13/02/2024
Vinicio Peluffo
ORLANDO, DE MICHELI, DI SANZO, GNASSI, GHIO, FERRARI, CASU, FORNARO, AMENDOLA, ROGGIANI, BARBAGALLO, SCOTTO, GRAZIANO, DE MARIA, DE LUCA, GIANASSI, TONI RICCIARDI, FURFARO, VACCARI, SIMIANI, MANZI, MEROLA e BONAFÈ
3-00989

Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   in più occasioni, il Ministro interrogato aveva manifestato l'obiettivo di raggiungere con Stellantis almeno 1 milione di veicoli prodotti nel nostro Paese, così da colmare l'eccessiva distanza tra le auto immatricolate in Italia e quelle prodotte negli stabilimenti italiani, aumentare gli investimenti in ricerca e innovazione nel nostro Paese, garantire l'occupazione, avere linee e modelli più competitivi, come quelli dell'elettrico, affermando che: «La visione è chiara, gli attori anche, gli impegni sono precisi»;

   davanti a un'aleatoria promessa da parte dell'azienda, cui dovrebbero essere destinati almeno 6 miliardi di euro, più una quota dei 13 miliardi di euro per il «piano transizione 5.0» nel 2024 e nel 2025, senza alcuna condizione imposta al management sul mantenimento dei livelli occupazionali, diversamente da quanto fatto dai Governi dei Paesi che ospitano stabilimenti di Stellantis, e dopo aver preso atto che, nel 2023, sono state prodotte in Italia appena 450.000 autovetture a fronte di 1.400.000 immatricolazioni, alla luce del progressivo disimpegno di Stellantis nel nostro Paese, il fallimento degli annunci fatti sinora dall'Esecutivo, ad avviso degli interroganti, sono evidenti: l'impasse delle nuove produzioni, le linee dello stabilimento di Mirafiori ferme dal 12 febbraio 2024 sino al 3 marzo 2024, 2.260 dipendenti che andranno in cassa integrazione, l'interruzione delle attività a Melfi, il ricorso agli ammortizzatori sociali per il diciassettesimo anno consecutivo;

   di fronte all'evidenza, il Ministro interrogato ha dichiarato di lavorare «perché una seconda casa automobilistica possa insediarsi in Italia per raggiungere l'obiettivo che ci eravamo dati», senza peraltro specificare se vi sia effettivamente un possibile interesse da parte di altre case automobilistiche e quali strumenti intenda utilizzare per attrarre investimenti esteri;

   durante la presentazione dei contenuti del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di rimodulazione degli incentivi per l'acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti, il Ministro interrogato ha dichiarato che il nuovo piano incentivi si basa su tre pilastri: svecchiamento del parco auto, sostegno alla domanda da parte dei redditi più bassi e rilancio della produzione in Italia, senza prefigurare, ancora una volta, azioni concrete di politica industriale e, soprattutto, smentendosi, pochi giorni dopo, con la dichiarazione che dal 2025 gli incentivi saranno diretti ad attrarre chi voglia produrre in Italia, sia auto che componentistica, e non più al consumo –:

   come intenda assicurare il rispetto degli impegni assunti da Stellantis con riguardo alla produzione di autovetture in Italia.

Seduta del 14 febbraio 2024

Illustrazione di Vinicio Peluffo, risposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, replica di Andrea Orlando

VINICIO PELUFFO, Grazie Presidente. Ministro Urso, non è la prima volta che la interroghiamo sulle prospettive dell'automotive italiano e sulla situazione degli impianti del gruppo Stellantis in Italia. In più occasioni, Ministro, lei ha manifestato l'obiettivo di raggiungere con Stellantis almeno un milione di veicoli prodotti nel nostro Paese. Ad oggi è un risultato molto distante visto che nel 2023 sono state prodotte in Italia appena 450.000 autovetture a fronte di 1,4 milioni immatricolazioni. Quello a cui stiamo assistendo, al contrario, è il progressivo disimpegno di Stellantis nel nostro Paese, l'impasse delle nuove produzioni, le linee dello stabilimento di Mirafiori ferme sino al 3 marzo, 2.260 dipendenti che andranno in cassa integrazione e l'interruzione delle attività a Melfi. Di fronte all'evidenza, dato che al momento esiste soltanto un'aleatoria promessa da parte dell'azienda, lei, Ministro, ha dichiarato di lavorare perché una seconda casa automobilistica possa insediarsi in Italia, senza però specificare se vi sia effettivamente un possibile interesse e quali strumenti intenda utilizzare. La domanda che rivolgiamo al Ministro è, quindi, come intende assicurare il rispetto degli impegni assunti da Stellantis per quanto riguarda la produzione di autovetture nel nostro Paese .

