11/12/2019
Stefano Lepri
SERRACCHIANI, GRIBAUDO, CARLA CANTONE, MURA, SOVERINI, VISCOMI, CARNEVALI, CAMPANA, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, FIANO e ENRICO BORGHI
3-01193

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la riforma del terzo settore approvata con legge n. 106 del 2016 e i successivi decreti applicativi rappresentano uno dei punti di maggior rilievo nell'azione di riforma della XVII legislatura;

   tali norme richiedono però, come è noto, successivi atti applicativi per essere completamente operative, in particolare:

    a) il codice del terzo settore (decreto legislativo n. 117 del 2017) richiede ben 24 ulteriori decreti, ma solo 9 risultano essere stati effettivamente adottati e si ha notizia di 4 in fase di elaborazione;

    b) circa l'impresa sociale (decreto legislativo n. 112 del 2017), dei 12 atti applicativi attesi ne sono stati effettivamente adottati solo 3 ed uno risulta in fase di elaborazione;

    c) mancano ancora, inoltre, alcuni decreti applicativi sul 5 per mille e sul servizio civile nazionale;

   in tutto risultano ancora da approvare una trentina di atti applicativi dei 43 previsti e solo 7 risultano in fase di elaborazione;

   alcune di queste mancanze sono di particolare rilievo: prima tra tutte la mancata istituzione del registro unico del terzo settore, indispensabile per tracciare in modo coerente con la riforma il perimetro degli enti di terzo settore, con la conseguente attribuzione di misure di sostegno e di corrispondenti obblighi. Inoltre, molti aspetti relativi alla disciplina dei controlli e delle funzioni di vigilanza e monitoraggio restano da ancora da definire;

   non risulta che il Governo italiano abbia ancora intrapreso, ad oltre due anni dall'approvazione delle norme qui richiamate, le procedure nei confronti della Commissione europea necessarie per attestare la compatibilità delle previsioni fiscali con le normative comunitarie; questo significa, nella pratica, che tutti gli incentivi fiscali previsti non sono oggi applicabili, così depotenziando in modo decisivo i meccanismi di sostegno che la riforma aveva previsto;

   il consiglio del terzo settore – organo chiamato ad esprimersi su atti che riguardino il terzo settore – non è mai stato convocato durante tutto il primo anno di vigenza e nei 21 mesi che vanno dal marzo 2018 ad oggi si è riunito solo 2 volte;

   a tre mesi dall'istituzione dell'attuale Governo, non è ancora stata attribuita a un Sottosegretario la delega sul terzo settore, cosa che rende più faticosa l'interlocuzione su questi temi –:

   in quali tempi il Governo intenda procedere alla piena implementazione della riforma del terzo settore, dando attuazione ai punti indicati in premessa.

Seduta dell'11 dicembre 2019

Illustrazione e replica di Stefano Lepri, risposta del governo di Nunzia Catalfo, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali.

Illustrazione

Presidente, vogliamo interrogare il Ministro Catalfo in riferimento all'applicazione della legge sul terzo settore. È una legge, come lei sa sicuramente, importante, anche perché da parlamentare ha condiviso questo percorso; particolarmente complessa anche, perché vi sono stati diversi decreti legislativi e sono previsti numerosi decreti ministeriali.

Lo stato dell'applicazione da parte del Ministero è ancora piuttosto in ritardo: in particolare, il codice del terzo settore vede solo 9 provvedimenti ministeriali approvati sui 24 previsti; per quanto riguarda il decreto legislativo sull'impresa sociale, solo 3 su 12; mancano diversi decreti sul 5 per mille e sul servizio civile; per esempio manca ancora l'avvio del Registro unico del terzo settore, che è una delle condizioni fondamentali per far muovere l'intera macchina; manca il percorso di raccordo con l'Unione europea, affinché sia consentito di poter applicare il regime fiscale agevolato che la riforma prevede; il Consiglio del terzo settore si è solo trovato un paio di volte, evidentemente quello è il “parlamentino” su cui si possono costruire le politiche; le deleghe non sono state ancora attribuite, e potrei continuare.Non vogliamo quindi certo buttare la croce addosso al Ministro, visto che è insediata da pochi mesi, ma certamente sollecitarla perché questa riforma così importante possa vedere una piena applicazione.

