04/11/2020
Elena Carnevali
Campana, Pini, Rizzo Nervo, Schirò, Siani, Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano
3-01863

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per far fronte alla grave situazione epidemiologica attualmente presente in Italia è stato raggiunto l'accordo tra la Sisac e i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta per effettuare presso di loro i tamponi rapidi per individuazione del virus SARS-CoV-2;

   l'accordo stabilisce che per tutta la durata dell'emergenza Covid-19 i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta integreranno tra i loro compiti l'effettuazione dei tamponi rapidi o di altro test di sovrapponibile capacità diagnostica prevedendo l'accesso dei pazienti su prenotazione e previo triage telefonico;

   sono stati di recente stanziati 30 milioni di euro al fine di sostenere e implementare il sistema diagnostico dei casi di positività al virus SARS-CoV-2 attraverso l'esecuzione di tamponi antigenici rapidi da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, secondo le modalità definite dagli accordi collettivi nazionali di settore;

   con tale cifra si stima possano essere eseguiti nei mesi di novembre e dicembre 2020 circa 2.000.000 di tamponi antigenici rapidi visto che è stata considerata una tariffa media per la somministrazione dei predetti tamponi di 15 euro per ciascun tampone. In particolare, 12 euro se il tampone rapido antigenico viene effettuato al di fuori dallo studio (ad esempio nelle case della salute, in locali predisposti dalle Asl, nei tendoni della Protezione civile, eccetera) e 18 euro se il test viene effettuato nello studio del medico;

   nonostante l'accordo raggiunto non c'è certezza che questo possa essere attuato visto che non tutte le sigle sindacali sono favorevoli, evidenziando una possibile mancanza di sicurezza nello svolgere i tamponi presso gli studi medici;

   anche le singole regioni si stanno muovendo in modo non univoco fra ipotesi di obbligatorietà di questo servizio da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e ipotesi di mantenimento della volontarietà –:

   alla luce dei fatti sopraesposti come intenda garantire, per quanto di competenza, l'attuazione uniforme su tutto il territorio nazionale dell'accordo appena raggiunto per l'effettuazione dei test antigenici rapidi presso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, vista anche la necessità di avere un controllo rapido e diretto degli eventuali casi positivi.

Seduta del 4 novembre 2020

Illustrazione di Elena Carnevali, risposta del Ministro della Salute Roberto Speranza, replica di Luca Rizzo Nervo

ELENA CARNEVALI: Presidente, Ministro, grazie per essere qui in questi giorni molto difficili. Noi sappiamo che abbiamo bisogno di vincere su una delle tante frontiere, che è proprio quella legata al tracciamento. È stato siglato un accordo, per noi molto positivo, tra i pediatri di libera scelta e i medici di famiglia, quindi insieme a Sisac, per poter effettuare i tamponi rapidi; questi integreranno già l'attività che viene svolta, oltre 200 milioni di tamponi. Sono stati messi a disposizione 30 milioni di euro per poterne effettuare circa 2 milioni tra i mesi di novembre e di dicembre, con una differenziazione di tariffe: 15 euro in studio e 12 se fatto all'interno di strutture. Nonostante questo accordo non abbiamo ancora certezze, perché le Regioni non si stanno muovendo in modo univoco, tra ipotesi di obbligatorietà da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e il mantenimento invece della volontarietà. Alla luce quindi di questo, come si può garantire su tutto il territorio nazionale che questo accordo che è stato raggiunto possa diventare di fatto un diritto esigibile per tutti i cittadini?

 

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Presidente, ringrazio anche in questo caso gli onorevoli interroganti, l'onorevole Carnevali. Anche io penso che questo accordo, sottoscritto nei giorni scorsi, sia molto importante e possa aiutarci nella gestione di questa epidemia. Il 27 ottobre è stato firmato a Roma l'accordo collettivo nazionale, e giovedì 29 è stato recepito e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Mi sia permesso in questa sede di ringraziare tutti i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che sono un pezzo essenziale del nostro Servizio sanitario nazionale e che hanno dato un contributo importante a questo obiettivo, che consentirà un loro più pieno impegno per rafforzare la strategia italiana di contrasto al COVID-19. L'accordo è stato sottoscritto - mi preme ricordarlo - dal 100 per cento delle sigle delle organizzazioni dei pediatri e dal 70 per cento delle sigle delle organizzazioni dei medici di medicina generale; ma, essendo i numeri tali, la modifica dell'accordo collettivo nazionale ha una validità erga omnes, a prescindere da chi abbia firmato l'accordo e da chi invece non lo abbia firmato. Certo, l'esecuzione dei testi antigenici diventerà un pezzo fondamentale della nostra strategia affidata ai medici di medicina generale. Questo deve però avvenire in piena sicurezza, e stiamo lavorando, in modo particolare con il commissario Arcuri, perché, insieme ai test che arriveranno ai nostri medici di medicina generale, possano sempre arrivare tutti quei dispositivi di protezione, che consentiranno l'esecuzione di questo impegno nella massima sicurezza. In conclusione, mi preme ricordare che rafforzare le cure primarie deve essere una priorità per tutti noi: vale per oggi nella stagione del COVID-19, in cui i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono un punto essenziale della strategia che mettiamo in campo; dovrà esserlo anche domani.

 

LUCA RIZZO NERVO: Presidente, signor Ministro, grazie. Accogliamo con fiducia le sue parole su un aspetto che riteniamo fondamentale. Noi riusciremo a vincere questa durissima battaglia contro il Coronavirus se riusciremo a portare sul territorio, nella domiciliarità, nella prossimità, giustamente diceva lei, la gestione del virus e se riusciremo quindi a deospedalizzare in tutti i casi in cui questo sia possibile. L'ingaggio dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, a cui va anche il nostro ringraziamento, è in questo decisivo, ed è decisivo se lo si farà ora, subito. Noi come PD vogliamo che si raggiunga un risultato chiaro e semplice: che ogni cittadino che chiama il proprio medico sia preso in carico nella gestione del virus, sia monitorato, gli sia data la terapia secondo i protocolli, che il medico valuti quando attivare le USCA per la visita domiciliare, che si decida se e quando ci sono gli estremi per il ricovero, che si realizzi davvero la sorveglianza sanitaria, che egli possa davvero fare dal proprio medico curante il vaccino antinfluenzale e oggi, appunto, il tampone quando necessario.

Ed è un compito, questo, che va svolto garantendo il supporto organizzativo e la sicurezza dei medici, come diceva lei, garantendo i dispositivi di protezione individuale, e, laddove i loro studi non siano luoghi in grado di garantire percorsi sicuri, allestendo anche strutture mobili per effettuare i tamponi e il lavoro di presa in carico. Perché nessuno davvero si senta abbandonato all'incertezza, in tempi in cui è impossibile immaginare che le ASL possano fare tutto questo, anche tutto questo, cariche ormai al limite delle loro capacità per il lavoro di tracciamento, isolamento e tutto il resto.

Siamo di fronte insomma a un accordo importante, ma in questi tempi noi tutti dobbiamo assumerci la responsabilità non solo delle premesse ma degli esiti, non solo dei buoni accordi ma della concreta e, aggiungo, rapida attuazione di essi. Il Ministero in questo deve vigilare sull'attuazione dei protocolli, stimolando le azioni attive delle regioni, mettendo risorse e garantendo personale; e se serve anche sanzionando le resistenze, i ritardi, gli inadempimenti, per garantire su tutto il territorio nazionale che per quel cittadino questo accordo e ciò che prevede divenga una possibilità concreta ed esigibile.