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Mi fa piacere - e, quindi, ringrazio gli onorevoli interroganti - che anche le forze politiche, che sono state al Governo negli ultimi 10 anni quando sono state assunte le decisioni che hanno depauperato il sistema industriale dell'automotive in Italia, oggi s'interroghino sui progetti del gruppo Stellantis che erano già chiari ed evidenti 4 anni fa, quando fu realizzata l'operazione su cui, appunto, allora si sarebbe potuto, sì, intervenire, come fece, per esempio, e con forza il Governo francese a tutela della produzione e del lavoro nazionale. Fu deciso invece di non farlo, tra l'altro si preferì non usare nemmeno lo strumento della golden power secondo le cui procedure l'operazione era stata presentata. In quel momento si sarebbero potuti porre vincoli stringenti, sia sulla governance, sia sui livelli produttivi e occupazionali, sugli investimenti in modelli, ricerca e tecnologia, tali da garantire gli stabilimenti italiani e, quindi, anche le aziende dell'indotto. Io stesso, da presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, lo feci presente al Parlamento nelle relazioni pubbliche. In questo contesto, sapendo che la storia non si riavvolge e con spirito costruttivo, che sempre ci ispira, siamo subito intervenuti sin dall'inizio della legislatura avviando un confronto serrato con l'azienda e coinvolgendo finalmente tutti gli attori del sistema Italia - regioni, sindacati, aziende della filiera con le loro associazioni d'impresa - con l'obiettivo di restituire centralità al nostro Paese nei piani di sviluppo del gruppo Stellantis. È stato costituito un tavolo automotive e un altro dedicato in modo specifico a Stellantis, con riunioni che sono in corso anche in queste ore. Per salvaguardare la filiera italiana occorre raggiungere un milione di veicoli l'anno, obiettivo annunciato alla stampa dallo stesso amministratore delegato Tavares, a luglio, al termine del primo confronto al Ministero. In quella sede l'azienda ci disse che riteneva cruciale il Regolamento euro 7, che, così come formulato dalla Commissione, avrebbe pregiudicato la stessa sopravvivenza dei produttori europei. Nessuno se lo aspettava, ma noi ci siamo riusciti, abbiamo radicalmente cambiato il Regolamento euro 7. Abbiamo, inoltre, realizzato il Piano incentivi, di cui al precedente question time: un miliardo di euro, quest'anno, per incrementare la produzione nazionale. Ora tocca all'azienda mantenere gli impegni assunti, ove non lo facesse, ove non aumentasse la produzione, che si è ridotta drasticamente negli ultimi anni, le risorse del Fondo automotive, pari a circa 6 miliardi di euro, saranno destinate dal prossimo anno, anch'esse integralmente, a sostenere nuovi insediamenti produttivi per rafforzare la componentistica e anche per supportare l'insediamento di un secondo produttore di auto, progetto che comunque vogliamo perseguire e a cui siamo al lavoro da diversi mesi con significativi interlocuzioni internazionali.

ANDREA ORLANDO, Grazie Presidente. Volevo dare una notizia al Ministro: il suo predecessore si chiamava Giancarlo Giorgetti e lo incontra ogni qualvolta si reca in Consiglio dei ministri. Però, stando alla sua considerazione, noi non capiamo: la risposta è che non c'è più niente da fare e, quindi, il Ministro alza le mani, oppure si ritiene ancora utile intervenire? Se si ritiene utile intervenire, lei, non ha risposto alla nostra domanda, perché noi le abbiamo chiesto se è alle viste un secondo produttore e mi pare che lei ci abbia detto che, sì, che forse ci sarà, ma che al momento non ci sono elementi per poterlo dire. Vede, a proposito di uno sguardo al passato, continuare a rinviare il passaggio all'elettrico non è coinciso con la difesa della produzione nel nostro Paese, cosa che dovremmo trarre tutti come lezione. Lei dice che Tavares, avendo avuto una modifica del regolamento, sostanzialmente le ha garantito che produrrà un milione di mezzi: un po' poco come garanzia, diciamolo francamente, e, ad oggi, i segnali vanno in un'altra direzione. La minaccia che lei fa, signor Ministro, è totalmente spuntata, perché è vero che lei può dire a Stellantis: noi non vi diamo i soldi sugli incentivi, perché li diamo a chi investirà, ma se lei non ha chi investe, fare questa minaccia è come avere una pistola scarica in mano. Quindi, noi l'attendiamo qui, a spiegarci quali concreti passi avanti si sono realizzati per avere un secondo investitore nel nostro Paese. Oggi, purtroppo, non ci ha risposto.