25/05/2021
Alberto Pagani
Enrico Borghi, Ceccanti, Ciampi, Fiano, Giorgis, Pollastrini, Raciti, Berlinghieri e Lorenzin.
3-02295

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che sul sito della Polizia di Stato è stato pubblicato un bando di gara di interesse per la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza e la polizia penitenziaria per la gestione e l'implementazione della rete 4G – e per le sue evoluzioni, come, ad esempio, il 5G – sul territorio di undici province italiane (Bari, Belluno, Bologna, Cagliari, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino);

   il bando, per un valore complessivo che si aggirerà intorno al miliardo di euro, prevede anche la fornitura dell'equipaggiamento hardware, ossia di tablet, smartphone, accessori per encoder video hd, e di «sim abilitate al traffico dati che consentano la fruizione dei servizi di comunicazione e di connettività», nonché la fornitura di «servizi di videosorveglianza in mobilità» e di «servizi di accesso alle banche dati»;

   è evidente che chi si aggiudicherà la gara avrà, dunque, la responsabilità della sicurezza delle telecomunicazioni delle forze dell'ordine, del loro equipaggiamento e del transito di dati sensibili; è bene inoltre ricordare, come segnalato dagli esperti, che la rete 5G è molto più veloce e performante di quella 4G, ma la sua possibile violazione da parte di attori ostili espone i suoi utilizzatori a rischi molto maggiori;

   le province coinvolte appaiono tutte non solo nevralgiche sotto il profilo della sicurezza nazionale, ma anche molto sensibili sotto quello della sicurezza internazionale e transatlantica, considerato che nel loro territorio si trovano anche la base di Sigonella (Catania) e il Comando Nato per il Sud Europa (Napoli);

   quel che desta maggior allarme è il fatto che il bando sembra fare solo generici riferimenti al tema della sicurezza, mentre il criterio determinante per la sua aggiudicazione sembra risiedere nel «miglior rapporto qualità-prezzo»;

   i tempi sono ormai strettissimi, alla luce del fatto che le offerte devono essere presentate entro il 28 maggio 2021, mentre la procedura di aggiudicazione della prima tranche, con un valore stimato dell'appalto di oltre 133 milioni di euro, si aprirà a inizio giugno 2021 –:

   se il Governo abbia adottato tutte le iniziative necessarie atte ad evitare che le nostre forze di polizia siano esposte all'ingerenza di soggetti non sicuri e se non ritenga opportuno stabilire requisiti assai più stringenti, atti a garantire che chiunque si aggiudichi il bando possa offrire le necessarie garanzie in termini di sicurezza e affidabilità.

 

Seduta del 26 maggio 2021

Illustrazione di Alberto Pagani, risposta della Ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, replica di Enrico Borghi

ALBERTO PAGANI. Grazie, Presidente. Premesso che, da notizie a mezzo stampa, si è appreso che sul sito della Polizia di Stato è stato pubblicato un bando di gara di interesse per la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza e la Polizia penitenziaria per la gestione ed implementazione della rete 4G e per le sue evoluzioni, come ad esempio il 5G, sul territorio di 11 province italiane, che il bando, per un valore complessivo che si aggirerà intorno a un miliardo di euro, prevede anche la fornitura dell'equipaggiamento hardware, ossia tablet, smartphone e accessori per encoder video HD e SIM abilitate al traffico dei dati che consentano la fruizione di servizi di comunicazione e connettività nonché la fornitura di servizi di videosorveglianza in mobilità e di servizi di accesso alle banche dati, è evidente che chi si aggiudicherà la gara avrà la responsabilità della sicurezza delle telecomunicazioni delle Forze dell'ordine, del loro equipaggiamento e del transito di dati sensibili. È bene inoltre ricordare che, come segnalato dagli esperti, la rete 5G è molto più veloce e performante di quella a 4G ma la sua possibile violazione, da parte di attori ostili, espone i suoi utilizzatori a rischi molto maggiori. Si interroga il Ministro per sapere se il Governo abbia adottato tutte le iniziative necessarie atte a evitare che nelle nostre Forze di Polizia siano esposte all'ingerenza di soggetti non sicuri e se non ritenga opportuno stabilire requisiti assai più stringenti, atti a garantire che chiunque si aggiudichi il bando possa offrire le necessarie garanzie in termini di sicurezza e di affidabilità.

