Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
il Servizio sanitario nazionale è prossimo al punto di non ritorno: liste di attesa infinite, il personale allo stremo sottoposto a turni massacranti e in fuga verso l'estero e il privato; mancano 65.000 infermieri e 30.000 medici; crescenti diseguaglianze territoriale e un aumento della mobilità sanitaria tra Sud e Nord;
secondo l'Istat nel 2023 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici per lunghi tempi di attesa, difficoltà di accesso, di cui 2,5 milioni di persone per motivi economici, quasi 600.000 in più del 2022. Rispetto al 2022 sono calate drasticamente anche le risorse per la prevenzione, scese del 18,6 per cento;
nonostante tale drammatico quadro la spesa sanitaria, secondo l'ultimo documento di finanza pubblica, rimane ferma al 6,4 per cento del prodotto interno lordo, con un prodotto interno lordo decrescente fino al 2028, ancora una volta inferiore rispetto agli altri Paesi europei, alle raccomandazioni Ocse e lontana dalla media europea del 7,5 per cento del prodotto interno lordo; secondo il rapporto della Corte dei conti 2022-2023, la spesa pro capite italiana è più bassa rispetto alla Germania del 53 per cento, rispetto alla Francia del 42 per cento;
la spesa pagata direttamente dai cittadini – che nel periodo 2021-2022 ha registrato un incremento medio annuo dell'1,6 per cento – nel 2023 si è impennata, aumentando del 10,3 per cento (+3.806 milioni di euro) in un solo anno;
la stessa attuazione della missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede importanti riforme e investimenti destinati a ridisegnare la sanità territoriale da realizzarsi entro il 2026, è in alto mare a 16 mesi dalla scadenza e si calcola che servirebbero almeno 33 mila unità di personale solo per le case e gli ospedali di comunità;
per quanto riguarda le 1.038 case della comunità dell'ultima rimodulazione, ad oggi, risultano completati solo 81 cantieri, pienamente operative 46, collaudate 38, pari al 2,6 per cento dell'obiettivo originale;
infine, era settembre 2024 quando il Ministro della salute annunciava un piano straordinario di assunzioni di 30.000 medici e infermieri per far fronte alla «gobba pensionistica» e scongiurare un blocco del Servizio sanitario nazionale, piano che ad oggi è rimasto solo sulla carta;
il decreto sulle liste d'attesa approvato dal Governo nel maggio 2024 era privo di nuove risorse e fortemente punitivo verso le regioni, che infatti lo contestano –:
quali misure urgenti il Governo intenda adottare affinché il Servizio sanitario nazionale non sia smantellato e sia assicurato a tutti il diritto alla salute come sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione.
Seduta del 14 maggio 2025
Illustrazione di Elly Schlein, risposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, replica di Elly Schlein
ELLY SCHLEIN, Presidente, due giorni fa, a Taurianova, alcune fioraie - le ho incontrate - mi hanno detto una cosa, mi hanno detto: bisogna saper scegliere ormai, se mangiare o curarsi.
La sanità pubblica è al collasso: liste di attesa infinite, mancano 65.000 infermieri, mancano 30.000 medici, il personale è stremato, con turni massacranti; molti sono già fuggiti verso il privato, 40.000 medici sono già fuggiti all'estero e la migrazione sanitaria da sud a nord è aumentata. L'Istat dice che, nel 2023, 4 milioni e mezzo di persone in Italia hanno rinunciato a curarsi, di cui oltre la metà per motivi economici, e sono 600.000 in più dell'anno precedente.
Voi avete portato la spesa sanitaria al minimo storico degli ultimi 15 anni. L'ho sentita rivendicare un record. Guardi, le ho portato un grafico: qui si vede che ogni Presidente prima di lei poteva dire la stessa cosa, perché non sono termini assoluti, la spesa sanitaria si calcola in tutto il mondo sul PIL. Ed è questo il grafico che riguarda il suo Governo, che la vede scendere fino al minimo storico. Vi abbiamo detto, con le altre opposizioni, dove prendere 5 miliardi da mettere subito sulla sanità pubblica, ma non avete ascoltato. Avete lanciato un piano di assunzioni che è sparito nel nulla e, a pochi giorni dal voto europeo, avete fatto un decreto fuffa, senza risorse aggiuntive, sulle liste d'attesa. Allora la mia domanda è semplice, Presidente: perché state smantellando la sanità pubblica italiana?
GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Collega Schlein, penso che sia sempre un po' complesso confrontarsi con qualcuno che - diciamo così - per fare propaganda è costretto a mentire, però in fondo, per certi versi, è anche una buona notizia.
Vi rispondo volentieri…
. … con alcuni numeri e con…
Vi rispondo volentieri con alcuni numeri e con alcuni fatti, che, dal mio punto di vista, sono abbastanza espliciti. Torno a dire che il Fondo sanitario nazionale è stato portato a 136 miliardi e 500 milioni nel 2025 e che questo è il livello più alto di sempre. Quando noi ci siamo insediati, nel 2022, quel Fondo era di 126 miliardi. Erano 10 miliardi meno di adesso e il PD, quando è stato al Governo, non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni. Quindi, l'argomento di riserva che la spesa sanitaria non va considerata in termini assoluti ma va considerata in rapporto al PIL, io continuo a ritenere che non ci sia alcun nesso logico tra la crescita economica e la qualità del sistema sanitario. Non è che se l'economia va meglio e quelle risorse incidono in modo diverso in rapporto alla ricchezza cambia lo stato del sistema sanitario.
Dopodiché ho sentito dire molte altre cose che, francamente, non condivido. Ho sentito dire che il Governo favorisce il privato, vuole una sanità a misura di portafoglio. Ora chiedo anche, per parlare di cose serie, di citare anche i provvedimenti con i quali staremmo facendo queste cose. Perché mi risulta che, per esempio, collega Schlein, siamo stati noi a fermare il fenomeno dei “medici a gettone”, fenomeno odioso, che è, sì, una privatizzazione della sanità, con medici, dipendenti degli ospedali, che guadagnavano molto di meno di quelli che venivano - guarda caso - dalle cooperative. Lo abbiamo fermato noi questo sistema. Così come ci siamo occupati di mettere noi un limite all'intra moenia, perché c'era questo fenomeno pazzesco di medici del sistema sanitario nazionale che in un giorno, nell'ospedale pubblico, facevano 9 - e dico 9 - visite o prescrizioni e poi ne facevano 90 nello stesso ospedale, nello stesso giorno, in regime di libera professione. Siamo intervenuti noi per affrontarlo.
Per il personale sanitario: abbiamo garantito le risorse per i rinnovi contrattuali; abbiamo aumentato le indennità di chi lavora in pronto soccorso; abbiamo pagato di più le borse di studio per chi si specializza in medicina d'urgenza; abbiamo previsto norme severe per chi aggredisce i medici e gli infermieri. Sulle liste d'attesa, oltre alle risorse che sono nel decreto al quale lei faceva riferimento, abbiamo stanziato altri 870 milioni di euro in due anni per aiutare le regioni ad abbattere le liste d'attesa; abbiamo previsto l'apertura degli ambulatori in orari serali, il sabato, la domenica; abbiamo ampliato l'offerta. Dove questi strumenti sono attivi, i dati dicono che le cose vanno meglio. Ci stiamo continuando a lavorare. Ci stiamo continuando a lavorare e aggiungo: sono entrati, grazie a noi, in vigore i nuovi LEA, cioè i cittadini potranno accedere a nuove prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale che, in alcuni casi, aspettavano da 20 anni. Ora, sono tutte cose che ha fatto questo Governo. Basta? No, non basta. Sicuramente non basta. Un'altra cosa che si può fare - e che il Governo intende fare - la propongo anche al contributo di quest'Aula…
… perché in Italia quali sono le priorità, qual è la situazione, come si deve operare sulla sanità è deciso dal Piano sanitario nazionale. Lei sa, onorevole Schlein, qual è l'ultima volta che in Italia è stato scritto un Piano sanitario nazionale? Era il 2011, era un Governo di centrodestra. Siete stati al Governo dieci anni, non avete mai scritto e messo in campo un Piano sanitario nazionale e oggi, che siete all'opposizione, ci venite a spiegare quanto sia importante la sanità ?
