14/05/2024
Marco Sarracino
PROVENZANO, GUERRA, AMENDOLA, BARBAGALLO, D'ALFONSO, DE LUCA, GRAZIANO, IACONO, LACARRA, LAI, MARINO, UBALDO PAGANO, TONI RICCIARDI, STEFANAZZI, STUMPO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO.
3-01206

Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   nella XVIII legislatura, con l'articolo 27 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, e l'articolo 1, comma 168, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, è stata introdotta la cosiddetta «decontribuzione Sud», un'agevolazione che riconosce un esonero contributivo del 30 per cento fino al 2025, del 20 per cento per gli anni 2026 e 2027 e del 10 per cento per gli anni 2028 e 2029 dei contributi previdenziali dovuti dai datori di lavoro privati operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia;

   secondo il rapporto «Incentivi all'occupazione» del marzo 2024 dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps, sono stati agevolati complessivamente 2,9 milioni di rapporti di lavoro nel 2021, 3,1 milioni nel 2022, 3,2 milioni nel 2023, circa due terzi dei quali a tempo indeterminato, confermandosi come l'agevolazione di maggior impatto per numero di dipendenti coinvolti;

   l'applicabilità della decontribuzione prevista dalla legislazione vigente è stata, da ultimo, autorizzata dalla Commissione europea solo fino al 30 giugno 2024, previa notifica del Governo italiano che, tuttavia, non sembrerebbe intenzionato, a quanto si apprende, a richiedere ulteriori proroghe, limitandosi all'avvio di un negoziato con la Commissione per verificare nuove modalità e sostituendo una misura generale, a favore del Mezzogiorno, estesa a tutti i rapporti, nuovi e in essere, con qualsivoglia tipologia contrattuale, con i ben più circoscritti incentivi – «bonus giovani», «bonus donne», «bonus zes» – contenuti nel «decreto coesione» (decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60), come emerge chiaramente dal confronto fra gli oneri finanziari per il 2025, pari a circa 5,9 miliardi di euro per la decontribuzione Sud e i circa 735 milioni di euro complessivi per le nuove misure;

   si tratta dell'ennesima penalizzazione per i cittadini e le imprese del Mezzogiorno, dopo il taglio di 3,5 miliardi di euro del fondo perequativo infrastrutturale, invariati nonostante l'introduzione di una nuova disciplina del fondo introdotta con il citato «decreto coesione», la sottrazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, l'inconsistente dotazione finanziaria del credito di imposta nella zona economica speciale unica e la proposta sull'autonomia differenziata –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro interrogato per garantire la permanenza di una misura di agevolazione contributiva a carattere generale in favore di tutte le imprese e di tutti i lavoratori del Mezzogiorno.

Seduta del 15 maggio 2024

Illustrazione di Marco Sarraccino, risposta del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, replica di Giuseppe Provenzano

MARCO SARRACINO, Grazie, signora Presidente. Ministro, innanzitutto, complimenti per la bellissima figura che ieri ha fatto sul Fondo per lo sviluppo e la coesione della regione Campania, davvero complimenti, forse, finalmente, capirete che quelle risorse non sono né vostre né una vostra gentile concessione, ma un diritto dei cittadini della Campania, così come delle altre regioni.

Ma veniamo al punto: decontribuzione Sud. Si tratta di una misura voluta da noi, dal Partito Democratico, che ha rappresentato un grandissimo strumento per le imprese del Mezzogiorno. Lo dicono tutte le imprese, lo dicono i dati, non so però se ve ne siete accorti, ma con lo stop alla decontribuzione state mettendo a rischio oltre 3 milioni di contratti del Mezzogiorno, una tragedia. Questo, Ministro, è l'ennesimo schiaffo ad un territorio a cui voi state negando diritti, risorse e opportunità, perché la verità è che voi non credete, in realtà, alle potenzialità del Mezzogiorno e lo dimostrano tutte le scelte profondamente antimeridionali che state compiendo in questa legislatura. Ne avete fatte tantissime, non c'è il tempo di elencarle, però, Ministro, può dirci se trova normale il taglio di 3,5 miliardi del Fondo perequativo infrastrutturale? Può dircelo? Erano risorse che servivano alle nostre strade, alle nostre ferrovie, ai nostri ospedali: sparite. Ministro, lei vive un paradosso: è il Ministro del Sud di un Governo che è contro il Sud, ne prenda atto e, allora, almeno oggi, dopo l'ennesimo taglio, ci dica con quali strumenti dovrebbe crescere il Mezzogiorno…

Qual è la sua visione? Con la speranza, però, e concludo, che le sue parole e la sua idea di Sud possano essere molto diverse da quelle del suo collega Lollobrigida, perché altrimenti, in quel caso, ci troveremmo dinanzi ad una doppia sfortuna.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei il Sud le politiche di coesione e il PNRR. La ringrazio, Presidente. Mi limito, invece, a rispettare i contenuti del question time e a rispondere nel merito a quelle che sono state le questioni sollevate, sperando di poter essere chiaro nella mia esposizione, partendo da un dato: la misura sulla decontribuzione, come è noto, è stata varata nell'agosto del 2020 ed è stata varata con un obiettivo ben preciso, che era quello di ottenere una decontribuzione che fosse inserita all'interno di quanto stava accadendo in quella stagione - mi riferisco alla grave crisi del COVID - e che ha visto, di volta in volta, la possibilità mai di essere resa strutturale, ma sempre di essere prorogata in ragione delle decisioni che la Commissione europea assumeva per il COVID.