Risposta del governo

Presidente, con riferimento ai quesiti posti dall'onorevole interrogante sullo stato di avanzamento della riforma del terzo settore, approvata con legge n. 106 del 2016, voglio anzitutto evidenziare che non tutti i provvedimenti attuativi previsti sono di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Rammento a tale riguardo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante la disciplina di dettaglio dell'istituto del 5 per mille: sullo schema di provvedimento proposto dal Ministero dell'economia e delle finanze, questa Amministrazione ha già espresso il proprio assenso, restando in attesa della conclusione del procedimento.

L'elaborazione dei provvedimenti attuativi è connotata da un costante dialogo con gli enti del terzo settore. Il mio impegno, nella prima metà del 2020, sarà concentrato sulla finalizzazione di alcuni importanti provvedimenti, allo stato attuale, in fase di avanzata elaborazione, quali la definizione della modulistica dei bilanci degli enti del terzo settore, le linee guida sulla raccolta fondi, la disciplina dell'attività di vigilanza sulle imprese sociali, il decreto concernente il funzionamento del Registro unico nazionale del terzo settore. In relazione a quest'ultimo, evidenzio che il suo avvio presenta una complessità notevole per l'elevato numero di registri attualmente esistenti, per le diverse amministrazioni coinvolte, nonché per la disomogeneità che i predetti registi presentano tra di loro e rispetto alle caratteristiche previste dal nuovo Registro. In questi giorni, è in corso il confronto tecnico con le regioni e conto di poter giungere all'adozione del Registro unico nei primi mesi del 2020. Ieri abbiamo incontrato l'Agenzia delle entrate e, già da domani, il Ministero dialogherà con il Forum del terzo settore.

Per quanto attiene al quesito concernente la richiesta di autorizzazione all'Unione europea sul regime fiscale degli enti del terzo settore, desidero segnalare che è stato istituito, su impulso del Ministero che rappresento, un tavolo tecnico con il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Agenzia delle entrate, attualmente impegnato nella definizione di un documento da sottoporre all'attenzione della Commissione europea.

Per ciò che concerne il Consiglio nazionale del terzo settore, istituito nel gennaio 2018, preciso che il medesimo si è riunito in tre sedute nel medesimo anno, in due sedute nel 2019 e, a breve, verrà nuovamente convocato. L'organismo collegiale ha espresso il proprio parere favorevole sullo schema di decreto ministeriale concernente le operazioni straordinarie delle imprese sociali, sulle linee guida sul bilancio sociale, nonché sulle linee guida in materia di valutazione di impatto sociale. Si tratta di provvedimenti particolarmente rilevanti, rispetto ai quali il predetto organo collegiale ha svolto un accurato approfondimento istruttorio, fornendo in tal modo un qualificato apporto consultivo alla definizione delle nostre azioni istituzionali nel settore.

Concludo, affermando che al mondo del terzo settore è riservata la massima attenzione del Governo, il cui intendimento prioritario è quello di proseguire nel rafforzamento del dialogo sociale con gli enti del terzo settore, il cui impegno costante per la tutela delle fasce più deboli della popolazione costituisce un valore sociale aggiunto per l'intera comunità.

Replica

Ringraziamo il signor Ministro, apprezziamo il suo impegno, che ha voluto qui confermare. Non vogliamo fare altro che garantirle il nostro sostegno e il nostro apprezzamento, sapendo e sottolineando di nuovo l'importanza di questa misura e, soprattutto, l'importanza della sua applicazione, perché, troppe volte - vorrei dire purtroppo, ma non lo dico -, il Governo è più attento all'azione legislativa, piuttosto che a quella, poi, esecutiva, che è evidentemente, invece, il primario compito di chi è chiamato a governare. Quindi, bene l'atteggiamento e l'impegno del Ministro a fare in modo che questa riforma così importante, che io ritengo davvero uno dei pilastri della scorsa legislatura, possa trovare una piena applicazione e, quindi, confidiamo nell'impegno del Ministro.