07/09/2021
Walter Verini
BENAMATI, BONOMO, GUALTIERI, GAVINO MANCA, NARDI, SOVERINI, ZARDINI, BERLINGHIERI, FIANO e LORENZIN.
3-02474

 Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Acciai speciali Terni, con oltre quattromila risorse umane e un fatturato pari ad un quinto del fatturato industriale dell'intera regione Umbria, risulta essere il più importante produttore italiano di acciai inossidabili e speciali e uno dei maggiori d'Europa;

   nelle scorse settimane si è aperta la procedura di vendita dell'azienda e, attualmente, risultano quattro dichiarazioni d'interesse per l'acquisto da parte di grandi gruppi industriali (Arvedi, Marcegaglia, Posco e Baosteel) non associate a pubbliche proposte di piani industriali o condizioni di vendita, rispetto alle quali sia i sindacati che la comunità ternana risultano non avere informazioni e altri elementi;

   il volume produttivo ottimale per l'efficienza aziendale non può scendere sotto il milione di tonnellate annue, per cui un eventuale spacchettamento del gruppo potrebbe comportare il ridimensionamento dell'attività industriale;

   Acciai speciali Terni ha già avviato una serie di investimenti coerenti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e con il Recovery and resilience facility;

   il Commissario europeo alla concorrenza, Margrethe Vestager, e il Commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni, hanno precisato l'intenzione di vigilare affinché la cessione garantisca la capacità competitiva globale dell'azienda;

   il soggetto industriale acquirente dovrà essere in grado, dunque, di garantire una continuità della capacità competitiva globale di Acciai speciali Terni, sia in termini di investimenti tecnologici e ambientali che in termini di proiezione commerciale globale;

   la regione Umbria è ancora attraversata da ferite occupazionali profondissime (chiusura della ex Merloni nella fascia appenninica, vertenze Treofan e Sangemini), alle quali si aggiungono i pesanti contraccolpi che la pandemia e le sue conseguenze hanno arrecato al tessuto socio-economico del territorio –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo per assicurare la salvaguardia del patrimonio industriale di Acciai speciali Terni, tenuto conto del rilievo economico e occupazionale che ricopre per la regione Umbria e per l'intero panorama nazionale.

Seduta dell'8 settembre 2021

Illustrazione di Gianluca Benamati, risposta del Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, replica di Walter Verini

GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Come lei ha detto, noi parliamo di Acciai speciali Terni, che è un'eccellenza italiana (lo sanno tutti in quest'Aula). È un gioiello europeo ed è sostanzialmente quell'azienda che produce acciai speciali e altolegati, un unico in Italia. Ha 4.000 dipendenti e un quinto del PIL industriale dell'Umbria è prodotto da questa azienda. Questa azienda è in dismissione dal gruppo Thyssen. A livello europeo, i Commissari Gentiloni e Vestager seguiranno questa vendita. Ci sono manifestazioni di interesse sia italiane che estere (Arvedi, Marcegaglia, Posco e Baosteel). Quello che a noi preoccupa in questa fase è quale piano industriale c'è dietro, quali progetti di sviluppo - e concludo, Presidente - sono dietro a queste offerte e qui chiediamo al Governo cosa intenda fare per tutelare questo patrimonio tecnologico e il lavoro italiano a esso sotteso.

 

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie. Ringrazio i colleghi per avere portato all'attenzione dell'Aula quella che è stata giustamente ricordata come un'eccellenza italiana, un'eccellenza italiana nel settore dell'acciaio, che, come è noto, ha vissuto momenti drammatici - diciamo così - sotto il profilo economico e con il relativo impatto indotto dalla pandemia e che vive oggi una situazione di mercato ulteriormente drammatica per altri versi e sotto altri aspetti.

Con riferimento alla vicenda di AST di Terni, che, come è noto, dal 1° ottobre 2020 è entrata nella lista dei siti in dismissione e dei settori in dismissione di ThyssenKrupp, è partita la ricerca di un nuovo azionista.

Devo dire che, nel frattempo, l'interlocuzione tra la proprietà e l'ambiente, inteso come lavoratori e istituzioni, ha prodotto una gestione riconosciuta da tutti come una gestione comunque rispettosa delle attese e delle aspettative di tutti i lavoratori coinvolti. Come Governo stiamo seguendo insieme alla proprietà, in un rapporto che, devo dire, è trasparente e corretto, la procedura di vendita, che, come è evidente, non può subire interferenze da parte del Governo dello Stato. In relazione a questo rapporto corretto e trasparente con la proprietà, noi abbiamo evidenziato quelle che erano le nostre aspettative rispetto al futuro di un'azienda così importante e strategica, che, come è stato ricordato (lo ribadisco), è un'eccellenza dell'industria italiana. Per questo motivo io ritengo che, in base alle informazioni che abbiamo, la procedura di vendita possa concludersi con l'individuazione del soggetto entro il mese di settembre e forse anche prima della fine di settembre. Le aspettative sono quelle, appunto, di un piano industriale rispettoso sia delle dimensioni aziendali - e, quindi, dell'occupazione che è generata sia direttamente sia nell'indotto - sia di tutti i dettami ambientali, che, come è noto, in materia di acciaio sono significativi in termini di impatto.

Quindi, posso dire agli interroganti che la mia aspettativa e quella del Governo rispetto a questa vicenda credo che possa sicuramente rispondere anche alle aspettative loro, del territorio di Terni e di tutto l'indotto circostante, oltre che dei lavoratori. Quindi, è una pagina dell'acciaio nazionale che, diversamente da altre che purtroppo aspettano ancora una risposta, potrà trovare una conclusione positiva.

 

WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Siamo contenti che la nostra iniziativa al question time abbia portato il Governo a dire qualche parola pubblica su questa questione e lei, Ministro, oggi ha detto qualcosa. Noi pensiamo che, pur tenendo conto degli aspetti riservati che sovrintendono a una vendita come questa e senza naturalmente interferenze improprie, il Governo italiano però debba essere il garante, davanti ai lavoratori, ai sindacati, alle imprese dell'indotto e, insomma, a una comunità intera, della trasparenza della vendita e del futuro delle acciaierie di Terni. Questo significa, secondo noi, mettere dei paletti a Thyssenkrupp. Significa che siano assicurati la garanzia dell'integrità del sito, il mantenimento dei livelli occupazionali e della produzione e l'innovazione ambientale. Poi, il sistema Italia deve garantire il completamento delle infrastrutture necessarie. La Presidente von der Leyen - lo ricordava Benamati -, il Commissario Gentiloni e la stessa Commissaria Vestager hanno garantito, dentro le loro prerogative, questa vigilanza per questi obiettivi. Ecco, io credo che il Governo non debba essere timido - non lo sarà, mi auguro e credo - su queste questioni, perché rappresentano non un fatto locale ma una grande questione nazionale.

Nel quadro di un nuovo piano siderurgico nazionale ci sono specificità anche gravi (Taranto, Piombino). Terni ha una sua particolarità, è un'eccellenza, ha un mercato, ha una produzione competitiva nel mercato, in una città che ha avuto grossi colpi di deindustrializzazione nel settore della chimica. Quindi, il futuro dell'AST è una cosa fondamentale per la comunità ternana, per una regione, ma anche come grande questione nazionale. Insomma, Terni e le acciaierie hanno una grande storia in questo Paese e noi siamo certi che possono avere anche un futuro. Spetta a tutti fare la propria parte, in primis al Governo.