Conseguentemente a questo, la proroga ha avuto un'ulteriore fase collegata al Temporary framework relativo alla guerra in Ucraina e ha comportato, in questo contesto, la possibilità di prorogarla fino al 30 giugno di quest'anno, data che termina la sua effettiva attuazione per una scelta non di questo Governo. C'è anche la necessità di dire le cose con chiarezza: non esiste una scelta del Governo, c'è una scelta della Commissione europea che vale, interrompendo il Temporary framework per l'Ucraina, per tutti i 27 Stati membri. Dire il contrario può essere utile per utilizzare qualche slogan, ma, certamente, non corrisponde al merito delle questioni di cui noi ci stiamo occupando.

Vorrei anche ricordare, come ho fatto in un'altra circostanza, visto che il clima è questo, che, nel dicembre del 2020, non fu notificata nei tempi questa richiesta, fu recuperato un ritardo di 43 giorni, perché solamente il 13 febbraio fu - fra virgolette - sanato questo ritardo da parte della Commissione europea. Successivamente, si è proseguito di sei mesi in sei mesi prorogando questa misura e, soprattutto - ed è quello che mi piace sottolineare -, il Governo sta lavorando, è al lavoro in modo efficace per rendere possibili misure analoghe, che trovano già in parte, all'interno del decreto Coesione, interventi specifici in questa direzione, per far sì che le risorse da utilizzare per il Mezzogiorno d'Italia non siano utilizzate in mille rivoli di spesa e polverizzate in mille piccoli interventi, ma vadano su scelte più precise. Questo riguarda una serie di altre questioni che ho ascoltato.

Rispetto al tema della decontribuzione, così come previsto, è evidente che non è possibile proseguire non per scelta del Governo ed è altrettanto chiaro - lo dimostreremo con i fatti - che il Governo sta lavorando per ottenere questo risultato. Risulta singolare chiedere oggi, da parte di forze politiche che hanno fatto parte dei Governi precedenti al nostro, quello che, quando loro hanno governato, non sono riuscite ad ottenere. È, sinceramente, qualcosa di singolare.

GIUSEPPE PROVENZANO, Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei ci dà una notizia: che la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, che abbiamo voluto e ottenuto, il 30 giugno esaurirà la sua funzione nel nostro Paese. Era il tassello di una strategia di sviluppo che lei e il suo Governo ha smantellato e doveva chiarirlo qui, in Parlamento, non fuori da quest'Aula, caro Ministro. C'era un'idea di fondo, che lei evidentemente sconosce. Il Sud ha un deficit di infrastrutture e di servizi: perché lo devono pagare gli imprenditori e i lavoratori del Mezzogiorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)? Quel deficit va colmato con le politiche di Governo e questa misura serviva a minimizzare l'impatto della crisi, ma a massimizzare sull'occupazione l'impatto degli investimenti. Lei fa saltare la misura e taglia gli investimenti per il Mezzogiorno. Ministro, lei è un bugiardo e mente sapendo di mentire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Noi, Ministro, siamo ricorsi a quella misura che abbiamo chiesto da decenni e anche lei la chiedeva da decenni.

E, in Europa, abbiamo avviato un negoziato per renderla strutturale fino al 2030. Ascolti ! Fino al 2030

 Abbiamo avviato un…

 È un bugiardo perché sa che avevamo avviato un negoziato con la Commissione per renderla strutturale fino al 2030, facendo gruppi di lavoro con tutti i servizi competenti, serie di riunioni, controdeduzioni, due paper che sono stati trasmessi anche al suo Ministero e che lei ha lasciato cadere, signor Ministro, perché c'è una grande verità. Lo dica in questo Parlamento: vi servono 4 miliardi da prendere al Sud perché siete in difficoltà sui conti pubblici? Lo dica e dica che a pagare questa vostra difficoltà sarà il Mezzogiorno, perché la vostra politica è a fare cassa sulla parte più debole del Paese. La verità è che lei non ha fatto niente per rinnovare la fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno, perché questa misura non vi piace, non vi interessa.

E lo sa perché non vi piace? Perché è una misura che si rivolge a tutte le imprese, a tutti i lavoratori, a tutti i territori del Mezzogiorno, senza la sua intermediazione impropria e quella di questo Governo. Avete l'idea che le uniche risorse che vi interessano sono quelle che potete gestire, comandare, elargire secondo la vostra volontà politica e secondo la vostra preferenza politica.

 È una logica feudale, arcaica, lei è la vecchia politica per il Mezzogiorno, Ministro, e noi la volevamo ribaltare con un progetto di sviluppo perché il Sud…

 …nonostante la sua volontà, la sua ignavia e la sua incapacità, è molto più avanti di lei e non permetteremo che torni indietro per le sue scelte sbagliate