dunque, al Governo quali iniziative intenda adottare al fine di garantire una disciplina uniforme sul territorio nazionale e stimolare nuovi investimenti nel settore idroelettrico, anche in considerazione dell'importanza delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica al fine della sicurezza e dell'autonomia energetica nazionale.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Grazie agli interroganti, siamo sulla falsariga dell'interrogazione precedente. In relazione al quesito posto dagli onorevoli interroganti si evidenzia che la cosiddetta regionalizzazione della materia idroelettrica avviene entro i limiti posti dai vincoli eurounitari e dal quadro di legislazione nazionale.

L'articolo 12 del decreto legislativo n. 79 del 1999, comma 1-ter, ha previsto che il legislatore regionale disciplini le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grande derivazione d'acqua a scopo idroelettrico, nel rispetto all'ordinamento dell'Unione europea e degli accordi internazionali, nonché dei principi fondamentali dell'ordinamento statale e delle disposizioni di cui al presente articolo, elencando, successivamente, le modalità, i criteri e altri contenuti essenziali di tali procedure.

L'ambito entro il quale la potestà a disciplinare le procedure di assegnazione della concessione idroelettrica spetta alle regioni è stato meglio definito dalla legge sulla concorrenza del 2021, la quale prevede che le procedure di gara si svolgono sulla base del criteri generali uniformi e definiti a livello statale e chiarisce che spetta alle regioni determinare i criteri economici alla base della durata del contratto di concessione. Quindi, gara pura o project, il project è certamente in contraddittorio, poi messo a gara.

È necessario, in ogni caso, stimolare gli investimenti nel settore idroelettrico, considerati gli effetti benefici degli stessi sia in termini energetici che di valorizzazione ambientale. La soluzione del piano di investimenti prospettata nel contesto del recente DL Energia intendeva offrire una precipua risposta a questa esigenza.

Le valutazioni espresse in sede del DL Energia, ribadite anche nella precedente risposta che ho dato in quest'Aula, non possono che essere confermate alla luce dell'opportunità sottesa al ricorso alla risorsa idroelettrica per la sicurezza energetica del Paese e al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, consideratane, peraltro, la relativa programmabilità.

Dovranno, pertanto, andare avanti le interlocuzioni con la Commissione europea per far sì che vi sia una rinnovata stagione di investimenti nel settore, trovando le procedure più opportune.

VINICIO PELUFFO, Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare l'insoddisfazione per la risposta del Ministro e per la gestione complessiva di un dossier così delicato. L'idroelettrico è essenziale nella diversificazione per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e, certo, Ministro, non bastano la pioggia o la neve di questi giorni, perché è un settore che ha una necessità assoluta di investimenti per le manutenzioni, per l'ammodernamento, anche in ragione dei cambiamenti climatici.

Lei aveva costruito un percorso con le regioni finalizzato ad una proposta per il decreto Energia, proposta che è sparita, con assoluta mancanza di trasparenza nel rapporto con il Parlamento, evidente per le divisioni della maggioranza, che sono rappresentate plasticamente oggi dai due Ministri che siedono al banco del Governo.

Quello che noi pensiamo, Ministro, è chiaro, l'abbiamo messo nell'emendamento che abbiamo presentato al decreto Energia, mettendo al centro gli investimenti, il coinvolgimento dei territori, un meccanismo aggiuntivo rispetto alla normativa vigente; quello che vuole fare il Governo non si è capito neanche oggi. Intanto, la regione Abruzzo ha sospeso la gara e, intanto, vanno avanti i ricorsi, creando una situazione di gravissima incertezza rispetto al settore.