 

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signora Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere se, nell'ambito della gara d'appalto indetta da questa Amministrazione, tuttora in corso, per la realizzazione e la gestione di un servizio di comunicazioni per le Forze di Polizia denominato di LTE Public Safety sul territorio di 11 province, siano state adottate le necessarie misure volte a garantire la sicurezza e l'affidabilità dell'operatore economico che risulterà aggiudicatario all'esito dell'esperimento della procedura. Tale preoccupazione è motivata dal fatto che la procedura di evidenza pubblica ha per oggetto l'acquisizione di beni e servizi di rilevante interesse sotto il profilo della sicurezza del Paese, potendo riguardare anche la trasmissione di dati sensibili. Preliminarmente, ritengo opportuno evidenziare che la procedura in questione è stata modulata sulla tecnologia 4G e solo in via opzionale o migliorativa sulla tecnologia 5G. L'impiego di quest'ultima costituisce, infatti, solo una modalità opzionale nell'ottica delle future eventuali implementazioni dell'infrastruttura che l'Amministrazione si propone di realizzare. Proprio in tale prospettiva evolutiva, ritengo necessario ricordare come i profili attinenti alla sicurezza e all'affidabilità relativa alla figura dell'operatore affidatario siano presidiati dalle vigenti disposizioni in materia di sicurezza cibernetica nonché dall'applicazione dei poteri speciali, cioè dalla cosiddetta golden power, estesi dal 2019 anche agli atti e contratti relativi al 5G.

Riguardo alla sicurezza cibernetica, aggiungo che il decreto-legge n. 105 del 2019 ha introdotto un'articolata procedura di screening tecnologico volta a certificare il rispetto di specifici criteri di sicurezza per le forniture di beni ICT e destinata a supportare le funzioni e i servizi essenziali per la sicurezza della Repubblica. Tale procedura è riferita anche alle acquisizioni del Ministero dell'Interno, in quanto, come ben noto, rientrante tra le amministrazioni centrali incluse nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Proprio in ragione della peculiare delicatezza delle infrastrutture tecnologiche del Ministero dell'Interno, è previsto che la suddetta procedura di screening venga espletata da un apposito centro di valutazione operante presso il Viminale. Quanto all'eventuale implementazione dell'infrastruttura tramite impiego della tecnologia 5G, è appena il caso di ribadire che il nostro ordinamento giuridico, a tutela degli interessi nazionali e anche nell'ottica della salvaguardia di tentativi di ingerenza ostile, si è dotato di strumenti per esercitare i poteri speciali nei confronti di contratti e accordi relativi ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati su tale tecnologia. Ritengo conclusivamente, alla luce della cornice ordinamentale sopra richiamata, di poter rassicurare gli onorevoli interroganti circa i rischi di interferenza da loro stessi paventati.

 

ENRICO BORGHI. Grazie signora Presidente, grazie signora Ministro. Ieri il Presidente del Consiglio Draghi ha dichiarato che il livello di interferenza da parte della Federazione Russa nei confronti dell'Italia è - uso le sue parole - “allarmante”. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti d'America hanno adottato una norma che impedisce al Governo federale di affidare ad alcuni fornitori cinesi componentistica di questa natura per problemi di sicurezza. Noi, in Italia, abbiamo la questione che abbiamo ritenuto di sollevare qui oggi, abbiamo la questione dei termoscanner acquistati da Palazzo Chigi, abbiamo la questione delle telecamere di riconoscimento facciale nella TV di Stato, la Rai, che addirittura hanno ribaltato dati in Cina in maniera automatica e in maniera oscura. Insomma, abbiamo a che fare con una realtà, fatta di intelligenza artificiale, di quantum computing, di riconoscimento facciale, che impone un intervento legislativo. Certo, viviamo in un'era di interconnessioni globali e di tecnologie emergenti e critiche e non possiamo certo immaginare un percorso autarchico in questa direzione, soprattutto in vista del 5G, che lei, signora Ministra, ha richiamato. Quindi, abbiamo l'esigenza della promozione di soluzioni basate su interessi e valori condivisi, innanzitutto con i nostri alleati ma non solo (pensiamo anche al Giappone, alla Corea del Sud, all'India, a Israele). Insomma, per dirla in conclusione con una bella immagine, dobbiamo evitare di finire digitalmente imbrigliati. È per questo che bisogna accelerare il percorso di realizzazione dell'agenzia per la cybersicurezza nazionale perché la sicurezza dello spazio cibernetico nazionale oggi è una questione di priorità assoluta.