20/07/2021
Filippo Sensi
DI GIORGI, CENNI, BURATTI, CANTINI, CECCANTI, CIAMPI, LOTTI, NARDI, ANDREA ROMANO, ROTTA, SANI, BENAMATI, VISCOMI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO.
3-02411

Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Gkn, multinazionale britannica che realizza componentistica per i settori automobilistico e aerospaziale, con fatturato di 4,8 miliardi di sterline, 29.000 dipendenti e 54 stabilimenti nel mondo, nel 2018 è stata acquisita dal fondo finanziario Melrose, con l'obiettivo dichiarato di una ristrutturazione aziendale su scala internazionale;

   in Italia, lo stabilimento Gkn driveline spa di Campi Bisenzio produce semiassi per numerose case automobilistiche, impiegando 422 dipendenti fissi, più venti dipendenti in contratto di staff leasing;

   è notizia di questi ultimi giorni l'intenzione dell'azienda di procedere al licenziamento immediato e alla chiusura dello stabilimento, comunicata via mail ai lavoratori;

   secondo l'azienda le ragioni sarebbero attribuibili al calo del mercato automobilistico e alla necessità di ridurre drasticamente i costi di produzione a causa della competitività dei mercati internazionali, mentre le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come non sussista alcuna crisi aziendale e che il vero motivo sia invece la volontà della proprietà di delocalizzare per spostare la produzione dove il costo della manodopera è minore;

   le attività degli altri stabilimenti Gkn in Italia sarebbero positive: recentemente nei siti di Brunico e Monguelfo sono stati fatti ingenti investimenti per innovare la produzione, assumendo oltre 100 nuove figure professionali;

   numerose manifestazioni di vicinanza sono state espresse ai lavoratori di Gkn da parte di amministratori locali e rappresentanti istituzionali che hanno evidenziato la necessità di una rapida verifica su eventuali finanziamenti, aiuti o sostegni di Stato nei confronti di Gkn al fine di procedere formalmente contro la proprietà;

   al tavolo istituzionale convocato dal Ministero dello sviluppo economico il 15 luglio 2021, tenutosi presso la prefettura di Firenze, Gkn ha confermato, tramite il suo avvocato, la chiusura dello stabilimento e la sola disponibilità a trattare economicamente i licenziamenti;

   alla luce di tutto ciò, è evidente come sia necessario e urgente un intervento del Governo anche per evitare che altre multinazionali possano, in totale autonomia, chiudere in brevissimo tempo fabbriche produttive, con il solo scopo di delocalizzare e ottenere maggiori profitti –:

   come intenda attivarsi concretamente il Governo per assicurare la continuità produttiva dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio e salvaguardarne l'occupazione, anche al fine di evitare altre chiusure unilaterali di siti industriali non coinvolti da crisi aziendali.

Seduta del 21 luglio 2021

Illustrazione di Filippo Sensi, risposta del Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, replica di Susanna Cenni

FILIPPO SENSI. Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, stiamo ai fatti stretti. Gkn, multinazionale della componentistica auto acquisita da un fondo finanziario, licenzia circa 450 dipendenti allo stabilimento di Campi Bisenzio con una mail. Da domani “ciao”. Loro dicono: “È il mercato”; il sindacato risponde: “Volete andarvene dove più vi conviene”. In Toscana, per la storia industriale della Toscana, un precedente che brucia, una “fiammata”, come si dice in dialetto. Tavolo al Mise e la proprietà, diciamo così, conferma: chiusura, e si tratta solo di definire il quanto per i lavoratori messi in mezzo alla strada (strano concetto di automotive). Altri stabilimenti Gkn in Italia pare addirittura investano, a Campi non più. Ero in Santa Croce l'altro giorno; una manifestazione poderosa e dura. Non tirava un buon clima, Ministro. Se li conosco, quelle lavoratrici e quei lavoratori resteranno lì. Sarà una lunga guerra e non una battaglia.

Come intende attivarsi concretamente il Governo, recita la nostra interrogazione, per assicurare la continuità produttiva dello stabilimento di Campi e salvaguardarne l'occupazione? In altre parole, Ministro, come ne usciamo? Perché dobbiamo uscirne!

