11/07/2023
Chiara Braga
TONI RICCIARDI, SCOTTO, BONAFÈ, CIANI, DE LUCA, DE MARIA, FERRARI, CASU, FORNARO, GHIO, MORASSUT, ROGGIANI, FOSSI, GRIBAUDO, LAUS e SARRACINO.
3-00525

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la cassa straordinaria Covid, con dispiegamento di ingenti risorse finanziarie a carico del bilancio pubblico, consentì di tutelare in parte i redditi dei lavoratori delle imprese costrette a sospendere le attività, scongiurando il rischio di disastrosi licenziamenti;

   l'Ufficio parlamentare di bilancio calcolò che nell'anno 2020 la percentuale di cassa Covid, senza cali di fatturato, era stimata pari al 27 per cento;

   secondo quanto riportato in alcuni articoli di giornale del novembre 2022 e dalla recente inchiesta del programma televisivo Report, tra le imprese che avrebbero impropriamente percepito la cassa Covid rientrerebbe anche la Visibilia editore, società quotata in Borsa, a suo tempo controllata dalla senatrice Santanchè;

   il 22 marzo 2020 Visibilia editore comunicava che non avrebbe «bloccato la produzione e la vendita dei giornali. L'attività operativa viene garantita in smart working e dove necessario fisicamente garantendo la piena compliance rispetto alle misure di sicurezza»;

   nell'aprile 2020, il consiglio di amministrazione di Visibilia editore deliberava, con l'obiettivo di tutelare la solidità finanziaria dell'impresa, «di mantenere invariato l'organico, ma di ricorrere allo strumento della cassa integrazione in deroga (...) per equilibrare, parzialmente, l'assenza degli incassi storici»;

   secondo gli elementi che sarebbero in mano alla Consob, diversi lavoratori, anche con ruoli apicali, non sarebbero mai stati informati della loro collocazione in cassa integrazione, anche a zero ore, senza che avessero mai smesso di lavorare, o della corresponsione di parte delle retribuzioni sotto forma di rimborsi chilometrici;

   ancora, alle numerose richieste di chiarimenti da parte dei dipendenti della Visibilia editore sarebbe stato replicato con la richiesta di non rendere pubblica la situazione;

   addirittura, in una call del novembre 2021, il presidente e amministratore delegato, Dimitri d'Asburgo Lorena, avrebbe dichiarato: «Anche M., sta qua davanti a me (...) è a zero ore. So' tutti a zero ore (...) te ti sei messo in regola e però magari hai messo in difficoltà l'azienda, bastava ne parlassi con noi e non avremmo avuto problemi (...) adesso, è chiaro, non è che possiamo renderli all'Inps perché sarebbe come ammettere»;

   come risulta da fonti di stampa, una dipendente ha inoltre dichiarato di aver lavorato, durante il lockdown, con contratto di consulenza part time presso il Senato della Repubblica come assistente del senatore Ignazio La Russa –:

   quali immediate iniziative di competenza intenda adottare al fine di verificare i comportamenti della Visibilia editore in merito all'utilizzo della cassa integrazione durante il periodo della pandemia, anche al fine del recupero delle somme, eventualmente, percepite illecitamente.

Seduta del 12 luglio 2023

Illustrazione di Tony Ricciardi, risposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, replica di Arturo Scotto

TONY RICCIARDI, Grazie, Presidente. Signora Ministra, secondo quanto riportato da alcuni giornali nel novembre dello scorso anno e dall'inchiesta televisiva Report, tra le imprese che parrebbe abbiano usufruito impropriamente o percepito impropriamente la cassa straordinaria COVID c'è Visibilia Editore, società quotata in borsa, a suo tempo controllata dall'allora senatrice Santanche'.

Il 22 marzo del 2020, Visibilia Editore comunicava che non avrebbe bloccato la produzione e la vendita dei giornali, ma dalle inchieste pare che sia andata diversamente.