Signori miei, temo che la gente capisca, capisca il gioco che si sta portando avanti. Ma noi vogliamo scrivere il nuovo Piano sanitario nazionale e speriamo che su questo, almeno, ci vogliate dare una mano, invece di preferire stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male e, magari, potete risalire nei sondaggi.
ELLY SCHLEIN, Grazie, Presidente. Presidente, io non so da quanto tempo lei non lasci il Palazzo per andare davvero in un ospedale, ma le do una notizia: i gettonisti ci sono ancora e, se ci sono, è perché quando lei era al Governo con Berlusconi ed io ero ancora all'università, l'avete messo voi un tetto alle assunzioni del personale che oggi sta svuotando i reparti, per cui la gente non si riesce più a curare ! Si vergogni di stare ancora all'opposizione dal Governo!
Guardi questo grafico, io glielo devo lasciare oggi, perché stiamo dicendo che la spesa in termini assoluti è aumentata con lei, come è aumentata con tutti quelli prima di lei. Dica lei al mondo che si sbaglia se ovunque si calcola sul PIL la spesa nazionale, perché è quello il dato che sta scendendo e da cui si vede che volete una sanità a misura del portafoglio delle persone. I suoi tagli li pagano i cittadini, letteralmente, Presidente, perché la spesa - e questi sono dati della Corte dei conti -, la spesa di tasca loro è aumentata in un anno, mentre voi eravate al Governo, del 10 per cento: sono 4 miliardi di euro, gli stessi che avete messo sulla riforma dell'Irpef, perché voi togliete con una mano quello che fingete di dare con l'altra. È una vera e propria “tassa Meloni”.
Curarsi è diventato un lusso. Siamo la Repubblica delle liste d'attesa, mentre, tra i vostri, c'è chi ci guadagna - vero - con le sue cliniche private? Il vostro decreto fuffa - le do un'altra notizia - non prevedeva risorse aggiuntive, non si capisce di cosa parli. Li conoscerà i suoi provvedimenti, Presidente. ASL 3 di Genova, a dicembre: 159 giorni per una visita oculistica , oggi ne aspettano 266. A Torino: quattro mesi nel maggio scorso per una colonscopia, oggi non riescono più a prenotarla.
Ora, tolga il blocco delle assunzioni: prenda i 5 miliardi di euro che le abbiamo detto con le opposizioni dove trovare per salvare la sanità pubblica.
Ho sentito anche prima, insomma, è sempre colpa di qualcun altro, no? Le liste d'attesa sono, essenzialmente, colpa delle regioni, il Governo ha fatto tutto quello che poteva; così come i 25 mesi di calo della produzione industriale sono colpa dell'Europa; il fallimento dei suoi centri in Albania è colpa dei giudici. Lei vive in un mondo fantastico, dove, quando una cosa funziona è merito suo, quando una cosa non funziona è sempre colpa degli altri. Bello!
Io le chiedo questo, per concludere: torni in connessione, un minuto, con il mondo reale e vada a spiegare che è sempre colpa di qualcun altro a quella donna che, a Pesaro, qualche mese fa, mi ha detto che dopo una diagnosi di tumore non riusciva a prenotare le visite nel pubblico e ha dovuto sborsare 500 euro per andare dal privato; ad una ragazza che, una settimana fa, a Terni, mi ha detto: non ho voce perché da più di un anno aspetto un intervento per togliermi un polipo alla gola.
Guardi, dopo tre anni, non ci sono scuse, Presidente. La colpa non è degli altri, è vostra, è sua, e gli italiani non sono fessi e lo vedono.