 

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro dello Sviluppo economico, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna. Come è noto, la Gkn di Campi Bisenzio, stabilimento di eccellenza che opera nel campo dell'automotive con circa 422 dipendenti, lo scorso 9 luglio ha comunicato ai propri lavoratori di aver avviato la procedura di licenziamento collettivo e di voler cessare l'attività dello stabilimento in questione. Tale vicenda è stata seguita negli anni passati direttamente dalla regione Toscana, che, con numerosi incontri del tavolo regionale, ha cercato di allentare le tensioni già sorte, al fine di mantenere i livelli occupazionali e l'attività produttiva. Conseguentemente, considerata la volontà della Gkn di cessare l'attività dello stabilimento e di procedere al licenziamento di tutto il personale, il 15 luglio 2021 il Ministro dello Sviluppo economico ha convocato un nuovo incontro del tavolo presso la prefettura di Firenze. Nel corso dell'incontro il rappresentante della Gkn ha manifestato la disponibilità aziendale a voler raggiungere un accordo nel corso dei 75 giorni di durata della procedura di licenziamento, al fine di mitigare l'impatto sociale di tale scelta. Ha specificato altresì che la decisione di cessare l'attività produttiva è stata maturata alla luce della profonda trasformazione che sta attraversando il settore di riferimento. La Vice Ministra dello Sviluppo economico con delega alle crisi aziendali, Alessandra Todde, che presiedeva la riunione, ha evidenziato che la società ha avviato la ristrutturazione aziendale in modo unilaterale. Per tale ragione, anche alla luce delle richieste delle organizzazioni sindacali, ha invitato i rappresentanti aziendali a condividere il percorso di ristrutturazione con le istituzioni e con le parti sociali, al fine di addivenire a una soluzione idonea a salvaguardare i lavoratori coinvolti. Pertanto, posso confermare che si sta lavorando in tale direzione.

In conclusione, si ribadisce che il contrasto alle delocalizzazioni rappresenta una questione importante per il Governo. Infatti, sono state già previste apposite sanzioni per le aziende che delocalizzano qualora abbiano usufruito dei finanziamenti pubblici e adottate misure per difendere i marchi storici operanti nel nostro Paese. Inoltre, si stanno individuando tutte le possibili soluzioni per creare le condizioni per rendere meno oneroso lo svolgimento dell'attività d'impresa in Italia rispetto a quanto avviene in altri Paesi, attraverso la previsione di un quadro omogeneo di interventi normativi volti a difendere il tessuto produttivo italiano e ad attrarre gli investimenti.

 

SUSANNA CENNI. Grazie Presidente. Grazie, Ministro, anche se avremmo avuto piacere di avere qui il Ministro Giorgetti. Io la ringrazio per la risposta. Noi eravamo in quella piazza con i lavoratori lunedì mattina. Era una piazza importante con una grande presenza istituzionale, a partire dal sindaco di Campi, Emiliano Fossi. Dai lavoratori sono arrivati messaggi molto chiari: rabbia tanta, dignità moltissima e tanta, tanta determinazione, ma anche fiducia nelle istituzioni democratiche che erano presenti.

Noi oggi, Ministro, non la possiamo tradire quella fiducia. Tocca a noi, al Governo, quota parte, e, ovviamente, al Parlamento, perché la storia di questa azienda o, meglio, di questo fondo che detiene la Gkn ci racconta di un processo di finanziarizzazione dell'economia reale assolutamente distruttivo che non produce niente: né posti di lavoro né futuro, nulla; solo utili da investire nel prossimo segmento remunerativo.

È vero, c'è un tema automotive che non riguarda solo questa realtà, ma la storia qui è un'altra: è la storia di un fondo che mobilita i suoi titoli, guadagnando 25 milioni in poco più di un mese, una cifra molto superiore al costo di un anno intero delle retribuzioni dei 422 lavoratori.

Allora, penso che un Paese civile, che sta scommettendo sulla sua ripartenza con risorse così poderose e così importanti, non possa accettare tutto questo; dobbiamo pretendere che, a quel tavolo, come lei diceva, i vertici dell'azienda si presentino, dialoghino con le istituzioni e con le rappresentanze. Però, come Partito Democratico, chiediamo anche altro al Governo: chiediamo al Governo, al Presidente Draghi di intervenire sulle norme, a partire da quei 75 giorni, che sono veramente pochi, ma anche aprendo una discussione in Europa sul tema delocalizzazione multinazionali. Anche sulla tassazione dei giganti del web questa partita sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta, quindi io credo che dobbiamo provarci.

So bene che è complesso - ho finito, Presidente -, però lo dobbiamo ai tanti lavoratori oggetto di questa stagione di cannibalismo finanziario, lo dobbiamo alla Next Generation del nostro Paese, perché una parte di quella Next Generation è data dai figli di questi lavoratori e lavoratrici.