Siamo qui a chiederle, signora ministra, quali sono le iniziative volte a verificare se, concretamente, Visibilia Editore abbia usufruito o percepito impropriamente la cassa COVID e, soprattutto, quali sono le misure volte a capire se siamo dinanzi a un fatto di imprenditoria o di prenditoria, perché questa è la domanda alla quale noi chiediamo una risposta.

MARIA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signora Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere quali iniziative di competenza il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali intenda adottare al fine di verificare i comportamenti della società Visibilia Editore Spa in merito alle vicende riportate in questi giorni dagli organi di informazione.

In via preliminare, come è certamente noto agli interroganti, segnalo che dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 149 del 2015, intervenuta il 14 settembre 2015, il Ministero non ha poteri ispettivi, che sono stati totalmente trasferiti all'Ispettorato nazionale del lavoro-Agenzia unica per le ispezioni del lavoro. Nella materia oggetto della presente interrogazione, ha, poi, i poteri di verifica anche l'INPS, ai fini della valutazione della legittimità della concessione degli ammortizzatori sociali. Su entrambi gli enti il Ministero mantiene esclusivamente poteri e funzioni di vigilanza.

In ordine alla concessione della cassa integrazione guadagni, la normativa vigente, in particolare per la cosiddetta cassa COVID, l'articolo 22-quater del decreto-legge n. 18 del 2020 prevede che, nel caso in cui sia provato l'indebito accesso del datore di lavoro all'utilizzo degli strumenti di integrazione salariale, le somme anticipate siano recuperate con una procedura amministrativa, fatta salva l'eventuale responsabilità penale in caso di commissione di reati connessi alla richiesta di concessione.

Fatte queste doverose premesse, si rappresenta agli onorevoli interroganti che sulle vicende in esame è confermata la piena e costante attenzione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali in ordine alle attività svolte e in corso di svolgimento da parte degli organismi ispettivi vigilati, sulla quale sarà possibile fare una piena valutazione solo agli esiti delle stesse. Nel contempo, si assicura all'autorità giudiziaria ogni utile collaborazione.

ARTURO SCOTTO, Signora Presidente, può capitare che la cronaca, quando si tratta della Ministra Santanchè, corra troppo spedita persino per l'opposizione. Stamane, il Domani ci racconta di una funambolica speculazione immobiliare in Versilia, che coinvolgerebbe moglie e marito, sia Santanchè, sia l'amico del cuore La Russa, ma non mi soffermerò sul gioco delle coppie. Io le pongo un fatto ineludibile, signora Ministra, e un giudizio: se hai giurato sulla Costituzione non puoi mentire al Parlamento e restare un minuto in più al tuo posto. Dite “no” al salario minimo per 3 milioni di lavoratori poveri, definite il reddito di cittadinanza “paghetta di Stato”, ma chiudete un occhio su una vostra collega che avrebbe preso i soldi della cassa integrazione COVID, facendo lavorare i propri dipendenti, peraltro, a loro insaputa è un uso cinico, spregiudicato, delle risorse pubbliche. Ora, lei non manderà nemmeno un controllo, ha detto che se ne occupa l'Ispettorato nazionale del lavoro, nel frattempo avete tolto il vertice dell'Ispettorato nazionale del lavoro e non avete nominato nessun altro; se ne occupa l'INPS, ma avete fatto addirittura un decreto per commissariarlo e l'INPS non si sa che cosa faccia; si limita con insostenibile leggerezza dell'essere ad aggirare la realtà, ma prima o poi qualcuno vi presenterà il conto delle omissioni, delle menzogne e delle fughe. L'immoralità dei professionisti delle lezioncine morali, quelli alla Santanchè, soprattutto verso i più poveri e più indifesi, hanno cominciato a stancare anche chi vi ha votato. Per questo ribadiamo al Governo di pretendere una risposta e chiediamo che la Ministra Santanchè si dimetta.